Da quando Alessandro l’aveva convinto a cambiare rotta alla
sua vita, Giulio aveva cominciato a provarci e i primi giorni erano andati
abbastanza bene, le operazioni chirurgiche erano riuscite perfettamente e le
visite erano andate lisce come sempre, ma quel venerdì già dalla mattina si
sentiva agitato e meno attivo del solito, con un senso di vuoto nello stomaco
che non passava mai; a ora di pranzo aveva provato a mangiare qualcosa in più,
ma anche quel tentativo non era servito a nulla. Gli era sembrato che quella
giornata non passasse mai e arrivata finalmente la sera non riusciva a reggersi
in piedi, si sentiva eccessivamente stanco e infatti, stranamente dal solito,
non uscì con Frida, ma preferì mettersi a letto per provare a dormire,
l’indomani si sarebbe sentito meglio, sperava, doveva solo crederci, non doveva
lasciarsi schiacciare da quella situazione, doveva controllarla. Il mattino
seguente si sentiva stremato, quasi dieci ore di sonno non avevano contribuito
a fargli tornare le forze, ma si alzò dal letto ugualmente pimpante, fece
colazione e le solite cose e prima di andare in studio passò al supermercato per
comprare un paio di energy drink, doveva arginare il senso di spossatezza che
non gli avrebbe altrimenti permesso di reggere la giornata lavorativa, che era
particolarmente intensa: mezza giornata di visite specialistiche, quattro
operazioni di rinoplastica e in più avrebbe dovuto trovare il tempo di passare controllare
una paziente operata il giorno precedente, gli impegni erano davvero tanti e da
medico sapeva perfettamente che avrebbe potuto non resistere, ma doveva
tentare. Arrivato in studio, Ilaria lo salutò e gli ricordò in ordine tutti gli
appuntamenti della mattinata elencandoli uno dopo l’altro con la velocità di
una mitraglietta, come lui le aveva insegnato a fare perchè, in effetti, quel
modo di ricapitolare gli impegni gli era sempre piaciuto. Ma quella mattina
anche quel semplice gesto consueto lo irritò enormemente, si sentì oppresso da
un pesante nervosismo, ed arrivò al punto di interrompere Ilaria bruscamente, quasi in malo modo, come
non aveva mai osato fare. La ragazza sobbalzò e lo guardò stupita, non le era
davvero mai capitato di vederlo con i nervi così a fior di pelle, aveva
considerato sempre il dottor Bassani un esempio di calma e regolatezza, si era
sempre dimostrato diplomatico e soprattutto gentile, in particolar modo con
lei, ma pensò che forse aveva avuto una serata storta o forse non aveva dormito
bene, comunque non si diede troppe spiegazioni, sorvolò sull’accaduto, mentre
lui sbattette la porta del suo ufficio con particolare foga, lasciandola di
sasso. Le prime due visite durate più di trenta minuti l’una, passarono lisce,
Ilaria conitnuò ad accogliere i pazienti con garbo e rispondeva alle centinaia
di telefonate che arrivavano in studio solitamente, dopo essersi accertata
tramite il dottore dell’importanza delle richieste gli passava le telefonate, e
solitamente lui era sempre molto disponibile con tutti, anche per questioni
poco importanti; ma quella mattina Ilaria notò, di nuovo con stupore, che il
dottor Bassani non volle riceverne nessuna “smettila di passarmi le chiamate,
non vedi quanto ho da fare?” le aveva urlato alla seconda richiesta di
trasmettergli la telefonata di un collega. La ragazza era sinceramente
stupefatta, lavorava da cinque anni con lui e non lo aveva mai visto così incazzato,
cominciò a chiedersi addirittura se non ce l’avesse con lei, ma non poteva
essere possibile, si disse. Erano quasi le undici e si sentiva frastornata
dalle miriadi di telefonate insistenti per le quali era stanca di dover trovare altre mille
scuse, finchè non le si presentò ancora un altro problema che mai e poi mai si
era presentato allo studio: la sala d’aspetto era piena, una situazione assurda
dal momento che Giulio era sempre precisissimo con gli orari, era eternamente
puntuale ed ogni visita non doveva durare più di 35-40 minuti, odiava far
attendere i clienti. Ma, intanto, c’erano cinque pazienti che attendevano il
dottore e lei sapeva perfettamente che non c’era nessuno all’interno a
visitarsi, così si preoccupò e, armandosi di coraggio, bussò alla porta
dell’ufficio e , non ottenendo risposta, entrò delicatamente, quasi in punta di piedi. La
scena che le si presentò la lasciò confusa, il dottr Bassani era seduto sulla
sua poltrona con le braccia sulla scrivania e fissava il muro di fronte a sé,
era molto sudato e respirava affannosavamente, non sembrava stare bene, così
gli chiese se fosse tutto a posto, ma non ottenne risposta. “Dottore” gli disse
ancora avvicinandosi lentamente “mi dica se c’è qualcosa che non va. Non ha
l’aria di stare bene, si sente male per caso?” A quel punto Giulio si alzò di
scatto, Ilaria arretrò istintivamente, e mentre lui cominciò a camminare
nervosamente su e giù per l’ufficio, battendosi il pugno sulla coscia e
asciugandosi il sudore dalla fronte, lei prese coraggio e avvicinandosi lo
fermò per le braccia e guardandolo bene in viso, non sembrava lui, le sembrava
trasformato “chiamo un’ambulanza? Lei sta male…” A quel punto il dottore si
divincolò con uno scatto e le rispose ancora una volta urlandole contro “non ho
bisogno di un’ambulanza, va tutto bene”
“ma ci sono cinque pazienti che aspettano fuori, e lei non è in grado di
visitarli se non li ha ancora ricevuti!!” gli rispose prontamente. A quel punto
Giulio si sedette di nuovo e tenendosi la testa tra le mani cominciò ancora ad ansimare “hai ragione, manda tutti a casa,
fisseremo un altro appuntamento” disse nervoso “e anche un’altra cosa” aggiunse
lui “chiama subito Alessandro e fallo venire, digli che non sto bene, lui è
l’unico medico di cui mi fido, muoviti, su, datti una mossa!” Ilaria lo guardò
spaventata, che diamine stava succedendo? Dopo essere rimasta lì impalata per
qualche attimo, incredula di fronte a tale rabbia, uscì velocemente e fece ciò che le aveva
chiesto. Alessandro fu lì in dieci minuti, entrò senza curarsi minimamente di
lei e si precipitò nell’ufficio senza nemmeno chiederle cosa fosse successo, e
prima di sbatterle la porta in faccia le disse che poteva tornare a casa, se ne
sarebbe occupato lui. Ilaria raccolse le sue cose, era seriamente proccupata,
non riusciva a comprendere cosa fosse accaduto, l’unica cosa che le fu chiara
era che Alessandro, al contrario, sapeva perfettamente cosa stava succedendo, le
pareva che fosse entrato già consapevole della situazione e già sicuro di
poterla risolvere. La sera ricevette un SMS di Giulio che le chiedeva scusa, le
scrisse che stava molto meglio ma che aveva bisogno di un paio di giorni di
riposo, aveva accumulato troppo stress e si era sgofato con lei ingiustamente,
quindi l’avvisò che per due giorni lo studio sarebbe rimasto chiuso e che lei
poteva andare a ricevere le telefonate, come faceva di solito quando le visite
erano rimandate. Ilaria tirò un sospiro di sollievo, ma non potè fare a meno di
continuare a pensare a cosa gli fosse capitato ed era sicura che per lei
sarebbe
rimasto
un mistero.
Finalmente la prima metà della giornata lavorativa era
finita per Frida, che appena terminata la pausa pranzo, giocherellava con il
cellulare aspettando Milly che le avrebbe dato il cambio nel pomeriggio. Era
molto pensierosa, da dietro la vetrina aveva visto Alessandro e Giulio uscire
di fretta dallo studio, ma non aveva avuto il tempo di uscire perché era
impegnata con un paio di clienti. Non voleva sbagliarsi, ma era quasi sicura di
non averli più visti ritornare e le era sembrato strano che durante la sua
pausa Giulio non si fosse fatto vivo. Così, appena Milly arrivò, ne approfittò
per andare a parlare con Ilaria, sperava soltanto che Giulio non fosse di nuovo
sparito, non lo avrebbe sopportato. In dieci minuti fu di nuovo in negozio,
Milly stava riordinando alcune cose nel magazzino con il suo solito tacco 12 e
con uno dei suoi vestitini iper-fascianti “Milly, ti spiacerebbe se uscissi
prima oggi?” La donna accovacciata, si rialzò in piedi, si spolverò le mani e
se le mise sui fianchi “non c’è problema…a che ora devi andar via?” “subito.” Alla sua risposta Milly sgranò gli
occhi, capì che Frida era particolarmente agitata e le chiese cosa fosse
successo, a quel punto Fridasi coprì gli occhi con le mani e con voce tremante
le disse che Giulio si era sentito male e non sapeva come stesse e cosa gli
fosse successo, era estremamente preoccupata, Ilaria le era sembrata agitata, doveva
assolutamente uscire a cercarlo. “Calmati tesoro” le disse Milly abbracciandola
teneramente “non è il caso che tu esca senza sapere nemmeno dove andare, su,
siediti e cerchiamo prima di capire dove si trovi adesso”. Con estrema dolcezza
Milly la fece sedere su una seggiola del magazzino e tirò fuori il suo
smartphone, con calma cercò di farla ragionare e la invitò a telefonare Alessandro
per capirci prima qualcosa, Frida fece un bel respiro e seguì il suo consiglio.
Giulio era già a casa, Alessandro si era preso cura di lui e ora si sentiva
meglio, nulla di preoccupante, le assicurò, e si scusò con lei per non averla
chiamata prima, lo avrebbe fatto appena si fosse stabilizzata la situazione. Frida
si sentì molto sollevata, così decise di rimanere a lavoro, anche se non
desiderava altro che andare da lui e assicurarsi che andasse davvero tutto
bene, non era del tutto tranquilla. Alle quattro finalmente uscì dal negozio e
si precipitò a casa di Giulio. Quando le aprì la porta effettivamente notò che
aveva il viso stanco, lo abbracciò fortissimo dicendogli che l’aveva fatta
preoccupare e che avrebbe dovuto avvisarla. “Dai piccola, va tutto bene, non è
successo nulla di grave, solo un calo di pressione”. Frida si sedette sul
divano accanto a lui e si accoccolò tra le sue braccia “ma che significa un
calo di pressione? Ilaria mi ha descritto scene apocalittiche, mi ha detto che
è successo un casino, che hai rimandato tutti gli appuntamenti…dimmi la
verità”. Giulio doveva ammettere che c’era stata un po di confusione, pensò che
Ilaria avrebbe potuto evitare di raccontare tutto nei dettagli, così cercò di
rassicurare Frida “Ilaria avrà sicuramente esagerato! Con i ritmi che ho può
capitare un calo di energie, ed è per questo che Ale mi ha consigliato di
rimandare gli appuntamenti, così magari mi riposo…vedi, sto già benissimo!”
Frida lo scrutò, effettivamente le pareva stare bene, ma insistette dicendogli
di farsi delle analisi, o comunque di approfondire la cosa, per capire se
avesse qualche problema grave, sarebbe dovuto andare in ospedale, gli disse,
invece di tornare semplicemente a casa. Alle sue parole Giulio rise sonoramente e le accarezzò i capelli “ma scherzi? non ho
bisogno di un medico, IO sono un medico e so badare a me stesso, da medico ti
dico che sto una bomba”. Frida sospirò “non essere ridicolo, il fatto che sei
un medico non significa che tu possa autocurarti! La tua sicurezza mi
infastidisce, mi sento presa in giro, Ilaria mi ha detto tutt’altro, mi ha
detto che eri fuori di te, che Alessandro è corso subito, e che sembrava anche
molto preoccupato..” . Giulio fu colpito dal tono aggressivo di Frida, era
evidente che non era riuscito a farla calmare, così si alzò e si sedette a
cavalcioni su di lei e mettendole le mani sulle spalle cominciò a massaggiarla
“dai, rilassati…sei tutta tesa…sei venuta qui per vedere come stavo e invece
sono io che devo prendermi cura di te…aaaah! Povero me, il triste destino di un
medico…avevo bisogno di un’infermiera e invece devo fare il crocerossino” le
disse sorridendo maliziosamente, cominciando a baciarla dolcemente sul collo.
“Dai Giù” l’ammonì Frida quasi infastidita “non mi sembra il caso adesso…”
Nonostante lei provasse a respingerlo, Giulio non era intenzionato a smettere
“devo dimostrarti o no che sto bene?” . Detto ciò la baciò appassionatamente
sulle labbra, poi si alzò con uno scatto, si avvicinò alla piccola parete
attrezzata e cominciò a maneggiare qualcosa. Frida lo guardava curiosa, non
capì cosa stesse facendo finchè non accese lo stereo, facendo partire una
strana canzone in francese. Davanti all’espressione basita della ragazza,
Giulio cominciò a muoversi a ritmo di musica e a cantare “Qu’importe l’endroit, le contexte, on a toujours un bon prétexte pour
tomber nos fruit of the loom, quand toi et moi on fait Boum Boum Boum!!!”
La musica era incalzate e divertente, Frida cominciò a ridacchiare mentre lui
continuava ad ondeggiare e a fare strane mosse. Saltò agilmente sulla sedia e
cominciò lentamente a sbottonarsi la camicia bianca fino ad arrivare a
togliersela, facendo scoppiare a ridere Frida “ma che fai?...ti prego…scendi da
lì”. Giulio cercava chiaramente di essere sexy, ma in realtà il suo fare
malizioso agli occhi di frida risultava quasi comico, e la ragazza non riusciva
a smettere di sorridere imbarazzata. In poco tempo completò il suo spogliarello
a ritmo, ma continò a ballare e cantare frasi che alle orecchie di Frida, che
un po’ di francese lo masticava, parevano abbastanza spinte, se non quasi
oscene. Giulio continuò a ballicchiare a piedi nudi con addosso solo il boxer multicolore, finchè pronunciando la
frase “Les étagères font BADABOUM quand
toi et moi en fait boum boum boum!” le si lanciò addoss, le sussurrò
all’orecchio l’ultima strofa della canzone e bloccò le sue risatelle con le
dita. La musica era ormai finita, quando in pochi secondi la spogliò dei suoi
abiti ingombranti e caddero insieme sul grande tappeto grigio del salotto.
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