domenica 6 settembre 2015

Episodio LXII "Fiori d'arancio"


La chiesa gremita di parenti e amici vocianti, era stata finemente addobbata con bouquet e petali di rose bianche, il tutto creava una scenografia alquanto suggestiva, ma Daniel odiava i matrimoni, specialmente  quelli in estate, quando la calura  non dava tregua e gli invitati impettiti, nei loro abiti, visibilmente scocciati, avrebbero voluto trovarsi sicuramente in tutto altro posto, magari distesi su una spiaggia esotica, o al fresco in alta montagna. Così se ne stava seduto in fondo alla navata, bellissimo nel suo abito blu, le gambe elegantemente accavallate mentre leggeva la lettura scelta dagli sposi per la cerimonia. "Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto" D'istinto si portò la mano sul torace e un sorrisetto si fece strada sul suo volto. Non era mai stato un tipo religioso, anche se  la sua educazione aveva sicuramente avuto un'impronta spirituale. Era propenso più a credere in uno spirito vitale che accomunava tutti i fenomeni del mondo e gli esseri viventi, piuttosto che ad un dio uno e trino che guardingo osserva la sua più grande creazione, l'uomo, destinato inesorabilmente a deluderlo. Le sue riflessioni furono interrotte dall'inizio della marcia nuziale che annunciava l'arrivo imminente della sposa. Tutti gli occhi erano rivolti ovviamente a lei, che nel suo abito bianco a sirena , raggiungeva l'altare accompagnata da un papà, visibilmente emozionato; tutti gli occhi, tranne quelli di Daniel, che non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua Clara. Era bellissima, in piedi sull'altare, indossava un abito lungo mono spalla, decisamente in linea con il suo spirito estroso e alternativo, lasciava scoperta gran parte della schiena e sul davanti un sole di diamantini e coralli irradia i suoi raggi in ogni direzione, su uno sfondo di seta in cui si univano i colori del mare e della sabbia dorata.
A differenza di Daniel, Clara adorava i matrimoni. Anche lei da piccola, come tutte le bambine aveva immaginato il giorno più bello e importante nella vita di una donna, l'abito bianco e  il principe azzurro  ad attenderla all'altare. Guardando la cugina avanzare verso il futuro marito, fu presa da una forte emozione , che le colorò di rosso le gote e le inumidì grandi occhi verdi. Fece un grande sforzo per trattenere le lacrime, poi cercò Daniel tra gli invitati seduti nei banchi più lontani, i loro sguardi si incrociarono e lui le indirizzò un sorriso dolce e al tempo stesso malizioso, si perse per un attimo in quei profondi occhi blu e ancora per un istante pensò che forse quello giusto potesse essere lui. Sorpresasi dei suoi stessi pensieri, scosse la testa, quasi per scacciarli via, lontano da lei. 
La funzione fu commovente e romantica, e per la gioia di Daniel fu anche abbastanza veloce.  Un' ora dopo erano a Sorrento, in un ristorante extra lusso arroccato sulla costiera, la cui terrazza sul mare offriva un panorama mozzafiato sul golfo. 
Daniel come al solito diede sfogo al lato più istrionico del suo carattere; gli piaceva stare in mezzo alla gente, e gli piaceva destare l'interesse della platea femminile che non rimase sicuramente immune al suo fascino e alla sua galanteria.  Ogni invitata donna, dalla piccola Mary, 12 anni, alla pimpante nonna Elvira, novantenne con l'argento vivo addosso, furono ammaliate dalla bellezza, eleganza e dal carisma di Daniel, quel bel ragazzo che Clara aveva finalmente avuto la fortuna di incontrare. Clara dal canto suo fu felice, di poter sfoggiare con la sua famiglia un pezzo da novanta, come lui, era bello, simpatico, galante, intelligente, era perfetto, ed era suo. Finalmente aveva potuto riscattarsi di fronte alle male lingue di quelle cugine, già sposate e con figli che  la ritenevano una single a vita, una triste zitella ormai destinata alla solitudine. Per qualche tempo soffrì talmente tanto per queste dicerie, che finì per crederci anche lei, ma per fortuna quel periodo buio era lontano, e guardando Daniel soddisfatta pensava "Però! visto che acchiappo ha fatto la triste e vecchia zitella!" 
La serata danzante era ormai nel pieno dello svolgimento, quando terminata l'esecuzione di "Empire state of mind "   la bellissima cantante afroamerica, che l'aveva eseguita magistralmente, annunciò che il momento più atteso da tutte le donne in eta da marito era arrivato: Il lancio del bouquet. 
Clara dovette ammettere di aver temuto quel momento per tutto il tempo, non si unì alle altre ragazze scalpitanti, ma restò al suo tavolo, sorseggiando champagne e mangiando fragole. Non credeva all'effetto magico del bouquet da quando dieci anni prima, ad un matrimonio di una collega universitaria,  fu proprio lei la fortunata a  prendere il mazzetto di rose bianche e viola che la sposa lanciò alle sue spalle con tanta veemenza.
Secondo la tradizione da lì ad un anno avrebbe coronato il suo sogno d'amore, con Marco,  che conosceva dai tempi del liceo, invece rimediò un umiliante tradimento e un cuore spezzato.
Daniel vedendola in disparte, le si avvicinò e  le si sedette accanto e  poggiando i gomiti sullo schienale della sedia scherzosamente le disse "Cosa ci fai qui tutta sola? Sei anche tu una donzella in età da marito, dovresti buttarti  nella mischia, lì con tutte le altre!" 
Clara  mangiando l'ennesima fragola rispose. "Meglio lasciare spazio alle nuove generazioni. Sono così giovani, a quell'età fa bene pensare che un mazzolino di fiori possa pronosticare una vita di coppia felice e fiabesca, alla mia età invece confidare in cose del genere, e alquanto ridicolo."
Daniel non si aspettava una risposa del genere, in cui lesse una grande malinconia, ma andò avanti, con cautela sondando il terreno " Quindi…cosa pensi di tutto questo?" disse guardandosi intorno e roteando la mano indicando la sala. 
Clara fece un altro sorso dalla coppa di champagne, si strinse nelle spalle e rispose "Certo di una cerimonia del genere, così pomposa, se ne può anche fare a meno…ma in generale non so, non penso al matrimonio ormai da tanto tempo" In effetti l'ultima volta che aveva fantasticato sull'abito bianco e sul suo principe azzurro e sul passare la propria vita accanto ad un altra persona,  era stato proprio quando ebbe la fortuna di carpire il bouquet della sua amica. In quel momento, quel sogno comune a tutte le ragazzine le era sembrato così vicino, così a portata di mano, salvo poi infrangersi pochi mesi dopo nel peggiore dei modi. Ancora adesso l'umiliazione, il dolore e la solitudine che provò le facevano male, le bruciavano ancora dentro, ma cercò di non perdersi troppo in questi pensieri negativi e di scacciarli dalla sua testa. Così sorridendo continuò "Tu invece, cosa pensi di tutto questo?" 
Daniel si appoggiò allo schienale della sedia, e dopo qualche attimo di silenzio disse "Ah Clara davvero, io non credo di avere le idee chiare a proposito. Insomma non ho mai avuto l'esempio di due persone sposate, mia madre mi ha cresciuto da sola. Non era sposata, eppure era felice, ha avuto i suoi amori, e non ha mai sentito il bisogno di legarsi a qualcuno per stare bene, per vivire bene una storia.
Forse tutto questo è superfluo…insomma guarda tua cugina e suo marito, sono bellissimi  felici e innamorati. Sarebbero ugualmente bellissimi felici e innamorati, anche senza tutto questo, anche senza la firma su un pezzo di carta, su quel contratto che hanno stipulato qualche ora fa." 
Clara si voltò verso di lui, gli occhi costellati di stupore "Oh no Daniel, non si tratta solo di stipulare un contratto. Insomma perché ridurre il tutto ad una firma su un pezzo di carta? Il matrimonio è un promessa, è un impegno. Ci si mette la faccia, si da la propria parola : ti amo e ti amerò per sempre godendomi i momenti belli, le gioie e le soddisfazioni, ma continuerò ad amarti nei momenti brutti, nel dolore e nelle delusioni. Non è un semplice contratto, è un vincolo, non è gioco. Molto pensano che basti essere innamorati, per far funzionare le cose. Per me non è così, per me non basta essere innamorati, per me un matrimonio richiede un sentimento profondo, molto più profondo, che porti l'irrazionalità dell'amore a razionalizzarsi nella scelta consapevole che quella sarà la persona con cui dividerai il resto della tua esistenza,l'incostanza dell'amore a placarsi, e lasciare il posto ad un sentimento che non si deteriora nel tempo e resistente ad ogni tentazione , l'esigenze dell'amore a dissolversi di fronte a quelli che sono i bisogni dell'altro. No Daniel, non credo che tutto ciò sia un semplice contratto…o forse si? O forse sono solo parecchio ubriaca e le mie sono solo farneticazioni del momento" disse spostando verso il centro del tavolo la sua coppa, sospirando e portandosi nervosamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
Come al solito Clara aveva espresso il suo pensiero con passione e determinazione, la stessa che metteva nel descrivere un'opera d'arte, e questo era indice di quanto credesse alle parole che aveva appena pronunciato; Daniel ascoltò tutto con molta attenzione, fu colpito da quanta fede e speranza riponesse in un'istituzione  come il matrimonio, che oggi giorno va perdendo sempre più credibilità. Ancora una volta, Clara era riuscita a sorprenderlo, e a mettere in dubbio le sue convinzioni sull'argomento, o almeno a dargli lo spunto per future riflessioni.
Le sorrise dolcemente e balzando in piedi  con la sua tipica aria spavalda "Per ora dovrai accontentarti di me che ti invito a fare questo ultimo ballo…" le disse porgendole la mano, rivolgendole quello sguardo a cui lei proprio non riusciva a dire di no. 
Mentre erano abbracciati sulla pista da ballo e l'orchestra suonava quella che sarebbe stata da allora la loro canzone " Killing me softly" lui le sussurrò all'orecchio "Per ora un ballo può bastare…poi chissà!" quelle parole inaspettate le provocarono un brivido lungo tutta la schiena, si strinse a lui con più forza, guardandolo e perdendosi in quei meravigliosi occhi blu, pensò che forse Daniel era davvero lui quello giusto. 

1 commento:

  1. Clara rimarrà mooolto delusa.... TROPPO! Anche se condivido il suo pensiero!!

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