martedì 8 dicembre 2015

Episodio LXXXII "Oltre le macerie niente"


Quando Alessandro mise piede in casa di Giulio trasalì per un attimo, non gli pareva lo stesso appartamento, era tutto in disordine e c’erano bustone nere ovunque, “ma che stai facendo qui dentro? Stai traslocando o ti sei messo a fare grandi pulizie alle dieci di sera?” gli chiese allora guardandosi intorno, sembrava ci fosse un gran casino e si vedeva che Giulio era molto affaccendato, faceva un gran freddo ma lui era in canotta e pantaloncini e saltava freneticamente da una parte all’altra del grande salone. “Sere fa è successo un gran casino” gli disse, “poi sono stato impegnatissimo col lavoro in clinica e qui ho dovuto rimandare tutto…ora sto cercando di ricomporre i pezzi…maledizione!” urlò allora sferrando un pugno nel muro. Da quando lo conosceva non lo aveva mai visto così nervoso, di solito Giulio era uno che sapeva mantenere il sangue freddo, doveva essere successo qualcosa di grave, così lo convinse a sedersi sul divano con lui e a raccontargli tutto davanti ad un bicchiere di vino rosso. “Io t’avevo avvisato” gli disse Alessandro dopo aver ascoltato l’accaduto “hai tirato troppo la corda, adesso che farai?”. Giulio sbuffò sonoramente, sembrava proprio che non sapesse come arginare la situazione e la cosa non era proprio da lui, che invece di solito aveva sempre tutto sotto controllo “non so che cazzo fare sinceramente… ho provato a cercarla ma in negozio non c’è mai, sembra si sia volatilizzata… penso di averla combinata troppo grossa stavolta, cazzo, stava per ammazzarmi con un fottuto coltello, ti rendi conto?? Penso che non mi vorrà mai più vedere…”. “Giulio, mi sembra il minimo… come hai potuto credere che non avrebbe mai scoperto niente? Era ovvio che sarebbe accaduto, ora non penso ci sia rimedio e ascoltami una buona volta, lasciala stare adesso, è inutile cercarla. Semmai vorrà un chiarimento, verrà lei da te, anche se ne dubito”.  “Maledizione!” eslamò di nuovo Giulio col viso rosso dalla rabbia “non doveva andare così, non doveva andare così! Per colpa di quel gran cazzone dell’avvocato, gli spaccherei la faccia…”. Alessandro lo osservò impassivbile agitarsi ed urlare in quel modo  , e mantenne un’espressione quasi di indifferenza, non riusciva proprio a capire il suo comportamento e, colpa della sua schiettezza, non potè evitare di intervenire “Giulio svegliati! La colpa è solo tua, ti stai rovinando da solo, vuoi rendertene conto? Cazzo sì, anche a me piace sballarmi, mi piacciono le donne e ogni tanto do una sniffata, ma cazzo ogni tanto, solo ogni tanto! Tu invece stai perdendo il controllo della tua vita! E ne abbiamo parlato solo poco tempo fa…”. Giulio sbuffò mettendosi la testa tra le mani e continuò a guardare il pavimento senza alzare lo sguardo “ci ho provato, infatti! Non ha funzionato, o mi serviva solo un altro po di tempo...so solo che le cose non dovevano andare così” L’amico lo interruppe di nuovo bruscamente “non ci hai provato per niente, e lo sai. Cosa credevi? Che in una giornata ti sarebbe passata la voglia? Non capisco proprio se tu sia stato davvero così ingenuo da pensarlo o se semplicemente non avevi nessuna intenzione di smettere…dopo pochi giorni mi hai chiamato e ne hai voluta altra, stronzo me che te l’ho pure data, ma non sei un bambino, ho pensato, non posso e non voglio badare a te, sei adulto e credo ancora che tu sappia ciò che fai…credevo facessi sul serio e invece…guarda in che stato sei…ormai non distinguo nemmeno più se sei lucido e se sei fatto…ma ti prego, con me le balle non attaccano…comunque ho da fare, meglio che me ne vada ed è meglio che tu rimetta a posto questo porcile…ci sentiamo, prenditela pure se vuoi” e detto questo si alzò svolgiatamente, gli sbattè un pacchetto sigillato sul tavolino del soggiorno ed andò via, era stufo dei colpi di testa dell’amico, pensò, se voleva continuare a fare quella vita, per lui poteva farlo, era abbastanza vecchio da potersela vedere da solo, e personalmente ne aveva piene le scatole di fare la parte del grillo parlante. Giulio era stanco ed insolitamente abbattutto, si sentiva un idiota, quella volta non aveva saputo calcolare i rischi dei suoi comportamenti e aveva finito per toccare il fondo, aveva perso l’ultima chance di essere felice con una donna, sapeva che non c’era molto da fare… Alessandro aveva ragione, pensò,  doveva smettere di cercarla, avrebbe soltanto peggiorato le cose…prima o poi si sarebbero rivisti e magari a mente più lucida, avrebbero potuto parlare e chiarirsi, pensava.

Quella stessa sera, dall’altra parte della città, Milly era tornata a casa da un paio d’ore, e dopo aver preparato la cena si decise di andare a casa di Frida, era una settimana che non si faceva viva in negozio e che non rispondeva alle sue chiamate. Aveva telefonato Kira dopo il secondo giorno di assenza e la ragazza le aveva vagamente parlato del problema di Frida ma, considerato che ogni giorno il dottor Bassani era passato in negozio per cercarla, aveva intuito che tra di loro fosse successo qualcosa e doveva trattarsi di qualcosa di grave perché il dottore era stato particolarmente insistente. Quando arrivò a casa delle ragazze fu Kira ad accoglierla “vieni Milly, stavo mangiando un panino, ti va qualcosa?”  “oh no grazie cara, ho appena cenato, piuttosto Frida dov’è? Vorrei parlarle, sai del lavoro ma anche del dottor Bassani, la sta cercando da giorni…”  Kira sospirò sonoramente, non sapeva se raccontarle tutta la storia, d’altronde Milly era una gran pettegola, c’era il rischio che parlasse ai quattro venti di tutta la faccenda, così si limitò a dirle che Frida e Giulio si erano lasciati e che i motivi erano gravi, “forse è meglio se parli direttamente con Frida, magari la convinci a tornare a lavoro, vai, è in camera sua, starà solo fingendo di dormire…”. Milly spalancò gli occhi e si avviò verso la sua stanza facendo un gran rumore con i suoi immancabili tacchi vertiginosi, bussò con le nocche un paio di volte, non ebbe nessuna risposta, ma dopo un cenno da parte di Kira, aprì ugualmente la porta e la vide raggomitolata sotto il piumone, al buio, così accese la luce “lo so che sei sveglia, posso sedermi qui?” le chiese indicando il letto, Frida acconsentì annuendo. “Allora” continuò Milly con tono amorevole “mi manca la mia collaboratrice…ho dovuto trovare una sostituta, mio dio, è una cucciola di diciott’anni che non sa fare nulla, mi è toccato insegnarle anche a piegare le magliette, pensa un po..hihihihi, dai, quando hai intenzione di tornare?”  Frida fece spallucce senza muoversi dalla posizione fetale in cui era “non cela faccio…mi dispiace…non penso che tornerò…”  “ma cosa dici? non puoi reagire così…devi rimetterti in sesto”  “ho paura di vederlo, di incontrarlo, e se torno a lavoro succederà di sicuro, non voglio, non ce la faccio”. Milly sospirò e cominciò ad accarezzarle la testa, vide che aveva gli occhi lucidi, era chiaro che stesse soffrendo “lo so piccola…anche se non so come sono andate esattamente le cose, so che tutto può ritornare in ordine, tutto si può aggiustare…lui ti è venuto a cercare, mi ha chiesto di te, sembrava davvero ansioso di vederti…magari tornare a lavoro può essere una buona scusa per parlare con lui…” Frida a quel punto con uno scatto si mise seduta “mi ha cercata?” esclamò, non poteva credere che Giulio potesse avere ancora la faccia tosta di mettersi in mostra “Milly mi dispiace, io ti ringrazio per quello che hai fatto per me sino ad oggi, e scusa se mi sto comportando di merda…avrei dovuto avvisarti, non avrei dovuto nemmeno farti venire qua” le disse piangendo a lacrimoni “ma io non voglio vederlo quello schifoso, mi ha fatto troppo del male…è solo un bugiardo, non credere alle sue parole, qualsiasi cosa ti abbia detto…digli che non tornerò più a lavoro e che non voglio vederlo, se dovesse tornare…ora scusa, non ce la faccio”. Milly non poteva credere ai suoi occhi, in tre anni non aveva mai visto Frida così sconvolta, vederla singhiozzare come una bambina con il viso nel cuscino le suscitò un gran dispiacere, non ce l’aveva con lei per essere sparita senza avvisarla, le disse, anzi, voleva fare qualcosa per lei, le si strinse il cuore a tal punto che fu costretta ad uscire dalla stanza, voleva andarsene e provare ad aiutarla, e se avesse rivisto quel farabutto, anche se non sapeva cosa avesse combinato, gliene avrebbe dette quattro. Prese il suo pellicciotto nero dall’appendiabiti all’ingresso e salutò Kira che le andò incontro “non so cosa abbia fatto il dottor Bassani ma sicuramente deve essere qualcosa di grosso…in ogni caso, farò qualcosa per quella piccola, deve rimettersi in piedi…parlerò con mio marito, e vedrò di trovarle un lavoro che potrà farla almeno uscire di casa…” Kira fece spallucce e la ringraziò, sperando che davvero Frida si potesse riprendere, non valeva neppure la pena, a suo avviso, soffrire per un uomo del genere, ma quella storia doveva finire. La donna andò via e Kira dopo aver rimesso la cucina a posto si dedicò ad un bagno caldo rilassante, e non potè fare a meno di pensare che Milly, anche se lei non l’aveva mai sopportata, con sua grande sorpresa quella sera le era sembrata particolarmente sensibile e dolce, l’aveva davvero stupita il modo materno con cui si era approcciata a Frida, doveva volerle bene in fondo in fondo…beh, ognuno aveva un lato buono , anche la milf dalla chioma rossa cotonata, a quanto pareva.

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