Quando Alessandro mise piede in
casa di Giulio trasalì per un attimo, non gli pareva lo stesso appartamento,
era tutto in disordine e c’erano bustone nere ovunque, “ma che stai facendo qui
dentro? Stai traslocando o ti sei messo a fare grandi pulizie alle dieci di
sera?” gli chiese allora guardandosi intorno, sembrava ci fosse un gran casino
e si vedeva che Giulio era molto affaccendato, faceva un gran freddo ma lui era
in canotta e pantaloncini e saltava freneticamente da una parte all’altra del
grande salone. “Sere fa è successo un gran casino” gli disse, “poi sono stato
impegnatissimo col lavoro in clinica e qui ho dovuto rimandare tutto…ora sto
cercando di ricomporre i pezzi…maledizione!” urlò allora sferrando un pugno nel
muro. Da quando lo conosceva non lo aveva mai visto così nervoso, di solito
Giulio era uno che sapeva mantenere il sangue freddo, doveva essere successo
qualcosa di grave, così lo convinse a sedersi sul divano con lui e a
raccontargli tutto davanti ad un bicchiere di vino rosso. “Io t’avevo avvisato”
gli disse Alessandro dopo aver ascoltato l’accaduto “hai tirato troppo la
corda, adesso che farai?”. Giulio sbuffò sonoramente, sembrava proprio che non
sapesse come arginare la situazione e la cosa non era proprio da lui, che
invece di solito aveva sempre tutto sotto controllo “non so che cazzo fare
sinceramente… ho provato a cercarla ma in negozio non c’è mai, sembra si sia
volatilizzata… penso di averla combinata troppo grossa stavolta, cazzo, stava
per ammazzarmi con un fottuto coltello, ti rendi conto?? Penso che non mi vorrà
mai più vedere…”. “Giulio, mi sembra il minimo… come hai potuto credere che non
avrebbe mai scoperto niente? Era ovvio che sarebbe accaduto, ora non penso ci
sia rimedio e ascoltami una buona volta, lasciala stare adesso, è inutile
cercarla. Semmai vorrà un chiarimento, verrà lei da te, anche se ne dubito”. “Maledizione!” eslamò di nuovo Giulio col
viso rosso dalla rabbia “non doveva andare così, non doveva andare così! Per
colpa di quel gran cazzone dell’avvocato, gli spaccherei la faccia…”.
Alessandro lo osservò impassivbile agitarsi ed urlare in quel modo , e mantenne un’espressione quasi di
indifferenza, non riusciva proprio a capire il suo comportamento e, colpa della
sua schiettezza, non potè evitare di intervenire “Giulio svegliati! La colpa è
solo tua, ti stai rovinando da solo, vuoi rendertene conto? Cazzo sì, anche a
me piace sballarmi, mi piacciono le donne e ogni tanto do una sniffata, ma
cazzo ogni tanto, solo ogni tanto! Tu invece stai perdendo il controllo della
tua vita! E ne abbiamo parlato solo poco tempo fa…”. Giulio sbuffò mettendosi la
testa tra le mani e continuò a guardare il pavimento senza alzare lo sguardo
“ci ho provato, infatti! Non ha funzionato, o mi serviva solo un altro po di
tempo...so solo che le cose non dovevano andare così” L’amico lo interruppe di
nuovo bruscamente “non ci hai provato per niente, e lo sai. Cosa credevi? Che
in una giornata ti sarebbe passata la voglia? Non capisco proprio se tu sia
stato davvero così ingenuo da pensarlo o se semplicemente non avevi nessuna
intenzione di smettere…dopo pochi giorni mi hai chiamato e ne hai voluta altra,
stronzo me che te l’ho pure data, ma non sei un bambino, ho pensato, non posso
e non voglio badare a te, sei adulto e credo ancora che tu sappia ciò che
fai…credevo facessi sul serio e invece…guarda in che stato sei…ormai non
distinguo nemmeno più se sei lucido e se sei fatto…ma ti prego, con me le balle
non attaccano…comunque ho da fare, meglio che me ne vada ed è meglio che tu rimetta
a posto questo porcile…ci sentiamo, prenditela pure se vuoi” e detto questo si
alzò svolgiatamente, gli sbattè un pacchetto sigillato sul tavolino del
soggiorno ed andò via, era stufo dei colpi di testa dell’amico, pensò, se
voleva continuare a fare quella vita, per lui poteva farlo, era abbastanza
vecchio da potersela vedere da solo, e personalmente ne aveva piene le scatole
di fare la parte del grillo parlante. Giulio era stanco ed insolitamente
abbattutto, si sentiva un idiota, quella volta non aveva saputo calcolare i
rischi dei suoi comportamenti e aveva finito per toccare il fondo, aveva perso
l’ultima chance di essere felice con una donna, sapeva che non c’era molto da
fare… Alessandro aveva ragione, pensò, doveva smettere di cercarla, avrebbe soltanto
peggiorato le cose…prima o poi si sarebbero rivisti e magari a mente più
lucida, avrebbero potuto parlare e chiarirsi, pensava.
Quella stessa sera, dall’altra
parte della città, Milly era tornata a casa da un paio d’ore, e dopo aver
preparato la cena si decise di andare a casa di Frida, era una settimana che
non si faceva viva in negozio e che non rispondeva alle sue chiamate. Aveva telefonato
Kira dopo il secondo giorno di assenza e la ragazza le aveva vagamente parlato
del problema di Frida ma, considerato che ogni giorno il dottor Bassani era
passato in negozio per cercarla, aveva intuito che tra di loro fosse successo
qualcosa e doveva trattarsi di qualcosa di grave perché il dottore era stato
particolarmente insistente. Quando arrivò a casa delle ragazze fu Kira ad
accoglierla “vieni Milly, stavo mangiando un panino, ti va qualcosa?” “oh no grazie cara, ho appena cenato,
piuttosto Frida dov’è? Vorrei parlarle, sai del lavoro ma anche del dottor
Bassani, la sta cercando da giorni…”
Kira sospirò sonoramente, non sapeva se raccontarle tutta la storia,
d’altronde Milly era una gran pettegola, c’era il rischio che parlasse ai
quattro venti di tutta la faccenda, così si limitò a dirle che Frida e Giulio
si erano lasciati e che i motivi erano gravi, “forse è meglio se parli
direttamente con Frida, magari la convinci a tornare a lavoro, vai, è in camera
sua, starà solo fingendo di dormire…”. Milly spalancò gli occhi e si avviò
verso la sua stanza facendo un gran rumore con i suoi immancabili tacchi vertiginosi,
bussò con le nocche un paio di volte, non ebbe nessuna risposta, ma dopo un
cenno da parte di Kira, aprì ugualmente la porta e la vide raggomitolata sotto
il piumone, al buio, così accese la luce “lo so che sei sveglia, posso sedermi
qui?” le chiese indicando il letto, Frida acconsentì annuendo. “Allora”
continuò Milly con tono amorevole “mi manca la mia collaboratrice…ho dovuto
trovare una sostituta, mio dio, è una cucciola di diciott’anni che non sa fare
nulla, mi è toccato insegnarle anche a piegare le magliette, pensa un
po..hihihihi, dai, quando hai intenzione di tornare?” Frida fece spallucce senza muoversi dalla
posizione fetale in cui era “non cela faccio…mi dispiace…non penso che
tornerò…” “ma cosa dici? non puoi
reagire così…devi rimetterti in sesto”
“ho paura di vederlo, di incontrarlo, e se torno a lavoro succederà di
sicuro, non voglio, non ce la faccio”. Milly sospirò e cominciò ad accarezzarle
la testa, vide che aveva gli occhi lucidi, era chiaro che stesse soffrendo “lo
so piccola…anche se non so come sono andate esattamente le cose, so che tutto
può ritornare in ordine, tutto si può aggiustare…lui ti è venuto a cercare, mi
ha chiesto di te, sembrava davvero ansioso di vederti…magari tornare a lavoro
può essere una buona scusa per parlare con lui…” Frida a quel punto con uno
scatto si mise seduta “mi ha cercata?” esclamò, non poteva credere che Giulio
potesse avere ancora la faccia tosta di mettersi in mostra “Milly mi dispiace,
io ti ringrazio per quello che hai fatto per me sino ad oggi, e scusa se mi sto
comportando di merda…avrei dovuto avvisarti, non avrei dovuto nemmeno farti
venire qua” le disse piangendo a lacrimoni “ma io non voglio vederlo quello
schifoso, mi ha fatto troppo del male…è solo un bugiardo, non credere alle sue
parole, qualsiasi cosa ti abbia detto…digli che non tornerò più a lavoro e che
non voglio vederlo, se dovesse tornare…ora scusa, non ce la faccio”. Milly non
poteva credere ai suoi occhi, in tre anni non aveva mai visto Frida così
sconvolta, vederla singhiozzare come una bambina con il viso nel cuscino le
suscitò un gran dispiacere, non ce l’aveva con lei per essere sparita senza
avvisarla, le disse, anzi, voleva fare qualcosa per lei, le si strinse il cuore
a tal punto che fu costretta ad uscire dalla stanza, voleva andarsene e provare
ad aiutarla, e se avesse rivisto quel farabutto, anche se non sapeva cosa
avesse combinato, gliene avrebbe dette quattro. Prese il suo pellicciotto nero
dall’appendiabiti all’ingresso e salutò Kira che le andò incontro “non so cosa
abbia fatto il dottor Bassani ma sicuramente deve essere qualcosa di grosso…in
ogni caso, farò qualcosa per quella piccola, deve rimettersi in piedi…parlerò
con mio marito, e vedrò di trovarle un lavoro che potrà farla almeno uscire di
casa…” Kira fece spallucce e la ringraziò, sperando che davvero Frida si
potesse riprendere, non valeva neppure la pena, a suo avviso, soffrire per un
uomo del genere, ma quella storia doveva finire. La donna andò via e Kira dopo
aver rimesso la cucina a posto si dedicò ad un bagno caldo rilassante, e non
potè fare a meno di pensare che Milly, anche se lei non l’aveva mai sopportata,
con sua grande sorpresa quella sera le era sembrata particolarmente sensibile e
dolce, l’aveva davvero stupita il modo materno con cui si era approcciata a
Frida, doveva volerle bene in fondo in fondo…beh, ognuno aveva un lato buono ,
anche la milf dalla chioma rossa cotonata, a quanto pareva.
Che bastardo!!
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