sabato 12 dicembre 2015

Episodio LXXXIII "Ancora noi!"


Quando Carlo riaccompagnò Frida a casa, sconvolta per tutto quello che aveva scoperto su Giulio, Kira non si aspettava che rivederlo dopo tutto quel tempo potesse farle quello strano effetto; lui era stato freddo e distaccato, era la prima volta che lo sentiva così distante. Tutt'ad un tratto si accorse che le era mancato terribilmente, che aveva sbagliato ad allontanarlo, e che forse avrebbe dovuto essere più accondiscendente e meno drastica. Il bacio con Tommaso le aveva già aperto gli occhi, ma rivederlo fu la prova del nove; non voleva perderlo, ed era giunto il momento di chiarire tutta quella paradossale situazione.
Così dopo averci pensato e ripensato, per più di una settimana, decise di mandargli un messaggio "Dobbiamo parlare…ti va di venire a cena? domani o quando vuoi, io sono qui" Appena premettere il tasto invio si pentì della sua scelta, forse avrebbe fatto meglio a telefonare.  
Difatti qualche minuto dopo il telefono iniziò a squillare, era lui. "ciao…" rispose con un filo di voce, che tradiva tutta la sua ansia. 
"Ciao tigre…" rispose lui dall'altro capo del telefono "Per me domani sera va benissimo…facciamo 20.30?"
"si si, 20.30 va benissimo!" rispose lei sollevata, poi aggiunse incerta " come stai, Carlo?" 
"Sto bene, Kira…è bello risentirti, sono felice che tu abbia chiamato…" 
Rimasero in silenzio per qualche istante, poi lui continuò " ora però devo staccare, la cucina è un delirio…ci vediamo domani allora?" 
"ok…ti aspetto" disse, il cuore pieno di gioia e di speranza. 
Dopo aver riagganciato, Kira si sedette sul divano, tirò un sospiro di sollievo, era fiduciosa, tutto si sarebbe aggiustato, tutto sarebbe andato per il meglio. 
Kira passò tutta la giornata seguente in cucina. Ma voleva fare qualcosa di speciale, qualcosa che non aveva fatto mai per nessun altro. Così cucinare per lui le sembrò l'idea perfetta. 
Frida l'aiuto a scegliere e preparare un menù semplice e gustoso, si limitò a sorvegliarla da lontano; Kira era stata categorica, voleva fare tutto da sola. D'altro canto Frida fu più che contenta di assistere a quel divertente siparietto: Kira in cucina, impacciata e inesperta, mentre si cimentava in un arte che proprio non le apparteneva. Per qualche ora riuscì a non pensare a Giulio e a tutto quello che era successo nei giorni precedenti, e per qualche ora le ritornò sul volto quel sorriso che ormai da molto tempo non faceva più capolino sul suo volto. Il pomeriggio passò veloce per le due ragazze, erano ormai le 19.00 quando Frida prese il suo piccolo trolley: suo fratello era venuto a prenderla, avrebbe passato qualche giorno a casa dai suoi, era sicura che le avrebbe fatto bene,  si salutarono  velocemente "Andrà bene, stai tranquilla!"la rassicurò con un sorriso. Kira l'abbracciò impacciatamente e   si fece promettere che l'avrebbe chiamata appena sistematasi a casa e mentre l'amica scendeva le scale le gridò dal pianerottolo " Mi raccomando, mangia!" 
Kira tornò in casa, apparecchiò velocemente la tavola. Era tutto pronto; il vino in fresco, la cena in caldo nel grill. Adesso mancava solo lei. 
Si fece una doccia veloce e decise di indossare un vestitino bordeaux a maniche lunghe, con lo scollo a barca, calze nere finemente ricamate  e stivali di pelle con un tacco vertiginoso  "Speriamo di non precipitare da questi trampoli" si disse cercando di rimanere in equilibrio. Litigò poi allo specchio con i suoi capelli per quasi 10 minuti " non l'avrete vinta voi, non stasera" pensò; decise infine di legarli in una morbida coda che lasciava fuori solo due ciocche che le incorniciavano il viso. 
Quando finalmente fu pronta  l'orologio  segnava quasi le 21.00…Ma che fine aveva fatto Carlo? Di solito era puntuale, forse troppo puntuale. L'ansia iniziò a impadronirsi pian piano di lei, poteva essergli successa qualsiasi cosa. Scosse la testa cercando di allontanare quei pensieri tragici dalla sua mente. "Sarà imbottigliato nel traffico" continuava a ripetersi cercando in vano di calmarsi. Il  campanello la fece sobbalzare, aprì la porta e trovandoselo d'avanti emise un lungo sospiro di sollievo. "Ciao" le disse lui porgendole un mazzettino di fiori di campo "Scusa il ritardo ma sono incappato in un incidente, proprio oggi che ho deciso di lasciare a casa la moto! Stai bene?" Kira sorrise era sollevata che non gli fosse successo niente, gli diede un veloce bacio sulla guancia e lo fece entrare " si sto bene, ero solo un po' in ansia, lo sai no…comunque accomodati" disse indicandogli il divano e sgattaiolando in cucina. Qualche secondo dopo tornò da lui con 2 margarita e un vassoio di stuzzichini. Kira si sedette accanto a lui. Possibile che si fosse dimenticata di quanto fosse bello? Forse era l'effetto della barba incolta  e dello sguardo un po' stanco a renderlo così tremendamente affascinante. Le era mancato terribilmente. Trattenne l'impulso di gettargli le braccia al collo, e abbracciarlo forte, come forse non aveva mai fatto, ma pensò che sarebbe stato inopportuno, così si limitò a restare nella sua metà del divano e a chiedergli come fosse il suo cocktail. "Uhm…è ottimo Kira, come sempre!" disse passandosi velocemente la lingua sul labbro inferiore assaporando il perfetto connubio tra tequila cointreau e limone.   "Spero  sarai così soddisfatto anche della cena. Ho preparato tutto io, dall'aperitivo al dolce" Carlo strabuzzò gli occhi piacevolmente sorpreso "Ah bene " disse con un tono falsamente preoccupato. "Non fare quella faccia, Frida mi ha aiutata…e poi è il pensiero che conta, no??" Carlo scoppiò a ridere, era riuscito nel suo intento, il tono altezzoso di Kira le era mancato troppo, come d'altronde le era mancato tutto il resto. Lei capì di essere caduta nella sua trappola e sbuffò "Mi prendi in giro…non cambierai mai?" 
"Sei tu che mi servi ogni occasione per punzecchiarti su piatti d'argento…allora, ho una fame da lupi e sarò felice e onorato di assaggiare ogni portata" 
Kira servi la cena: cuscus di verdure e vitello tonnato su vellutata di patate. "interessante…" mormorò Carlo strizzandole l'occhio e riempendo i piatti di entrambi. Lei era divertita, le piaceva guardarlo mangiare e atteggiarsi a grande esperto gastronomico, mentre con assurdi paroloni, descriveva le proprietà organolettiche di ogni boccone. 
"Sai…forse dovrei assumerti come aiuto chef! davvero buono!" 
"Ma per carità, ti ho visto lavorare, sei un despota in cucina, la nostra relazione non arriverebbe neanche a metà servizio!!" 
Ad un tratto l'atmosfera scherzosa e tutto sommato rilassata che si era creata, andò persa, entrambi si ricordarono il perché di quella cena…la loro relazione, se ancora ne avevano una! 
rimasero in silenzio per qualche secondo, o forse per qualche minuto, poi Kira prese coraggio e disse " Dobbiamo parlare…o meglio io devo parlarti" Carlo sapeva che era arrivato il momento di mettere in chiaro le cose, certo avrebbe preferito godersi la sua cena, ma sapeva benissimo che il tempismo di Kira non era dei migliori "Sono qui Kira, ti ascolto" disse lui, tranquillo, mentre le versava  del vino e facendo lo stesso per se. 
Kira buttò giù tutto d'un fiato il bicchiere appena riempito e bisbigliò "Ho conosciuto una persona…un uomo ho conosciuto un uomo!"  Carlo questa volta  quasi si strozzò col vino che fino ad un secondo prima stava sorseggiando tranquillo "Come scusa? che vuol dire che hai conosciuto una persona? Tutto questo per dirmi che ti stai vedendo con un altro?" 
Kira alzò gli occhi al cielo, forse aveva sbagliato approccio.  Eppure quando aveva provato il  discorso nei giorni precedenti, il suo incipit non le era sembrato così inappropriato come in realtà si rivelò.  "Carlo fammi finire, ti prego, non saltare a conclusioni affrettate" Lui la guardò, portandosi la mano sotto il mento e corrugando la fronte, non stava saltando a conclusioni affrettate, ma voleva capire, voleva sapere cosa stava succedendo. "Allora?" le chiese impaziente.
Allora…Kira prese coraggio, gli raccontò di Tommaso il figlio della signora Gelsomina. Gli raccontò che lo aveva incontrato, per la prima volta, qualche settimana dopo la loro rottura. Si sentiva confusa, il morale a terra e lui era lì brillante divertente . A lei piaceva. Andarono a prendersi un caffè, poi un altro, e un altro ancora. I loro incontri divennero sempre più frequenti. Stare con lui era divertente , era semplice e le faceva dimenticare il gran casino che  si era creato invece tra loro due. Carlo ascoltò in silenzio, senza dire una parola, senza staccarle un attimo gli occhi di dosso. Era arrabbiato, cercava di non darlo a vedere, ma Kira lo conosceva troppo bene per non percepire il suo nervosismo. Si alzò di scatto e andò verso la finestra, si passò la mano tra i capelli e con voce roca "E poi cosa è successo, Kira?"  si davano le spalle, lei seduta ancora a tavola e lui in piedi davanti alla finestra con le braccia appoggiate al davanzale. Kira si morse il labbro, esitando, lui la incalzò quasi urlando " Allora Kira, poi cosa è successo?"  "Poi mi ha baciato, ci siamo baciati! " disse quasi come si sentisse mortificata. 
"Kira!" mormorò,  il suo tono tradiva una nota di delusione " sei innamorata di lui?" 
Questa volta fu lei a scattare in piedi, battendo con forza la mano sul tavolo " Ma che dici?? come puoi soltanto pensare ad una cosa del genere?" Carlo rise, un risata amara, ma come adesso quella offesa era lei? 
" Come oso pensare ad un cosa del genere? Ti chiedo di venire a vivere con me, mi dici no e come se non bastasse mi dici che hai bisogno di tempo per pensare, perché forse vogliamo cose troppe diverse. Ok , mi sono detto, vuole tempo diamole tempo. Poi mi fai venire qui, questa cena, dobbiamo parlare e mi dici che hai una storia con un altro? Mi dici tu per favore cosa dovrei pensare? Perché io non ci sto capendo niente!" disse tutto ciò con un tono esasperato, volgendole ancora le spalle, guardando fuori dalla finestra. 
Kira gli si avvicinò, adesso era dietro di lui, avrebbe voluto toccarlo, ma era troppo arrabbiato, per un attimo ebbe paura di una sua possibile reazione. "Carlo, fammi spiegare.  Quel bacio non è significato niente. Non ho nessuna storia, non voglio nessuna storia con nessuno eccetto che con te! Quel bacio mi ha fatto capire, mi ha aperto gli occhi. Non voglio stare con nessun altro, a parte te. Quando mi hai chiesto di convivere, ho avuto paura. Ne ho ancora, voglio stare con te più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma non posso venire a vivere con te, non sono pronta. Se facessi questo passo adesso, ti perderei, rovinerei quello che c'è tra noi, e non voglio" Carlo, si rilassò, ma continuava a voltarle le spalle, impedendole di percepire le sue reazioni, così lo tirò per un braccio "Oh insomma, guardami quanto ti parlo… ti sto dicendo che ti amo e tu non mi guardi neppure negli occhi?" queste ultime parole le uscirono di bocca come un fiume in piena, forse un po' troppo impetuosamente. Carlo si voltò, i loro sguardi si incrociarono. Ora lui guardandola intensamente disse " scusa, puoi ripetere?"  "Ho detto che voglio che mi guardi negli occhi quando ti parlo…"  
" Oh no, prima cosa hai detto, tigre?" le disse, con un sorriso furbo sul viso, avanzando di un passo verso di lei mentre a sua volta lei indietreggiava. Kira arrossi, voleva realmente che gli ripetesse che lo amava, come se poi non avesse sentito. "Allora? credo di essermi perso una parte saliente del tuo discorso…" Kira strinse i pugni infastidita "Ti amo…ecco l'ho detto sei felice adesso?" Carlo le sorrise, sembrava aver scaricato tutta la tensione dei minuti precedenti, erano mesi che non desiderava altro che quel momento arrivasse. Le si avvicinò, con un braccio le cinse la vita e con un mano le portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Mi sei mancata" le disse strofinando il naso contro il suo. "Anche tu, mi sei mancato…mi dispiace…per tutto…scus! " Lui la zittì con un tenero bacio, avvolgendola nel suo abbraccio, la trascinò nella sua stanza. 
Si ritrovarono a letto, in un vortice crescente di passione. era come se fossero lì, in quella situazione per la prima volta, come se non conoscessero a memoria il corpo l'una dell'altra. si baciavano appassionatamente, donandosi impetuose carezze, ma nessuno dei due si spinse oltre, come se un limite celato fosse stato fissato da entrambi con un tacito accordo. 
Carlo si staccò da lei e le sorrise "Sembriamo due ragazzini…mi hai reso un adolescente alle prime armi!" disse accarezzandole il volto dolcemente. "A me piace!" mormorò Kira, mentre lui continuava ad baciarle il collo, adesso più impetuoso e insistente era intenzionato ad andare ben oltre le caste effusione. 
"Ho un sacco di cose da dirti…" disse lei dolcemente, tra un bacio e l'altro. Tempismo perfetto pensò Carlo, e non poté fare a meno di ridere si mise accanto a lei, disteso sul fianco la testa poggiata sul suo seno " Sono qui…ti ascolto!" 
Kira aveva quasi due mesi da raccontargli: gli appelli straordinari di novembre, la laurea di Vera, il nuovo strampalato progetto discografico di suo fratello,  il piccolo viaggio a Londra che era riuscita a fare con Fiamma.  
Parlarono tanto, entrambi, per tutta la notte, di tutto e di niente. E quando la luce dell'alba fece prepotentemente capolino dalla finestra, li sorprese addormentati,  così, ancora stretti l'uno all'altra, teneramente abbracciati.

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