lunedì 28 dicembre 2015

Episodio LXXXV "Ed è già Natale"


Alla tenuta quel pomeriggio c’era un gran caos, tra poche ore sarebbe cominciata una cena della Medi-international, un’importantissima azienda leader in tutto il meridione, per Carlo e Daniel era un gran traguardo che avessero scelto proprio la loro tenuta per questo evento, inoltre l’indomani avrebbero dovuto preparare il gran cenone della Vigilia di Natale, il primo vero evento mondano che avessero mai progettato, ci sarebbero state centinaia di persone e la cucina intera era già in subbuglio da un mese per questo. “Pare che sia tutto quasi pronto, in cucina è tutto in ordine, la sala è ok…ci possiamo rilassare un po. Whiskey?” chiese Carlo all’amico con due bicchieri vuoti in mano; Daniel accettò e si sedettero nella sala da bar, tra i preparativi e la frenesia di quei giorni non avevano avuto molto tempo per parlare della grande novità del momento e quello sembrava il momento adatto, così Carlo, dopo aver versato da bere ad entrambi, ruppe il ghiaccio “non posso credere che ti sposi davvero…” disse, scaturendo una risatella in Daniel “insomma”, continuò, “da quando ti conosco hai sempre avuto una precisa idea del matrimonio, hai sempre pensato che fosse qualcosa di non necessario…cos’avrà mai fatto la tua Clara per convincerti?” Daniel bevve tutto d’un sorso il suo bicchiere e dopo aver fatto una strana smorfia per il sapore eccessivamente forte di quel whiskey, si schiarì la voce e gli rispose “in realtà lei non ha fatto niente…non me ne ha mai parlato apertamente, sono io ad averglielo chiesto…davvero, non sono impazzito”. Carlo spalancò gli occhi, da quando aveva cambiato idea in merito, gli chiese? Daniel allora gli raccontò del loro litigio e che in quella situazione aveva capito quanto ci tenesse a lei e aveva deciso quindi di fare un passo importante anche per dimostrarle il suo amore. “Sai, Clara è una donna, non è una ragazzina…per darle delle certezze non bastano un mazzo di fiori e qualche bella parola…si meritava un gesto importante e io l’ho fatto, sinceramente non ci ho pensato due volte”  “beh, lo vedo! Ma adesso hai tempo per pensarci, non voglio certo dire che hai preso una decisione affrettata, ma sai, l’impulsività non è mai la strada giusta…quindi, amico mio, cerca di uscire dall’euforia e pensa se è davvero quello che vuoi…in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, finchè morte non vi separi…è na cosa seria bello mio….”  Daniel scoppiò a ridere di nuovo, era certo della sua scelta, ammise di essere stato particolarmente impulsivo, ma non sarebbe tornato indietro, Clara era quella giusta “e poi è inutile che tenti di spaventarmi, finchè morte non vi separi non mi fa paura, c’è sempre il divorzio per ogni evenienza! Ahahah” . Carlo a quel punto non tornò più sull’argomento, i suoi dubbi erano rimasti lì, irremovibili, ma non continuò ad esprimerglieli perché Daniel gli sembrava piuttosto felice, il tempo avrebbe fatto il suo corso, era un ragazzo intelligente e sicuramente avrebbe pensato e ripensato alla sua decisione, lo conosceva bene.  La cena andò benissimo, tutto si era svolto come previsto, con giusto qualche intoppo non troppo grave. Passata la mezzanotte finalmente Carlo potè andare da Kira, aveva voglia di bere una bella birra con lei, era pur sempre venerdì sera, così si piantonarono in un localino nei pressi di Piazza Dante e ordinarono due rosse doppio malto. “Sono felice che sia andato tutto bene” gli disse Kira dopo avergli chiesto della serata “ma ti vedo pensieroso, sembra che tu sia da un’altra parte, qualcosa non va?” gli chiese ancora dopo aver notato la sua distrazione, non era da lui, di sicuro qualcosa gli occupava la mente. “No, niente, pensavo a Daniel…abbiamo parlato un po’ prima della serata…questa storia del matrimonio non mi convince”. Kira sbuffò sonoramente “mio dio, carlo! Ancora con questa faccenda! Il fatto che Clara non ti piace non vuol dire che lui non debba sposarla o che sia impazzito…la ama…che male c’è nel volersi sposare?” Carlo non perse la sua aria pensosa, incorciò le braccia e cominciò ad accarezzarsi il mento con la mano “non è questo, tigre.”  “cosa c’è allora?”  “Beh, sai, dopo che Giulio e Frida si sono mollati, sono stato costretto a raccontargli tutta la questione e tutto quello che era successo…non mi pare che l’abbia presa bene, anzi, anche se ha cercato di nasconderlo, l’ha presa malissimo…e dopo qualche giorno mi viene a dire che si sposa, e, stanne certa, il matrimonio era l’ultimo dei suoi progetti di vita…questo susseguirsi di eventi mi ha fatto pensare che le due cose siano legate…” . Dopo aver ascoltato attentamente la sua teoria, Kira storse un po’ il naso e fece spallucce “mah, secondo me stai esagerando…cioè, voglio dire, in che modo sarebbero legate le due cose, scusa?” Carlo sospirò “Io penso che Daniel si rimasto molto scosso da quello che è successo a Frida, non so come spiegartelo, ma credo che questa cosa abbia riaperto in lui quella vecchia ferita e ho la sensazione che stia usando il matrimonio come una sorta di terapia d’urto…lui non accetta di provare qualche sensazione, di qualsiasi genere, per Frida e allora si butta a capofitto su Clara…” Kira a quel punto rimase per qualche attimo in silenzio, era molto scettica su ciò che Carlo le stava dicendo, “no, dai…Daniel è un uomo intelligente…in parte potrebbe anche essere  vero quello che dici, perché è chiaro che volendo bene a Frida, ciò che le è successo gli abbia scaturito qualche sensazione..ma da qui a dire che la decisione di sposarsi è dovuta a questo…no, non credo proprio…” Carlo pensò che forse stava esagerando, ma conosceva troppo bene Daniel e non riuscì a scacciare via i suoi dubbi, qualcosa non gli tornava nel suo comportamento, ma era sicuro che prima o poi la cosa sarebbe venuta fuori e avrebbe creato non pochi danni. Le due pinte di birra erano ormai finite e ed erano passate le due, entrambi già sbadigliavano da un po’, era davvero ora di andare “che ne dici di dormire da me piccola? Ho giusto per caso un bel po’ di fragole in frigo…e se fai la brava posso tirar fuori anche dell’ottimo champagne ” Kira lo guardò maliziosamente “non stavi sbadigliando tu fino a qualche minuto fa?” Carlo ridacchiò “ma infatti ti ho proposto solo un innocente spuntino prima di dormire, che ti credevi?” 

Carlo stava aspettando da più di mezz’ora seduto nel piccolo salotto delle ragazze, non faceva altro che guardare l’orologio nervosamente, era il 23 dicembre e aveva lasciato la cucina in balìa dei suoi collaboratori. La sera della Vigilia di Natale aveva deciso di organizzare un gran cenone al ristorante, le prenotazioni chiaramente erano già arrivate tutte, sarebbero stati pieni. Aveva deciso comunque di godersi anche lui la serata, avrebbe diretto la cucina solo da lontano, in quanto aveva riservato per lui, Kira, Daniel e Clara un tavolo speciale. Avrebbero passato la serata insieme, voleva rilassarsi un po’ dal momento che per il pranzo di Natale, invece, avrebbe dovuto lavorare tutto il giorno. Kira finalmente sbucò davanti ai suoi occhi, sembrava un po’ agitata. “Tigre, allora? Dovrai dormire alla tenuta solo due giorni, non mettere troppa roba in valigia!!!!”. Kira sbuffò mentre cercava di mettere a posto la cucina “guarda qui che casino…non ce la faccio più, non vedo l’ora di lasciare quest’inferno di casa! Sono così sollevata di venire due giorni da te e poi di andare dai miei…non ne posso più!!”. Carlo l’abbracciò da dietro la schiena, e poi la girò verso di sé, sapeva che Kira era stressata per via del comportamento di Frida, che da quando si era mollata con Giulio non faceva altro che starsene per conto suo, chiusa nella sua stanza, e la cosa peggiore era il suo totale disinteresse per la casa. “Dai tigre” le disse allora baciandole la fronte “cerca di stare serena, almeno per queste feste e soprattutto lascia perdere il casino che c’è in questa cucina, non devi provvedere per forza a tutto tu…”  “e beh, certo, se avrà voglia di farlo lei, lo farà, o in alternativa quando tornerò tra dieci giorni, troverò le larve qui dentro, le larve!! Io sto provando ad aiutarla, ma sembra non ci sia verso…mi allontana ogni giorno di più…io sono stressata, ma comunque mi dispiace per lei…”  “hai provato a chiederle se vuole venire con noi?”   “ha detto che non le va e che non sarebbe di compagnia”. Mentre si dicevano queste parole, proprio Frida uscì dalla sua stanza, aveva un aspetto orribile, come sempre nell’ultimo periodo. Kira notò che si tirava dietro Merlino al guinzaglio e un piccolo trolley e teneva il capo chino di un cane bastonato “dove stai andando?” le chiese allora incuriosita, “vado dai miei con Merlino”, rispose Frida senza alzare lo sguardo da terra. “Ma dai, stai con noi almeno la cena della Vigilia, ci divertiremo!” esclamò Carlo sorridente, ma si rimangiò il sorriso quando vide che la ragazza no gli rivolse nemmeno un’occhiata, ma si avviò con totale indifferenza alla porta “già ne ho parlato con Kira…buone feste comunque..scusate vado di fretta c’è mio padre che mi aspetta alla stazione centrale, ciao!”. “Io non ce la faccio più a vederla così, non so se mi fa più tenerezza per quello che sta passando o se mi fa più rabbia per il suo atteggiamento del cazzo!!” urlò Kira mentre finiva di lavare i piatti. Carlo sospirò “a me dispiace molto..ma dalle un altro po’ di tempo…vedrai che tornerà la Frida di sempre…” Kira sospirò, si sentiva sconsolata ma allo stesso tempo avvilita e arrabbiata, non sapeva per quanto ancora avrebbe retto quella situazione. Ma decise, ancora una volta, di mandare giù il boccone, non avrebbe visto Frida almeno fino all’anno nuovo, quindi non le restava che rilassarsi per il tutto il periodo festivo e sperare che l’amica dopo le vacanze sarebbe tornata con un altro spirito.

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