domenica 26 luglio 2015

Episodio LI "Fidanzati in casa!"


Napoli quella mattina era stupenda, l’aria primaverile si sentiva addosso, il sole batteva forte lenendo gli ultimi strascichi dell’inverno ormai passato e la brezza marina accarezzava tutto dolcemente, come una melodia. Frida era seduta al tavolo di plastica del piccolo chioschetto affacciato sul mare a via Caracciolo, sorseggiando una Schweppes al limone. Osservava le onde, era talmente assorta che il chiasso della gente intorno a lei sembrava solo un eco lontano e intanto ripensava alla vita assurda che aveva vissuto negli ultimi mesi: la rottura con Daniel, la passione sconfinata per Giulio, la signora Lidia e il signor Giovanni, il weekend magnifico a Tenerife, le stravaganze, la spensieratezza, le preoccupazioni… Aveva trascorso la mattinata all’Università, doveva cominciare a mettere mano alla tesi di dottorato, avrebbe voluto laurearsi entro gennaio e mancavano solo otto mesi, era in tremendo ritardo. Intanto si era già fatto mezzogiorno e di Leonardo nemmeno l’ombra, dovevano pranzare insieme, era da tanto che non si vedevano. Attese ancora quindici minuti e finalmente lo vide arrivare da lontano, con la sua solita andatura veloce e il suo stile casual. Era un tipo bassino, magrolino con le spalle strette e la testa leggermente più grande, portava i capelli lisci e sottili raccolti in un codino basso, la barbetta leggermente incolta, sembrava il tipico letterato intellettuale, un po’ impacciato, all’apparenza timido e introverso, una sorta di poeta maledetto, ma in realtà era estremamente aperto, socievole e molto intelligente, Frida si era trovata fin da subito in sintonia con lui. “Dottoressa, mi scusi il ritardo! Questa metro farebbe impazzire chiunque” Frida lo abbracciò teneramente dicendogli  di non preoccuparsi e lui si accomodò dopo aver comprato un tè freddo. “Allora? Ti sei fatta i soldi e non mi hai detto niente? Sei letteralmente sparita dalla circolazione! Che hai fatto in tutto questo tempo?” Frida ridacchiò e gli spiegò che era stata impegnata con il lavoro e aveva avuto un po’ di trambusti sentimentali che non le avevano dato il tempo di dedicarsi agli amici. Leonardo gli raccontò un po’ della tesi che stava preparando, contavano di laurearsi insieme, dal primo anno di Università ci avevano sempre provato, erano sempre stati allo stesso punto con gli esami, ma alla fine le date di laurea non erano mai combaciate, magari sta volta ci sarebbero riusciti.”Ma di un po” le chiese con aria curiosa “Di che trambusti sentimentali parlavi? Da quando ti conosco non ti ho mai vista non-innamorata…hai sempre qualche casino in atto…ricordo ancora quando lasciasti Andrea, una tragedia! Per non parlare di tutti i tuoi flirt…però il prof mi piace, mi ispira simpatia, forse perché è un letterato come noi! Eheheh” .., Frida a quel punto gli confidò che anche con Daniel era finita e gli raccontò tutta la questione di Giulio. Leonardo rimase alquanto stupìto, sembrava davvero innamorata del suo ex professore, ed ammise che il fatto che stesse con un uomo così tanto più adulto di lei, lo preoccupava un po’, ma se lei era felice così, non poteva che fidarsi del suo istinto. “Quindi ti sei innamorata di un medico in carriera…e i tuoi genitori cosa dicono di questa storia? Insomma, ha più di quarant’anni…” Aveva toccato proprio un tasto dolente, pensò Frida, che prima di rispondergli si accese una sigaretta “I miei genitori non lo sanno ancora…la cosa peggiore è che lui mi ha presentato ai suoi e io non so come fare…cioè lo amo tantissimo, facciamo sul serio, ma non so i miei come la prenderanno….cosa devo fare?” Leonardo le scroccò una sigaretta, come usava fare di solito e rispose molto sinceramente, come faceva sempre “Beh se tra di voi è una cosa seria, dovrai dirlo ai tuoi…invitali da te e presentaglielo o portaglielo a casa, non so, come funzionano queste cose…penso che stai chiedendo alla persona sbagliata, io non parlo con i miei da due anni per colpa dell’amore…” Effettivamente lui aveva serie difficoltà con i genitori, che non avevano mai accettato il fatto che fosse omosessuale e che lo avesse dichiarato, erano tipi un pò all’antica; i suoi lo avevano lasciato libero di fare le sue scelte, ma gli avevano detto chiaramente che non le avrebbero mai approvate, quindi non aveva mai potuto far entrare il suo Luca in famiglia, nonostante stessero felicemente insieme da più di di tre anni. “Comunque voglio conoscerlo Giulio, da come me lo hai descritto deve essere un tipo strano! Promettimi solo che starai attenta…non che io dubiti della tua intelligenza, ma sai, un uomo più grande potrebbe comunque influenzarti in qualche modo, anche involontariamente, capisci cosa voglio dire?” Frida sospirò sonoramente, non sapeva più quante persone l’avevano messa in guardia “Lo so, lo so,” gli rispose quasi infastidita “Ma non è come immagini…. Lui è un uomo brillante, intelligente, sa perfettamente quello che fa e mi lascia i miei spazi…poi credo che mi ami davvero, con lui mi sento finalmente completa…certo, un po’ mi vizia, ma credo che sia nel suo carattere farlo…è così…speciale…mi ha mandato fuori di testa dal primo momento e per Daniel mi dispiace un po’, forse avrei dovuto essere onesta con lui dal primo momento…”  “Oh no Frida, non colpevolizzarti…sono cose che succedono, tu sei una passionale, ma sei anche estremamente sincera, io ti conosco, e alle persone come te, per me, tutto è permesso…comunque se proprio vuoi saperlo hai gli occhi a cuoricino, mi fai quasi impressione! Hahahaha” Dopo poco andarono a mangiare una pizza, parlarono del più e del meno, risero e scherzarono tanto, finchè Frida non dovette scappare per il suo turno pomeridiano al negozio, e si lasciarono con la promessa di vedersi più spesso. Tornando a lavoro, ripensò al fatto di presentare Giulio ai genitori…lei aveva già detto in famiglia che con Daniel le cose non erano andate bene, ma si era limitata a questo senza aggiungere altro; forse aveva ragione Leonardo, doveva prendere in mano la situazione e presentarglielo senza troppi problemi, così decise che li avrebbe chiamati per andare a pranzo da loro la domenica successiva insieme al suo nuovo ragazzo. Inviò prima un sms a Giulio che le confermò la sua disponibilità, le sembrò addirittura contentissimo di conoscere la sua famiglia. Così trovò il coraggio di telefonare alla madre, ormai era fatta: tra cinque giorni lo avrebbero conosciuto.

A casa Cesari quella mattina c’era un vero e proprio caos, come ogni volta che si attendevano ospiti. Anna, da ottima cuoca, era intenta a preparare ogni tipo di leccornia, mentre Lucio provava ad aiutarla, ma in realtà la sua presenza risultava ingombrante nella piccola cucina, e benchè si impegnasse per sentirsi utile, non faceva un granchè, tranne far saltare i nervi alla moglie. Anna e Lucio Cesari erano sposati da trent’anni e non erano mai andati d’accordo, ogni occasione era buona per battibeccarsi, erano una sorta di Sandra e Raimondo Vianello napoletani. Lei era una donna minuta, portava molto bene i suoi quasi sessant’anni per via del suo fisico magro e del viso tonico, il suo segreto, diceva sempre, era quello di non aver mai usato creme di bellezza e di non essersi mai truccata, e con questo argomento usava ammonire spesso sua figlia Frida che, invece, adorava il make up sin dall’adolescenza. Lucio, invece, era un ometto di nemmeno 1 metro e 70, piuttosto tarchiato, ma nonostante qualche chilo di troppo, manteneva un tessuto forte e muscoloso per via dei tanti anni di piscina e canottaggio. Il signor Cesari aveva dedicato tutta la sua vita al lavoro di ragioniere in una piccola azienda, mentre la moglie Anna cercava di arrotondare lo stipendio facendo la sarta, e, nonostante fossero una coppia particolare, avevano tirato su una bella famiglia da basi molto modeste: il primogenito, Roberto, era laureato in Economia ed aveva trovato un ottimo lavoro a Tolosa, in Francia, mentre Frida era un’ottima studentessa, a soli ventisei anni già era intenta a conseguire il dottorato di ricerca all’Università e per loro erano entrambi fonte di enorme orgoglio. Quel sabato mattina attendevano la piccola di casa con ansia, non la vedevano da qualche mese, perché da quando si erano trasferiti in un paesino nell’Avellinese, i quasi cento km di distanza avevano ridotto di molto le visite della figlia e anche loro non tornavano spesso a Napoli. Inoltre Frida già molti anni prima aveva deciso di andare a vivere da sola, sin da giovanissima aveva desiderato di staccarsi dal nido familiare, e i genitori sapevano che questo suo desiderio era dettato non dal poco amore, ma dalla sua innata voglia di libertà e autonomia, diversamente da Roberto per il quale, invece, trasferirsi lontano da casa era stato un grandissimo sacrificio. “Che ti ha detto per telefono del suo nuovo fidanzato?” chiese Lucio alla moglie, che finalmente si era un attimo rilassata alla finestra per fumare una sigaretta. Lei gli rispose con tono evasivo e scocciato, Frida non le aveva detto nulla di che, oltre al fatto che si trattava di un chirurgo; in verità in quel momento confessò di non ricordarsi nemmeno il nome, avrebbero dovuto aspettare le presentazioni ufficiali, pazienza. Il grande tavolo in ciliegio era apparecchiato perfettamente, l’odore dell’arrosto aveva inondato la casa e gli antipasti erano già a centro tavola e il suono del campanello inaugurò la giornata. Il pranzo passò veloce, subito dopo il dolce, una deliziosa Sacher, e qualche bicchierino di Limoncello, Frida e Giulio andarono via, nonostante Lucio avesse insistito moltissimo affinchè restassero anche per la notte. Li salutarono dalla finestra con un gesto della mano e, rientrati, Anna e Lucio si scambiarono un paio di sguardi e fu lui, poco dopo aver acceso la tv per rilassarsi un pò sul divano, a rompere il ghiaccio “Allora, tu che dici? A me piace questo dottore, mi sembra proprio un bel tipo”. La moglie, intenta a guardarsi le punte dei piedi al di sotto delle gambe accavallate non rispose subito, ma Lucio la conosceva a pennello e capì esattamente dal suo sguardo che c’era qualcosa che non la convinceva “Che cosa non ti sta bene adesso?” le chiese sbuffando; lei si voltò di scatto verso il marito con uno sguardo aggressivo e di disappunto “Quando mai ho avuto qualcosa da ridire, scusa?” e con questa contro domanda scatenò una risatella in Lucio, sempre pronto a farle notare che era una tipa piuttosto criticona, così amava definirla. Anna non si fece intimidire dalle accuse del marito, si accese nervosamente una Marlboro rossa e, girando lo sguardo altrove, finalmente sputò il rospo da lui tanto atteso “Se proprio vuoi saperlo, non mi convince…c’è qualcosa che proprio non mi garba…Ha manipolato la conversazione per tutto il tempo, ha parlato solo di sé, dei suoi stupidi viaggi, delle sue scoperte, delle sue operazioni chirurgiche…io ,io , io…e tua figlia? L’hai vista?  Imbambolata, pende dalle sue labbra e poi conosco bene Frida, è una chiacchierona, ha sempre qualcosa da controbattere, e invece? Non ha detto una parola. Sembrava un’automa, un’ebete…non sembrava neppure lei…e poi, diciamoci la verità, è un tipo bruttino, lei è tanto caruccia…” disse queste cose tutte d’un fiato, e avrebbe di sicuro continuato se Lucio non fosse intervenuto bruscamente “Oh, Gesù! Penso che tu stia un po’ esagerando adesso …è un ragazzo un po’ logorroico, devo ammetterlo, ma è simpatico, molto intelligente, brillante…mi ha detto anche che darà una controllata a tutti i miei accertamenti…è stato gentile e poi…”  “Ma fammi il piacere!” intervenne in malomodo Anna “E’ pure un leccapiedi…un ruffianaccio…no, decisamente no. Non mi piace, ha trasformato la mia bambina in una sottomessa…bah! Tu sei troppo superficiale…non hai capito niente proprio…la sensibilità delle madri voi non potrete mai averla, non c’è niente da fare”, gli disse agitando il dito indice, come faceva di solito in segno di ammonizione.  Lucio allargò le braccia in segno di resa e poi aggiunse, quasi borbottando “Beh, lei mi sembra innamorata e pure lui è molto premuroso con Frida. Dopotutto, deve piacere a lei, non a noi…e non dimenticare che è un buon partito, cosa non di secondaria importanza!” La signora Anna a quelle parole spalancò gli occhi allibita “Ma che dici?? Starà pure sfondato di soldi, a me non interessa. In primis perché mia figlia è una ragazza capace e in gamba, di certo non ha bisogno di un riccone che la mantenga, farà anche lei la sua strada, è così giovane! Io comunque preferivo il professor Daniel, un ragazzo educato, sensibile, dolce, che poi guadagnasse nemmeno un quarto di Giulio, non sono fatti che ci riguardano e non penso che a Frida interessi… E poi non mi convince il fatto che un uomo di quarant’anni ampiamente passati, si metta con una ragazzina…se nessuno se l’è sposato, perché proprio mia figlia dovrebbe farlo? Bah…secondo me l’ha fatta infatuare di brutto e non mi piace il modo con cui lo ha fatto…regali, viaggi, pure la macchina, no, no…non mi piace, punto e basta, e il suo conto in banca non mi farà certo cambiare idea, tu sei solo un materialista!” Detto questo si alzò stizzita lasciando Lucio da solo a fumare la pipa; lui sapeva che la moglie non avrebbe mai cambiato idea, non riusciva a capire se la sua reazione era dettata da un senso di protezione o dal suo eccessivo vizio di giudicare dalle apparenze; allo stesso modo, Anna non riusciva a capire perché il marito fosse così superficiale, certo, era sempre stato un padre molto liberale, aveva sempre lasciato fare ai figli le scelte che volessero, ma a volte, a suo avviso, esagerava ed era sempre più convinta delle sue impressioni su Frida e il suo nuovo ragazzo, una madre non può mai sbagliarsi, pensava.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. le mamme non sbagliano mai, ma...c'è sempre l'eccezione alla regola! chi vivirà vedrà!

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