domenica 19 luglio 2015

Episodio XLIX "E' l'uomo per me? Fatto apposta per me?- Parte I"


Clara arrivò all'appuntamento con sua cugina Camilla, in perfetto orario. Quel giovedì sera avevano deciso di uscire insieme, una serata tra donne, poiché non si vedevano da tempo, e Enrico, futuro marito di Camilla era fuori per lavoro. Lei era l'unica tra le sue cugine, con cui Clara aveva un rapporto affettuoso e sincero; nonostante la differenza di età, ben 15 anni, si erano sempre trovate bene insieme, andavano molto d'accordo. Per Camilla, Clara era un modello da seguire, una donna bella, brillante, aveva successo nel lavoro ed era indipendente. Per questo volle fortemente che la sua testimone di nozze fosse proprio lei. Dal canto suo Clara fu felice di partecipare in modo attivo alle nozze della sua cuginetta, che lei aveva sempre considerato come la sorella minore che non aveva mai avuto. Camilla era una forza della natura, un fiume in piena, sempre piena di energie, la battuta sempre pronta; Clara l'adorava, anche se a volte era una vera ficcanaso, e anche in quella occasione non si smentì. 
"Allora, come è andata a Firenze?" chiese ammiccando.
"Molto bene, adoro quella città!" rispose Clara, ignorando volutamente la palese allusione. 
"Uhm…Clara Clara, non fare la finta tonta con me…hai capito benissimo cosa voglio sapere!" 
 "E' andato tutto molto bene…cosa altro dovrei dirti?" disse Clara ridendo sotto i baffi, sapeva perfettamente che le avrebbe raccontato tutto, ma le piaceva troppo tenerla sulle spine e stuzzicare la sua curiosità.
"Sei proprio, una stronzona!" rispose l'altra contrariata.
"ahahahah… Camiii!" Clara rise di gusto, mentre sorseggiava tranquilla il suo martini liscio. "Dai cosa vuoi sapere di preciso?" 
"Tutto! tu…lui… Insomma…Finalmente hai avuto l'opportunità di stare sola con lui, col prof. Rossini. Hai una cotta per lui da due anni, da quando l'hai conosciuto, impossibile che tu abbia sprecato un'occasione così succulenta. Deve esserci stato qualcosa per forza, e se non c'è stato nulla, mi  deludi, sappilo!" disse Camilla seria seria, incrociando le braccia. 
"Ok…c'è stato qualcosa…contenta?"
"Nooo…non sono contenta…voglio i dettagli, i dettagli piccanti! Dai, Cla!"
"ahahah" Camilla non avrebbe mai mollato, e Clara non vedeva l'ora di confidarsi con lei, così le raccontò ogni cosa; le escursioni con la classe durante la giornata, e poi le serate insieme nella sua stanza, a bere vino, a ridere e scherzare. E poi l'ultima sera, prima di partire, quando lui, di ritorno dalla serata in discoteca, sentito il bisogno di vederla, l'aveva raggiunta nella sua camera. Tra loro quella notte tutto era stato perfetto, e Clara era sicura che entrambi non vedevano l'ora accadesse di nuovo. 
Erano passati poco più di tre giorni, dal rientro da Firenze, non avevano ancora avuto modo di rivedersi fuori dalle mura scolastiche, ma l'indomani avevano in programma di partecipare ad una rappresentazione teatrale dell'Amleto, messa su da una compagnia emergente. "Quindi vi rivedrete presto!" squittì Camilla tutta eccitata. "Certo! e non vedo l'ora…ahahah! e troppo bello…troppo dolce…è troppo tutto! povera me!" 
"hahaha ok cuginetta…sei stracotta, qui bisogna brindare!" disse Camilla, face segnò al cameriere di avvicinarsi e ordinò due bei calici di prosecco, e altri stuzzichini. 
"hahahah…Cami…non farmi bere troppo…lo sai che reggo a stento l'alcool!" 
" Andiamo Clara, dobbiamo festeggiare! ahahah" 
Risero e scherzarono amabilmente per tutto il tempo, brindarono altre due, tre volte. Alla fine della serata Clara era alquanto allegretta, e non era soltanto merito di tutto lo spumante che aveva bevuto; Daniel era lì nei suoi pensieri, e quasi non credette ai suoi occhi quando se lo ritrovò davanti, a pochi metri di distanza.
Ma quello che vide, non le piacque molto, anzi non le piacque per niente. Daniel era seduto su dei divanetti in fondo alla sala, non erano molto lontani, ma Clara era sicura che lui non l'avesse vista; difatti era tutto impegnato a baciare appassionatamente e a palpeggiare una ragazza tutta curve, che gli stava abbarbicata addosso come un rampicante e che avrebbe fatto impallidire, persino  le super modelle di Victoria Secrets. Clara non riusciva a capacitarsi della scena che stava svolgendosi davanti a lei. Come poteva essere quello che aveva davanti agli occhi, lo stesso uomo che le aveva regalato una delle serate più belle e romantiche delle sua vita? Come aveva fatto lei a farsi abbindolare in quel modo, e a credere che ci fosse stato qualcosa di diverso a parte il sesso, tra loro? Avrebbe voluto gridare, lì in mezzo a tutta quella gente, e dare di matto, ma la scelta più saggia fu fare un respiro profondo, raccogliere le sue cose, pagare il conto e tornarsene a casa.
Ora se ne stava distesa sul suo letto, cercando in tutti i modi di reprimere il magone che le saliva inesorabile su per la gola. Le prime lacrime cominciarono però a solcarle il viso, senza che lei riuscisse a controllarsi, si odiava per questo; aveva promesso a se stessa che non avrebbe più pianto per un uomo, che non si sarebbe più sentita così delusa e umiliata, invece era successo di nuovo, invece per l'ennesima volta si era lasciata prendere in giro. Ma come avrebbe potuto immaginare che Daniel in realtà fosse esattamente come tutti gli altri?Che in realtà con lei volesse soltanto diversi, che per lui era un passatempo come un altro? Eppure le era sembrato così gentile, affabile, interessato a lei, l'aveva corteggiata, possibile che avesse travisato tutto? Non riusciva a capacitarsi, e questo la faceva stare ancora più male!
Ad un tratto Mr.Grammy, saltò sul letto accanto a lei, e con la sua solita alterigia le si sedette vicino guardandola con i suoi occhi gialli, severamente. Sembrava volesse dirgli "Smettila di piangere Clara, sei meglio di così, reagisci e prendi in mano la situazione!!!"
La donna allora tirò su col naso e si alzò dal letto, prese il gatto in braccio e lo accarezzò teneramente "Hai ragione, micione, meglio che io abbia capito la situazione adesso. Meglio mettere finire a questa cosa il prima possibile, si…meglio per me…" 
Poi con un velo di tristezza nella voce continuò "Pare che tu sia ancora l'unico essere vivente di genere maschile di cui io possa fidarmi…"

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