lunedì 28 settembre 2015

Episodio LXV "Welcome Mrs Robinson"


"Stavo pensando…" mormorò Kira, assorta, mentre si guardava allo specchio, Era un po' indecisa sul vestitino a fiori nero e bianco che aveva appena indossato; era forse un po' corto per i suoi gusti, ma "al diavolo" pensò, ogni tanto poteva osare anche lei e inoltre quel vestitino era davvero perfetto per una serata così afosa di fine luglio. Ma il commento di Carlo, appena uscito dalla doccia, non tardò ad arrivare "Che quel vestito è davvero troppo corto?" Kira dal suo riflesso nello specchio fece spallucce, non diede molto peso a quelle parole, legò velocemente i capelli in una morbida coda, si girò verso di lui, e gli si accomodò accanto sul letto. "Stavo pensando…" ripetè guardandolo languidamente negli occhi, accarezzandogli le spalle ancora bagnate, e accavallando le gambe con fare accattivante. Carlo scattò sugli attenti, Kira non era il tipo da così tante moine "Quando il diavolo ti accarezza…" pensò tra  se sorridendole, sapeva benissimo che presto gli avrebbe chiesto di soddisfare una sua esigenza. 
"Cosa posso fare per te, piccola?" disse con tono ironico.
 Kira corrugò la fronte contrariata, a volte le dava davvero fastidio il fatto che lui la conoscesse così bene addirittura da anticipare le sue mosse. Comunque cercò di sorvolare e continuò "Pensavo… visto che sarai impegnatissimo anche questo fine settimana, ti dispiacerebbe se andassi alle terme con Fiamma?" 
Carlo tirò un sospiro di sollievo, si aspettava di peggio "Certo, anzi direi che è un ottima idea, finalmente potrai goderti il tuo regalo di compleanno! poi magari, se ti divertirai, possiamo tornarci insieme…per me non c'è nessun problema." 
"Bene!" esultò Kira tutta contenta, abbracciandolo e baciandolo sulle labbra appassionatamente, forse troppo appassionatamente; "Non è tutto" pensò Carlo. 
Infatti Kira continuò "Inoltre…pensavo…beh potresti prestarci la tua macchina, non è molto lontano, vicino Sorrento!" 
Carlo spalancò gli occhi incredulo, si alzò di scatto e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza. La sua macchina? prestarla a Kira? fino a Sorrento? si sentiva accaldato, respirò profondamente, guardò Kira, che aveva assunto un aria  alquanto infastidita "Posso pensarci solo un attimo??" disse infine sconcertato.

Kira carpì al volo il mazzo di chiavi che Carlo le lanciò ancora in certo; era riuscita, come sempre ad ottenere ciò che voleva. Durante tutta sera precedente era tornata più volte all'attacco, alla fine l'aveva convinto, anche se lei stessa ancora non sapeva come ci fosse riuscita. "Trattamela bene!" le sussurrò Carlo all'orecchio prima di salutarla con un bacio sulla guancia. "Non preoccuparti!" ripetè lei per l'ennesima volta, alzando gli occhi al cielo, salendo nell'abitacolo. Fiamma la seguì a ruota, accomodandosi sul sedile del passeggero. 
Kira accese il motore, invitò Fiamma ad allacciarsi la cintura e guardò Carlo, ancora abbassato vicino al finestrino, sul volto un'espressione contrita "Allora piccola, vai tranquilla, non correre…e..." 
Kira lo interruppe "ok ok…stai tranquillo…te la riporto sana e salva!" Carlo sorrise sommessamente si allontanò dall'autovettura. Anche Fiamma lo salutò teneramente con la mano. "Ti chiamo appena arriviamo" disse Kira accelerando, e l'Audi A4 iniziò a scivolare veloce sull'asfalto infuocato della sera. 
Neppure un'ora dopo la partenza, Kira e Fiamma arrivarono a destinazione. L'albergo era spettacolare, situato a livello del mare, sul tratto costiero nel cuore della Penisola Sorrentina. Le due ragazze entusiaste, diedero subito inizio al loro weekend di relax con un gustoso aperitivo  servito mentre facevano l'idromassaggio nella jacuzzi, nell'intimità della loro favolosa stanza. 
"E' fantastico…qui" disse Fiamma lasciandosi cullare dal gorgoglio delle bolle dell'idromassaggio. "Guarda che tramonto, che mare…" Dalla grande vetrata potevano ammirare l'affascinante spettacolo del sole che si immergeva all'orizzonte in un mare infuocato. Anche Kira sprofondò in quella enorme vasca, avrebbe ringraziato Vera fino alla morte, per quel bellissimo regalo. 

"Dovresti smetterla!" ridacchiò Kira , mentre le veniva servita una golosissima delizia al limone. Lei e Fiamma erano reduci da una mattinata di totale relax al centro benessere; avevano fatto la sauna, la doccia emozionale, il bagno turco, l'idromassaggio e adesso si stavano godendo un delizioso spuntino a bordo piscina. Fiamma assunse un'espressione fintamente ingenua, ma non distolse lo sguardo neppure un secondo da ciò che dall'altro lato della piscina attirava la sua attenzione "Di fare cosa scusa?" 
Kira alzò gli occhi al cielo " Di fare la smorfiosa con quel tipo dall'altro lato della piscina! Te lo stai mangiando con gli occhi!" 
Fiamma rise "Mi sto solo divertendo un po'…ahahah!" Adorava infatti flirtare con i bei ragazzi, sentirsi corteggiata e al centro dell'attenzione "E la mia autostima ne trae, enormi vantaggi!" 
Il ragazzo, come Fiamma aveva previsto, si avvicinò a loro due, e prese posto al loro tavolo. Subito iniziò  a fare il brillante, le sue attenzioni erano tutte per Fiamma, e lei non risparmiava sguardi ammiccanti e risatine maliziose. Nel giro di cinque minuti il ragazzo era ai suoi piedi, e Fiamma si crogiolava nella sua solita veste di femme fatale. Kira rimase in silenzio per quasi tutto il tempo, doveva ammettere che il ragazzo aveva tutto al posto giusto; belle spalle, torace scolpito, folti capelli castani, occhi neri come il petrolio e anche sul lato b non ebbe niente da ridire. "L'unica cosa…" pensò Kira fra se "Mi sembra un po' troppo giovane!" I suoi dubbi furono immediatamente fugati poco dopo. All'improvviso  una donna sulla quarantina, con un cappello bianco gigante e gli occhiali scuri, fece capolino dalle cucine del ristorante, portando in mano una torta, sulla quale spiccava fiero un enorme 18. "Giacomo, amore…vieni a mamma, vieni a spegnere le candeline!" disse tutta sorridente rivolgendosi proprio al ragazzo, che in quel momento stava lasciando il suo numero a Fiamma, e non appena si sentì chiamare arrossì vistosamente; Possibile che sua madre dovesse metterlo sempre in imbarazzo? 
Fiamma divenne paonazza "Ma quanti anni hai?" bisbigliò con un filo di voce, strappandogli il cellulare di mano. Giacomo non rispose, e accennò un sorriso imbarazzato, Kira invece scoppiò a ridere fragorosamente "Che importa l'età!!!" disse mentre si sbellicava dalle risate. Fiamma balzò in piedi, come una furia. rimorchiare un diciottenne, questa ancora non le era mai capitata! Raccolse la sua borsa per il mare "ti aspetto in camera!" disse a Kira in tono altezzoso, quasi come si fosse offesa. 
"Però stasera ci rivediamo…" balbettò Giacomo, adesso diventato improvvisamente timido. "Assolutamente no! Dimenticami!" gli rispose lei, rivolgendogli un'occhiataccia gelida. Li lasciò entrambi a bordo piscina, Giacomo a festeggiare i suoi 18 anni e Kira, ancora starnzzante a godersi lo spettacolo, aspettando  di scroccare un pezzettino di torta!
Kira entrò in camera portando orgogliosamente con se due fette di una golosissima sette veli. Trovò la cugina sdraiata sul suo letto, con gli occhi coperti da un fazzoletto di stoffa. Kira non poté trattenersi e scoppiò in una sonora risata "Dai Fiamma, o dovrei chiamarti Mrs Robinson…ahahah" 
Fiamma si tirò su poggiandosi sui gomiti "Non prendermi in giro…" mormorò "Me misera, me tapina" prima di lasciarsi cadere di nuovo. 
"oooh andiamo…sono cose che possono succedere. Pensa al lato positivo, questa torta è una goduria!mmmm…Dai assaggia che buona!" disse mentre già aveva attaccato la sua fetta. 
Fiamma mangiò anche lei la sua porzione "mmm…è squisita!" affermò a sua volta. "dovresti ringraziarlo in qualche modo…" disse Kira porgendo alla cugina il numero di telefono del ragazzo. "Ma sei matta?Perché ti presa il suo numero?" 
"Ha insistito lui…l'hai stregato, e poi è un cucciolo, come facevo a dirgli di no??" 
"oh…Kira! proprio perché è un cucciolo dovevi dirgli di no!" disse prendendole di mano il bigliettino e strappandolo in mille pezzi.
"Io voglio un uomo, mica un cucciolo! A proposito di veri uomini…che mi dici di Roberto il fratello di Frida…lui si che sarebbe perfetto per me."
"Fiamma ma è fidanzatissimo…" 
"Non sono mica gelosa!! ahahah" 
"Sei sempre la solita!" 
Risero entrambe, "Convieni con me che è un gran bel figo? 
Kira fece spallucce, Roberto era sicuramente un bel ragazzo, ma  l'aveva sempre visto come il fratello della sua migliore amica. In realtà mentì, c'era stato un momento, proprio nel periodo iniziale della sua amicizia con Frida, in cui Kira aveva visto Roberto con occhi diversi. Ma quella piccola innocente cottarella, non l'aveva ma confessata a nessuno, e presto finì per dimenticarsene anche lei. 
"Non ci credo, che non c'hai mai fatto un pensierino!" sbottò Fiamma inacarcando il sopracciglio "Insomma, ma l'hai visto? E' così…oddio così perfetto! Sembra un dio greco…un adone. E' poi hai visto come arrossiva… è un timidone, proprio come piace a me!" 
Kira le si avvicinò incredula "Ma da quando ti piacciono gli uomini timidi?" 
"uff…Kira! devo proprio insegnarti tutto…sono proprio i più timidi che ti regalano le più grandi soddisfazioni…capiscimiii!" disse in fine maliziosamente. Kira alzò gli occhi al cielo "Fiamma!" la rimproverò, con aria seriosa, ma poi non riuscì a contenersi e entrambe scoppiarono a ridere a crepapelle. 

Nel bel mezzo del rilassantissimo massaggio shirodara, di cui Clara le aveva parlato benissimo e che Kira aveva quindi per forza voluto provare, a Fiamma venne un' idea, che lei stessa reputò davvero geniale! "Facciamo una cena" disse entusiasta. 
"Una cena?" 
"Si a casa vostra, sul terrazzo…invitiamo un po' tutti…il prof Rossini, non vedo l'ora di verderlo, faceva strage di cuori nel nostro liceo, e poi anche Giulio l'ho conosciuto poco, ma mi sembra simpatico, molto esuberante. E poi beh…Roberto sarà la guest star della serata!"
"Uhm…" rispose Kira, mostrando tutto il suo scetticismo, Daniel Frida e Giulio  tutti e tre sotto lo stesso tetto?? Non era proprio una grande idea "Non penso che Daniel verrà…con Frida non sono proprio in buoni rapporti, e poi Giulio Bassani non è poi così simpatico!" 
"Andiamo Ki, che ti prende? Non ti sei mai tirata indietro di fronte ad una festicciola sul terrazzo." 
"Ma Fiamma, la situazione è così ingarbugliata!" 
"Dai ti prego! del prof Rossini ne facciamo a meno allora…ma Roberto dobbiamo invitarlo!" 
Kira sapeva che Fiamma non avrebbe mollato l'osso facilmente. "Vabbè dai…posso sopportare Giulio per qualche ora, ma dobbiamo prima chiedere anche a Frida!" 
"Sicuramente non avrà niente da ridire..anzi sarà entusiasta!" 
"mmh" di nuovo quel versetto di scetticismo, Fiamma se ne era accorta dal primo giorno che tra quelle due stava succedendo qualcosa, decise che era arrivato il momento di indagare.
"Senti un po' cuginetta…cosa succede tra te e Frida?" 
"Nulla!" fu la risposta secca di Kira, tra lei e Frida non c'era nulla di strano, nulla che non andasse. Fiamma continuò però con le sue supposizioni. "Insomma, vi ho visto molto distanti…ad esempio perché non è qui con noi? "
"beh…il coupon era per due!" 
"Andiamo non le hai neppure chiesto di accompagnarti!" 
Kira rimase in silenzio, era vero,  l'idea di chiedere a lei di accompagnarla non l'aveva sfiorata minimamente, ma tanto pensò non sarebbe comunque venuta, ormai nei weekend Frida si trasferiva completamente da Giulio, era irreperibile dal venerdì, al lunedì successivo. Poi finalmente disse " Si sarà capito che Giulio non mi è molto simpatico. lo trovo arrogante e saccente, è troppo esagerato nei suoi modi, a volte mi sembra rasentare la schizofrenia." 
"Beh non siete dei caratteri affini…ma c'è dell'altro?" 
"oh si fiamma, non supporto come la tratta! Frida è una bambolina nelle sue mani…ne è completamente succube, non mi piace. A lei l'ho detto, più volte. Di conseguenza lei cerca di limitare i contatti tra me e lui al massimo, non vuole impormi la sua presenza. Tutto qui, ma il nostro rapporto è sempre uguale." Kira non aveva per niente convinto la cugina. Secondo Fiamma, Kira avrebbe dovuto essere più accondiscendete con Frida, e farsi piacere Giulio, in un modo o nell'altro, o almeno fare buon viso a cattivo gioco, e non scontrarsi con lui ogni secondo. Se continuava non avrebbe fatto altro che mettere in difficoltà la sua amica. "A pagare è solo Frida" esordì severa. Kira si strinse nelle spalle, del resto le stesse parole gliele ripeteva Carlo in continuazione. " Va bene…cercherò di essere più gentile col dottor Bassani!" disse infine. 
"E lo inviterai alla nostra cena?" chiese speranzosa Fiamma. 
"si…va bene" 
La ragazza saltò dal suo lettino e abbracciò forte Kira "grazie cuginetta! Io l'ho sempre detto…  l'amicizia non può soccombere all'amore!" 

giovedì 17 settembre 2015

Episodio LXIV "Un amore di fratello!"


Era già passata una settimana da quandoo Fiamma era ritornata in Italia, il tempo volava in un attimo quando si sentiva a casa, ma presto sarebbe dovuta ritornare a Berlino. Erano ancora le nove, la casa era tranquilla, Kira dormiva ancora placidamente e Frida non aveva ancora fatto ritorno dalla consueta passeggiatina mattutina con Merlino. Si preparò un bel cappuccino e apri il suo note book; esitò un po' prima di aprile la mail, sapeva che avrebbe trovato lì tutto il lavoro arretrato che fine a quel momento aveva volutamente ignorato. Quando sullo schermo vide solo due mail del suo capo tirò un sospiro di sollievo, pensava peggio! Arnold le aveva inviato 3 racconti di tre autori diversi, che prima del suo ritorno dalle vacanze avrebbe dovuto leggere, riassumere e commentare, oltre alle correzioni da effettuare su gli ultimi racconti che avevano deciso di editare con le dovute modifiche. Bene, non restava che mettersi all'opera, si accese una sigaretta e si immerse nella lettura. 
Quando Frida tornò a casa, erano passate già quasi due ore, e Fiamma era talmente presa dalle sue letture, che a stento aveva percepito lo scorrere del tempo. 
"Buongiorno" le disse Frida sorridente "Anche se un po' in ritardo, vi ho portato la colazione…ma dov'è Kira?" continuò guardandosi intorno. 
Fiamma rispose ridendo che per tutta la mattina era stata rintanata in camera sua, probabilmente dormiva ancora, perché non aveva dato segni di vita. 
"Oddio, ma è impossibile, non ho mai visto una donna più pigra…dobbiamo fare qualcosa Fià!" 
Fiamma non se lo fece ripetere due volte, scattò in piedi dal divano e in due irruppero fragorosamente nella camera di Kira, si buttarono su di lei, gridandole di svegliarsi, toccandola, tirandole i capelli e facendole il solletico. Kira si sentì braccata, la sua reazione non tardò ad arrivare "Ma siete pazze!! Uscite di qui! Perché vi coalizzate sempre contro di me! vi odio, lasciatemi dormire!!" disse con voce lamentosa  ancora impastata dal sonno. Le due invaditrici, non avevano alcuna intenzione di lasciarla in pace e continuarono ad infastidirla, ignorando i suoi brontolii.
"Driiiiin…Driiiin" il suono del campanello fu talmente forte, che tutte e tre sobbalzarono all'unisono e Merlino iniziò a correre verso l'ingresso abbaiando. "Vado io, tu Frida, falla alzare!" 
Fiamma corse velocemente nell'altra stanza e velocemente aprì la porta, ma subito si pentì di non aver guardato prima dallo spioncino e sopratutto di aver ancora indosso uno dei ridicoli pigiami di Kira, con disegnato su un bian coniglio che felice mangiava la sua carota. "Ciao" disse con una nota di perplessità nella voce, al ragazzo che le si trovava davanti e che la guardava con lo stesso sguardo che lei stava riservando a lui;  entrambi cercavano di ricordare dove si fossero già visti!  La voce squillante di Frida, che correndo saltò tra le braccia di lui, mise fine ai loro vani tentativi di riconoscerci a vicenda e li riportò alla realtà! "Allora… che fai non entri??! Il mio fratellone, non ci vediamo da una vita…avrai un sacco di cose da raccontarmi!" disse Frida eccitata, spingendo il fratello nel piccolo appartamento e chiudendo la porta alle proprie spalle. "Roberto, sicuramente ti ricorderai di Fiamma, la cugina di Kira, anche lei ha frequentato il nostro liceo" continuò Frida, sedendosi accanto a lui sul divano.  "Ah e io che pensavo fosse il vostro regalo d'addio per me…una notte bollente prima di tornare nella fredda Berlino." disse Fiamma con una smorfia. 
"Ah Fiamma…piacere di ri-conoscerti" disse un po' impacciato e arrossendo  Roberto cercando di mascherare dietro un sorriso il fatto di non riuscire proprio a ricordarsi di lei! Fiamma gli strinse la mano e continuò a maledirsi per non aver indossato la notte precedente la sua bella camicia da notte di seta blu. Con indosso quella avrebbe di sicuro fatto un altro effetto! Lei adesso si ricordava benissimo di lui: quando lei frequentava il primo liceo, lui era all'ultimo anno. Ricordava che era sempre stato un bel ragazzo, col tipico fisico del nuotatore, spalle larghe e vita stretta. Da quello che aveva potuto capire di lui, al tempo della scuola, era un tipo timido e introverso, non amava mettersi in mostra ed era per questo che non riscuoteva molto successo tra le studentesse, che, soprattutto le più piccole, preferivano a lui i tipi più egocentrici e istrionici. Senza neppure rendersene conto, Fiamma assunse un atteggiamento civettuolo e conturbante, lui le piaceva. Nonostante non nuotasse più a livelli agonistici, aveva conservato un fisico molto atletico, e il viso da bravo ragazzo dei tempi del liceo, aveva acquisito il fascino dell'uomo più maturo, le gote che gli si coloravano di rosso ogni volta che lei gli faceva una ben poco celata avance tradivano il suo animo timido, ma allo stesso tempo era simpatico e divertente, era un uomo sicuro di se e brillante nel proprio lavoro.
"Quindi Tolosa!" disse Fiamma, guardando Roberto negli occhi e sorseggiando del succo di anguria, "Come ti trovi? So che è una cittadina universitaria, dev'esserci un bel po di movida!" aggiunse muovendo le anche da seduta e alzando le braccia, mimando un passo di danza. 
"Beh…in realtà io mi concentro molto sul lavoro, non sono fatto per la vita mondana!" rispose lui ridacchiando imbarazzato. 
"Non l'avevo mai vista così" sussurrò Frida nell'orecchio a Kira, che destatasi dal suo sonno li aveva raggiunti sedendosi accanto all'amica a cui rispose " Fiamma modalità acchiappanza, osserva bene, c'è sempre qualche cosa da imparare…ahahah" Ridacchiarono entrambe. 
La visita di Roberto durò più o meno un'ora, tutte e tre cercarono di convincerlo in vano di restare a pranzo, ma il ragazzo fu irremovibile "Siete gentilissime, ma ho promesso a nostra madre che sarei stato a pranzo da lei, lo sai Frida, avrà cucinato il mondo, non posso appenderla così" Frida alzò le mani, alla mamma non si comanda, lo accompagnarono alla porta e lo salutarono calorosamente.
"Quando vieni a Berlino, dovresti passare a trovarmi" disse Fiamma segnandogli il suo numero tedesco su un post.it arancione. "Certo lo farò…in inverno sarò spesso a Berlino per lavoro, mi farai da cicerone, ci conto!" rispose Roberto mettendosi il post it nella tasca dei pantaloni e dandole un veloce bacio sulle guance. "ce-certo, sarà un piacere" balbettò la ragazza non aspettandosi che lui cogliesse in quel modo il suo invito. Kira le porse un fazzoletto di carta "Ora puoi asciugare la bava, signorina. Neppure un mastino napoletano produce tutta questa saliva"
"Oh Kira, che schifo smettila!" rispose fiamma buttandosi distesa sul divano, ma fu Frida ridendo a rincarare la dose "Allora? Hai una cotta per mio fratello, sembrava lo stessi mangiando con gli occhi…sei una predatrice" 
"Uff…è un ragazzo molto interessante, ma faccio notare ad entrambe, che non sono io che corteggio, ma sono gli uomini a venirmi dietro, quindi smettetela." disse alzandosi dal divano e dirigendosi saltellando verso il bagno. Avrebbe fatto una doccia , rigorosamente fredda(per calmare i bollenti spiriti)  e poi avrebbe portato a pranzo fuori quelle due arpie. Stranamente lei adorava l'estate, eppure adesso non vedeva l'ora che l'inverno arrivasse a Berlino.

giovedì 10 settembre 2015

Episodio LXIII "E adesso arriva Fiamma!!!"


Luglio era appena iniziato, Carlo e Kira era entrambi di fronte allo specchio del bagno, lei si spazzolava i denti svogliatamente, mentre il suo riflesso faceva ridicole linguacce a lui, che invece era intento a radersi. La sera precedente avevano festeggiato la fine anticipata della sessione estiva per Kira, che quindi finalmente era in vacanza. "Che programmi hai per il fine settimana?" gli chiese sciacquandosi la bocca piena di dentifricio,  "Lavoro Kira…stasera, domani a pranzo e poi a cena, e poi di nuovo domenica sera!" Lei lo guardò un po' accigliata, non si sarebbero visti in pratica per tutto il weekend, si strinse nelle spalle delusa. "Perché cosa avevi in mente?" 
"Ma niente, il regalo di vera, il weekend alle terme. Ieri mi stava raccontando, ci sono stati settimana scorsa, era entusiasta. Ma non puoi quindi…fa niente!" 
"Mi dispiace piccola, davvero!" 
"Lo so, ci rifaremo!" gli  disse sedendosi sul bordo della vasca, le piaceva guardarlo mentre si faceva la barba; era proprio un peccato non poter passare il fine settimana insieme, inoltre era in vacanza, non voleva stare chiusa in casa tutto il tempo, avrebbe dovuto trovare qualcosa da fare. I suoi pensieri furono interrotti dal campanello, l'abbaiare di Merlino e la voce sorpresa  di Frida  "E tu che ci fai qui?" 
"Sorpresaaaaaaa" qualcuno urlò dall'altra stanza, una voce che Carlo non conosceva affatto. Kira invece balzò in piedi "Fiamma!" disse, uscendo di corsa dal bagno e Carlo dopo essersi asciugato il volto la seguì a ruota.
Fiamma e Kira erano cugine, avevano qualche mese di differenza, la prima più piccola della seconda, erano cresciute insieme. Erano legatissime nonostante ormai vivessero in due paesi diversi. Fiamma infatti si era trasferita in Germania appena compiuti 20 anni, all'inizio si mantenne facendo la ragazza alla pari, poi la barista, come Kira nel suo periodo Erasmus, periodo nel quale le due ragazze vissero anche insieme, esperienza che consolidò maggiormente il loro rapporto. Era laureata in lingue, adesso lavorava in una casa editrice, Kira era molto orgogliosa di lei, l'ammirava e le voleva bene, anche se come al solito, non sventolava i suoi sentimenti a destra a manca.
"Ecco la mia cugina preferita!" disse Fiamma, con la sua irruenza di sempre, corse incontro a Kira e le saltò addosso.  La scena che Carlo si trovò davanti, quando le raggiunse  era alquanto comica: Kira era ferma immobile, mentre attorno lei svolazzava questa ragazza che lui non conosceva, ma che le sembrava familiare. Kira non era infastidita, anzi era divertita da quel piccolo folletto saltellante che l'abbracciava con affetto e le scompigliava i capelli. Carlo tossì, per attirare l'attenzione e si avvicinò anche lui. 
"Oh fiamma, lui è Carlo…Carlo lei è Fiamma, mia cugina!" 
" Ciao…finalmente ci conosciamo!" disse Carlo, con un bel sorriso, porgendole la mano. 
Fiamma ricambiò il saluto e ridendo, si rivolse alla cugina  "Caspita Kira, è bello! è alto e non sembra neppure troppo peloso…ahaahhah! " Frida scoppiò a ridere, Kira invece andò a fuoco tanto che le si arrossarono anche le orecchie "Oh fiamma, per favore!" disse supplichevole. Carlo era piuttosto divertito voleva saperne di più.  " Sai carlo, sei una piacevole sorpresa, di solito i canoni estetici di mia cugina sono sempre stati alquanto discutibili" " Giusto!! " aggiunse Frida ridacchiando "Carlo tu sei ben oltre gli standard!" 
Kira sbuffò "Allora quanto ti fermi?" disse inacidita  "Oh la mia cuginetta musona…" disse Fiamma avvinghiandosi di nuovo a lei "Lo so che sei felicissima di  avermi qui!" In effetti era vero, era più di un anno che non si vedevano; l'ultima volta che Fiamma era stata in Italia, fu per la sua laurea, prima che Kira e Carlo si conoscessero.
Frida preparò un caffè per tutti, lo servi; lei il suo lo bevve velocemente  "Scusa Fiamma, mi farebbe piacere restare, ascoltare tutte le tue storie, ma ho un impegno!" 
"Che impegno?" si intromise Kira da dietro la sua tazza di caffè. 
"Un brunch con Giulio…un suo collega si sposa e ha organizzato una cosuccia veloce e  informale…" 
"Chi è Giulio?e il prof Rossini dove lo hai lasciato?" tuonò sorpresa Fiamma, ancora allo scuro delle novità. Kira si voltò verso la cugina, incredula, ma Frida rispose con tranquillità " No, con Daniel è finita un po' di mesi fa…ma va bene così io sono innamorata di Giulio, e a quanto pare anche Daniel  è andato avanti e  ama la sua nuova ragazza." 
Fiamma si strinse nelle spalle, si fece piccola piccola tra i cuscini del divano, come poteva sapere? perché Kira non l'aveva avvertita!
"Eh quindi questo collega si sposa con un brunch?" rispose Kira scettica, cercando anche di cambiare argomento   
"Oh si tesoro…" si intromise Carlo "Una nuova tendenza, pare che tra qualche anno il solito banchetto matrimoniale sarà soppiantato completamente! "
Kira inarcò il sopracciglio, Carlo era sempre pronto a spalleggiare Frida in tutte le sue cose.
" Vabbè…io vado a prepararmi sono già le nove, Giulio è sempre puntualissimo, sarà qui tra meno di 20 minuti." 
Dopo un po' fece ritorno in soggiorno: indossava un abitino verde, con la gonna leggermente a palloncino, i capelli legati in uno chignon, degli orecchini di piccole perle nere che le illuminavano il viso, e dei sandali dorati, che stranamente non avevano un tacco vertiginoso. 
"Sei fantastica…" gridò Fiamma non appena la vide "Vorrei vedere la faccia di questo Giulio, quando gli sarei davanti...ahaahah bellissima davvero" 
"Molto chic…brava" commentò distrattamente Kira. Oh mai una soddisfazione, pensò Frida, poi si rivolse a Carlo "Tu che dici?? Il parere maschile è d'obbligo! "
"Semplicemente..irresistibile…" le disse alzandosi, e ridendo le diede un bacio sulla guancia "Anche io vado a vestirmi, ho un sacco di commissioni da fare…ma perché non ci vediamo a pranzo tutti insieme? verso le 13.00…anche il tuo brunch sarà finito per quell'ora" 
"E' un ottima idea" gracchiò Fiamma eccitata "Vorrei davvero mangiare una bella e buona pizza, non ricordo l'ultima volta che ne ho mangiata una come si deve.  Magari Sorbillo che dite?"  " E Sorbillo sia…tutti d'accordo??"  Anche Frida e Kira annuirono, sarebbero state tutte e tre ospiti di Carlo a pranzo. 
Giulio arrivò alle 9.30 in punto, Frida salutò tutti con la promessa di riversi per l'ora di pranzo. Qualche minuto dopo anche Carlo ritornò in soggiorno, jeans attillato, camicia bianca di lino, le rayban già agli occhi. Era particolarmente bello quella mattina "Ehi…" pensò Kira  " dove credi di andare conciato così…" si trattenne dal dare voce ai suoi pensieri, lui si chinò sul divano e le diede un bacio sulle labbra "sono in ritardassimo, piccola" accarezzandole le gote,  poi salutò Fiamma baciandola su entrambe le guance " signore, è stato un piacere…ci vediamo a pranzo! " disse chiudendo la porta dietro di se. 
Kira si alzò e andò alla finestra, e lo vide sfrecciare veloce in sella alla sua moto nel traffico del mattino. Fiamma la raggiunse "Un centauro…e proprio un figo! "  
"Non cambierai mai, vero?" Entrambe scoppiarono a ridere, era tanto che non stavano assieme, avevano un sacco di cose da raccontarsi, fiamma sarebbe rimasta fino al sabato successivo, Quindi c'era tutto il tempo per recuperare. optarono per una mattinata di compere, era passato troppo tempo dall'ultima volta che entrambe si erano concesse un po' di sano shopping compulsivo. In men che non si dica erano in strada, ridendo e scherzando come sempre. Si raccontarono delle loro vite, il lavoro, i ragazzi, i viaggi. Fiamma era una libertina, o almeno così le piaceva definirsi "Non sono una tipa da relazioni serie, Kira, non sono come te…anche se con Carlo devo dire che sei stata davvero fortunata! Allora…parlami un po' di lui…com'è  sotto le coperte?" le chiese a bruciapelo, mentre sorseggiava la sua granita alla menta. "Fiamma!" la riproverò la cugina, facendosi paonazza. "Oh…andiamo, non fare la puritana con me…fatt accattà a chi nu t sap! ahahah lo so benissimo…deve essere bravo per forza, altrimenti l'avresti appeso dopo due giorni!" Kira si strinse nelle spalle, era imbarazzata ma sapeva benissimo che Fiamma non si sarebbe arresa molto facilmente così "Non faccio la puritana, ma lo sai che non amo parlare di queste cose! Comunque è bravo, divertente, originale…diciamo che non mi annoio mai!" disse accennando un sorrisino. 
" uuuuh il tuo sorriso malizioso, dice più di mille parole! sono contenta cugina, che il tuo uomo sappia come farti felice! ahahah " risero entrambe. Kira pensò che era proprio vero, Carlo la rendeva molto felice e non solo sotto le coperte. 
"Tu invece? come sta Luca?" Kira sapeva benissimo che Luca probabilmente era già un capitolo chiuso, ma voleva assolutamente che la cugina iniziasse a raccontarle della sua pazza vita sentimentale. 
" Uh Kira, non farmi parlare…con lui una tragedia, era così appiccicoso, noioso, lui non sapeva proprio fare felice una donna!" disse facendo una smorfia, portando il pollice in giù "con lui  è finita prima di cominciare… ma la cosa che ti devo raccontare è un altra. Ho fatto proprio un errore grossolano…adesso sono un po' nei casini, ho approfittato di queste vacanze per mettere un po' le distanze e riordinare le idee." 
"Mio dio, Fiamma, cosa hai combinato?" disse Kira allarmata "Niente paura, Kira. Ora ti spiego…qualche mese  fa ho conosciuto Paul, un barista mozzafiato, biondo alto occhi azzurri, due bicipi spettacolari, mi alzava come fossi una piuma. Il sesso non te lo dico proprio, mi ha ridato dieci anni di vita…ahahahh" 
"Addirittura" 
"Si certo, ti ho mai detto bugie? Comunque andava tutto benissimo, poi ho conosciuto Leon  ad una cena di lavoro. Mi ha colpito subito, arguto, brillante, interessante, galante e gentile. Mi ha fatto una corte spudorata, non ho potuto resistere, sono caduta nella sua trappola come una ingenua tredicenne…non sapevo che fare, non mi andava di chiudere con Paul, quindi ho tenuto il piede in due scarpe." Disse abbassando lo sguardo, sapendo che si sarebbe sorbita una bella ramanzina. 
Kira si infilò i suoi occhiali da sole, il suo volto era serrato in un'espressione seria, ma non durò molto perché scoppiò in una sonora risata " odio fiamma, ma sei sempre la solita…ahahah" 
"Perché non mi stai sgridando, come fai di solito?" disse incredula 
"Perché sei adulta, non devo dirti io cosa è giusto e cosa no…stai solo attenta a non ferire i sentimenti di nessuno" 
"uuuhm saggia come sempre…ti odio! Comunque tenere il piede in due scarpe è stato piacevole, fino all'errore banale che ho commesso. MI sono dimenticata dell'appuntamento che avevo con Vincent. Ero a casa mia con Paul, quando è venuto a prendermi per portarmi a cena. ha aperto paul con addosso solo un asciugamano di tela, e io completamente ignara gli sono corsa dietro urlando che avrebbe dovuto liquidare velocemente chiunque fosse il disturbatore, ero solo in slip e reggiseno"
"Oddiooo ma non puoi averlo fatto…ahahah ahahah, scusami, ma povero Leon, sei proprio una meretrice!"
"Oh Kira è stato un momento imbarazzantissimo, ovviamente mi hanno lasciata entrambi…non avevo neanche fatto in tempo ad avere la mia razione di sesso estremo con Paul, avevamo appena iniziato, quando è suonato il campanello." disse poggiando la testa sul tavolino, fingendosi disperata. 
"Oltre in danno la beffa! " aggiunse Kira ridendo a crepapelle. "Quindi ora che farai? con questi due?" 
" non so per un po' non mi farò vedere, e spero di non incontrare nessuno dei due, mai più! " 
"Penso sia un ottima strategia…buona fortuna cugina!" disse ira alzando il suo bicchiere di spritz. Le due ragazze brindarono allegramente, poi continuarono la loro mattinata tra i negozi di via Roma. Fattasi ora di pranzo si incamminarono verso la pizzeria, felici per i nuovi acquisti. Carlo le stava aspettando proprio lì, le vide da lontano camminare l'una accanto all'altra che parlavano concitatamente. Notò che non si somigliavano affatto, poi si rese conto dell'assurdità di quel pensiero stupido : era impossibile che si somigliassero, dal momento che Kira era stata adottata da piccola, e non aveva quindi legami di sangue con i membri della sua famiglia. Nonostante ciò il loro rapporto era molto solido, non si vedevano da più di un anno, e  sembrava che non si fossero mai lasciate. Lui aveva un solo cugino, che era la sua fotocopia, con cui invece non aveva nessun legame a parte il sangue. Non si vedevano mai, e per fortuna pensò Carlo; Fabrizio Carati era un gran antipatico. 
Quando le ragazze gli furono vicino lui era ancora soprappensiero "Ehi a cosa pensi?" gli disse Kira passandogli la mano tra i capelli ribelli. "A quel gran coglione di mio cugino!" 
"Non sapevo avessi un cugino" 
" infatti è come non esistesse…vedo che abbiamo fatto compere?" disse togliendo di mano le buste ad entrambe, da vero cavaliere. "Buste piene…e i vostri portafogli?"  
"un po' meno " rispose Fiamma "Ma ne è valsa la pena..credimi" 
"Ho comprato una cosa anche a te! " disse Kira " oohh che cosa? Sono curioso!" 
"Un paio di jeans…a sostituzione di quelli che indossi adesso" 
"Cosa? cos'hanno questi jeans che non va?" aggrottò la fronte 
"Infatti Kira, cos'hanno quei jeans, gli stanno benissimo a mio avviso! " disse fiamma alzando le mani. 
"Troppo stretti, sembri un salame! " disse sbrigativa, storcendo il naso, incamminandosi verso la pizzeria. 
Carlo e fiamma rimasero indietro, parlottando e ridacchiando tra di loro, poi carlo la raggiunse e le diede una pacca sul sedere " ahi!" disse lei massaggiandosi il fondoschiena. 
"Mi piace quando fai la gelosa, se non vuoi che li indossi basta dirlo!"  
"Io non solo gelosa, voglio evitare che tu vada in giro come una soppressata!" 
"Ah certo come no…fatti comprare da chi non ti conosce cara cugina!" si intromise Fiamma, che nel frattempo gli aveva raggiunti. 
La pizzeria per fortuna, non era piena, aspettarono un tavolo per quattro solo per un quarto d'ora. Erano quasi le 13.30 e di Frida neppure l'ombra, mentre si chiedevano che fine avesse fatto, kira ricevette un mex proprio da parte sua. " iniziamo ad ordinare" disse sconsolatamente "Frida ci raggiungerà più tardi". "uhm..peccato, come mai?" chiese ingenuamente Fiamma. 
Kira rispose con tono sarcastico e rassegnato  " beh quando Giulio chiama Frida corre…ovvio!!" 


Frida era terribilmente in ritardo; come al solito Giulio le aveva fatto perdere un sacco di tempo e come al solito aveva declinato il suo invito a pranzare con lei e i suoi amici. Le sembrava di partecipare ad una corsa ad ostacoli, correndo per i vicoletti del centro storico, con quelle scarpe. Guardò distrattamente l'orologio e pensò che una volta arrivata in pizzeria si sarebbe dovuta sorbire la furia di Kira, che era sempre più intollerante a tutto ciò che riguardava Giulio. Non riusciva a capire perché quei due non potessero semplicemente andare d'accordo, almeno potevano fingere un po' meglio, se non altro per farle piacere. Invece no, quando erano insieme, cosa che Frida cercava di evitare il più possibile erano sempre pronti a punzecchiarsi , e lei tra quei due fuochi si sentiva decisamente a disagio. Si fermò davanti ad un grande negozio di articoli per la casa, per riprendere fiato , ma  da quanto era così fuori forma? Nonostante non fosse una fumatrice incallita si ripromise di ridurre il numero di sigarette, di sicuro i suoi polmoni ne avrebbero tratto beneficio. Mentre si specchiava nella grande vetrina del negozio, pensò che forse Giulio aveva ragione, non sarebbe cascato il mondo se invece di raggiungere i ragazzi in pizzeria se ne fosse tornata a casa al fresco, Kira avrebbe capito! No…Kira non avrebbe capito, si sarebbe infuriata ancora di più, quindi era meglio avanzare il passo e iniziare a pensare ad una scusa plausibile per il suo ritardo.
Quando arrivò in pizzeria, i tre già avevano quasi finito le loro pizze. Carlo fu il primo a vederla dal fondo della sala e le fece segno di avvicinarsi. Frida prese posto accanto a Kira "Scusate il ritardo, ma il tutto si è rivelato più lungo del previsto" disse arrossendo cercando di apparire quanto più mortificata possibile. L'amica la guardò chiudendo gli occhi a fessura "Figurati" le disse con freddezza "Ormai siamo abituati". Carlo la guardò con aria severa, e le diede un colpetto sotto il tavolo col ginocchio. Kira strabuzzò gli occhi, non si aspettava quella ginocchiata e lo guardò come a dire "Che c'è? è la verità", ma lo sguardo di lui si fece ancora più serio, e lei non poté far altro che battere in ritirata.  "allora? raccontaci di questo brunch…soppianterà davvero il solito banchetto matrimoniale?" si intromise Fiamma, cercando di smorzare la tensione tra i commensali. Frida sorrise, ordinò una birra e delle patatine fritte, poi iniziò a raccontare la sua mattinata, era stato piacevole, il cibo era ottimo e poi gli eventi mondani le erano sempre piaciuti. L'atmosfera si fece più rilassata, ma Fiamma notò che da quando Frida si era unita a loro, Kira era cambiata da così a così. Tra loro era sicuramente successo qualcosa, Fiamma non aveva ancora capito cosa, ma avrebbe indagato.  

domenica 6 settembre 2015

Episodio LXII "Fiori d'arancio"


La chiesa gremita di parenti e amici vocianti, era stata finemente addobbata con bouquet e petali di rose bianche, il tutto creava una scenografia alquanto suggestiva, ma Daniel odiava i matrimoni, specialmente  quelli in estate, quando la calura  non dava tregua e gli invitati impettiti, nei loro abiti, visibilmente scocciati, avrebbero voluto trovarsi sicuramente in tutto altro posto, magari distesi su una spiaggia esotica, o al fresco in alta montagna. Così se ne stava seduto in fondo alla navata, bellissimo nel suo abito blu, le gambe elegantemente accavallate mentre leggeva la lettura scelta dagli sposi per la cerimonia. "Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto" D'istinto si portò la mano sul torace e un sorrisetto si fece strada sul suo volto. Non era mai stato un tipo religioso, anche se  la sua educazione aveva sicuramente avuto un'impronta spirituale. Era propenso più a credere in uno spirito vitale che accomunava tutti i fenomeni del mondo e gli esseri viventi, piuttosto che ad un dio uno e trino che guardingo osserva la sua più grande creazione, l'uomo, destinato inesorabilmente a deluderlo. Le sue riflessioni furono interrotte dall'inizio della marcia nuziale che annunciava l'arrivo imminente della sposa. Tutti gli occhi erano rivolti ovviamente a lei, che nel suo abito bianco a sirena , raggiungeva l'altare accompagnata da un papà, visibilmente emozionato; tutti gli occhi, tranne quelli di Daniel, che non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua Clara. Era bellissima, in piedi sull'altare, indossava un abito lungo mono spalla, decisamente in linea con il suo spirito estroso e alternativo, lasciava scoperta gran parte della schiena e sul davanti un sole di diamantini e coralli irradia i suoi raggi in ogni direzione, su uno sfondo di seta in cui si univano i colori del mare e della sabbia dorata.
A differenza di Daniel, Clara adorava i matrimoni. Anche lei da piccola, come tutte le bambine aveva immaginato il giorno più bello e importante nella vita di una donna, l'abito bianco e  il principe azzurro  ad attenderla all'altare. Guardando la cugina avanzare verso il futuro marito, fu presa da una forte emozione , che le colorò di rosso le gote e le inumidì grandi occhi verdi. Fece un grande sforzo per trattenere le lacrime, poi cercò Daniel tra gli invitati seduti nei banchi più lontani, i loro sguardi si incrociarono e lui le indirizzò un sorriso dolce e al tempo stesso malizioso, si perse per un attimo in quei profondi occhi blu e ancora per un istante pensò che forse quello giusto potesse essere lui. Sorpresasi dei suoi stessi pensieri, scosse la testa, quasi per scacciarli via, lontano da lei. 
La funzione fu commovente e romantica, e per la gioia di Daniel fu anche abbastanza veloce.  Un' ora dopo erano a Sorrento, in un ristorante extra lusso arroccato sulla costiera, la cui terrazza sul mare offriva un panorama mozzafiato sul golfo. 
Daniel come al solito diede sfogo al lato più istrionico del suo carattere; gli piaceva stare in mezzo alla gente, e gli piaceva destare l'interesse della platea femminile che non rimase sicuramente immune al suo fascino e alla sua galanteria.  Ogni invitata donna, dalla piccola Mary, 12 anni, alla pimpante nonna Elvira, novantenne con l'argento vivo addosso, furono ammaliate dalla bellezza, eleganza e dal carisma di Daniel, quel bel ragazzo che Clara aveva finalmente avuto la fortuna di incontrare. Clara dal canto suo fu felice, di poter sfoggiare con la sua famiglia un pezzo da novanta, come lui, era bello, simpatico, galante, intelligente, era perfetto, ed era suo. Finalmente aveva potuto riscattarsi di fronte alle male lingue di quelle cugine, già sposate e con figli che  la ritenevano una single a vita, una triste zitella ormai destinata alla solitudine. Per qualche tempo soffrì talmente tanto per queste dicerie, che finì per crederci anche lei, ma per fortuna quel periodo buio era lontano, e guardando Daniel soddisfatta pensava "Però! visto che acchiappo ha fatto la triste e vecchia zitella!" 
La serata danzante era ormai nel pieno dello svolgimento, quando terminata l'esecuzione di "Empire state of mind "   la bellissima cantante afroamerica, che l'aveva eseguita magistralmente, annunciò che il momento più atteso da tutte le donne in eta da marito era arrivato: Il lancio del bouquet. 
Clara dovette ammettere di aver temuto quel momento per tutto il tempo, non si unì alle altre ragazze scalpitanti, ma restò al suo tavolo, sorseggiando champagne e mangiando fragole. Non credeva all'effetto magico del bouquet da quando dieci anni prima, ad un matrimonio di una collega universitaria,  fu proprio lei la fortunata a  prendere il mazzetto di rose bianche e viola che la sposa lanciò alle sue spalle con tanta veemenza.
Secondo la tradizione da lì ad un anno avrebbe coronato il suo sogno d'amore, con Marco,  che conosceva dai tempi del liceo, invece rimediò un umiliante tradimento e un cuore spezzato.
Daniel vedendola in disparte, le si avvicinò e  le si sedette accanto e  poggiando i gomiti sullo schienale della sedia scherzosamente le disse "Cosa ci fai qui tutta sola? Sei anche tu una donzella in età da marito, dovresti buttarti  nella mischia, lì con tutte le altre!" 
Clara  mangiando l'ennesima fragola rispose. "Meglio lasciare spazio alle nuove generazioni. Sono così giovani, a quell'età fa bene pensare che un mazzolino di fiori possa pronosticare una vita di coppia felice e fiabesca, alla mia età invece confidare in cose del genere, e alquanto ridicolo."
Daniel non si aspettava una risposa del genere, in cui lesse una grande malinconia, ma andò avanti, con cautela sondando il terreno " Quindi…cosa pensi di tutto questo?" disse guardandosi intorno e roteando la mano indicando la sala. 
Clara fece un altro sorso dalla coppa di champagne, si strinse nelle spalle e rispose "Certo di una cerimonia del genere, così pomposa, se ne può anche fare a meno…ma in generale non so, non penso al matrimonio ormai da tanto tempo" In effetti l'ultima volta che aveva fantasticato sull'abito bianco e sul suo principe azzurro e sul passare la propria vita accanto ad un altra persona,  era stato proprio quando ebbe la fortuna di carpire il bouquet della sua amica. In quel momento, quel sogno comune a tutte le ragazzine le era sembrato così vicino, così a portata di mano, salvo poi infrangersi pochi mesi dopo nel peggiore dei modi. Ancora adesso l'umiliazione, il dolore e la solitudine che provò le facevano male, le bruciavano ancora dentro, ma cercò di non perdersi troppo in questi pensieri negativi e di scacciarli dalla sua testa. Così sorridendo continuò "Tu invece, cosa pensi di tutto questo?" 
Daniel si appoggiò allo schienale della sedia, e dopo qualche attimo di silenzio disse "Ah Clara davvero, io non credo di avere le idee chiare a proposito. Insomma non ho mai avuto l'esempio di due persone sposate, mia madre mi ha cresciuto da sola. Non era sposata, eppure era felice, ha avuto i suoi amori, e non ha mai sentito il bisogno di legarsi a qualcuno per stare bene, per vivire bene una storia.
Forse tutto questo è superfluo…insomma guarda tua cugina e suo marito, sono bellissimi  felici e innamorati. Sarebbero ugualmente bellissimi felici e innamorati, anche senza tutto questo, anche senza la firma su un pezzo di carta, su quel contratto che hanno stipulato qualche ora fa." 
Clara si voltò verso di lui, gli occhi costellati di stupore "Oh no Daniel, non si tratta solo di stipulare un contratto. Insomma perché ridurre il tutto ad una firma su un pezzo di carta? Il matrimonio è un promessa, è un impegno. Ci si mette la faccia, si da la propria parola : ti amo e ti amerò per sempre godendomi i momenti belli, le gioie e le soddisfazioni, ma continuerò ad amarti nei momenti brutti, nel dolore e nelle delusioni. Non è un semplice contratto, è un vincolo, non è gioco. Molto pensano che basti essere innamorati, per far funzionare le cose. Per me non è così, per me non basta essere innamorati, per me un matrimonio richiede un sentimento profondo, molto più profondo, che porti l'irrazionalità dell'amore a razionalizzarsi nella scelta consapevole che quella sarà la persona con cui dividerai il resto della tua esistenza,l'incostanza dell'amore a placarsi, e lasciare il posto ad un sentimento che non si deteriora nel tempo e resistente ad ogni tentazione , l'esigenze dell'amore a dissolversi di fronte a quelli che sono i bisogni dell'altro. No Daniel, non credo che tutto ciò sia un semplice contratto…o forse si? O forse sono solo parecchio ubriaca e le mie sono solo farneticazioni del momento" disse spostando verso il centro del tavolo la sua coppa, sospirando e portandosi nervosamente una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 
Come al solito Clara aveva espresso il suo pensiero con passione e determinazione, la stessa che metteva nel descrivere un'opera d'arte, e questo era indice di quanto credesse alle parole che aveva appena pronunciato; Daniel ascoltò tutto con molta attenzione, fu colpito da quanta fede e speranza riponesse in un'istituzione  come il matrimonio, che oggi giorno va perdendo sempre più credibilità. Ancora una volta, Clara era riuscita a sorprenderlo, e a mettere in dubbio le sue convinzioni sull'argomento, o almeno a dargli lo spunto per future riflessioni.
Le sorrise dolcemente e balzando in piedi  con la sua tipica aria spavalda "Per ora dovrai accontentarti di me che ti invito a fare questo ultimo ballo…" le disse porgendole la mano, rivolgendole quello sguardo a cui lei proprio non riusciva a dire di no. 
Mentre erano abbracciati sulla pista da ballo e l'orchestra suonava quella che sarebbe stata da allora la loro canzone " Killing me softly" lui le sussurrò all'orecchio "Per ora un ballo può bastare…poi chissà!" quelle parole inaspettate le provocarono un brivido lungo tutta la schiena, si strinse a lui con più forza, guardandolo e perdendosi in quei meravigliosi occhi blu, pensò che forse Daniel era davvero lui quello giusto.