sabato 11 giugno 2016

Episodio CXXVII " il tempo di tornare a casa..."

Daniel guardò per l'ennesima volta l'orologio, ormai era più di mezz'ora che aspettava in quell'ufficio, l'amico, Carlo, impegnato in una riunione.  Si alzò da divano sul quale era stato seduto per tutto quel tempo e si avvicinò,  sbuffando al grande finestrone che dava sulla città. Era annoiato e stanco, i viaggi in treno non l'avevano mai entusiasmato e nonostante l'alta velocità, si sentiva frustrato, soprattutto per ciò che l'aveva spinto ad andare fino a Firenze per quel fine settimana. "Da mozzare il fiato, vero?" si sentì domandare,mentre teneva lo sguardo fisso sulla città al tramonto. Carlo era alle sue spalle, Daniel si girò e lo vide. Erano passate tre settimane dall'ultima volta, dal funerale del sig.Filippo. Per un secondo stentò a riconoscere l'amico di sempre, sembrava così diverso, in quel gessato blu super elegante, i capelli più corti del solito e la barba curata appositamente per farla sembrare incolta. "Finalmente!!" disse sorridendogli, si abbracciarono con affetto come sempre. "come stai?" gli chiese Daniel. Carlo si strinse nelle spalle "sto bene" mormorò "sono solo un po' stanco, la riunione con lo staff e durata più del previsto…piuttosto tu…a cosa devo questa improvvisata?" aggiunse infine togliendosi la giaccia e gettandola sulla poltrona.
"Beh…prima di andare a chi l'ha visto, ho pensato di fare una capatina qui…!" rispose Daniel in tono sarcastico, ma  che tradiva un certo malumore allo stesso tempo. Carlo ignorò quella sottile frecciatina  gli offri da bere. 
"Bourbon…" notò Daniel compiaciuto gustando il buon liquore invecchiato; era squisito, doveva appartenere ad un ottima annata.  "d'altronde mio padre era un vero intenditore!" disse Carlo buttando giù tutto d'un fiato il suo drink e Daniel che lo conosceva bene, non poter far finta di non notare la tristezza che si era velocemente insinuata nei suoi occhi. Ancora una volta gli chiese come stesse, ma ancora una volta Carlo rispose di stare bene. "ti ho detto Dan, sono solo un po' stanco! a volte tutto questo…" disse roteando gli occhi "è un po' snervante!" 
"ecco e io sono qui apposta!! Devi staccare la spina, tornare a casa con me…sono qui per questo, per portati via, da tutto questo!" 
Carlo rise divertito "non dire calzate, Dan! Non posso lasciare lo studio. non adesso! qui c'è bisogno di me…è una mia responsabilità!" 
Daniel rimase a bocca aperta, anche la tenuta era una sua responsabilità e lui sembrava essersene dimenticato. 
"ma perché?'" chiese allora Carlo allarmato, "è per caso successo qualcosa?" 
Daniel chiuse gli occhi a fessura e si passò nervosamente la mano tra i capelli; non era successo nulla, perché lui erano ormai mesi che faceva i salti mortali per portare tutto avanti da solo. In tutti i modi stava cercando di portare avanti la tenuta, di barcamenarsi tra conti, fatture, fornitori, gestione del personale, della  cucina. I risultati? Non erano ancora affondati, ma così non si poteva andare avanti! 
L'altro  ascoltò le sue lamentele, sul volto un'espressione indecifrabile. "Allora?? non dici niente? Te ne stai lì in silenzio come se il problema non fosse tuo!" gli disse allora, tradendo una certa collera.
"Dan…" lo interruppe "Non è che sono in vacanza qui? Ho degli impegni, delle cose serie da fare, pensi non mi farebbe piacere restarmene tranquillamente a cucinare dalla mattina alla sera?" 
A Daniel quelle parole non piacquero per niente, cucinare dalla mattina alla sera fino a qualche mese prima era tutto per lui, la sua passione, la sua vita. Ma adesso, l'uomo davanti a lui, cosa aveva del suo migliore amico? 
"Anche la tenuta è una cosa seria! per me lo è, e lo era anche per te fino a qualche tempo fa! adesso cosa è diventata? Un hobby? un modo per passare il tempo libero? Beh io in questo tuo hobby ho investito tempo e tutto il mio denaro, e tutta questa scarsa considerazione, non mi sta per niente bene!"
"Non fare il melodrammatico!!" 
"E tu non fare lo stronzo!!!" gli urlò contro Daniel. Si conoscevano da una vita, e nonostante le discussioni e le divergenze, non avevano mai litigato. Ognuno dei due sapeva benissimo fin dove spingersi con l'altro, ma in quel momento per Daniel l'amico aveva superato ogni limite, e non aveva intenzione di starsene zitto, mentre lui cestinava tutto quello in cui l'aveva spinto a credere, ad investire tempo e denaro. 
"io ho creduto in te, nel tuo sogno…non può non importati niente!" 
Carlo sbuffò, esasperato, non disse nulla, sapeva che Daniel aveva tutte le ragioni del mondo per prendersela con lui. "Cosa vuoi che faccia?" gli disse infine " ho promesso a mio padre che l'avrei reso orgoglioso…non posso tirarmi indietro, non posso lasciare lo studio, non adesso!"
"vuoi rendere orgoglioso tuo padre? beh allora fai l'uomo, cazzo! Non ti chiedo di lasciar perdere sta cosa dello studio, anche se mi sembra assurdo…ritornare a fare l'architetto dopo anni. Odiavi questa vita…Ma non voglio venire a sindacare questa scelta, puoi fare quello che vuoi, se vuoi chiuderti tra queste quattro mura, fallo, ma ti chiedo di scendere a Napoli con me e di prendere atto di cosa sta succedendo alla tenuta. Devi organizzarti, dobbiamo organizzarci. Se ancora ci tieni un po' al tuo ristorante dobbiamo fare qualcosa, prima che tutto vada a rotoli!" 
"ok…facciamo così, settimana prossima torno a Napoli e sistemiamo tutto!" 
"No tu non hai capito! Tu torni a casa con me domani stesso!" 
"Domani?" 
"Si Carlo, domani! è non mi va di discutere anche su questo!" rispose Daniel indossando la sua giacca di pelle. 
"va bene…ma dove stai andando adesso?" 
Daniel non ebbe il tempo di rispondere perché nella stanza entrò Cristina, lo salutò cordialmente e poi si rivolse a Carlo "ho prenotato per la cena al solito posto, vi aspettano tra un mezz'ora… ho anche chiamato i Comencini, per quel sopralluogo, domani alle 11.00 come hai detto tu…se non hai altro da chiedermi io andrei!" 
Sentendo domani alle 11 Daniel si accigliò, lasciando uno sguardaccio al suo amico, che subito capì e rispose " Molto bene Cri, solo che domani lo farai tu da sola il sopralluogo, io ho degli impegni e starò fuori città per qualche giorno" 
La ragazza rimase un po' spiazzata, era la prima volta che faceva da sola una cosa del genere, ma sapeva perfettamente di potercela fare "Va bene Carlo, ti faccio sapere tutto appena finito!"  
"ok…ah sei dei nostri stasera vero?" 
"in realtà…" disse lei guardandosi le scarpe per nascondere il rossore delle guance "avevo capito…" 
"o andiamo…so che non sai resistere alla pappa al pomodoro! e poi, Daniel è il mio più caro amico, mi fa piacere farvi conoscere!"

Una volta rientrati a casa, Carlo sembrava aver smaltito il malumore per la discussione che lui e Daniel avevano avuto nel pomeriggio, mentre quest'ultimo era ancora un po' cupo e pensieroso. In realtà per tutta la durata della cena Daniel fu molto silenzioso, e non fece altro che rimuginare su tutta quella situazione assurda e osservare lo strano comportamento che quella stagista, quella Cristina aveva nei confronti di Carlo. 
Così mentre sorseggiavano sul patio il cosiddetto bicchiere della staffa chiese a bruciapelo "Cosa c'è tra te e la tua stagista?" Carlo gli sorrise divertito, ma ben presto capì che non si trattava di uno scherzo. "cosa intendi dire?" rispose incredulo.
Daniel si schiarì la voce, poi aggiunse "ci vai a letto?" 
A Carlo quasi uscirono gli occhi fuori dalle orbite, poi scoppiò in una fragorosa risata, continuando a non dare peso alle accuse del suo interlocutore. "Dan, ma ti pare? E' una ragazzina…"
"Una ragazzina che ti fa gli occhi dolci continuamente, pronta a soddisfare ogni tuo desiderio…" continuò Daniel allusivo.
"beh, non capisco dove vuoi andare a parare! Insomma è la mia assistente è normale che sia carina e servizievole, è il suo lavoro! Perché tante paranoie?" ora il suo tuono aveva perso quella punta di ilarità iniziale, ed era decisamente irritato; Daniel se ne accorse subito. "Per me Cristina ha una cotta per te…" concluse ermetico " e tu non dovresti incoraggiarla!" 
"incoraggiarla?? Ma che ti prende?? ti sei ammattito?" 
"No!!" brontolò Daniel stringendosi nelle spalle "ho solo fatto due più due!" 
"due più due?" 
"si…" rispose Daniel incrociando le braccia "questo spiega perché non torni a casa da quasi un mese e soprattutto pare che di Kira non ti interessi più niente!"
"stai scherzando, Dan? come puoi anche solo pensare una cosa del genere! Ti ho detto perché sono a Firenze, per c'è bisogno di me a studio dopo la morte di mio padre! Ma poi Kira? chi dice che non mi interessa più niente di lei?" 
Daniel lo guardò con aria di sfida, lui poteva non essersene accorto, ma Kira soffriva molto la sua mancanza. 
"sono solo molto impegnato…" sbottò l'altro alla fine " e poi se le manco così tanto potrebbe dirmelo…ci sentiamo tutti i giorni…" 
Carlo non aveva tutti i torti, lui non aveva mai realmente interrotto i rapporti con Kira, ma il tutto si era ridotto a chiamate di pochi minuti, frasi di circostanza, e non appena lei cercava di andare più a fondo, di capire come in realtà stesse, lui tagliava corto con il classico "va tutto bene, sono solo pieno di impegni" 
"sarà…" rispose Daniel con una punta di scetticismo "ma se non fai subito qualcosa rischi di perderla…"
Carlo si irrigidì, non riusciva a capire se l'amico lo stesse rimproverando o se lo stesse soltanto mettendo in guardia. "Daniel, cosa sai che io non so?? Si vede con qualcun altro? E' tornata a frequentarsi con quel Tommaso??" 
Daniel lo freddò con lo sguardo "tommaso?? Carlo io ti sto dicendo che la tua ragazza si sente trascurata, messa da parte, che soffre perché vorrebbe starti vicino e tu non glielo consenti, e tu mi vieni a chiedere se si vede con un altro? e poi chi sarebbe questo Tommaso?" 
Carlo si mosse le labbra, innervosito, il solo pensiero che Tommaso fosse ritornato nella vita di Kira gli faceva ribollire il sangue nelle vene. " é il tipo con cui ha avuto una storia, durante quella famosa pausa di riflessione, si è insinuato tra di noi… e lei non se ne rende neppure conto!!"
Daniel gli si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla " amico mio…hai bisogno di riordinare le idee! andiamocene a dormire! Chiunque sia questo Tommaso credimi attualmente è il tuo ultimo problema. Kira ha bisogno di te, e forse anche per questo è il momento che tu torni a casa"
Detto questo si diresse verso la camera degli ospiti che Lara gli aveva preparato, mentre Carlo rimase in veranda ancora per molto, in silenzio, cercando di mettere ordine a quel caos che era diventata la sua vita.