venerdì 21 agosto 2015

Episodio LXI "In tequila veritas..."


Dopo una lunga giornata di lavoro, Kira finalmente era a casa, faceva caldissimo, l'estate si stava facendo sentire, erano quasi le nove di sera e il termometro segnava ancora i 30 gradi. Per combattere l'afa, si tolse di dosso i jeans e la camicia e si mise comoda, scalza con una fresca canotta, in pantaloncini si diresse in cucina attirata da un buon profumino, sbirciò tra i fornelli, e vide nel microonde due grandi saltimbocca e in frigo due vassoi pienissimi di stuzzichini sfiziosi. Le fu subito chiaro che Frida aveva qualcosa in mente, così aspettò ansiosa il suo rientro. Frida non si fece attendere, arrivò pochi minuti dopo, stracarica di sacchetti di plastica, e saltellando contenta esordì "Stasera cena sul terrazzo, vino e tequila…Giulio è in svizzera, tornerà dopodomani…sono tutta per te!"  Kira alzò il sopracciglio "Chi ti dice che io sia libera stasera?" 
" Beh…disdici tutto, stasera è delirio! E' già tutto pronto, anche Merlino non sta più nella pelle" disse Frida prendendo in braccio il cane iperattivo, saltando con lui per tutta la casa. Kira si alzò dal divano, se così stavano le cose, non le restava che preparare il campo di battaglia; dopo meno di venti minuti già erano fuori a banchettare, con la prima bottiglia di vino già a metà. Alla fine della cena e finita anche il secondo litro di vino, Frida con soddisfazione tirò fuori due bottiglie di tequila, sale e abbondante limone gridando " Cicchetto, cicchetto!" con Merlino che festoso ancora le gironzolava intorno, come se volesse anche lui festeggiare con loro. 
Qualche cicchetto dopo, entrambe erano rilassate ognuna sulla propria brandina, bevendo, fumando e parlando del più e del meno. Già da un po' erano visibilmente brille, ma si sentivano tranquille e spensierate, finchè Kira disse ridendo "Finalmente ti sei liberata di quella zecca di Giulio" 
Frida sgranò gli occhi, mentre imperterrita Kira continuava a ridere, e inaspettatamente iniziò a ridere anche lei "E' vero, mi sento più rilassata. Non devo stare attenta a dove metto i piedi, a cosa tocco, a cosa potrei sporcare con i peli di Merlino…Ma che se ne vada al diavolo, lui la sua macchina, il suo appartamento perfetto e le sue fissazioni del cazzo…Pensa non posso neppure mangiare a letto!" 
Kira sobbalzò, guardandola esterrefatta  "Ma perché sopporti tutto questo? Mangiare a letto è uno dei pochi piacere della vita, io e Carlo lo facciamo sempre…" poi dopo aver riflettuto un secondo disse allarmata "Quindi aboliti tutti i giochetti a letto? Niente panna e fragole?" 
Frida rispose sconsolata, versando ad entrambe l'ennesimo bicchierino di tequila "Macché…pensa non mi porta neanche la colazione a letto…figuriamoci panna, fragole, nutella, morirebbe su colpo, inizierebbe a disinfettare tutta la stanza…fa tanto il pulitone, ma poi non disdegna nessuna porcheria sotto le lenzuola…in quel letto succede di tutto, ma io non posso mangiarci, per carità!" 
"Che tristezza!" 
Frida, intanto sollevò Merlino che si accocolò sulla sua spalla e rivolgendosi a lui "Odia anche te vero? Povero piccolo di mamma…dammi un bacino!!" Il cane non se lo fece ripetere due volte, felice le slinguazzò il naso emettendo piccoli guaiti, davanti all'espressione schifata di Kira "Ma ti prego fri, risparmiami queste disgustose manifestazioni d'affetto. Se Giulio ti vedesse, ti farebbe la doccia con l'amuchina…ahahhah…assurdo!" 
"Daniel mi ha sempre lasciato mangiare a letto" 
" Si ma che c'entra adesso… e poi sei stata tu a lasciarlo, per metterti col dottor Omino Bianco, il mago del pulito!" 
A quel punto entrambe scoppiarono a ridere, avevano le lacrime agli occhi e i bicchieri in mano. 
All'improvviso Frida assunse un'aria seria, e ancora abbracciata a Merlino, soffocato tra le sue braccia disse "Giusto per la cronaca, è lui che ha lasciato me, mi gettata tra le braccia di Giulio, senza guardarsi indietro…" 
" Effettivamente non ci ha messo molto a dimenticarti. Subito ha trovato una spalla su cui piangere" 
"Beh…un po' vecchia, ma pur sempre una spalla!" 
"Ma dai…Clara è una bellissima donna, simpatica, intelligente, un tipetto molto interessante!" 
"Eccola, è partita con l'apologia di Clara. Daniel si è preso una vecchia come lui, si è dato alle over 40…bell'assai, pare che se la tocchi si rompe…mi sembra una bambolina di porcellana…"
"A parte che non c'arriva neppure a 40 anni, ma poi parli proprio tu, quanti anni ha il nostro omino del pulito? Lui li ha abbondantemente superati i 40…" 
Frida assunse un'aria altezzosa e rispose "Avrà anche i suoi 43 anni, ma con me sotto le lenzuola, diventa un ragazzino…lui ha capito tutto della vita, sa apprezzare la carne giovane, a differenza di Daniel che invece preferisce le vecchie rattrappite!" 
"Comunque anche a Carlo non sta particolarmente simpatica. Lui è convinto che tratti Daniel come uno zerbino, questa cosa lo fa imbestialire…" 
" Eh beh, in effetti , con me Daniel non è mai stato così servile. Non è giusto che una donna tenga così al guinzaglio il proprio uomo. Carlo ha proprio ragione secondo me!" 
Detto ciò buttarono giù un  altro cicchetto e mangiarono un altra fettina di limone. 
Kira sospirò profondamente "Parla proprio lui, meglio che mi sto zitta" ma la sua espressione diceva proprio il contrario; era sull'orlo di scoppiare. Frida ovviamente la incoraggiò  continuare "No ora lo voglio sapere…che c'è ti senti chiamata in causa? Anche tu lo tieni un po' al guinzaglio, povero Carlo" 
" Macchè, non hai capito proprio niente, Carlo fa sempre tutto di testa sua, almeno che la sua dolce sorellina non gli dica cosa fare o non fare. Il loro rapporto non è sano, è morboso. Ciò che dice Nenè è vangelo per lui! Ma che nomignolo del cazzo è Nenè, richiamasse almeno il suo nome. Ma solo lui la chiama in quel modo, è una cosa tra fratelli." 
Frida ridendo sotto i baffi rigirò il coltello nella piaga " Che dolci che sono, fratellino coccolato dalla sorella maggiore…Il piccolo Charlie!! è una cosa così tenera…non trovi??"
Kira aggrottò le sopracciglia, rivolgendole uno sguardo schifato "Bleah! quante inutili smancerie…ma fosse solo questa cosa ridicola dei nomi…ma  è assurdo, ti rendi conto che la prima cosa che fa al mattino e inviarle il messaggino del buongiorno?" 
"Sono molto legati, che c'è di male? Sarai mica gelosa?" Kira fece spallucce e insieme buttarono giù un altro bicchiere, la seconda bottiglia era quasi a metà, poi Frida continuò "strano comunque che ancora non vi siate riviste, dopo la vostra prima volta!" 
Kira sentì la tequila andarle di traverso, e tossì fragorosamente "La serata più brutta della mia vita…non farlmelo ricordare…guarda ho la pelle d'oca! Meno la vedo, meglio sto!!"
"La solita cazzimmosa" le disse l'amica , poi prendendo Merlino, agitandoglielo addosso continuò "Diglielo anche tu Merlino! Si rispettano le sorelle maggiori dei fidanzati. Abbaia, cattiva zia Kira, cattiva!" Merlino si liberò dalla sue grinfie e si ritirò in casa al sicuro nella sua cuccia. 
La situazione era davvero degenerata, i fumi della tequila avevano velocemente annebbiato le loro menti. Si erano divertite, avevano riso molto, ma prima che finisse l'ultima bottiglia, crollarono entrambe in un sonno profondo, godendosi la frescura di quella notte d'estate. 
Il mattino seguente, Frida come al solito, fu la prima a svegliarsi per portare Merlino a passeggio. Tornata trovò il caffè pronto in tavola e Kira già vestita l'aspettava per la colazione. Non parlarono molto, si sentivano ancora un po' stordite dalla sera precedente. non ricordavano perfettamente tutto ciò che si erano dette, ma entrambe pensarono che fosse meglio non riparlarne. Ridendo e scherzando era venuto fuori che Giulio non era un uomo poi così perfetto, il risentimento celato che Frida aveva nei confronti di Daniel e la gelosia di Kira verso l'invadente sorella di Carlo, che lo trasformava in un bambinone. Merlino rimaneva l'unico testimone di quella notte di follie e verità, ma per fortuna non c'era il rischio che spifferasse tutto in giro. 

Episodio LX "A cena con Ester"


Kira era entusiasta della serata che stava per trascorrere, lei e la madre di Daniel si erano subito piaciute, le aveva fatto davvero una bellissima impressione, perciò era stata felice di accettare il suo invito per la cena. Dispose un paio di abiti sul letto, come al solito mancava poco più di un’ora all’appuntamento e ancora non si era decisa su cosa indossare, così corse ai ripari chiamando Frida a gran voce, e in pochi secondi se la ritrovò nella stanza “Semplice jeans con camicetta o questo vestitino?” le disse mostrandole i capi. Frida li osservò  e ci pensò su per un po’ “questo abitino bordeaux è delizioso…stasera fa caldo, mettici un bel sandalo fresco e sarai perfetta!” Kira accolse con favore il suo consiglio, in fatto di vestiti Frida era sempre molto decisa “ma tu piuttosto” le disse “che ci fai in pigiama? Datti una mossa, ti ricordo che abbiamo un solo bagno!” “Ho deciso che non verrò” disse Frida prontamente e alla sua risposta Kira la guardò esterrefatta “e perché hai cambiato idea, scusa?” Frida si sedette sul letto dell’amica con le braccia conserte e il viso un po’ imbronciato “Non mi va…cosa c’entro io, scusa? E’ una cena di famiglia…che c’entro io con la madre di Daniel? Io, il mio ex ragazzo e la mia ex suocera a cena…dai, è veramente ridicolo, mi sentirei a disagio e sinceramente mi sentirei anche di troppo!”  “Ma è stata lei ad invitarti!” replicò Kira duramente “Cosa pensi di fare di domenica sera da sola a casa? Giulio è a Milano, sei tutta sola...almeno passerai una serata in compagnia, ci siamo io e Carlo, considera solo questo e non fare l’infantile”. Frida sbuffò sonoramente, l’idea di uscire non le dispiaceva, ma non voleva risultare invadente soprattutto agli occhi di Daniel, che erano ormai più di quattro mesi che praticamente non le rivolgeva la parola e non le offriva alcun margine di resa. Alla fine, comunque, Kira riuscì a convincerla e dopo un’ora precisa erano pronte. Carlo era in leggero ritardo, così decisero di ammazzare l’attesa fumando una sigaretta fuori al terrazzo su un bell’aperitivo e Kira non potè fare a meno di notare l’abbigliamento troppo scarno di Frida, che aveva indossato un paio di shorts neri, una polo a quadretti e delle scarpe da tennis. “Fri, certo che fai tanto la criticona con me, ma che ti sei messa?” le chiese allora ridacchiando “sembri un quattordicenne in gita in montagna!” Risero entrambe di gusto e per una volta fu lei a convincerla almeno a togliersi quell’orribile magliettina e sostituirla con una camicetta deliziosa, mentre per le scarpette da tennis non ci fu nulla da fare, era chiaro che Frida, diversamente dal solito, non voleva dare nell’occhio quella sera, e Kira pensò che fosse per via di Daniel, anche se non lo avrebbe mai ammesso. Quando le ragazze e Carlo entrarono nel ristorantino spagnolo dove Ester aveva prenotato, la trovarono già al tavolo con Daniel. Si alzarono per accoglierli,  lei era davvero bellissima con i ricci neri raccolti in uno chignon adagiato su un lato e due grandi cerchi alle orecchie, salutò ognuno con un abbraccio caloroso e davanti allo stupore per l’assenza di Clara, Daniel spiegò che aveva beccato una brutta influenza ed era stata costretta a restare a casa. Si accomodarono ed essendo tutti molto affamati decisero di ordinare subito: paella valenciana, fagioli alla messicana, alitas de polo, jalapenos ripieni e fiumi di Sangria. La serata si mostrò movimentata e divertente, Carlo e Daniel raccontarono molti aneddoti legati alla loro gioventù ed Ester rideva di gusto ad ogni ricordo, Kira fu costretta a raccontare in che modo avesse conosciuto Carlo, Ester aveva una curiosità morbosa ma disinteressata, la sua era solo voglia di sentirsi vicina alla vita di suo figlio e anche a quella di Carlo, avendolo considerato sempre un po’ come un figlioccio. “Quanto amo stare in mezzo ai giovani” disse la donna nel bel mezzo dei loro discorsi “e che giovani! Siete veramente perfetti e mi faceva piacere salutarvi tutti prima di ripartire… Carlo, sono veramente felice di vederti così sereno, hai tirato su la tenuta e soprattutto hai trovato una ragazza fantastica, già ieri mi aveva dato un’ottima impressione ed ora che la conosco meglio, devo dire la verità, mi piace un sacco!” Kira ringraziò timidamente perché di solito non amava ricevere complimenti in pubblico, ma sentì che Ester era sincera ed apprezzò la sua spontaneità. “Sei una tosta tu, Kira, l’ho capito” continuò la donna “Ma sei acuta e molto intelligente e dalla tua mano ho capito che dietro la tua aria austera hai un gran cuore…non fartela scappare, bello mio, anche se richiede un bel po’ di lavoro, sarà una grande donna un giorno!” Carlo sorrise soddisfatto, anche lui pensava esattamente le stesse cose, e l’opinione di Ester non faceva che rafforzare la sua, anche se non riusciva a comprendere come facesse a capire così a fondo le persone conoscendole appena, era una dote eccezionale. “Esterina, il tuo giudizio vale più di ogni altra cosa per me” le rispose “invece del tuo giovanotto che dici?” le chiese dando un paio di pacche sulla spalla a Daniel “Possiamo promuovere il prof a pieni voti?” Daniel si accigliò, mostrando un po’ di disappunto, non gli sembrava il caso di parlare della sua vita privata, ma ormai il danno era fatto ed Ester non potè trattenersi dal dire la sua “Certo che lo promuovo” disse “Se è felice lui, sono felice anche io…anche se, visto che ti stai facendo vecchietto anche tu, quando avresti intenzione di sistemarti?” Daniel sospirò e, un po’ controvoglia, si sentì costretto a rispondere “Certo che ho intenzione di sistemarmi, e anche presto, ma ovviamente il matrimonio è fuori discussione, sai come l’ho sempre pensata a riguardo!” Ester ridacchiò “Lo so, lo so…credo anche io che il matrimonio non sia necessario presupposto per vivere un amore, si può fare in tanti modi…il matrimonio crea solo quel legame in più che serve solo a non viversi l’amore liberamente…la pensiamo allo stesso modo figlio mio, non ti biasimo” detto questo, la donna preferì non continuare il discorso e non fargli altre domande su Clara, perché aveva notato dal suo tono vago che non aveva voglia di parlarne in quell’occasione. Il cameriere  che portò un’altra brocca di Sangria lasciò per un attimo in sospeso la chiacchierata e non appena si allontanò il commento di Ester fu repentino “Michia” disse in tono siculo “Che bello gnocco questo cameriere, eh?” Daniel intervenne subito ad ammonire la madre, che la prese a ridere insieme agli altri ed aggiunse “Perché non ho ragione? Credo che anche Frida sia d’accordo con me, dal modo in cui lo ha guardato, non è vero?” Frida, nonostante si sentisse un po in imbarazzo, ridacchiò maliziosamente, doveva ammettere che il ragazzo si faceva notare “sinceramente” continuò Ester, guardandola negli occhi, “Credo che anche lui ti abbia notata…ti ha letteralmente squadrata, piccolina! Spero che il tuo dottore sappia che dovrebbe stare attento a lasciarti uscire tutta sola eheheh…mi è dispiaciuto di non aver avuto il tempo di conoscerlo..come si chiama..mm..Giulio, avrei voluto dirgli che a mio avviso è un uomo molto molto fortunato…” Frida ora era davvero imbarazzata e sentì di stare un po’ arrossendo, così abbassò gli occhi, ma per fortuna intervenne subito Kira a smorzare l’imbarazzo con la sua pungente ironia “Vabbè Ester, non ti affliggere per non averlo conosciuto, non ti sei persa niente” disse ridendo guadagnandosi la dura ammonizione di Carlo che le fece notare di essere sempre pronta a criticarlo “Suvvia” si difese lei sorridendo “Frida non si offende, lo sa che io e Giulio non ci amiamo molto, non sempre i medici vanno d’accordo!” Frida concordò con lei ma aggiunse che Giulio la trovava molto simpatica, facendogli guadagnare così il nuovo appellativo di “ruffianone dell’anno” da parte di Kira. Tutti risero di gusto, solo Daniel non si unì alla discussione, mostrando un certo disinteresse a riguardo, d’altronde lui e Giulio si conoscevano appena, lo aveva sempre solo visto di sfuggita dal momento che non c’erano i presupposti per conoscersi meglio. Ester notò il silenzio del figlio, ma continuò sull’argomento rivolgendosi ancora a Frida “e che progetti avete  invece tu e il tuo dottore?” In quel momento Frida incrociò involontariamente lo sguardo di Daniel da cui distolse gli occhi quasi immediatamente. Kira e Carlo colsero subito l’imbarazzo che si era creato tra i due, era chiaro a tutti che Daniel e Frida non avevano voglia di parlare della loro vita privata l’uno davanti all’altro, solo Ester pareva non aver colto questo particolare, o forse, pensò Carlo, stava solo fingendo di non capire, perché insistette davanti all’esitazione di Frida “o scusa, forse sono stata indiscreta…”  “No, no, scusami tu! Mi ero imbambolata” la interruppe immediatamente la ragazza “Allora? Sogni di sposarlo, o anche tu, come me e mio figlio, hai un’altra visione dell’amore?” Frida deglutì sonoramente “Beh” rispose con voce tremante “Non saprei…” “Ma dai Fri!” irruppe Kira “Quando mai ti sei voluta sposare?” “Ok lo devo ammettere” disse Frida, tornando seria “Non ho mai pensato di sposarmi, anche perché ho ancora molto da fare…devo terminare gli studi, cominciare una carriera…devo realizzarmi insomma…anche io credo che il matrimonio non sia poi così necessario”   “E il tuo dottore è d’accordo?” incalzò Ester. Frida non alzò lo sguardo, aveva paura di incontrare di nuovo gli occhi di ghiaccio di Daniel, se li sentiva addosso, come tanti anni prima durante le sue interrogazioni, quando evitava di guardarlo per non sentirsi in imbarazzo, nella paura di essere giudicata in qualche modo. “Non lo so” rispose, allora, rimanendo piuttosto vaga, non riusciva a capire perché le stesse facendo tutte quelle domande, il suo tono sembrava disinteressato, non pareva avere una vera curiosità, eppure la trovava molto insistente. Nel silenzio dei commensali, Frida iniziò a sentirsi soffocare, l’aria le sembrò troppo calda e pesante e sentiva le mani sudare, voleva disperatamente che qualcuno intervenisse a cambiare discorso, ma ancora una volta fu la donna a parlare “io penso che lui troverà il modo di tenerti legata a se…perdere una come te sarebbe un vero peccato, una vera sconfitta” disse con tono serio, voltando la testa verso Daniel, che si sentì quasi colpito dalle sue parole, conosceva bene la madre e sapeva dove voleva arrivare. “Sai” disse Ester in chiusura, davanti all’ennesimo silenzio della ragazza “non mi è servito molto leggerti la mano ieri sera, mi è bastato guardarti negli occhi per capire che hai un cuore enormemente sensibile, che sei una ragazza passionale e profonda…per questo credo che un uomo non possa lasciarti sfuggire…quindi, se è uno intelligente come dite, farà di tutto per non farti scappare…”. Il tono quasi profetico di Ester creò un’aria mistica insieme ai profumi del vino fruttato e al leggero sottofondo di chitarra, ma Daniel spezzò irruentemente il clima alzandosi di scatto “Scusate, vado a cercare il bagno”. A tavola rimasero tutti in silenzio per qualche attimo, finchè non intervenne Carlo a riaccendere la serata cambiando discorso ed esprimendo i suoi giudizi culinari sulla cena, era stata davvero ottima disse, e costrinse Kira ad ammettere che la sua paella era all’altezza e non aveva niente da invidiare a quella che avevano mangiato. Ester notò che da quel momento, per il resto della serata Daniel non proferì più parola, e anche Frida non partecipò vivamente ai discorsi, a differenza di Kira e Carlo che invece erano molto allegri e chiaccheroni. Aveva colto nel centro, pensò, era riuscita nel suo intento. 
Ester e Daniel si fermarono alla tenuta per la notte, così l’indomani l’avrebbero accompagnata entrambi i ragazzi all’aeroporto. Appena arrivati, Daniel subito diede la buonanotte e si ritirò in camera, mentre Ester chiese a Carlo di prepararle una bella tisana rilassante, lui fu felice di accontentarla e ne approfittarono per chiacchierare ancora un po e scambiarsi impressioni ed opinioni sulla serata appena trascorsa. Ester aveva sempre amato parlare con lui, era un ragazzo intelligente e diplomatico, e soprattutto era molto sincero, così si permise di fargli una domanda “Io non so come siano andate esattamente le cose tra quei due, ma penso che Daniel finga molto davanti a lei…” Carlo alzò le sopracciglia e rispose che in effetti si era creato un po’ di imbarazzo a tavola “sì ma a parte l’imbarazzo” continuò lei “Io penso che lei sia la donna giusta per mio figlio e la cosa peggiore è che penso che anche lui lo sappia, ma faccia finta di niente…io credo che si amino” Carlo sorrise “beh, loro dicono il contrario… la loro vita dice il contrario”. Ester soffiò un paio di volte dentro la tazza fissando il vuoto e poi rispose “Spesso la vita che ci costruiamo non dice il vero…e spesso nemmeno le nostre bocche…gli occhi, invece, non mentono mai. Possiamo costruirci una vita di ricchezze, di beltà, di serenità, ma se la nostra anima non è davvero soddisfatta, i nostri occhi lo grideranno...e quelli di Daniel stasera, nonostante lui cercasse di fare il contrario, non riuscivano a staccarsi da lei…hanno bruciato di gelosia quando quel cameriere l’ha guardata, e ancora di più quando nominavo il nome di Giulio…e non ardevano allo stesso modo quando gli ho chiesto di Clara…”  “E’ vero” rispose Carlo “Sinceramente anche io l’ho sempre pensato, qui l’unico a non accorgersene è lui…”  “l’unico a non VOLERSENE accorgere, figlio mio.” lo corresse Ester “Spero che quando capirà che sta sbagliando tutto, non sarà troppo tardi”.

mercoledì 19 agosto 2015

Episodio LIX "Ritornare a Napoli, ritornare a casa"


Per Ester tornare a Napoli significava tornare a casa. Arrivata in taxi al centro della città, invece di farsi fermare sotto casa di Daniel, come previsto, decise di scendere al borgo Marechiaro a Posillipo per fare una passeggiata, sentiva il desiderio di godere in solitudine di quel sole e di quel mare brillante che più di ogni altra cosa le riempivano l’anima, si più di ogni altra cosa, perché sebbene  la Sicilia rappresentasse le sue radici, le sue amare radici, come soleva chiamarle e alle quali non poteva rinunciare, la sua vita felice l’aveva vissuta lì, nel cuore partenopeo, lì era cresciuto suo figlio e lì era riuscita a diventare la donna che voleva. Passeggiò a lungo osservando il panorama pittoresco, i gesti della gente, la voce esuberante delle persone e ogni cosa le ricordò quanta vita ci fosse in quell’angolo di mondo, a volte quasi se lo dimenticava. Erano già cinque anni che mancava da Napoli, ma ogni volta che ritornava notava con piacere che tutto restava uguale, i colori, gli odori, le sensazioni, erano sempre le stesse, tutto era come cristallizzato dalla prima volta che vi aveva messo piede; chiuse gli occhi per un istante e riuscì a percepire l’energia della brezza marina, e si chiedeva come mai, benchè il mare fosse uno solo, in Sicilia non riusciva a percepirla, era come se il suo spirito fosse in perfetta simbiosi  solo con quel posto, era un’armonia dalla quale non poteva prescindere e da cui non avrebbe mai potuto distaccarsi. La suoneria del telefonino interruppe bruscamente la sua meditazione, era Daniel che, ovviamente, le chiedeva dove fosse finita, l’aspettava a casa almeno da mezz’ora, e alla fine decise di andarla a prendere raccomandandole di non muoversi e di cercare di starsene ferma e tranquilla finchè non fosse arrivato. Appena salì in macchina come si aspettava Daniel le fece una bella ramanzina, che però non durò a lungo, era troppo felice di rivederla per essere arrabbiato con lei. In poco tempo furono a casa e, appena varcarono la porta, Ester riuscì a sentire l’odore dei libri, lo stesso odore che c’era nella vecchia stanzetta di Daniel e, in effetti, i libri erano dappertutto e questa cosa la riempiva d’orgoglio, aveva tirato su un uomo magnifico, sensibile e soprattutto amante della cultura, lei aveva sempre cercato di trasmettergli il valore della conoscenza e il suo intento era perfettamente riuscito. Entrati nel piccolo salottino non si aspettò di ricevere la calorosissima accoglienza di Carlo e di una magnifica donna dai capelli rossi che intuì subito si trattasse della nuova fidanzata del figlio. “Scusatela se ci ha fatto preoccupare...lei è così, le sue stravaganze sono all’ordine del giorno” disse Daniel sorridendo “Non c’è bisogno di scusarti per me, tesoro” rispose prontamente Ester “Carlo mi conosce abbastanza per non essere stupìto…lei, beh, si abituerà alla sua nuova suocera fuori di testa” disse rivolgendosi a Clara, che immediatamente le si presentò porgendole la mano; inaspettatamente Ester gliela strinse con entrambe le mani “Che magnifica creatura” commentò guardandola dritta negli occhi; con quel gesto Clara si sentì profondamente penetrata, capì subito cosa intendesse Daniel quando diceva che la madre possedeva una carica spirituale speciale, era vero. Dal modo in cui era vestita le sembrò una sorta di hippy, indossava un larghissima gonna, una camicia e un gilet decorato finemente con ornamenti orientali e dal collo le pendevano almeno cinque collane lunghe e meno lunghe, mentre tra i ricci nerissimi spiccava un foulard verde e portava due grandi orecchini gitani, di quelli che piacevano tanto anche a lei. Guardandola bene notò che Daniel non le somigliava per niente, lei minuta con due grandi occhi neri e la pelle olivastra, lui alto e con gli occhi azzurri, solo il sorriso era identico, comunque non poteva negare che fosse una bellissima donna e piena di fascino, la trovava una suocera sui generis e questa cosa le piaceva molto.  Si sedettero sul divano ed Ester ammonì il figlio per il solito disordine che aveva sempre contraddistinto casa sua e fece mea culpa, ammettendo che era sempre stata lei a farlo vivere in ambienti caotici, era il degno figlio di sua madre. Carlo servì per tutti dei biscotti allo zenzero, sapeva che Ester li amava particolarmente, gli diceva sempre che solo lui sapeva farli a regola d’arte, così li consumarono davanti ad un buon caffè. Ester fece molte domande a Carlo, era curiosa di vedere la sua nuova tenuta, lo elogiò per la sua intraprendenza e lo esortò a continuare ad andare dritto per la sua strada “ho sempre saputo che l’architettura non ti esaltava, caro mio” gli disse “Ma non posso biasimarti, quel burbero di tuo padre sognava per il suo erede una vita identica alla sua,  tu dovevi portare alto il nome dei Carati, ti ha tracciato la strada secondo i tuoi schemi e tu, da buon figlio quale sei, giustamente gli hai dato ascolto…ma io te l’ho sempre detto che la strada che gli altri tracciano per noi, non è la strada giusta…la via giusta è quella che ci costruiamo noi, è quella verso cui ci spinge la passione…e tu, tesoro mio, ci hai messo un po’ di tempo, ma lo hai capito…non è mai troppo tardi…sono fiera di te, come sarebbe fiera di te anche un’altra persona, ne sono certa”. Carlo fu felice delle sue parole, conosceva Ester da quando era un bambino e lei gli aveva sempre dato i consigli migliori, a volte lo aveva portato a pensare che volesse metterlo contro suo padre, ma crescendo aveva capito che non era affatto così, anzi, lei aveva sempre e solo cercato di aprirgli gli occhi e di aprirgli la mente verso nuovi orizzonti e doveva ammettere che era anche un po’ merito suo se lui aveva scelto la strada della cucina, il primo dessert di sua invenzione l’aveva fatto assaggiare proprio a lei e fu in quel momento che Ester gli disse che sarebbe diventato un grande chef, provocando l’ilarità di Daniel e la sua. In poco tempo si creò un clima di allegria e di entusiasmo, Ester travolse tutti con il suo ottimismo e le sue battute. Fu felice di conoscere tutti i dettagli della nuova storia d’amore di Daniel, ma non sembrò affatto invadente, anzi, sembrava solo una madre entusiasta di conoscere tutte le novità del figlio, non voleva perdersi nulla di lui. Tuttavia, inizialmente le sue domande misero molto a disagio Clara che, invece, era una tipa abbastanza riservata, ma dopo poco comprese anche lei la totale buona fede della donna e riuscì ad aprirsi completamente, raccontandole della sua vita, del suo lavoro, delle sue passioni. Ester ascoltava con estrema attenzione,pareva che cercasse di cogliere ogni dettaglio, ogni gesto, i suoi occhi sembravano studiare a fondo le parole e la gestualità di Clara. Durante la loro conversazione scoprirono di avere molte cose in comune, la passione per l’arte e per l’oriente e soprattutto Ester aveva notato la magnifica gonna lunga di seta dai toni orientali della ragazza, davvero in linea con i suoi gusti. La madre di Daniel ebbe di Clara, tutto sommato, una buona impressione, ma non la convinceva al cento per cento. Era bellissima, pensò, intellettualmente interessante, acculturata, caratterialmente piacevole a primo impatto, ma la trovava piuttosto controllata, misurava attentamente le parole; in sintesi, le sembrò una tipa troppo tranquilla per Daniel che, invece, sin da ragazzino aveva sempre preferito donne esplosive, vispe, travolgenti. Beh, pensò che evidentemente i suoi gusti fossero cambiati, ma anche cambiare opinione non era molto da Daniel e , così, mentre ascoltava Clara discutere delle condizioni pietose in cui versava Pompei, le balenò in testa l’idea di conoscere Frida, la ex ragazza di cui aveva tanto sentito parlare. Daniel le aveva parlato insistentemente di lei, mentre di Clara non le aveva detto granchè, sì, era decisa, doveva assolutamente conoscerla, così trovò un escamotage perfetto, come usava fare di solito. “E la tua ragazza, Carlo?” chiese all’improvviso Ester “quando me la fai conoscere? D’altronde, è un po’ come se fosse anche lei mia nuora…avresti potuto portarla!” Carlo si giustificò dicendo che Kira era all’Università, purtroppo, ma l’avrebbe portata nel pomeriggio a casa della ragazza per fargliela conoscere, già aveva programmato tutto. Ester sorrise soddisfatta, non vedeva l’ora di conoscerla e, con un po’ di fortuna, avrebbe trovato anche Frida, pensò. E così fu, quel pomeriggio Ester riuscì nel suo intento. Conobbe entrambe le ragazze, ricordava bene il fatto che vivessero insieme, e le sembrarono deliziose. Trascorsero due lunghe ore insieme a parlare di tutto, le trovò piacevolmente estroverse, piene di idee, di opinioni ed estremamente simpatiche, tanto che si offrì di leggere loro la mano e i Tarocchi, cosa che di rado proponeva, solitamente riservava queste sue doti solo per le persone più care e, alla fine, le invitò a cena la sera successiva per potersi salutare prima della sua partenza…doveva inventarsi qualcosa per quella cena, pensò, doveva pensarci assolutamente.

lunedì 17 agosto 2015

Episodio LVIII "La vita di Ester"


Ester era felicissima di partire e di ritornare finalmente a Napoli dopo quasi cinque anni di assenza, ma soprattutto era felice di rivedere suo figlio Daniel; l’ultima volta lo aveva visto l’anno precedente, in estate, quando lui l’aveva raggiunta a Taormina per un week end al mare prima di cominciare gli esami di Stato che l’avrebbero sicuramente tenuto occupatissimo. Si guardò un’ultima volta nel grande antico specchio che teneva nella camera da letto, i suoi riccioloni neri come ebano erano un po’ troppo ribelli, così si avvolse un grande foulard verde sulla testa a mo di fascia, lasciandolo ricadere sulla spalla, ora era davvero perfetta. Si voltò verso il grande letto matrimoniale di legno massiccio stile arte povera e, fissando con le mani sui fianchi le due grandi valigie poggiatevi sopra, fece mente locale per capire se avesse dimenticato qualcosa. Poi si avvicinò lentamente e accarezzò con le dita i due grossi bagagli di pelle consumata, li accarezzò delicatamente, come fossero due bambini…adorava quelle valigie, aveva con loro un legame estremamente particolare. Gliele aveva regalate la sua nonna quasi più di trent’anni prima, quando lei, ragazzina, senza una Lira dovette andar via di casa e trasferirsi da un piccolo paesino di tremila anime in provincia di Messina nella grande città di Napoli con il suo bambino. Aveva solo diciannove anni quando diede alla luce il suo unico figlio, il fidanzato di allora non ne volle sapere di diventar padre, fece perdere le sue tracce e i genitori le diedero nove mesi di tempo per trovarsi una sistemazione e un lavoro altrove, una figlia disonorata nella Sicilia dell’epoca non la voleva nessuno, sarebbe stata una vergogna troppo grande. Fu così che trovò lavoro come sarta in una boutique del capoluogo campano. Guardando le valigie le venne in mente il giorno in cui salì su quella nave, con quel pargoletto di soli due mesi dagli occhi blu. Solo sua nonna Rosalia pianse per lei, la tenne con sé durante la gestazione e la pregò di restare, ma Ester non volle, non voleva che un’anziana vedova con una misera pensione si occupasse di loro e soprattutto non voleva metterla contro suo figlio. Così si affacciò dalla nave con quei due bauoli accanto a lei e quella carrozzina ingrigita prestatole dalla cara amica Carmelina; ripensando a quei momenti, fu assalita dal ricordo della sensazione di vuoto che provò allora, nel vedere la sua isola allontanarsi, la sua casa, il suo sole, il suo mare. A Napoli fu accolta calorosamente da tutti sul posto di lavoro. La proprietaria della boutique, Donna Antonietta Del Giudice, signora della Napoli bene, era davvero una gran signora, soprattutto nell’animo: vista la sua situazione le diede da subito il permesso di tenere il piccolo Daniel in sartoria nelle ore lavorative e le trovò una mansarda in cui poter stare, un luogo piccolo e modesto, ma decente e pulito. In poco tempo Napoli divenne la sua patria, e diventò il luogo dove decise di far crescere suo figlio. Le vennero le lacrime agli occhi ripensando a quei momenti, soprattutto ripensando a Donna Antonietta…erano già cinque anni che se n’era andata ed Ester non aveva mai superato quel lutto, l’aveva presa sotto la sua ala, l’aveva protetta, l’aveva messa in guardia e non era tenuta a farlo. Lei, una donna di alto rango, ricca, benestante, perché l’aveva sempre aiutata, senza chiedere mai nulla in cambio? Ebbe il coraggio di farle questa domanda solo quando era sul letto di morte, trent’anni dopo che si erano conosciute. Tenendole la mano, con grande rispetto e devozione le chiese “Perché hai fatto tutto questo per me?” e lei, che era una donna intrisa della sottile ironia napoletana, le rispose citando il grande Totò e con un filo di voce, sorridendole con un po di sforzo le disse “perché signori si nasce e io, modestamente, lo nacqui”. Furono queste le ultime parole che si dissero,  ridacchiando.  Ester pensando a lei non riuscì a trattenere le lacrime, che le scivolarono lente sulle guance, e capì che la cosa che le faceva più male era aver pianto più per Antonietta che per sua madre Angelina, e le faceva ancora più male di essere stata aiutata da una sconosciuta e non dal sangue del suo sangue. Non fece mai conoscere a Daniel i suoi nonni e non se n’era mai pentita, suo figlio vide la Sicilia solo a quindici anni, quando i nonni erano ormai morti e quando fu abbastanza grande per conoscere tutta la verità, dall’inizio. Daniel era sempre stato un bambino sensibile, non le aveva mai dato alcun problema ed era sicura che fosse stato un dono per lei, arrivatole da chissà dove e per chissà quale motivo. Lei, dal canto suo, era stata una madre stravagante, lo aveva cresciuto insegnandogli principalmente due valori: l’amore universale e la libertà. Gli aveva insegnato il rispetto e l’amore per la natura e per il mondo, la libertà dagli schemi, dalle religioni, dalle credenze e dalle superstizioni, lei voleva che crescesse completamente lontano dalla realtà da cui lei proveniva, voleva tenerlo distante dalla mentalità chiusa e retrogada da cui era scappata via, da quel mondo intriso di bigottismo e timor di Dio, dove vigevano solo le leggi dell’Onore e della Vergogna. Lavorò nella boutique di Donna Antonietta per sedici anni, poi rilevò una piccolo negozio di gioielli di antiquariato, nel magnifico borgo degli Orefici a Napoli e arrotondava le entrate con la sua attività di cartomanzia, che riservava però solo agli amici più cari. Da quando si era trasferita si era velocemente avvicinata all’esoterismo e a molte dottrine orientali, sentiva che il mondo della spiritualità interiore ed ultraterrena era più vicino a lei di quanto potesse esserlo quello della chiesa e della religione, che le andava troppo stretto da sempre. Da lì la sua vita cominciò davvero a cambiare in meglio, la sua condizione economica migliorò decisamente, Daniel cresceva bene e sereno. Aveva avuto i suoi amori, era sempre stata una donna bellissima e fascinosa, ma aveva sempre deciso di non impegnarsi sentimentalmente, e forse col senno di poi un po’ se ne pentiva, perché aveva negato a Daniel una figura paterna. Ma semplicemente, in gioventù non era mai riuscita a trovare l’uomo giusto… l’amore della sua vita l’aveva incontrato solo da sei anni, poco dopo essere ritornata in Sicilia, in età ormai abbastanza matura. Proprio in quel momento, mentre ripensava a tutte queste cose, Assàn, il suo compagno, entrò nella loro stanza “Cosa c’è Ter? Sei triste di partire?” Ester gli si avvicinò e alzandosi un pò sulle punte gli prese il viso tra le mani “No amore mio, stavo solo ricordando delle cose passate…ma sei sicuro di non voler venire?” Assàn ribadì di non voler partire, Ester aveva provato più volte a convincerlo, ma lui si sentiva un po’ a disagio, nonostante gli avesse assicurato più volte che stavano insieme ormai da sei anni e che anche Daniel lo considerava parte della famiglia. “Resterò qua” le disse “Aprirò il negozio e mi occuperò di Dea, Yoga e Kashmire, so che ci tieni tanto amore mio. E poi devo prendermi cura delle tue rose, delle ortensie, e le bocche di leone, e poi stanno spuntando nuovi boccioli, dovrò vegliarli perché crescano bene e diventano belli come te”. Ester gli sorrise, era un uomo magnifico, si sentiva perdutamente innamorata. Nonostante lei avesse ormai più di cinquant’anni e lui solo trenta, la differenza d’età non era mai stato un problema, vivevano insieme già da cinque anni ed erano molto legati ed estremamente affiatati. Assàn era arrivato in Sicilia dieci anni prima immigrato dall’Etiopia per cercare un lavoro. Si era arrangiato facendo il muratore e i pochi soldi che guadagnava li inviava alla madre rimasta ormai vedova e alle quattro sorelle che erano con lei, lui era l’unico uomo della famiglia e doveva provvedere a loro, diceva, così a fine mese rimaneva con pochissimi soldi per sé. Ester lo aveva conosciuto a Taormina, lui era entrato nel suo negozio di antiquariato , ed era rimasto incantato a guardare una tela del 1914 che ritraeva un magnifico paesaggio africano al tramonto. Lei osservò questo ragazzone di quasi due metri, sporco di calce ed impolverato, commuoversi senza tuttavia distogliere lo sguardo. Ester rimase folgorata da quell’immagine, così gli si avvicinò e gli pose una mano sulla spalla, e lui, sobbalzando, si giustificò in un italiano stentato scusandosi con lei per essere entrato tutto sporco, le disse di sentirsi desolato per averle sporcato il pavimento di polvere e le chiese uno straccio per poterla togliere via. In quel momento le venne un colpo al cuore, lo tranquillizzò e lui dal suo sorriso incantevole capì subito che era una donna speciale. “Vieni dall’Africa?” gli chiese “Si, signora” le rispose abbassando il capo. Lei tornò a mettergli la mano sulla spalla, come aveva fatto poco prima “Non ci sono mai stata, ma dicono che il sole africano resta nel cuore e che non si può ammirare da nessun’altra parte un tramonto così…” “Sì, signora”, rispose nuovamente. “Puoi prenderlo, se ti piace…te lo regalo con piacere” gli disse, indicando il quadro “oh no” le rispose imbarazzato “io vorrei pagarlo, ma non posso. La ringrazio ugualmente”.  Dopo pochi minuti si ritrovarono entrambi seduti sul marciapiede fuori il negozio a parlare delle loro vite, in poco tempo si raccontarono di tutto, si attraversarono e si innamorarono delicatamente l’uno dell’altro. Di Assàn la colpirono i modi gentili, l’educazione, la sua dolcezza e i suoi grandi occhi color oliva; lui, invece, vide in lei una grande forza vulcanica, le sembrò una donna bellissima, anche se non ebbe subito il coraggio di dirglielo. I giorni seguenti lui passò spesso al negozio dopo il lavoro, Ester gli preparava squisite tisane allo zenzero, gli leggeva la mano e ascoltava le storie della sua famiglia. Nacque subito una storia travolgente, in poco tempo lei lo accolse in casa sua e lo assunse come collaboratore al negozio, inoltre era un ottimo giardiniere e condivideva con lei la passione per i fiori. Gli insegnò a scrivere  e a leggere l’italiano, gli leggeva i suoi romanzi preferiti la sera e gli insegnò le più belle filosofie e dottrine orientali, che lei amava tanto. Ogni mese era lei ad inviare dei soldi alla sua famiglia, molti più di quelli che lui avrebbe potuto mandargli, ma Ester lo faceva soprattutto per amore e perché sentiva che la famiglia di Assàn era anche un po la sua, rivedeva se stessa in quella donna etiope che, da sola, tirava su dei figli. Le sorelle di Assàn,  dopo quattro anni riuscirono a racimolare soldi e a trasferirsi per lavorare nella capitale Addis Abeba, e cominciarono a condurre una vita più dignitosa. Chiesero più volte al fratello di ritornare a casa ora che le cose stavano andando bene, ma Assàn decise di restare a Taormina con Ester. Fu in quel momento che Ester cominciò a chiedersi se davvero Assàn non volesse ritornare dalla sua famiglia; cominciò a pensare che forse lui aveva deciso di restare con lei solo perché si sentiva in debito ed era per questo che aveva rifiutato di tornare a casa. Così, una sera, si sedette accanto a lui in giardino, sul prato, e guardandolo negli occhi gli disse che se fosse stato felice di stare con sua madre e le sue sorelle lei lo avrebbe compreso, gli disse che la sua felicità per lei era fondamentale e che non le doveva niente, che tutto quello che aveva fatto per lui e per la sua famiglia le era venuto dal cuore, lui non era costretto a restare legato a lei per darle qualcosa in cambio. Assàn le rispose pacatamente, con il suo solito tono delicato e sincero “Lo so che vuoi la mia felicità, so che sei buona. Ma io non voglio restare qui perché mi sento in debito, voglio restare con te perché provo per te più amore che gratitudine”. Fu in quel preciso istante che Ester capì di aver trovato l’uomo giusto. Per tutta la vita si era spesa per gli altri, ricevendo in cambio solo gratitudine e mai amore, Assàn invece le stava offrendo quello che aveva sempre cercato, amore incondizionato. Diede un ultimo saluto ai suoi tre cagnolini meticci raccomandando loro di dare ascolto al papà e prese l’autobus che la diresse al porto dove l’attendeva la nave in direzione Napoli.

mercoledì 12 agosto 2015

Episodio LVII "Quando Giulio chiama, Frida corre!"


“Sei un maledetto bastardo!” esordì Frida entrando in casa di Giulio, si sentiva furiosa e delusa soprattutto; lui cercò di dire qualcosa, ma per una volta la ragazza non gli permise di proferire parola, buttò nervosamente la borsa sul divano e continuò ad urlargli in faccia gesticolando animatamente “Sono stanca dei tuoi colpi di testa! Adesso basta. Sparisci per giorni e poi ricompari come se non avessi fatto niente di male, come se i tuoi comportamenti fossero normali…sono stanca di dover correre da te quando cazzo ti pare, non sono un giocattolo, una bambolina, un robottino! Non hai alcun rispetto, non sei sano di mente! Quale scusa ti inventerai sta volta?? Attento che le stai esaurendo tutte…sentiamo!!” E incrociò le braccia in attesa di una risposta. Giulio, dii fronte a lei, sembrava piuttosto rilassato, ma dal suo sguardo traspariva un velo di dispiacere; fece per darle una carezza, ma Frida si scostò prontamente intimandogli di non azzardarsi a toccarla, avrebbe voluto schiaffeggiarlo, si sentiva ferita e presa in giro. “Fri capisco che sei arrabbiata, ma te l’ho detto, da ieri sera non mi sono fatto vivo perché stavo malissimo, forse ho preso un brutto virus, non ero in vena di fare nulla e non volevo che mi vedessi in quello stato…” Frida ridacchiò nervosamente, passandosi le mani tra i capelli “Tu sei davvero un idiota, ma che hai nella testa? Che cazzo significa quello che hai detto? E poi cosa ti costava accendere quel dannato cellulare o rispondere a questo cazzo di telefono e dirmi che non stavi bene?”   “Perché sapevo che saresti corsa da me e non volevo farmi vedere in quello stato…” Frida sgranò gli occhi “Ma che cazzo dici??? non ha alcun senso! Non pensi che la donna che ami abbia il diritto di starti vicino anche quando non stai bene? O hai paura che la tua immagine di iron man venga rovinata?? Ma fammi la cortesia, sei ridicolo, meglio che me ne vado, forse ritorno in tempo per la torta”. Frida fece per andarsene, ma Giulio la bloccò e la strinse in un abbraccio caloroso, che lei non ricambiò, e gradualmente strinse sempre di più la presa, come un bambino stringe in mano un palloncino per non farlo volare via;  dopo qualche attimo tornò a guardarla negli occhi, prendendole il viso tra le mani “Mi dispiace…ho sbagliato. Mi sei mancata…io non volevo rovinarti la serata, ma ho troppo bisogno di te, adesso più che mai. Ho bisogno del tuo odore, delle tue mani, dei tuoi occhi…ho bisogno di sentire che ci sei…non andare ti prego, resta…” Frida gli accarezzò dolcemente i capelli, per la prima volta lo vide fragile, indifeso, per la prima volta sentì crollare l’immagine di uomo sicuro di sé a cui si era abituata, davanti a lei c’era un Giulio diverso, al posto del solito sorriso magnetico, un paio di occhi lucidi, invece di fiumi veloci di parole, solo un filo di voce, in quel momento le si svelò davanti un altro uomo. In cuor suo lei sapeva che quelle di Giulio forse erano solo stupide scuse, ma sentiva che in qualche modo era sincero, così depose le armi; d’altronde anche lei per tutta la sera non aveva fatto altro che desiderare di averlo accanto,  così si abbandonò a lui, al bisogno che avevano l’uno dell’altra, che risuonava fortissimo ad ogni bacio, ad ogni carezza, in ogni abbraccio. In piena notte si ritrovarono seduti in un cumulo di lenzuola rosse disordinate, che riuscivano quasi a dare l’idea del loro amore sregolato, ostinato, ma che per lei era drammaticamente indispensabile, irrinunciabile, imprescindibile. Rimasero zitti aspettando il sonno,  perchè per tutta la notte non avevano avuto bisogno di tante parole, si erano amati in silenzio e gli era bastato, gli era bastato come ogni volta lasciare tutto fuori da quelle mura, isolarsi dalla realtà circostante, fingere che al mondo ci fossero solo loro due e si addormentarono accarezzati dalla brezza, che dalla vetrata aperta attraversava le tende, per poi poggiarsi su di loro. Poco dopo l’alba, Frida fu svegliata dai raggi di sole e dal rumore scrosciante dell’acqua, aprì lentamente gli occhi per abituarsi alla luce e scoprì che Giulio non c’era, così capì che il rumore proveniva dal bagno comunicante, dove evidentemente si stava facendo una doccia. Si stiracchiò e guardò l’orologio, aveva dormito poco più di tre ore, ma si sentiva riposata e tranquilla, così andò a prendere una tazza di caffelatte coi cerali e  tornò a berla a letto, anche se Giulio l’avrebbe sicuramente rimproverata, non sopportava che si mangiasse o bevesse in camera sua, ma per lei farlo era una vera passione. Con le gambe incrociate gustava il mousli ai frutti rossi di Giulio e guardava il soffitto, pensò che ci stava mettendo davvero tanto in bagno, come ogni volta ci passava ore, era estremamente meticoloso nel lavarsi i denti e soprattutto nel farsi la barba, rituale che non mancava mai, ogni mattina. Nell’attesa che stava diventando estremamente noiosa, accese il computer portatile per controllare le email e ovviamente gli immancabili social network; curiosando tra i post, i like e i tags dei suoi amici, le saltò all’occhio l’album fotografico della festa di Kira e subito ci cliccò su per guardarlo; un paio di foto di gruppo ,qualche foto al tavolo e al buffet in cui si riconobbe con un bicchiere in mano accanto ad Alessio e le foto della torta, il pezzo che si era persa la sera prima e la sua attenzione fu catturata da una foto che ritraeva Clara e Kira abbracciate dietro la torta, la fissò per qualche istante e lesse le parole che Clara aveva scritto sopra la foto, pubblicamente: <<trovare un’amica come te è stata una fortuna immensa, ci siamo capite sin da subito e da subito ho intuito che sei una grande donna. Auguri Kira!>> Lesse quella specie di dichiarazione più di una volta e arricciando il naso pensò che a Kira non sarebbe piaciuta, a lei non piaceva essere adulata pubblicamente, non amava le dimostrazioni d’affetto. Chiamò Giulio a gran voce un paio di volte e lui uscì velocemente dalla porticina del bagno che stava alla destra del letto, in boxer, con un’asciugamano sulla spalla e con il viso ancora parzialmente sporco di schiuma da barba “Hei hei, che è successo??” Frida rispose senza alzare gli occhi dallo schermo del pc “Guarda una cosa!” Il suo tono agitato lo fece scattare, sembrava si trattasse di qualcosa di importantissimo, così in un secondo si sedette accanto a lei incuriosito, lei gli mostrò la foto e il post scritto e lui non ci trovò niente di strano. Frida chiuse il computer nervosamente “Non c’è niente di strano infatti” gli disse con tono tranquillo, lui le sorrise “E perché mi hai fatto correre come se si trattasse di una cosa importante scusa? Pensavo ti fosse successo qualcosa, mi stavi facendo prendere un colpo! E poi guarda qui queste briciole…hai mangiato a letto?! dai che schifo!” Frida non accolse il rimprovero e rimase qualche attimo in silenzio, pensierosa per poi rompere il silenzio “Beh”  disse “Però cioè questa qua già parla di AMICIZIA preziosa e bla bla, quando si conoscono da dieci minuti….bah, io non penso che a Kira possa far piacere una cosa del genere…da questo si capisce che non la conosce per niente…perché sorridi? Non è così?” Giulio scoppiò a ridere distendendosi sul letto,  davanti allo sguardo basito di Frida che gli chiese nervosamente cosa ci trovasse di divertente; ancora con le mani sulla pancia, mentre cercava di smettere di ridere le disse “Non posso crederci, sei gelosa? Hahahahahah” Frida negò prontamente dicendogli che aveva semplicemente espresso un’opinione, poiché conosceva Kira da tanto tempo sapeva cosa avrebbe pensato, ma Giulio non smise di guardarla con aria ironica e beffarda; lei si innervosì, non sopportava di essere presa in giro, in qualche secondo diventò rossa e  sbottò “Non sono gelosa, non ho nessun motivo per esserlo, figurati se ho paura di perdere la mia migliore amica, lei non mi cambierebbe proprio con nessuno se proprio lo vuoi sapere…è solo che certe smancerie senza fondamento mi danno fastidio, ma da dove è uscita? Lei non conosce nemmeno un quarto di Kira…nemmeno un frammento… e comunque smettila di ridere sotto i baffi, ti ricordo che per colpa tua mi sono persa la torta!” Giulio l’abbracciò da dietro la schiena teneramente, sapeva perfettamente che Frida provava una gelosia puerile nei confronti delle persone a cui voleva più bene, così cercò di  consolarla “Ma dai piccola, anche io penso che tu non abbia niente di cui essere gelosa; però ti conosco e so che te la stai prendendo perché non c’eri tu vicino a lei…ma te la stai prendendo troppo, ognuno può scrivere ciò che gli pare e Clara lo ha fatto…lasciale fare e pensare ciò che vuole” poi la tirò verso di sé , finendo entrambi stesi lungo la diagonale del letto, le scompigliò i capelli e provò a darle un consiglio “Tu devi essere gelosa solo di me, intesi?? Fai come faccio io, fregatene degli altri..che facciano come vogliono, niente ti deve turbare, pensa solo a te…e a me ovviamente …e promettimi che non mangerai più a letto!!!!”. Frida sorrise e gli diede corda continuando a giocherellare con lui tra le lenzuola, Giulio riusciva sempre a convincerla, aveva la capacità di farle vedere le cose sotto una diversa prospettiva, era una delle cose che più amava in lui. Dopo un po’ si ricomposero e Giulio si scusò ancora con lei per averle rovinato la serata; disse di essersi reso conto di essere stato anche poco carino a non essere andato alla festa senza avvisare, ma le svelò che aveva cercato di rimediare a modo suo “Ho chiamato il fioraio…ho fatto spedire a Kira da parte mia un bellissimo mazzo di rose con un biglietto di scuse e gli auguri di buon compleanno…ho fatto bene?” le chiese sorridendo, ma Frida spalancò gli occhi, non era molto d’accordo con la sua strategia e infatti glielo confermò “Non penso che tu abbia fatto una gran mossa…lo sai che a Kira queste cose teatrali non piacciono...non ama essere adulata…potevi almeno consultarmi, non credo che le farà piacere riceverlo, ti detesterà ancora di più” Giulio ridacchiò soddisfatto e con tono beffardo rispose “E’ proprio questo il bello, mi spiace solo di perdermi la sua faccia!”

martedì 11 agosto 2015

Episodio LVI "Buoncompleanno,Kira!"


Per quel 15 giugno Carlo aveva preparato tutto nei minimi dettagli: era il compleanno di Kira e le organizzò una festa a sorpresa nel giardino della tenuta, aveva invitato tutti e le aveva detto che avrebbero cenato da soli, per non destare sospetti. Per Kira era un giorno come un altro, si alzò presto la mattina per studiare, più che all'età che avanzava pensava agli esami imminenti. Di solito non amava festeggiare, ma non le dispiaceva trascorrere la serata con Carlo; per l'occasione decise di indossare il completo che le aveva regalato Frida quella mattina: un pantalone palazzo blu notte e una camicetta bianca svasata, dal gusto un po' hippy, insomma scelse un outfit semplice ma elegante e mentre dava un'ultima occhiata allo specchio, pensò che ancora una volta Frida aveva indovinato la taglia giusta nonostante ultimamente fosse un po ingrassata: tutta colpa di Carlo, pensò, doveva smetterla di farla abbuffare con le sue prelibatezze. Come al solito lui fu puntualissimo, l'attese in macchina per una decina di minuti, era ansioso di darle il suo regalo, sperava le potesse piacere, ci aveva messo molto a cercare qualcosa che facesse al caso suo, Kira era una ragazza particolare e trovare un regalo alla sua altezza non era cosa semplice.
Carlo l'accolse festosamente, le diede un bacio augurandole buon compleanno e finalmente le porse un astuccio rosso che lei aprì curiosa come un bambino davanti a un pacco di Natale. Era un graziosissimo braccialetto in oro bianco e diamantini colorati, e lei decise di indossarlo subito, era perfetto per l'occasione, dovette ammettere che Carlo aveva davvero buon gusto, aveva fatto centro. Arrivati alla tenuta, Kira entusiasta della loro cena a lume di candela, cercò di spillargli dei dettagli sul menu, ma lui fu irremovibile, doveva essere tutto una sorpresa e le disse che l'avrebbe scoperto al momento opportuno. Si accomodarono in giardino e mentre lei continuava a raccontargli della sua giornata e di quanto fosse bello il suo regalo, al grido di "Sorpresa" ,come dal nulla, spuntarono tutti: Daniel e Clara, Vera e Alessio, Frida e altri compagni di facoltà. La festeggiata rimase a bocca aperta, proprio non se l'aspettava, non aveva avuto nessun sospetto, erano stati bravissimi a tenerla all'oscuro di tutto. Kira si sentì al centro dell'attenzione e come sempre in queste situazioni, si irrigidì dall'imbarazzo, ma era comunque molto felice di essere circondata dalle persone a cui voleva bene anche se non diede molto a vederlo, in linea con il suo carattere riservato. Senza troppe moine ringraziò Carlo, riusciva sempre a rendere ogni cosa speciale, era evidente quanto si fosse impegnato. Gli amici, da parte loro, la riempirono di regali: i ragazzi dell'università una bellissima borsa da lavoro, da vero dottore;  Vera e Alessio un week end per due alle terme; Clara e Daniel un magnifico vestito etnico, molto simile ad uno di quelli che Kira aveva notato addosso alla ragazza, che le era piaciuto molto e in più Clara le regalò un pacchetto di dieci lezioni di yoga, a cui sarebbero andate sicuramente insieme. La festa ebbe ufficialmente inizio, i camerieri iniziarono a servire al buffet, l'atmosfera era magnifica, la serata iniziò a scaldarsi in un clima davvero armonioso; tutto sembrava curatissimo, le luci erano poste nel modo giusto, la musica riecheggiava in sottofondo rendendo ancora più incantevole il grande giardino. Ma subito Kira non poté fare a meno di notare un grande assente. Dov'era Giulio? Stranamente non era lì a svolazzarle intorno come una zanzara fastidiosa, Frida era sola e anche se sorrideva, capì immediatamente che qualcosa non si sentiva propriamente a suo agio senza di lui, ormai erano inseparabili, così le si avvicinò porgendole un calice di vino bianco "Come mai sei da sola? Giulio ha avuto qualche contrattempo a lavoro?" Frida accettò volentieri il calice, lo bevve tutto d’un sorso e rispose in modo piuttosto nervoso e sconsolato "Non so che fine abbia fatto…è sempre la solita storia, è irreperibile da ieri sera…ormai non mi preoccupo neanche più!" Kira fece una smorfia di disappunto "Senza parole!" si limitò a dire, sorseggiando anche lei il suo buon vino. Preferì non fare altri commenti su di lui, pensava davvero che non ne valesse la pena, a suo parere non si meritava importanza, ancor meno la sera del suo compleanno, forse era addirittura felice di non averlo tra i piedi con i suoi atteggiamenti inopportuni, anche se le dispiaceva per l’amica. Dopo qualche chiacchiera, alle due ragazze si avvicinarono Clara e Vera. La prima col suo solito stile indossava un lungo caftano dai toni dorati, finemente decorato con piccoli dettagli luccicanti, i capelli raccolti sul lato che mettevano in mostra i grandi orecchini gitani, aveva un aspetto come sempre impeccabile e affascinante. Vera invece non tradiva la sua semplicità, era molto graziosa nel suo capri bianco e nella sua camicetta pesca. "Ma che carino Carlo" esordì Clara "Sei proprio fortunata, ha preparato tutto questo per te…trovarne di uomini così, sempre attenti e presenti" Kira sorrise, non poteva proprio lamentarsi, disse, era proprio felice. Anche vera iniziò a tessere le lodi di Carlo, assaporando uno dei gustosi manicaretti dello chef con aria soddisfatta "E’ un cuoco fantastico. se fosse per Alessio, mangerebbe sempre e solo pizza e precotti!"  Clara ridacchiò e guardando in lontananza verso il buffet  con tono civettuolo disse alle altre : "Anche io non ho di che lamentarmi, guardate come è carino Daniel, mentre seleziona per me i cibi vegetariani" Frida sgranò gli occhi e senza pensarci troppo, intervenne istintivamente "Mamma mia, io sono troppo una carnivora, non ce la farei a rinunciare a certi piaceri di gola…" Kira rispose prontamente indicando Clara " vabbè voglio vedere poi se arrivi a 38 anni con un fisico come il suo" " ah quindi stai pensando di convertirti anche tu al vegetariano?" " No! anche io sono troppo una buongustaia e poi Carlo non mi perdonerebbe mai un affronto del genere!" Unitosi al gruppetto, Carlo si intromise nel discorso, non condivideva le abitudini alimentari di Clara, anzi le considerava addirittura poco sane e chiese a questo punto l'appoggio di vera, che da neo laureata gli confermò che era importante avere una dieta equilibrata con il giusto apporto proteico. Clara fece spallucce, aveva sentito mille volte quei discorsi, ma erano ormai anni che seguiva quel regime alimentare, si preoccupava di integrare le proteine necessarie, era abituata e non sentiva affatto la mancanza di alcuni cibi. Inoltre alla dieta equilibrata associava uno stile di vita sano, tanto sport all'aria aperta e l'immancabile corso di yoga, che le era inutile anche e soprattutto per rilassarsi, per raggiungere uno stato di equilibrio interiore. Anche Kira avrebbe presto apprezzato la disciplina orientale sarebbe stata entusiasta dell'atmosfera mistica e spirituale, quello che le serviva in un periodo stressante come  quello che stava vivendo. Vera dal canto suo, era molto interessata al discorso,  così lei e Kira iniziarono a chiederle delucidazioni di ogni tipo, tutti i segreti dello yoga; Clara fu felice che l'argomento destasse così tanta curiosità, così cominciò a monopolizzare la discussione, sfoggiando tutto il suo sapere e la sua esperienza ormai decennale. L'unica a sembrare totalmente disinteressata era Frida, che non disse una parola, anzi addirittura si isolò dal gruppo e si andò ad accomodare, su una sdraio accanto alla piscina; si era allontanata perchè si sentiva a disagio, sembrava che non avesse nulla da condividere con le altre ragazze e si distese lì, più li osservava da lontano, più si sentiva un pesce fuor d'acqua, provava un forte senso di solitudine, diede un'occhiata al cellulare e pensò che se ci fosse stato Giulio sarebbe stato tutto diverso, lui sapeva farla sentire completa. Mentre guardava la festa da lontano, assorta tra i suoi pensieri, Carlo le si avvicinò sorridente con un piatto in mano e le si sedette accanto "Devi assolutamente provare questi mini cheeseburger, una vera prelibatezza! Tu sei una buongustaia,dammi un po di soddisfazione, mi sento circondato da erbivori salutisti!"  Frida colse al volo l’allusione, scoppiò a ridere e assaggiò subito il gustoso panino: era squisito, disse, non avrebbe mai rinunciato a una cosa del genere! Rimasero in silenzio per un po finchè Carlo non ruppe il ghiaccio, si era accorto che c'era qualcosa che non andava e le chiese come mai fosse venuta da sola. Frida fu molto felice del suo interessamento, capì che aveva intuito il suo malessere e in quel momento sentì che poteva fidarsi di lui, le ispirò sicurezza e fiducia, quindi decise di parlargli sinceramente "Ti sembrerà buffo, ma non so dove sia Giulio” disse stentando una risata nervosa “Ormai non so più cosa pensare…è un uomo magnifico, ma certe volte mi manda all'esasperazione, non riesco a stare dietro alla sua testa…" Carlo le sorrise e le poggiò una mano sulla spalla provando a rassicurarla "Dai…non preoccuparti, avrà avuto qualche impegno importante, vedrai che ti chiarirà tutto. Sono sicuro che lui a te ci tiene, si vede. Piuttosto cosa ne pensi di Jessica rabbit laggiù?" le disse ridacchiando mentre indicava Clara. Frida divertita la osservò per qualche secondo "Pare che a Kira piaccia molto…quindi che dire? Mi fido del suo giudizio…se a lei piace tanto, evidentemente è una brava persona…che devo dirti", disse queste parole con aria un po’ scettica, corrugando un po’ la fronte, e bastò avvero poco a Carlo per capire che era un po’ gelosa del feeling che c’era tra Clara e Kira.  Rimasero lì a chiacchierare ancora per qualche minuto, finchè Frida ricevette una telefonata e Carlo ne approfittò per riprendere posto accanto alla fidanzata, nella lunga tavolata; guardò l’orologio, era quasi mezzanotte e  presto avrebbero dovuto aprire la torta che aveva appositamente preparato con le sue mani : delizia a limone, la preferita di Kira, che intanto si stava decisamente godendo la festa, rideva e scherzava con gli altri invitati parlando del più e del meno, tra una battuta e un bicchiere di Spumante. Aveva notato che Carlo era rimasto a parlare con l’amica a bordo piscina e si guardò distrattamente intorno per capire lei dove fosse finita, l’aveva persa di vista. Ormai si era totalmente disinteressata dei festeggiamenti, non era la solita Frida di sempre, Kira se ne dispiacque e si chiese tra se e se che sorta di strano potere potesse avere Giulio su di lei, proprio non riusciva a spiegarselo. D’un tratto Carlo si alzò in piedi e, tenendo elegantemente in mano una coppa di champagne, intervenne portando un po’ di ordine al vociferare generale “Ragazzi, io propongo un brindisi alla festeggiata prima che arrivi mezzanotte e finisca il compleanno… so perfettamente che non ami i festeggiamenti, soprattutto quando si tratta di te al centro dell’attenzione; ma ho voluto comunque regalarti questa serata perché sei una donna magnifica, dal cuore tenero anche se lo nascondi bene ahhahaha...vabbe la smetto perché altrimenti poi me la fai pagare…quindi, auguri!” Tutti alzarono i bicchieri, anche Kira, che sorrideva imbarazzata guardando Carlo un po’ di traverso, anche se in realtà non poteva negare che il suo intervento era stato carino. Proprio in quel momento comparve Frida al tavolo, le sembrò piuttosto ansiosa di parlarle, ed infatti la prese in disparte scusandosi con gli altri “Che è successo Fri?” le chiese sconsolata; Frida rispose con aria dispiaciuta e la testa bassa, tenendo ancora il cellulare tra le mani “Eh, mi dispiace non potermi godere la torta, ma devo scappare…Giulio non sta bene a quanto pare e devo andare da lui, non ho potuto dire di no…” Kira allargò le braccia “Vabbè dai, non fa niente…vedi un po’ se è tutto a posto e non ti preoccupare, ti conservo un pezzettino di torta, se non ce la pappiamo tutta noi!” Il tono ironico di Kira la tranquillizzò, l’abbracciò e corse via salutando gli altri solo con un cenno della mano. Vera vedendola correre via chiese con la sua solita discrezione dove stesse andando e perché non rimanesse con loro, Kira si limitò a risponderle con poche parole concise, telegraficamente “eh, semplicemente,  quando Giulio chiama, Frida corre” e si guadagnò un’occhiataccia di Carlo, che pensava che fosse sempre troppo pronta sul piede di guerra ad andare contro Giulio, era convinto che avesse solo dei preconcetti ingiustificati, ma non le disse niente, si erano già capiti incrociando gli sguardi. 

lunedì 10 agosto 2015

Episodio LV "Chiacchiere tra donne"


“A gennaio quando avrai finalmente terminato gli studi, organizziamo il matrimonio, voglio sposarti. Visto che ti è piaciuto tanto, pensavo di sposarci nel castello di Gradara, poi verrai a vivere qui da me…beh, se non ti piace compriamo una nuova casa, dove tu sarai la mia regina, unica e indiscussa, mi prenderò cura di te, è l’unica cosa che voglio”. Queste erano state le parole che Giulio le aveva sussurrato quella notte, mentre la teneva stretta tra le sue braccia sul divanetto fuori la veranda del suo appartamento. Era stata una nottata calda, ormai era fine maggio, ed avevano deciso di trattenersi fuori prima di andare a dormire. Ma la sera successiva Frida non faceva altro che pensare a quelle parole, l’avevano stupita, lui non aveva mai nemmeno accennato al desiderio di sposarla e così, all’improvviso, senza neanche chiederglielo, le aveva detto le sue intenzioni, come se lo avesse deciso già da chissà quanto tempo. Anche se non aveva ricevuto una vera e propria proposta era comunque stata felice di sentirgli dire quelle cose, ma adesso aveva le idee confuse. Tutta quella dolcezza, tutta la sua voglia di sposarla, l’intensità con cui le aveva parlato, che cosa significavano? Perché le aveva fatto quella dichiarazione improvvisa la notte prima, e il giorno dopo era sparito, come al solito? Era tutto il giorno che provava a contattarlo, era irreperibile: a casa non c’era, allo studio non si era visto, il cellulare staccato, solita storia, pensò Frida, che adesso cercava di trovare un senso alle parole che le aveva sussurrato e al suo comportamento; si sentiva stremata, in realtà era anche stanca di continuare a farsi tutte quelle domande, tanto non avrebbe mai trovato risposta, lui sarebbe tornato –o forse no, chi poteva saperlo?- le avrebbe promesso la luna, gliel’avrebbe anche portata se necessario, e lei lo avrebbe perdonato e poi sarebbe ricominciato tutto da capo. Sentiva che le forze la stavano abbandonando, guardò per un’ultima volta il piccolo monitor del cellulare e, a malincuore, lo spense e cercò di spegnere anche la sua mente. Si buttò sul letto supina e cominciò a fissare il soffitto, sentiva i piedi pulsare dentro le scarpette da tennis, era stanca per la giornata di lavoro, così se le tolse con un rapido movimento dei talloni e si rannicchiò, avrebbero dovuto vedersi quella sera, ma erano già le nove, non sarebbe tornato. Improvvisamente sentì delle voci in casa, era rientrata Kira ed era in compagnia, infatti dopo poco sentì bussare alla porta della stanza “Fri, ci sei?” Alla sua risposta, Kira entrò sorridente e, come suo solito, si accorse subito che qualcosa non andava ed intuì immediatamente di cosa si trattava, ormai  era l’unico motivo per cui Frida stava male ogni volta, ed infatti glielo confermò. “Vabbe dai, io avevo intenzione di ordinare del sushi” le disse per tirarla su “c’è anche Clara, ti puoi unire a noi, tanto ancora devo chiamare il Giappo, ne faccio portare per tre!” Frida era titubante, non aveva molta voglia di cenare, e soprattutto non voleva rovinare i programmi delle ragazze, ma Kira insistette, come poteva pensare di essere una guastafeste? Così, la trascinò letteralmente in cucina e le servì della sangria appena comprata. Clara era seduta con la schiena perfettamente dritta e le lunghe gambe accavallate ordinatamente, intenta ad accarezzare Merlino che le gironzolava intorno festoso. La circondava la sua solita aurea di perfezione, anche  in un semplice pantalone bianco abbinato a una canottierina verde smeraldo su cui spiccava il rosso dei capelli, che le scivolavano ondulati raccolti su una spalla. Sorridendole con dolcezza le disse che le faceva estremamente piacere che ci fosse, ma Frida non si sentiva affatto di compagnia, così si accomodò sul divanetto silenziosamente. Kira abbozzò qualche battuta qua e là per riaccendere l’allegria e cercare di distrarla, mentre incrociava il suo sguardo con quello di Clara, la quale sembrava chiedersi cos’avesse la ragazza, le sembrava estremamente afflitta. Clara era una donna molto sensibile, riusciva a percepire le sensazioni altrui e se le sentiva sulla pelle, e anche se con Frida non aveva alcun rapporto, e anche se non la conosceva per niente, si dispiacque profondamente per quel suo stato; era così piccola ai suoi occhi, le sembrò una delle sue alunne e in quell’istante sentì di dover fare qualcosa, in realtà cominciò a provare anche un gran senso di colpa per le cose poco carine che aveva detto a Kira su di lei la serata dell’inaugurazione di quel bellissimo lounge bar…così le si sedette accanto e le poggiò una mano sul ginocchio; Frida la guardò con aria stupita, quell’avvicinamento le sembrò strano, forse inopportuno, ma pensandoci, non ci vide nulla di male. “cosa C’è Frida?” le chiese dolcemente “stasera non sei proprio in vena, eh?” Frida alzò le spalle e abbassò gli occhi, non riusciva proprio a fingere di stare meglio, era più forte di lei. “Oh, Clara non preoccuparti…anzi, mi dispiace di non essere di compagnia, magari vi sto pure rovinando la serata, ma tra poco andrò a letto sono proprio stanca”. Clara continuò a tenerle le mano sul ginocchio e Kira, che era intenta a preparare la tavola alle loro spalle, si inserì nel discorso “Ah, l’amour!” esclamò e Clara a quel punto sorrise “Ah, sono pene d’amore …se è così allora non mi impiccio, ma mi dispiace, sul serio…sei troppo giù, si vede lontano un chilometro che vorresti spaccare tutto…ho indovinato?” Frida sorrise per una frazione di secondo e a rompere il silenzio imbarazzante che si creò improvvisamente fu Kira, che spuntata dietro il divanetto, appoggiandosi sullo schienale con i gomiti, proprio al centro delle due ragazze, disse “Fri, è sempre la stessa storia. E’ inutile che ci stai male, se poi appena ritorna basta una sua parola o uno stupido gesto per farti dimenticare tutto. A questo punto, che dirti? Abituati! Oppure prendi la situazione in mano una volta per tutte, altrimenti ogni volta sarà sempre così, è un vizio, o non so cos’altro…” Clara ascoltò le sue parole quasi disorientata, non sapeva di cosa stesse parlando e non osò chiedere di più, dopotutto non erano affari suoi, eppure all’inaugurazione conoscendo Giulio e avendolo osservato a lungo, si era convinta che fosse un ragazzo molto innamorato, attento, premuroso, non si spiegava a cosa stesse alludendo Kira. Frida, intanto, rispose prontamente “Non posso prendere la situazione in mano, non c’è niente da fare…lui mi aveva avvisata..” Kira spalancò gli occhi “Avvisata di cosa? Che è il figlio illegittimo di Houdini, che appare e ricompare?”  “Dai Kira, sii seria!” borbottò Frida, che poi spiegò meglio cosa intendeva “quando ci siamo conosciuti mi ha detto che le sue storie non sono mai andate bene perché nessuna riusciva a stargli dietro, a stare dietro alla sua testa e alle sue stravaganze…io invece voglio stargli dietro…perciò, non posso fare niente più di chiedergli spiegazioni, ovviamente”, Kira a quel punto protestò sonoramente, ma cos’era diventata la sua migliore amica, una completa idiota? Le spiegò che stargli dietro non significava sicuramente dover subire continui comportamenti irrispettosi e doversi abbassare a tutto; una cosa era accettare le sue stravaganze, se così voleva chiamarle, altra cosa era farsi mettere i piedi in testa e assumere un comportamento remissivo. Alle sue parole Frida sospirò, dentro di sé sapeva che forse Kira aveva ragione, ma le spiegò che Giulio era un uomo perfetto, attento, sempre pronto a starle accanto, l’unico suo difetto, per lei, era questo continuo sparire senza preavviso. Clara ascoltò con molta attenzione il loro discorso, era abbastanza disorientata, ma, con sua grande sorpresa, prese le parti di Frida, spronando Kira ad essere meno dura con lei, dopotutto era pur sempre innamorata e soprattutto le ricordò che ogni uomo ha un difetto insormontabile che nessuna donna potrà mai domare. Nonostante le parole temperanti di Clara, Kira rimase sui suoi passi, anche Carlo aveva i suoi limiti caratteriali, su qualcosa non riusciva proprio a sopportarlo, ma non le mancava mai di rispetto e se lo avesse mai fatto lei gliel’avrebbe di sicuro fatta pagare in qualche modo, certamente non ci sarebbe passata sopra. “Devi svegliarti da questo coma! L’innamoramento non giustifica la tua totale assenza di giudizio, hai proprio le fette di prosciutto sugli occhi!” Clara ridacchiò, mentre Frida non faceva altro che sospirare, le parole della sua migliore amica sembravano non fare alcun effetto “ma cosa dovrei fare?” le chiese e a quel punto Kira sbottò “senti, è davvero l’ultima volta che voglio sentir parlare di questa cosa ed è l’ultima volta che ti darò un consiglio a riguardo, visto che non mi stai mai a sentire ogni benedetta volta che succede. Quando torna invece di fare gli occhi a cuoricino, e di berti tutte le scuse che racconta, indurisciti, sii irremovibile e: o lo lasci, ma sono certa che non lo faresti mai, oppure gli dici che è l’ultima volta che tolleri questo suo comportamento,dalla prossima, basta! Però per dirgli queste cose devi prima auto convincerti che lo farai e che è la cosa giusta…” Clara scrutava ancora lo sguardo perso e spaesato di Frida, effettivamente sembrava non avere una propria idea sull’argomento, forse non sapeva sul serio come agire, così ancora una volta intervenne lei, davanti al suo silenzio “Vabbè Kira, è lei la prima a riconoscere che Giulio è un ragazzo un po’ particolare, ha delle stranezze…magari non le manca di rispetto, magari le scuse che le racconta sono la pure a semplice verità, è solo il suo modo di fare che è sbagliato…non partire dal presupposto che quando si giustifica le stia mentendo, sei un po’ prevenuta…” Kira si posizionò davanti alle due ragazze con le mani incastonate sui fianchi,era la tipica posizione che assumeva quando non aveva intenzione di darsi per vinta, e così ribadì il suo pensiero “No Clara, non sono prevenuta nei suoi confronti, solo perché si tratta di Giulio e solo perché non è una novità che non sia proprio il mio migliore amico…ti assicuro che, onestamente, se fosse Carlo a fare le stesse cose, dubiterei anche di lui! Per quanto mi riguarda se sparisse per giorni senza farsi sentire e facendo perdere le sue tracce, potrei pure pensare che ha un’altra donna chissà dove o addirittura che abbia una doppia vita! Frida, svegliati! Almeno indaga sulle cose che fa, cerca di scoprire se le cose che ti dice sono vere! Qui non ci si può fidare nemmeno di persone che conosciamo da una vita…non è per cattiveria che ti dico queste cose, ti sto solo consigliando di vederci chiaro, poi se scopri che ti dice tutta la verità, benissimo, ho sbagliato….ma prevenire è meglio che curare! Detto ciò, non parlerò più di questa cosa…la prossima volta che sparisce, perché ci sarà una prossima volta sappilo, io no non dirò nulla, promesso.”  “Dai ragazze è arrivato il sushi! Ho una fame!!” disse Clara correndo verso la porta a cui avevano appena bussato. La serata fu tranquilla e smisero finalmente di parlare di Giulio, Frida scoprì con molto piacere che Clara era una donna interessante e fu felice di andarci d’accordo, con Kira aveva legato davvero molto, erano estremamente affiatate anche se si conoscevano da pochissimo tempo; avevano tanti interessi in comune ed era evidente che a Kira piaceva il suo modo di fare, il suo modo di vestire e le sue abitudini. Frida dovette ammettere a se stessa che, a tratti, fu un po’ gelosa di questo nuovo rapporto da cui si sentiva un po’ esclusa, e forse fu per questo che dopo la passeggiatina pre notturna di Merlino, decise di andare a letto, lasciando le due ragazze che parlavano e ridevano del più e del meno.

giovedì 6 agosto 2015

Episodio LIV "Tutti insieme appassionatamente!"


Dopo quasi dodici ore di lavoro Giulio finalmente si lasciò cadere sulla grande sedia di pelle dietro la scrivania, i tre interventi previsti per la giornata erano andati lisci, le visite e i controlli erano la parte più stressante, ma l’ultimo paziente era finalmente andato via; guardò l’orologio che aveva al polso ed erano già quasi le nove, non se n’era reso conto, forse perché ormai era fine maggio e il sole tramontava più tardi, facendo sembrare le giornate più lunghe. Per quel mercoledì sera Alessandro lo aveva invitato all’inaugurazione di un lounge bar sul lungo mare napoletano, un locale molto in che dovevano assolutamente provare, gli aveva detto, così mandò un messaggio a Frida dicendole di farsi trovare pronta per le dieci e di vestirsi carina, si sarebbero sicuramente divertiti e non vedeva l’ora di rivederla, quel giorno non era riuscito nemmeno a passare in negozio, avendo dovuto fare avanti e indietro tra cliniche e studio. L’ultima corsa fu quella che fece fino a casa per potersi preparare in tempo e, come sempre, riuscì ad arrivare puntuale come un orologio svizzero; Frida, invece, si fece attendere per un bel po’, Giulio contò precisamente sedici minuti e trentasei secondi, ma quando la vide uscire dal portone di casa pensò che fosse valsa la pena aspettare, pensò che fosse favolosa: un mini abito color carne che non lasciava molto spazio all’immaginazione, sandali vertiginosi in tinta, capelli naturali come sempre, un filo di trucco, nessun gioiello, ma solo un morbido foulard rosso abbinato ad una microscopica borsetta, il tutto accompagnato da un largo sorriso radioso. Si sedette accanto a lui e gli diede un tenero bacio sulle labbra e Giulio mise in moto “Sinceramente non ho più molta voglia di andare lì…salterei tutta la parte della festa e andrei direttamente a casa…” Frida rise “Ma smettila, sei sempre il solito spudorato…e poi abbiamo appuntamento con Ale… sei proprio un caso perso”  “No, sei tu che sei mozzafiato, ti avevo detto di vestirti carina, ma così mi toccherà tenerti d’occhio tutta la serata” le disse accarezzandole il mento, Giulio sapeva come essere galante, a volte esagerava,  ma Frida non poteva negare che le faceva piacere ricevere le sue attenzioni, era un tipo che esagerava in tutto, non conosceva il senso della misura, e anche se a lei piaceva la sua sregolatezza, preferì avvisarlo “Giulio, stasera niente stravaganze…quando siamo da soli va bene, ma io con Alessandro non ho tanta confidenza, non mettermi in imbarazzo con i tuoi colpi di testa, lo sai che ti adoro, ma….” Giulio la fermò “Si si, ma cos’è tutta quest’ansia? Goditi la serata bimba…posso prometterti che non ti salterò addosso se tu mi prometti che non accenderai nemmeno una sigaretta…mi scoccia  rispiegarti tutti gli effetti negativi che provoca, ma se vuoi te li elenco per ricordarteli, magari te ne sfugge qualcuno…allora…”  “No no, va bene dottore, affare fatto”. “A proposito” disse Giulio, “Ma perché non hai chiesto a Kira e Carlo di venire qui con noi?Quella ragazza mi fa troppo divertire, potevi dirglielo Fri”; Frida rispose mentre sii dava una controllata allo specchietto, con aria apparentemente indifferente “Già aveva un impegno…sta sempre con Clara ormai, sono diventate culo e camicia…yoga, the, cippi cioppi…quindi non gliel’ho chiesto” Giulio si girò verso di lei ridacchiando sonoramente e Frida si sentì infastidita “Perché ridi scusa?”  “Ma che sei gelosa?”  “Ma che dici! Figurati…Kira non mi cambierebbe con nessun altra, non ho niente di cui essere gelosa”. Dopo poco parcheggiarono l’auto nel grande parcheggio accanto al locale illuminato, entrambi notarono che sembrava già strapieno, tirava davvero aria di festa. Prima di scendere Giulio abbassò lo specchietto per darsi una sistemata veloce ai suoi riccioli, poi si voltò verso di lei “Quanto ti amo!” e la baciò appassionatamente. Il lounge bar era favoloso: uno spazio enorme all’aperto pieno di tavolini e divanetti, luci soffuse, gazebi bianchi, fiori esotici, alte fiaccole incandescenti e dentro un bancone lunghissimo dalle forme moderne, musica soft e tanta, tantissima gente, Frida spalancò gli occhi alla vista del mare, era davvero un bel posto e quella serata era abbastanza calda per poter stare fuori a rilassarsi, di Alessandro nemmeno l’ombra, ma sicuramente stava per arrivare. Nell’attesa Giulio propose di avvicinarsi al buffet per prendere qualcosa da bere, così si avviarono finchè lui frenò, come se avesse visto qualcosa “Uh, guarda chi c’è!” Frida non riuscì neanche a capire a chi si riferisse, che lui se la trascinò per mano velocemente, finchè non si accorse che poco distante c’erano Kira e Carlo con Daniel e Clara, così provò a fermarlo invano, chiedendogli di aspettare; voleva spiegargli che non era il caso di andare da loro ,perchè era evidente che Giulio non avesse riconosciuto Daniel; ma lui non le diede nemmeno il tempo di parlare che già erano di fronte a loro; Giulio si avvicinò a Kira, che scambiò uno sguardo eloquente con Frida, e sorridente allargò le braccia verso di lei dandole due baci schioccanti sulle guance “Kira che piacere incontrare il miglior medico di Napoli, …sempre dopo di me, s’intende”, poi salutò Carlo con una stretta di mano e, tra lo stupore e l’imbarazzo generali, tese la mano verso Daniel “Buonasera ragazzi, piacere di conoscervi”. Quando il ragazzo gli si presentò, Giulio non parve dare molto peso al fatto che si trattasse dell’ex di Frida che ce l’aveva a morte con lei, anzi, quasi a volersi beffare di lui, quando Clara gli si presentò lui le sorrise con un dolce “Incantato…”. Tutto ciò avvenne nel giro di pochi secondi, giusto il tempo di far arrossire Frida, che sentiva la temperatura corporea salire irrimediabilmente, davanti agli sguardi sconcertati di Kira e Carlo, che provarono entrambi a rompere l’imbarazzo con qualche parola di circostanza. Per tutto il tempo Frida rimase in silenzio, tranne che per un timido “ciao” generale, alle spalle di Giulio; gli stringeva forte la mano, provò più volte a fare pressione per disintegrargliela, finchè non lo tirò via di lì, scusandosi “Raga dai ci becchiamo dopo, c’è un amico che ci aspetta”, e fu così che si allontanarono lasciando il gruppo a bocca aperta. Carlo guardò Kira divertito e poi girò lo sguardo cautamente verso Daniel per provare a coglierne i pensieri, mentre Kira era così visibilmente irritata che non riuscì a tenersi i commenti per sé e decise di rompere il silenzio “Quello non sta bene, io non riesco proprio a sopportarlo” borbottò “Si crede pure simpatico...mah” Carlo ridacchiò a bassa voce e aggiunse “Vabbè dai, è solo un tipo particolare, secondo me gli sei simpatica…” ; Daniel e Clara rimasero in silenzio, anche se lei sembrava piuttosto divertita, Kira invece era a braccia conserte, quella volta non era proprio d’accordo con Carlo, e decise di controbattere “No carlo, mi dispiace” disse con tono arrogante “Non è un tipo particolare, è uno spaccone esaltato che si crede il dio del mondo…ma per favore, e quello sarebbe un medico…fammi la cortesia…” Non continuarono il discorso, preferirono accomodarsi e servirsi un buon cocktail per godersi a pieno la serata, ed in poco tempo tornarono allegri e spensierati. In pochi secondi Frida e Giulio, invece, furono dall’altro lato del locale, lei aveva un diavolo per capello, l’aveva messa in una situazione imbarazzante, ed era proprio quello che gli aveva chiesto di evitare per quella sera. Giulio si accorse del broncio di Frida e così l’affrontò “piccola, ma che c’è? Non dirmi che te la sei presa per quello li, non sapevo che fosse lui…quando si è presentato mica potevo scostare la mano e andarmene via, scusa? Siamo persone adulte…” Frida si voltò verso come una furia, era la prima volta che si sentiva davvero arrabbiata con lui “punto primo, levati quel sorriso dalla faccia perché mi stai irritando. Punto secondo, se mi avessi dato il tempo di parlare, cosa che non fai mai, ti avrei avvisato che non era il caso di andare da loro. Punto terzo, il complimento a quella sciacquetta potevi pure risparmiartelo, sei proprio un coglione.” Giulio rise “Dai Fri, non essere sciocca. Il complimento mi è venuto spontaneo…è una bella donna, ma è una donna di una certa età, volevo essere carino, non mi pare abbia detto qualcosa di strano non fare la gelosa con me.”  “Volevi essere carino? E perché? Tu dici che sei una persona adulta, ma secondo me il tuo complimento era finalizzato esclusivamente a prendere in giro Daniel, sei stato inopportuno, davvero”. Giulio a quel punto sospirò “Piccola ma dai, ma ti pare che faccio ste cretinate? Credo che tu gli stia dando troppa importanza, io mi sono comportato in maniera naturale proprio perché non me ne fregava niente di chi avevo di fronte…ma poi perché dovrebbe fregarmene? Non mi piace che Daniel abbia questo effetto su di te, dovrebbe esserti indifferente esattamente come lo è per me…non fare la bambina, non lo sei” Frida si sedette sul divanetto che Giulio aveva preso per loro e fece un sorso di champagne, era più calma, effettivamente, pensò, lui si comportava così con tutti, non lo aveva fatto apposta “Ok, ho capito che non ti sei comportato così di proposito, ma il punto non è che Daniel abbia qualche effetto su di me, semplicemente l’ultima volta che l’ho visto ci siamo lasciati malissimo, lui mi odia, mi disprezza e non penso sia il caso di far finta di niente e di fare l’amica, tutto qua. Chiudiamola qui questa cosa, io comunque voglio andarmene.” A quel punto Giulio le si sedette accanto e le mise una mano sulla guancia “e dai amore, mi dispiace se ti ho messa in imbarazzo, non volevo farlo. Godiamoci la serata, anzi, guarda, sta arrivando Ale…ehi, siamo qui!” Frida ritornò più o meno serena, anche se si sentiva ancora un po’ turbata. Alessandro arrivò spedito verso di loro, in un completo azzurro chiaro, “scusate il ritardo, dovevo accompagnare Stefanka a casa…” disse, dando un abbraccio amichevole a Giulio e un bacio sulla guancia a Frida, che gli sorrise “potevi portarla con te, saremmo stati tutti e quattro”, a quel punto Giulio rise “amore, Alessandro non porta le sue donne in giro, perché altrimenti non potrebbe rimorchiarne altre!!” Frida spalancò gli occhi, ma si tranquillizzò vedendo che anche Alessandro rideva di gusto “Ma dai, non è così…Frida non dargli ascolto, lui vuole solo denigrarmi…è che non stiamo proprio insieme, quindi non voglio darle delle illusioni, stasera aspetto un’altra amica, sai per ora ognuno fa la sua vita…mentre l’aspetto io vado a prendere qualcosa da bere liggiù, torno subito”. Nel frattempo le danze erano aperte, suonavano musica soft, la pista da ballo centrale si stava pian piano riempendo e Giulio chiese a Frida di ballare “Ma non ci penso nemmeno, non ne ho voglia, sul serio”;  lui non si arrese, la fece alzare e la baciò ripetutamente “ dai, fammi perdonare, fammi ballare con la donna più bella della serata…”. Stretta nel suo abbraccio che odorava di acqua di colonia, Frida poteva concedergli qualsiasi cosa, così si fece guidare, si posizionarono a limite della pista rotonda sulle note di “Hotel California” degli Eagles, poggiò la testa sulla sua spalla e cominciarono un lento appassionato; non c’era niente da fare, pensò, Giulio amava esagerare, era scritto nel suo DNA, infatti subito approfittò del suo collo reclinato per riempirlo di baci a cui lei non sapeva resistere, poi la faceva volteggiare, per poi tornare a baciarla, e quando si passò ad una musica più movimentata sembrava non stancarsi mai di guidarla, Frida quasi non riusciva a stargli dietro, ma lo trovava carinissimo; non fecero altro che ridere per tutto il tempo e lei dimenticò in pochi istanti tutto quello che era successo prima, sentivano di essere soli e ballavano senza inibizioni, come se intorno a loro non ci fosse nessuno. Kira e Clara erano sedute sul loro divanetto a sorseggiare due Margarita, mentre Carlo e Daniel si erano momentaneamente allontanati per prendere due birre e cercare qualcosa di vegetariano nel buffet che facesse al caso di Clara. Le due ragazze erano molto in sintonia, nonostante si conoscessero da poco tempo e avessero un po’ di anni di differenza, subito si erano piaciute. Kira era molto attratta dalla personalità di Clara, le piaceva il modo in cui si vestiva, il suo stile di vita, pensava che fosse una donna davvero interessante, le pareva un po’ sui generis, e a lei le persone così non le erano mai dispiaciute. Anche quella sera le fece i complimenti per l’abbigliamento, indossava un bellissimo vestito lungo rosso dai ricami etnici mediorientali, un abito appariscente nella sua estrema semplicità, adornato solo con una cinta di seta marrone che cingeva la sua vita sottile, facendola sembrare ancora più magra.  “Dovresti provare una lezione di Yoga” le disse Clara “secondo me potrebbe piacerti, se ti va la prossima volta potresti venire con me”, Kira sorrise emozionata “sì, assolutamente…ho sempre voluto farlo, ma poi per un motivo o l’altro, non sono mai riuscita a provare. Credo che un paio di lezioni di prova si possano fare, potrebbe davvero piacermi” e detto questo notò che Clara era distratta, intenta a guardare la pista da ballo, con un certo interesse che subito decise di condividere con lei. “Guarda quei due…” le disse rivolgendo lo sguardo verso Giulio e Frida “Certo che lui è proprio un tipo strano, guarda come si muove, come se la sbaciucchia tutta, e lei gli dà pure corda… Frida non me la ricordavo, è una ragazza molto carina, sembra proprio innamorata…secondo me evidentemente vanno d’accordo perché tra frivoli se la intendono…sai com’è…” Kira fece spallucce, non le piacque particolarmente il giudizio sommario di Clara, pensò che forse era troppo affrettato, così dopo averli osservati per qualche attimo decise di risponderle a tono, anche se con calma “Mah, io su di lui non mi pronuncio, che non mi piaccia non è un mistero. Per quanto riguarda Frida, beh lei è da conoscere, perchè non è per niente come appare agli occhi degli altri. A primo impatto dà l’impressione di essere frivola, ma non è così…comunque in generale non penso sia giusto giudicare dalle apparenze”. Clara colse subito di aver toccato il tasto sbagliato, non aveva pensato al fatto che Frida fosse la sua migliore amica, avrebbe dovuto riflettere prima di parlare…ma comunque era quello che pensava, Kira avrebbe sicuramente apprezzato la sincerità. In ogni caso, dopo qualche minuto di silenzio, fu pronta a dare una nuova svolta al discorso e cominciò a parlarle di Daniel e del fatto che finalmente era sicura di aver trovato l’uomo della sua vita, sì, stavano insieme da poco, ma lei sentiva di aver fatto centro, dopo aver aspettato così tanto da aver quasi perso le speranze; lui la faceva sentire completa, ed era tutto quello di cui aveva bisogno. Le ragazze si chiesero proprio che fine avessero fatto lui e Carlo, li cercarono con lo sguardo e li videro entrambi vicino al buffet, intenti a mettere qualcosa nei piattini. In realtà Carlo aveva trascinato Daniel lontano da Clara per potergli parlare, non gli era stato del tutto chiaro l’atteggiamento che aveva tenuto davanti a Giulio, voleva capirci qualcosa, così approfittò del fatto che fossero soli e gli parlò, cercando di farlo con cautela “Tutto bene?” gli chiese. Daniel gli si rivolse distrattamente “sì tutto bene…perché? Cosa c’è?”  “No intendevo per prima…,per la situazione che si è creata…volevo sapere cosa ne pensassi.” Daniel ridacchiò “Ah per quello? Ma figurati, ti assicuro che va tutto benissimo, penso che si sia visto. “ Carlo annuì “sì, ma infatti per questo te lo sto chiedendo, la tua reazione mi è sembrata strana, sei stato imperturbabile” Daniel rise nuovamente, mentre selezionava tutte le pietanze senza carne per Clara, “Non c’è niente di strano…semplicemente tutto ciò mi è stato completamente indifferente”    “Anche Frida ti è completamente indifferente?” gli chiese Carlo, quasi di getto, come se la domanda gli fosse venuta in maniera totalmente spontanea. Daniel rimase zitto qualche secondo, poi rispose freddamente, quasi come se l’argomento non gli interessasse particolarmente “Sì, assolutamente. Credo che lei abbia trovato finalmente la sua strada, ha trovato quello che voleva, come io ho trovato la mia. Lei è felice, io sono felice, non ci sono rancori, almeno da parte mia.” Carlo meditò su queste parole, non lo convincevano; come si poteva dimenticare in così poco tempo un rapporto importante come quello che aveva avuto con Frida? Anche con lei era stato felice,  fino a pochi mesi prima lei era la donna della sua vita, diceva di amarla, e dopo una delusione così forte, senza nemmeno darsi il tempo di metabolizzarla, già era tra le braccia di un’altra? Così glielo chiese chiaramente, “Quindi tutto quello che c’è stato tra di voi, già lo hai dimenticato? Già hai superato la delusione che ti ha dato?” A questa domanda Daniel cambiò un po espressione, sembrò piuttosto irritato, e anche se cercò di non darlo a vedere, Carlo se ne accorse dal tono con cui gli rispose “Non l’ho dimenticato, ho solo capito giusto in tempo che non eravamo fatti per stare insieme, che entrambi cercavamo altro… da quando sto con Clara ne ho avuto la conferma, non ho rimpianti, rimorsi, rancore, o cose così…quindi è inutile continuare a parlarne…andiamo dai, ci staranno dando per dispersi”. La serata continuò benissimo, tra i ragazzi l’aria era armoniosa e si divertirono molto, si lanciarono anche a ballare quando la notte cominciò a scaldarsi a ritmo di musica e la brezza marina rendeva tutto più magico. Frida e Giulio, invece, si abbandonarono a fiumi di champagne e dopo poco tempo rimasero soli, Alessandro si era allontanato a metà serata con la sua amica di cui entrambi non ricordavano neanche il nome. Erano quasi le tre del mattino, il locale era ancora movimentato,  Frida era stanchissima forse a causa della giornata di lavoro, dei trampoli al piede e sicuramente anche dell’alcool e proprio mentre si stava rilassando, Giulio si alzò dal divanetto, e porgendole la mano le fece una proposta, col suo solito sorriso smagliante “che ne dici se andassimo in costiera amalfitana a farci una passeggiata e aspettare l’alba?” Frida spalancò gli occhi impietrita “Giulio sono le tre del mattino, hai voglia di fare quaranta chilometri per guardare l’alba? Possiamo farlo anche dal terrazzo di casa tua, che mi pare sia molto più vicino…” Come si aspettava, lui continuò ad insistere, quando voleva una cosa non mollava la presa, doveva ottenerla a tutti i costi “Dai, non dirmi che sei stanca…io per te non sono mai stanco, lo sai…ti prego…”  Ancora una volta Frida cedette davanti al suo sorriso magnetico, “Va bene, non ti si può dire mai di no! Io non riesco proprio a capire dove tu riesca a trovare tutte queste energie, sembri un fiume in piena, non ti fermi mai…è quasi impossibile starti dietro”; effettivamente non ricordava un giorno da quando stavano insieme in cui le avesse detto di sentirsi stanco, era sempre pronto a stare in giro,  a fare mille attività, svegliarsi presto la mattina per lavorare ed andare avanti e indietro tra studio e cliniche pareva non pesargli mai a fin giornata.  Comunque depose le armi e si alzò, Giulio sembrava soddisfatto e prendendole il viso tra le mani, le disse “ Io ti amo, perché sei tu la mia energia….andiamo!” Si avviarono e Frida inviò un SmS a Kira per avvisarla che stava andando via e non sarebbe rientrata a casa. Pensò che le loro serate erano state come parallele, vicine, ma non tanto da potersi incontrare, ed era la prima volta che capitava da quando si conoscevano, avrebbero dovuto recuperare con un calice di vino sul terrazzino di casa, assolutamente.