sabato 30 luglio 2016

Episodio CXLI "Sulle tracce di un mistero..."


Rosario finalmente si decise ad alzarsi dal divanetto della sua stanza, fittata in un B&B nel centro storico di Napoli. La sera prima, al compleanno di Clara, erano tornati a casa a notte fonda, ma lui quella mattina comunque era stato costretto a  svegliarsi di buon ora per andare a perlustrare alcune zone interessanti, così, tornato dopo pranzo, era letteralmente svenuto sul divanetto dove aveva fatto un pisolino rigenerante. 
Si stiracchiò  energicamente, tirò fuori una birra al limone dal piccolo frigo bar e si preparò un sandwich con la mortadella, era tutto quello che gli rimaneva di ciò che aveva comprato qualche giorno prima. Mangiucchiando, si mise davanti al computer portatile, era curiosissimo di guardare le fotografie che aveva fatto al compleanno, non aveva ancora avuto modo di studiarsele per bene, voleva guardare meglio i volti di tutte le persone che aveva conosciuto, voleva cogliere ogni dettaglio, dopotutto le persone erano da sempre stati i suoi soggetti preferiti quando si trattava di fotografare; così, iniziò a sfogliarle una per una sul grande schermo del suo MacBook e, come aveva previsto, la persona che per prima catturò la sua curiosità fu Frida. 
Era davvero bellissima, nella sua totale semplicità; in quello scatto l’aveva colta alla sprovvista, si era accorta di essere stata fotografata soltanto quando ormai l’immagine era stata catturata. Aveva lo sguardo rivolto chissà dove, sembrava stesse pensando qualcosa, i capelli castano lucente e gli occhi color nocciola illuminati, vivaci, eloquenti più di ogni altra parola, erano le cose che più l’avevano colpito e poi i suoi lineamenti regolari e proporzionati si prestavano molto bene all’obbiettivo. Doveva ammettere a se stesso di averla puntata dall’inizio della serata e sì, gli piaceva moltissimo, al di là dell’aspetto fisico, gli piaceva proprio come persona, erano molto compatibili, così decise di inviarle un messaggio per una birretta post cena e dopo una quindicina di minuti lei gli rispose, era fatta, si sarebbero visti verso le 22.00 in una birreria del centro. Non sapeva se aveva o meno intenzione di corteggiarla, non voleva provarci spudoratamente, più che altro aveva voglia di stare un po’ in buona compagnia, a Napoli non conosceva nessuno e Frida gli stava particolarmente simpatica, poi se fosse stata lei a dargli qualche segnale, beh, non avrebbe disdegnato di sicuro, si considerava uno che con le donne ci sapeva fare. 
In ogni caso, non si aspettava che lei gli rispondesse di sì per quell’appuntamento, insomma, la sera prima avevano chiacchierato per tutto il tempo ma poi lei all’improvviso si era completamente alienata, si era messa sulle sue e non l’aveva calcolato più nemmeno di striscio, aveva avuto un cambiamento repentino in pochissimo tempo. Da tutta la mattina Rosario non aveva fatto altro che pensare a questo, era solo una tipa lunatica? O lui aveva fatto o detto qualcosa di sbagliato? In linea col suo carattere schietto e diretto, glielo avrebbe sicuramente chiesto quando si sarebbero visti quella sera. Mentre pensava tutte queste cose, continuava a scrutare le fotografie nei minimi dettagli e le sue domande su Frida si fecero ancora più insistenti dentro di sé quando cominciò a notare un piccolo dettaglio: in ogni scatto di gruppo e in ogni scatto dove c’erano sia lei che Daniel, in alcuni i loro sguardi erano l’uno dentro l’altro, erano incrociati, mentre negli altri riuscì a notare quasi sicuramente che era Daniel a guardarla e la conferma più grande la trovò dentro il piccolo filmino di 4 minuti che aveva girato dopo lo stappo dello champagne. Non aveva dubbi, Daniel guardava Frida, insistentemente e la guardava con un’aria a tratti interrogativa, a tratti malinconica, e a tratti sembrava semplicemente scrutarla come per attirare la sua attenzione; mentre Frida, nel filmino, incrocia il suo sguardo soltanto per un istante e in una frazione di secondo si volta, come imbarazzata, come se gli avesse dato fastidio notare che Daniel la stava guardando. Rosario guardò e riguardò più volte le velocissime scene di quei pochi secondi, e si riteneva un osservatore troppo attento per potersi sbagliare. Voleva capirne di più. Tra Clara, Daniel e Frida c’era qualcosa che non gli quadrava, il suo spirito da reporter investigatore aveva ormai preso il sopravvento, Frida forse gli avrebbe dato qualche risposta, pensò. 
Daniel, intanto, era profondamente indaffarato. Carlo era ritornato a Firenze e lui era alla tenuta a cercare di far quadrare tutto. Tenere a bada i dipendenti, controllare che la direttrice di sala facesse bene il suo dovere per lui non era difficile, lo faceva spesso, ma rispondere alle continue domande dell’aiuto chef e degli addetti alla cucina era praticamente impossibile. “Allora ragazzi, inutile che continuate a chiedere a me cose che non so! Carlo al telefono non mi risponde, quindi si fa come ha detto prima di andarsene. I piatti sono gli stessi e no, stasera non avremo il piatto speciale del sabato, perché lui non c’è e quindi non può dirci quale fare e come farlo...”. 
L’aiuto chef, Giovanni, lo guardò contrariato, non gli piaceva lavorare in quel modo, senza la sua guida, “il piatto speciale del sabato c’è sempre stato” replicò allora un po’ contrariato, 
“potremmo riproporne uno di qualche settimana fa...gli ingredienti freschi dovrebbero esserci tutti, stamattina la spesa l’ho fatta io personalmente”. 
Daniel acconsentì, a questo punto era giusto che Giovanni prendesse le redini della situazione in mano, dal momento che lui di come gestire una cucina di quelle dimensioni non ne sapeva nulla, né tanto meno di come fare la spesa, scegliere gli ingredienti più freschi e saper trattare con i fornitori, era sempre stato compito di Carlo. In ogni caso si sentì in dovere di chiamare Giovanni da parte, per quel mese avrebbe avuto un cospicuo aumento di stipendio, perché stava lavorando il doppio rispetto al solito, non gli interessava nulla il fatto che Carlo non fosse d’accordo, questa situazione la stava creando lui e, anche se aveva una giustificazione più che accettabile, doveva comunque capire che c’erano persone che stavano facendo del lavoro al posto suo. “Daniel!” si sentì chiamare mentre era appoggiato al bancone del bar, era Rosario, dovevano cenare insieme lì, se n’era quasi dimenticato.
 “Allora, tutto bene?” gli chiese il fratello dandogli una pacca sulla spalla,
“sì, sì” gli rispose passandosi nervosamente una mano tra i capelli “per fortuna in cucina è tutto sistemato...possiamo anche accomodarci, la direttrice si occuperà dei clienti e dei camerieri, posso rilassarmi un po’ almeno finchè non mi chiamano...ma prendiamo prima un drink, dai”.
 Rosario accettò volentieri, e dopo nemmeno venti minuti erano seduti al loro tavolo, era davvero entusiasta di provare i piatti della tenuta, aveva letto recensioni strabilianti su TripAdvisor. Per antipasto Daniel consigliò gli sfizi mare e monti dello chef, una cosina piuttosto leggera, per primo ordinarono un assaggio di ravioli ai porcini e uno di gnocchi con crema di scampi, mentre per secondo Rosario optò per il pesce, un filetto di tonno al pepe verde e crema di carciofi, mentre Daniel si deliziò con un bell’arrosto. I piatti non delusero le altissime aspettative del nuovo ospite, e Daniel fu felice di notare che anche se mancava lo Chef, la cucina funzionava abbastanza bene, la qualità del cibo non appariva più bassa, magari mancavano solo alcuni dettagli, ma se la cavavano abbastanza. Per tutta la cena parlarono un po’ delle loro vite, di esperienze passate, gusti, hobbies, iniziavano a conoscersi un po’ e avevano molti punti in comune, ma Rosario notò che il fratello non gli chiedeva mai di loro padre, da quando lo aveva conosciuto non gli aveva fatto nemmeno una domanda a riguardo, e così capì che forse quel discorso era ancora troppo delicato per lui, avrebbe aspettato i suoi tempi e decise così di non sfiorare l’argomento. 
“Prendi ancora un po’ di vino, dai, offre la casa!!”, lo incitò Daniel avvicinandogli la bottiglia di falanghina del beneventano, ma Rosario rifiutò, lasciandolo perplesso, “ma come?” insistette ancora “hai bevuto solo un bicchiere...non ti piace questo? Se vuoi possiamo farne portare dell’altro...un bel rosso magari”. Rosario sorrise, “no, no, assolutamente! E’ buonissimo questo vino, è che dopo devo guidare e non voglio esagerare perché ho un appuntamento in birreria...non vorrei mischiare troppo!”. Daniel si scusò, ma fu felice di sentire che si era già ambientato a Napoli, si vedeva che era un tipo che ci sapeva fare con le persone, era molto estroverso e aveva una simpatia tutta siciliana. 
“E dimmi un po” gli chiese ancora Daniel con aria incuriosita “con chi esci stasera? Se si può sapere...già hai fatto conquiste?”, Rosario ridacchiò “no, no, ma che conquiste! Vado a bere una cosa con la vostra amica, Frida, giusto per stare un po in compagnia”. 
A quella risposta Daniel sentì andargli il vino di traverso e tossì energicamente; Rosario notò immediatamente che la sua espressione si era completamente trasformata nel momento in cui aveva nominato Frida, quell’atteggiamento gli diede un’ulteriore conferma dei suoi sospetti, ma non era ancora abbastanza, voleva altri elementi per poter capire cosa ci fosse davvero sotto, così partì al contrattacco con altre domande. Per qualche istante Daniel non disse più nulla, forse non voleva sapere i dettagli di quell’appuntamento, pensò Rosario, che però aspettò poco per ripartire con la sua indagine. 
“Allora, a proposito di Frida” gli disse con aria curiosa “com’è che è vostra amica? Tua e di Clara, intendo...”. Daniel si schiarì la voce, sentiva ancora quel sorso andato di traverso bruciargli in gola, “è stata una mia alunna, anche lei come Kira...non te l’ ha detto?”,  
“mmmm, no, non le ho chiesto niente a riguardo...certo sei stato fortunato come professore, sono tutte così carine le ragazze a Napoli? Eheheh”. Daniel cambiò repentinamente espressione e il fratello se ne accorse, “ma dai, erano delle ragazzine nemmeno maggiorenni...”   
“vabbè ma adesso sono due gran gnocche!” rispose prontamente Rosario maliziosamente 
 “e quindi?” intervenne immediatamente il fratello, in modo piuttosto stizzito. 
“E quindi niente...era solo un’osservazione...” rispose mettendo avanti le mani in segno di calma, era evidente che il suo commento sulle ragazze non era piaciuto a Daniel, ma voleva continuare a stuzzicarlo, piano piano stava arrivando ad ottenere le risposte che voleva
  “e insomma”, gli disse ancora “quindi frequenti delle tue ex alunne, addirittura il tuo migliore amico si è messo con una di loro, una bella coincidenza. E scommetto che sei stato tu il Cupido che li ha fatti innamorare!”; Daniel sorrise rigidamente “sì, diciamo di sì...ma perché ti interessa tanto?”.     “No, era solo per chiedere, sai, sono un tipo curioso”   
“e me ne sono accorto...” bisbigliò Daniel a voce bassa.  “Più che altro”, continuò  Rosario, che finalmente decise di provare a toccare le corde giuste, “tu la conosci bene Frida, quindi? Essendo stato il suo insegnante...”. Daniel sospirò, sì, la conosceva bene, forse anche più di quello che il fratello potesse aspettarsi, ma non aveva alcuna intenzione di parlargli della sua storia con lei, Rosario era un tipo troppo curioso, gli dava fastidio tutta la sua insistenza, quindi continuò a mostrarsi reticente su quell’argomento, “beh, la conosco abbastanza bene, come conosco Kira d’altronde” si limitò a rispondergli, restando vago, “perché?”.  Rosario gli sorrise con aria furba, “beh, sai, mi sembra una ragazza così spigliata, simpatica, aperta, molto intelligente e abbiamo molte passioni in comune...così, le ho dato quest’appuntamento e mi chiedevo, che tipo è? Potrei piacerle se ci provassi?”. Dopo aver detto queste cose, Rosario si trattenne dal ridere, stava recitando una bella parte, insomma Frida gli piaceva parecchio, ma non gli interessava più di tanto avere consigli su di lei, voleva uscirci solo per fare quattro chiacchiere senza impegno e la cosa più divertente era notare che Daniel sembrava piuttosto a disagio, quasi infastidito. 
“Cosa vuoi che ti dica? Che ne so io dei gusti di Frida! Non abbiamo tutta questa confidenza, chiedi alla persona sbagliata...”. Davanti alle risposte disinteressate ed evasive di Daniel, che ancora faceva il vago, come se Frida la conoscesse a malapena e come se dell’argomento non glie ne fregasse nulla, Rosario decise di rischiare e di calcare la mano, era l’unico modo per capirci qualcosa, così ci andò giù pesante “insomma”, disse allora dopo aver assaggiato un pezzo di cheesecake al limone, “scusa la schiettezza, ma vorrei sapere, è una tipa abbastanza facile? Potrei riuscire a portarmela a letto prima di ripartire?”. Certo, essere così diretto non era nel suo stile e sicuramente non aveva per nulla l’intenzione di sfruttare Frida come fosse una poco di buono, ma era l’unico modo per capire se a Daniel davvero non fregava nulla o se stava solo facendo il sostenuto, e dalla sua espressione capì immediatamente di aver raggiunto l’obiettivo. Infatti Daniel sembrò molto turbato da quella sua domanda, fatta a bruciapelo, in modo rude e quasi poco elegante, ma comunque sembrava stesse mantenendo una certa calma e, dopo aver buttato giù il suo bicchierino di amaro, si sporse in avanti avvicinando il suo viso a quello di Rosario, come per dirgli qualcosa a bassa voce, in privato, così Rosario a sua volta gli si avvicinò, per ascoltare cosa aveva da dirgli. 
“Se la sfiori soltanto con un dito, ti spacco la faccia. E adesso vattene.”, gli sussurrò guardandolo dritto negli occhi. 
BINGO!! Pensò allora Rosario, che non ebbe nemmeno il tempo di replicare che Daniel si alzò, aveva da fare di là, gli disse. Comunque, nonostante non fosse felice di aver usato quel tipo di linguaggio, si sentì molto soddisfatto, per lui era ormai evidente che Daniel avesse qualcosa da nascondere, forse aveva una relazione clandestina con lei alle spalle di Clara, chissà. In ogni caso avrebbe continuato ad indagare, il prossimo interrogatorio lo avrebbe fatto a Frida tra circa  mezz’ora!
Grazie al navigatore sul cellulare Rosario riuscì a raggiungere in tempo la birreria dove Frida gli aveva dato appuntamento, parcheggiò la sua Panda, la sua ‘guerriera’, come amava chiamarla lui per tutti i chilometri che le aveva fatto percorrere ormai da cinque anni, ed entrò nel locale; 
si guardò un po’ intorno, l’ambiente era abbastanza stretto, pieno di tavoli, la luce soffusa e il sottofondo di musica rock non gli dispiacevano. Continuò a guardarsi in giro, ma lei ancora non c’era, così decise di sedersi e di sbirciare un po’ il menu nell’attesa, effettivamente, come Frida gli aveva anticipato, c’era un’ampia gamma di birre tra cui scegliere e la cosa gli fece piacere. 
Dopo quasi venti minuti vide arrivare frettolosamente Frida, che evidentemente era consapevole di aver fatto un po’ di ritardo; notò che era bellissima anche con quell’abbigliamento casual, fatto di un semplice paio di jeans stretti e una camicia azzurra con i risvoltini alle maniche, i capelli sciolti ma non troppo ordinati e un’enorme borsa, quasi più grande di lei, da cui pendeva un giubbinetto di pelle. 
“Scusa il ritardo!” esclamò lei quasi col fiatone, “ma figurati”, rispose lui sorridendole, “ci hai messo tanto per arrivare? Potevo passarti a prendere io!”. Frida ridacchiò imbarazzata “in realtà abito a pochi metri da qui...ho solo avuto un piccolo contrattempo! Si è rotto un tubo nel bagno e dovevo rattoppare la situazione in qualche modo...non mi sono fatta attendere per fare la VIP te lo assicuro!!”. Rosario seguì a ruota le sue risate e le confermò che non c’era alcun problema, intanto si era permesso di ordinare un paio di birre di suo gusto, e la cosa a Frida non dispiacque. 
“Hai scelto bene, una buona Bass ci sta tutta!!” disse lei entusiasta “e poi mi piacciono le persone decise, che prendono iniziativa autonomamente!!”. A quell’affermazione Rosario rispose con uno sguardo ammiccante,  i suoi grandi occhi azzurri su cui ricadeva un ciuffo di capelli neri corvino avevano un enorme fascino su Frida, ma lei non riusciva a capire fino in fondo se stesse cercando di sedurla o se semplicemente era un suo normale atteggiamento, ad ogni modo, nonostante la sua innegabile bellezza, non era molto il suo tipo, almeno fisicamente, mentre personalmente le faceva piacere conoscerlo meglio, si erano trovati d’accordo sin dal primo incontro. Davanti alle loro birre fredde per un bel po’ non fecero altro che scherzare e stuzzicarsi su qualsiasi cosa, Rosario era un ragazzo molto acuto, e la cosa che le piaceva di più era la sua enorme schiettezza, per lei era trasparente, le dava l’impressione di dire sempre tutto quello che pensava, senza usare mezzi termini e senza peli sulla lingua e in questo si assomigliavano molto. 
“E quindi un seduttore come te, vuoi farmi credere che sia single?” gli chiese Frida dopo aver appreso che erano ormai tre anni che non aveva una fidanzata. “Sì, single, ma non per scelta!”  
“ah, quindi nessuno ti si fila in pratica? Vorrei approfondire questo punto, mi sembra interessante! hahahahaha”.
“Ma che spiritosa!! In realtà quando una ragazza mi interessa di solito non devo faticare molto per averla, quindi penso che qualcuna mi si fila!! Apparte gli scherzi, sono single perché una ragazza, o meglio una relazione seria, per ora non può avere spazio nella mia vita...non ho il tempo materiale di coltivare un rapporto, non ho dimora fissa, sono sempre in giro per il mondo, Italia, Medio Oriente, Stati Uniti, Russia...a volte sto via per mesi se il lavoro lo richiede...come pensi che un donna potrebbe mai starmi dietro?”. Quell’ultima frase colpì molto Frida che per un istante ammutolì e cambiò decisamente espressione, “ho detto qualcosa che non va?” disse allora Rosario quasi con cautela, visto che ormai aveva capito che con Frida bastava una parola fuori posto per farla raffreddare, come la sera della festa. Frida scosse la testa, 
“no, no..scusa...è che, sai, io non credo tanto a chi dice che sono le donne a non riuscire a stargli dietro! In questo caso, per esperienza personale, penso che sia tu ad essere preso completamente da te stesso e dalla tua vita, tanto da non poter dare spazio ed attenzioni a qualcun altro...non devi cercare qualcuna che sia disposta a stare dietro alla tua vita, ai tuoi ritmi, alla tua frenesia, ma qualcuna per la quale valga la pena rivedere le proprie abitudini...”. 
Rosario la guardò con ria pensosa, “beh, hai ragione...effettivamente è più corretto dire che non è stata colpa delle ragazze che non sono riuscite a starmi dietro, semplicemente non ho trovato nessuna per cui valeva la pena darmi una regolata, nessun grande amore insomma...e tu? Ti vedi con qualcuno,apparte me ovviamente? Hahaha”. 
Frida scoppiò a ridere, “ma che stupido che sei!!! Hahahaha....no, non mi vedo con nessuno e non ho intenzione di farlo..”   “ho capito...ho capito...” intervenne Rosario a colpo sicuro 
“sei una donna ferita...ho indovinato?”. Frida sorrise  timidamente, era un ottimo osservatore, sapeva cogliere nel segno, non c’erano dubbi, “si vede così tanto?” chiese lei, 
“no...l’ho capito dal modo in cui parli delle relazioni, dell’amore..eccetera eccetera...e, scusa se sono diretto, ma è per questo che tieni le distanze con me? Perché me ne sono accorto...insomma, mi sono accorto del fatto che non ti lasci corteggiare nemmeno da lontano...”. Frida ridacchiò, forse era vero che dalla rottura con Giulio teneva le distanze con qualsiasi persona di sesso maschile che le si avvicinasse, ma con Rosario era tutta un’altra storia, principlamente non voleva avere complicazioni Daniel-dipendenti, quindi anche una piccola storiella innocente era assolutamente fuori discussione. Comunque ormai era con le spalle al muro, e gli raccontò un po’ di tutta la faccenda di Giulio, di come l’aveva ferita, e Rosario si mostrò molto comprensivo, sembrava sinceramente colpito da quella storia così assurda. “Non credevo esistessero persone così false” fu il suo commento dopo aver ascoltato tutto il racconto, “non posso credere che uno possa tenere così nascosta una doppia personalità...certo, scusa se te lo dico, ma tu dovevi essere proprio infatuata per non accorgerti di niente...”. 
“E’ vero” rispose Frida sospirando “e forse proprio la mia stupidità mi ha fatto stare ancora più male...il fatto di non aver capito niente e di essermi fatta raggirare come una bambina...ma sai, capita...sbagliando si impara! Così adesso non ho molta voglia di innamorarmi, né di uscire stabilmente con qualcuno...devo ancora riprendermi del tutto, sono stata molto male, ho toccato il fondo”. I due ormai erano entrati molto in confidenza, riuscirono ad aprirsi completamente l’una all’altro, tanto che anche Rosario le confessò che l’ultima vera relazione che aveva avuto, finita ormai da quattro anni, l’aveva lasciato molto ferito. “Si chiamava Lisa, l’ho conosciuta in Egitto, dove stavo preparando un reportage, anche lei era lì per lavoro, era di Torino ed era una giovanissima e promettente giornalista...ci siamo innamorati quasi da subito e abbiamo convissuto per più di due anni, se così si può dire, perché entrambi eravamo sempre in giro per lavoro. E alla fine la storia non ha retto...troppo lontani, troppi litigi, ci vedevamo poco quanto niente...e lei si è messa con un suo collega giornalista, un bel giorno ho trovato il nostro monolocale svuotato di tutte le sue cose. Mi ha lasciato come un pollo e ci sono stato malissimo, ero molto innamorato. E niente, da allora basta relazioni serie, forse anche io non ho proprio voglia di innamorarmi, tutto qua...meglio qualche scappatella! Hahahahah”. Frida capì che Rosario era una sorta di vagabondo, ovunque andasse trovava una donna, ma senza alcun impegno, in modo da poter ripartire e andare altrove senza problemi, ma almeno era sincero, preferiva essere onesto, le disse, così metteva sempre le cose in chiaro con le ragazze con cui stava e questo era da apprezzare, dopotutto.
“Quindi, fammi capire” disse allora Frida con una punta di malizia, “il tuo scopo con me è stato questo fin dall’inizio? Vuoi sedurmi e abbandonarmi? Potevi dirmelo subito, avremmo evitato tanti giri di parole!”.  Rosario scoppiò a ridere, “se fosse così ti avrei direttamente proposto di venire da me! Ma invece ho capito che non sei quel tipo di ragazza...e poi so di non essere il tuo tipo!”   
“ah davvero? E che ne sai tu dei miei gusti?”   “semplicemente me ne accorgo subito se una ragazza vuole venire a letto con me...e non è il tuo caso! E poi, se ti sfioro anche solo con un dito, potrei trovarmi addosso qualche napoletano incazzato!!” Frida ridacchiò, “ma figurati, non correresti alcun rischio!”   “ne sei proprio sicura?” chiese lui quasi con irruenza, “Daniel non sembra essere della stessa opinione...”. A quel punto Rosario notò immediatamente l’improvviso turbamento di Frida, che sembrava non capisse cosa volesse dire; così, dopo qualche attimo di silenzio, glielo chiese con aria seria, quasi preoccupata, forse Daniel gli aveva raccontato qualcosa di loro?. “Cosa c’entra Daniel adesso?” gli chiese allora, “non lo so, dimmelo tu”, rispose lui. A Frida non piacque il tono inquisitorio con cui si era rivolto, ma era chiaro che qualcosa sapesse, anche se non erano per niente affari che lo riguardavano, lei non era certo tenuta a dirglielo per forza. “Ho capito” disse allora Frida, cercando di mostrarsi rilassata, “Daniel ti ha parlato di noi...senti, non so cosa ti abbia detto, e non mi interessa, perché so che non ha una bella opinione di me..ti avrà detto chissà quante sciocchezze, e io non ho intenzione di saperle né di controbattere”. Bingo! Pensò di nuovo Rosario, anche Frida stava vuotando il sacco e la cosa si stava facendo interessante. “Cosa c’è tra di voi? Avete una relazione clandestina?”. A quella domanda così diretta e quasi impertinente Frida spalancò gli occhi che quasi le uscirono fuori dalle orbite, Daniel non gli aveva raccontato niente, e quindi cosa sapeva precisamente di loro e cosa gli interessava? “Ma tu sei matto! Ma come ti permetti, per chi mi hai presa?,” urlò lei, quasi offesa. Immediatamente il ragazzo le chiese scusa per la sua insinuazione “ok, scusa, scusa, non ti incazzare, era solo una mia impressione”.  “Tu voli troppo con la fantasia!”. Rosario ridacchiò sotto i baffi, non era stata proprio una mossa intelligente farle quella domanda a bruciapelo, e si scusò ancora per essere stato indelicato. Frida si mise a braccia conserte, era chiaro che si fosse innervosita, non lo guardava più in faccia, sembrava aver fretta di finire la sua pinta per adarsene, così lui provò a correre ai ripari. “Senti, mi dispiace di essere stato invadente. E’ che, io ho notato che tra di voi c’è qualcosa, Daniel non mi ha detto nulla...più o meno...quindi volevo sapere cosa c’è tra di voi? Perché è lampante che qualcosa c’è”.  
“Ma tu sei un osso duro! Che c’è, ti piace giocare a fare l’investigatore? Ma poi che te ne frega?? Lo vorrei proprio capire!!”   “beh, sono suo fratello ormai! E visto che lui non parla, a questo punto lo chiedo a te, sono solo un curiosone...pensavo lo avessi capito”. Frida fece un respiro profondo, cercò di calmare i nervi, dopotutto Rosario non era in mala fede, effettivamente era solo un tipo curioso e la sua curiosità forse lo portava ad essere certe volte un po’ invadente. 
“Beh”, disse allora lei dopo aver ritrovato la calma “sono felice che non ti abbia detto niente, perché lui ha una visione un po’ distorta di me. Io e lui siamo stati insieme, fino ad un annetto fa...poi le cose si sono complicate, ci siamo lasciati e ora non stiamo proprio in ottimi rapporti, almeno credo...cioè abbiamo un rapporto strano”.  
“Capisco...” disse Rosario “però siete amici! Insomma, frequentate la stessa gente”. Frida sospirò, voleva chiudere quel discorso il prima possibile, “Siamo due ex, e come normale che sia abbiamo un’opinione strana l’uno dell’altra. Soprattutto lui su di me. Io non mi sono comportata benissimo con lui, quindi mi ha portato rancore per molto tempo e me ne porta ancora adesso. Sai, non lo conosci ancora bene tuo fratello, ma se c’è una cosa che devi sapere è che è la persona più lunatica di questo mondo! Cambia idea e atteggiamento da un giorno all’altro! Un giorno ti vuole bene, l’altro ti odia, un giorno decide di esserti amico e il giorno dopo ti pugnala. Così ha fatto con me...la nostra storia è finita male, molto male, e forse non ci siamo mai chiariti, perché lui è un orgoglioso, non ha voluto chiuderla in modo civile. Poi ha conosciuto Clara, sono felici insieme, stanno per sposarsi, e finalmente dopo più di un anno si decide a darmi una tregua. Mi ha fatto credere di avermi perdonata, che potevamo tornare ad avere un rapporto semplice, civile, certo non da amici del cuore, ma almeno da conoscenti. E poi puff! All’improvviso, di punto in bianco, è tornato a trattarmi come la sua peggior nemica, come se ancora quel rancore contro di me lo logorasse...quindi sai cosa c’è? Non me ne frega niente...io volevo solo essergli amica dal momento che frequentiamo le stesse persone, per evitare tensioni...ma se a lui va bene così e preferisce ancora dopo un anno e mezzo trattarmi come se fossi una stronza, faccia pure”. 
Questo sfogo di Frida fece aprire gli occhi a Rosario, ora tutto era chiaro! Ecco perché in quelle foto e in quel filmino Daniel sembrava incrociare lo sguardo di Frida, ecco perché aveva avuto quella sensazione che tra i due ci fosse qualcosa. Ma perché Daniel lo aveva minacciato di spaccargli la faccia se avesse toccato Frida? Lui ci teneva ancora a lei, anche se stava per sposarsi, ma era evidente che Frida non ne sapesse niente, che cosa stava combinando il suo fratellone? In ogni caso, decise di non dire nulla a Frida, anche se il fatto che Daniel non gli avesse raccontato della loro storia gli sembrava strano, perché non lo aveva fatto? 
“Quindi, io sono il fratello di Daniel, era questo il problema l’altra sera alla festa? Quando hai detto che la cosa è complicata...”. Frida annuì, “sì, anche per questo. Non voglio avere niente a che fare con lui...” Rosario le sorrise con dolcezza, “vabbè quindi sei la mia ex cognatina! Hahahhaha”, esclamò allora per sdrammatizzare il momento, “beh, non mi sarebbe dispiaciuto...comunque, io penso che tra di voi ci sia ancora qualcosa, scusa ancora per la mia invadenza!”  
“sì”, rispose Frida con aria seria “tra di noi c’è ancora qualcosa, ci sono troppe parole non dette, troppe cose irrisolte, troppi rancori. Questo c’è, e questo rimarrà sempre...in ogni caso, ora devo andare, mi è piaciuto stare con te stasera...”,  “anche a me, molto!” le rispose Rosario sorridendole, “con te mi riesce facile aprirmi, e poi hai retto bene la mi irruenza e le mie mille domande! Una sera di queste andiamo a cena?”   
“Non ti sembra un po’ esagerato un invito a cena?...piuttosto organizziamo un bell’aperitivo, ti chiamo io! Così puoi investigare su qualche altra cosa ahhahaha” . 
Al di là di tutto, la serata era trascorsa piacevolmente per entrambi, che già parlavano come se fossero amici da una vita e quel rapporto ancora prematuro a Frida piaceva molto, sentiva di potersi fidare con lui e che tra di loro sarebbe potuta nascere un’amicizia vera e sincera, alla fine gli concesse di riaccompagnarla sotto casa, e dopo un altro paio di stupide battute sulla possibilità di salire da lei, si diedero la buonanotte rinnovandosi la promessa di un aperitivo insieme.

mercoledì 27 luglio 2016

Episodio CXL "Buon Compleanno!"


Clara era quasi pronta per quella serata speciale. I trentasette anni erano ormai giunti, ma non si sentiva affatto una quasi quarant’enne, anzi, proprio adesso che stava vivendo il suo sogno d’amore e che era tutto pronto per il matrimonio imminente, si sentiva più che mai una ragazzina. La sera prima del compleanno aveva festeggiato con Daniel, avevano aspettato la mezzanotte insieme, alla tenuta, davanti ad una romantica cena a lume di candela; per questa serata, invece, aveva deciso di festeggiare altrove, nel carinissimo locale di un lido nella zona di Varcaturo con gli amici, avrebbero bevuto, stuzzicato qualcosa e avrebbe spento le candeline, il tutto con un piacevole sfondo musicale ed aveva deciso di invitare proprio tutti, compreso il nuovo arrivato, Rosario.
“Sei bellissima, amore” le disse Daniel cingendole i fianchi da dietro, “questo abito rosa ti dona tantissimo!”  Effettivamente quel vestito rosa corallo che aveva comprato qualche giorno prima era davvero molto bello, lo aveva scelto insieme alla cugina Camilla, la cosa che amava di più era la profondissima scollatura sulla schiena impreziosita da un velo trasparente finemente decorato da perline di una tonalità chiarissima e per mettere in mostra maggiormente la schiena, aveva deciso di tirare su i capelli in un morbido chignon che lasciava qualche ciocca al vento qua e là.
 “Allora, sei contento che abbia invitato anche Rosario? Ho fatto bene, no? Almeno conoscerà tutti i nostri amici...ma a proposito...Carlo è tornato da Firenze? So che qualche giorno fa è ritornato per delle questioni allo studio...”
“sì, sì, è tornato...ma da quanto ho capito domattina già sarà in partenza, sta sempre seguendo gli affari del padre...da quando è morto ormai se ne sta occupando a tempo pieno... è stata Kira a convincerlo a venire stasera e un po anche io mi sono messo nelle orecchie, ultimamente si è chiuso in se stesso per la morte del padre, sembra aver abbandonato tutto, non so cosa gli sia preso, cosa gli sia scattato nella testa... fatto sta che non c’è mai, con la tenuta non so davvero cosa fare, manca sempre, e lui è il cuore pulsante del ristorante! Vabbè...io gli ho già parlato, sa come la penso...quindi”.
Clara aveva notato che effettivamente negli ultimi tempi, dopo il lutto, ma in realtà già da prima della morte del signor Carati, Carlo non c’era praticamente mai e aveva lasciato Daniel alle prese con gli aiuto chef, la cucina e i fornitori, cose di cui non si era mai occupato prima d’ora. In ogni caso, lei provò a rassicurarlo,era normale che Carlo fosse un po’ frastornato, bisognava pazientare ancora un po’.

   Alle 21.00 in punto si misero in macchina e al locale trovarono già alcuni colleghi e anche Rosario già era lì; Clara gli andò incontro sorridente “ma allora sei venuto! Daniel mi aveva detto che non ne era certo!”.
Il ragazzo la salutò ricambiando il sorriso e si scusò per averle preso solo un mazzo di fiori, non conosceva i suoi gusti, ma Clara si dimostrò molto felice del piccolo pensiero, era un bouquet molto fine, colorato e davvero profumato. Daniel, invece, a differenza sua sembrava tenere un po le distanze da quello che, in ogni caso, era suo fratello, si limitò a salutarlo con un’energica stretta di mano e una pacca sulla spalla, per lui era una situazione del tutto nuova, e non se la sentiva ancora di trattarlo come uno di famiglia, anche se doveva ammettere che era un ragazzo molto intelligente, ed era piacevole passare del tempo con lui. Intanto Clara invitò i presenti ad accomodarsi, e solo dopo una ventina di minuti giunsero Carlo e Kira insieme a Frida.
“Scusate il ritardo!” esordì Kira, “Carlo è tornato da Firenze solo alle 19.00, ci abbiamo messo un po’ per prepararci...”. Era evidente che Kira fosse un po’ infastidita dal ritardo che avevano fatto, nonostante sia Daniel che Clara li rassicurarono, infondo dovevano solo bere qualcosa, infatti loro già avevano ordinato. Frida, intanto, notò il nuovo arrivato prima che glielo presentassero, così chiese bisbigliando all’orecchio di Kira con curiosità se fosse quello il fratello di Daniel, e proprio mentre l’amica stava per darle la conferma Clara glielo presentò. In precedenza Kira le aveva già raccontato tutta la questione e tutto quello che Rosario aveva raccontato di suo padre, anzi di loro padre, e tutta quella storia aveva lasciato interdetta e stupita anche lei, che pensò per prima cosa alla signora Ester che per tutta la vita aveva creduto di essere stata abbandonata dal padre di suo figlio, la vita a volte era proprio strana...
Rosario, da parte sua, fu estremamente felice di fare la conoscenza di tutta la cerchia di amicizie di Daniel, ci teneva molto ad entrare anche solo minimamente a far parte della sua vita, ad entrare in qualche modo in contatto con lui.  Comunque, a primo impatto, notò subito Frida, il suo sorriso lo attirò particolarmente, gli sembrava una tipa simpatica e molto alla mano, così da tipo estroverso e intraprendente quale era, si sedette accanto a lei e subito capì di aver fatto la scelta giusta, infatti era molto chiacchierona, proprio come lui, insomma aveva trovato qualcuno con cui conversare, dopotutto non conosceva nessuno lì in mezzo, si sentiva un po’ un pesce fuor d’acqua e lei lo mise subito a suo agio, cosicchè i due dopo pochi minuti entrarono molto in sintonia e anche per Frida sedersi accanto a lui fu una manna dal cielo, dopo tutte le cose che erano successe con Daniel nell’ultimo periodo, il suo riavvicinamento seguito da un nuovo distacco, non aveva molta voglia di prendere parte al compleanno di Clara, che con sua grande sorpresa l’aveva invece invitata; dall’altra parte, non poteva contare nemmeno sulla compagnia di Kira, che stava in un periodo di enorme stress per via di Carlo e in particolare quella sera aveva proprio un diavolo per capello! Quindi in quel frangente, tra Daniel che le rivolgeva giusto qualche parola, Clara che non era mai stata la sua interlocutrice preferita, Kira che stava incavolata e Carlo che si vedeva lontano un kilometro che non aveva voglia di stare lì a mangiare stuzzichini vegetariani, Rosario le sembrò l’unica soluzione possibile per scambiare qualche parola e dopo una decina di minuti già poteva dire che erano sulla stessa lunghezza d’onda, era molto simpatico e socievole, e inoltre come lei aveva un debole per la birra a doppio malto. Infatti, dopo un po’, su proposta di Rosario, i due si allontanarono, decisero di raggiungere il bancone del bar, che stava qualche metro più avanti sulla spiaggia, per prendere un altro paio di birre.
"Tuo fratello ha fatto colpo a quanto pare...” cinguettò Clara maliziosamente, “dici?” chiese Daniel con una nota di disinteresse e una smorfia sul viso. “E’ vero, Daniel”, intervenne Kira ridacchiando “devo dire che hai un fratello molto molto carino...anche se penso che sia Frida ad aver fatto colpo su di lui! Forse non dovevo insistere per farle indossare la minigonna di pelle!!!! hahahahah”,   “beh tu dici che Frida, invece, non ha subìto il suo fascino?” chiese ancora Clara a Kira,
“mah, non penso che a Frida possa piacere...credo di conoscerla abbastanza bene...sicuramente le sta simpatico, sono due logorroici!!!! Ma almeno fisicamente non è il suo tipo, troppo mediterraneo...poi non so!!”. Ancora per un po’ Kira e Clara rimasero a scrutarli dal tavolino, ed erano entrambe d’accordo sul fatto che Rosario fosse proprio un bel ragazzo. Alto, moro, barba incolta, due occhioni azzurri come quelli di Daniel che facevano da contrasto con la pelle bruna, e anche il fisico non era affatto male, era muscoloso , aveva un bel paio di spalle larghe, e quella camicia portata disordinata fuori dai jeans strappati,  stile un po’ gipsy da reporter ribelle, gli donava molto e gli dava un fascino particolare.

“Questa Bulldog Strong Ale è davvero ottima, non credo di averla mai assaggiata prima” disse Rosario dopo aver fatto un soddisfacente sorso dalla sua pinta di birra appoggiato col fianco al bancone, di fronte a Frida, che gli sorrise soddisfatta
“mi sa che non frequenti molte birrerie...è una birra abbastanza conosciuta...” ,
a queste parole Rosario socppiò a ridere “lo ammetto...sono più un tipo da birrozza in bottiglia scolata a casa, davanti ai miei reportage o su una panchina, mentre mi riposo dal lavoro...mi hai scoperto!”. Tra i due calò un breve silenzio, finchè non fu nuovamente Frida a incalanare il discorso   “quindi parlami un po’ del tuo lavoro...sembra interessante...com’è che fai il foto reporter e di cosa ti occupi di preciso?”;
Rosario sorrise alzando gli occhi al cielo, le domande sulla sua attività gli facevano sempre piacere, adorava parlare del suo lavoro, “ti interessa davvero sapere come sono finito a fare questo lavoro?” 
 “sì, davvero, io sono una curiosona nata!!”. Davanti alla sua insistenza, si schiarì la voce e iniziò a raccontarle il suo percorso, “ho sempre avuto una grande passione per la fotografia...da ragazzino lo facevo più che altro a tempo perso...poi ho frequentato la facoltà di chimica, mi sono pure laureato eh!! Però nel frattempo fotografando cose interessanti qua e là, ho fatto del mio hobby una professione, anche perché la laurea in chimica non mi ha portato ad enormi soddisfazioni professionali... e niente, in pratica alla fine ho iniziato ad unire la passione per la fotografia al giornalismo, vendendo sia solo fotografie, sia reportage completi, video e quindi mi sono ritrovato quasi per caso a fare un mestiere completamente diverso...il reporter!”.
Frida lo ascoltò con molto interesse, era estremamente affascinata da quel lavoro, lo trovava davvero esaltante; certo, pensò che quell’aria da sognatore che lui aveva, la portava ad accostarlo a Daniel, c’era qualcosa di lui in Rosario, indubbiamente. “Quindi giri per il mondo, eh?”  
“sì”, rispose lui ancora ridacchiando, “questo lavoro mi porta in giro alla ricerca di cose interessanti da raccontare...vorrei fermarmi un po’ da queste parti adesso, mi sto appassionando molto alla questione della terra dei fuochi, anche se in passato già sono venuto qui per lavoro, agli scavi di Pompei...tanto tempo fa...e cosa mi dici di te, a parte che sei una filosofa?” 
“aahhaha, non mi definirei proprio così, come filosofa sarei un completo disastro! Diciamo che amo e studio la filosofia, tutto qua...e per il resto lavorativamente parlando per adesso mi sto un po’ arrangiando...” 
“e cosa vorresti fare nella vita?” le chiese ancora Rosario poggiando il mento su una mano, con un’aria maliziosa e incuriosita che a Frida per la verità fece salire un po’ di imbarazzo,
“vorrei stare in mezzo ai libri...occuparmi di una biblioteca, gestire un enorme negozio pieno zeppo di libri, o qualcosa del genere...non ho grandissime aspettative...”  
“beh invece mi sembra un’ idea semplice, ma estremamente bella nella sua semplicità...un po’ come te, insomma”. A quel punto Frida non potè fare a meno di arrossire, quel piccolo complimento doveva ammettere che le aveva fatto piacere, era pur sempre una ragazza e lui era veramente un bel tipo, il suo sguardo magnetico la metteva molto in soggezione e temeva seriamente che la cosa si notasse. “Comunque mi piace molto parlare con te!” esclamò lui tentando di rompere il silenzio imbarazzante che si era creato “se ti fa piacere una sera di queste possiamo andare a bere qualcosa, un aperitivo, un post cena...scegli tu...magari così mi mostri anche un po’ Napoli, la conosco così poco...”.
Frida per un attimo si irrigidì, le stava chiedendo di uscire? O stava provando solo ad essere gentile con lei? Non lo sapeva, così rispose d’istinto “mi stai chiedendo un appuntamento?”        “sì...perchè no? Senti, io non faccio troppi giri di parole, sono un tipo schietto che non si fa troppi problemi e ti dico che mi ha fatto piacere conoscerti, mi trovo molto in sintonia con te e penso che potremmo conoscerci meglio, tutto qua, non ho doppi fini, io sono così, esattamente come mi vedi, niente peli sulla lingua” . Frida trattenne il respiro per qualche secondo, perchè anche se velatamente stava praticamente flirtando con il fratello di Daniel e la cosa la metteva a disagio e la cosa peggiore è che il suo disagio lo percepivano anche i muri, così provò a divincolarsi da quella assurda situazione, “beh” rispose allora con aria vaga “non lo so...”
“perché no? Mica ti ho invitata a casa mia...non ce l’ho nemmeno una casa qui, quindi non rischi che possa farti salire con qualche scusa per poterti saltare addosso...hahah tranquilla...”.
Frida sorrise timidamente, come faceva a spiegargli in che situazione si trovava? “Vabbè, dai, ci penserò...” 
“mmmh, penso di aver capito, i miei occhi azzurri questa volta non hanno fatto colpo, eppure di solito funzionano...”   
"ahahahha, ma no, non è questo...anzi...è che, sai, la cosa è più complicata di quanto possa sembrare...ma, dai, un aperitivo non farà male a nessuno, ci sto!”. Rosario le sorrise soddisfatto, e decise che forse era meglio tornare dagli altri e continuare la serata in compagnia, anche se, tornati al tavolo, da osservatore attento quale era, non potè fare a meno di notare l’atteggiamento strano di Frida, gli sembrò che si fosse seduta appositamente lontana da lui e gli sembrava addirittura che sfuggisse a posta il suo sguardo, come se si sentisse a disagio, ma forse era solo una sua sensazione.

Dall’altro lato del tavolo, intanto, Carlo era stato tutta la serata in disparte, col cellulare in mano, sotto lo sguardo severo di Kira, che non aveva fatto altro che lanciargli occhiatacce, nonostante cercasse di apparire rilassata chiacchierando del più e del meno con Clara. Ad un certo punto Carlo finalmente ripose in tasca il cellulare e si rivolse a lei a voce bassa “tigre, penso proprio che sia ora di tornare alla tenuta e di andare a letto...domani ho il treno alle 6 del mattino, non vorrei perderlo, ho molto sonno”  
“beh potevi anche aspettare un po’ per ripartire, sei venuto stasera e domattina così presto già vai via? Nemmeno il tempo di stare un po insieme...”; Carlo sbuffò, ultimamente non facevano altro che parlare dei suoi continui spostamenti, il loro chiarimento era durato giusto il tempo che ripartisse per Firenze
“Kira, ti prego, non ricominciamo...già è tanto che sono venuto stasera, lo sai benissimo che non avevo nessuna voglia di festeggiare il compleanno di Clara e di mangiare queste schifezze vegetariane, l’ho fatto solo per te...”. Kira in quel momento si trattenne da una sfuriata, non riusciva più a sopportare l’atteggiamento distante e menefreghista di Carlo, ma al momento non poteva farci niente, doveva avere pazienza, si ripeteva ancora tra sé e sé, doveva cercare di comprenderlo anche se non era per niente facile. “Va bene Carlo, vai pure a dormire,  però io resto qui...”  
“scusa non vieni a dormire da me?”   le chiese allora lui con aria offesa, “no, voglio aspettare che arrivi la torta, non sono nemmeno le undici, voglio restare ancora con loro e godermi un po’ la serata, vado a dormire a casa mia...tanto che senso ha venire a dormire con te per poi risvegliarmi da sola? Preferisco salutarti adesso, piuttosto che svegliarmi in un letto vuoto...”.
Le sue parole furono fredde e gelarono letteralmente Carlo che, dopo aver salutato frettolosamente gli altri, andò via, lasciando Kira ancora più stizzita di prima e tutti se ne accorsero, il suo disappunto era troppo palese.
“Tutto bene?” , le chiese Clara avvicinandosi a lei che aveva raggiunto il buffet per starsene un po’ per i fatti suoi, “sì...tutto bene”, rispose, anche se la sua risposta non sembrava affatto convincente. “Cosa succede tra te e Carlo, se vuoi parlarne? Non siete più gli stessi, si vede che c’è qualcosa che non va...”. Kira sospirò, sentiva le lacrime premere dentro gli occhi, e si sforzò al massimo per trattenere il pianto, “non lo so, Clara...sta andando tutto a rotoli...Carlo non è più lo stesso. Non c’è mai, e io capisco che stia male per il lutto che ha subìto, ma mi sta escludendo dalla sua vita da troppo tempo, già da quando il padre stava male... mi tratta come se io fossi un peso, un problema, quando invece sto solo provando a stargli vicino...questa situazione mi sta straziando!”. Clara le poggiò delicatamente una mano sul viso, sapeva che stava trattenendo le lacrime, così cercò di rassicurarla in qualche modo, “vedrai che è solo un periodo. Sai, magari è il suo modo di reagire, gli passerà, devi solo aspettare e tutto tornerà come prima”; Kira avrebbe voluto che fosse davvero così, ma non ne era sicura, “ma hai visto stasera come si è comportato? E’ stato in disparte per tutto il tempo, era lontano da noi anni luce...e pensa che ultimamente ogni volta che siamo insieme, anche solo io e lui, si comporta così, come se io non esistessi, come se non gli parlassi, come se lui fosse su un altro pianeta...non so se ce la faccio, sinceramente”. Clara non potè fare altro che darle ragione, anche Daniel aveva notato questo cambiamento improvviso, e aveva giurato che non era mai accaduto da quando lo conosceva. Comunque cercò di consolarla, tutto si sarebbe sistemato...almeno sperava.

martedì 26 luglio 2016

Episodio CXXXIX "La febbre del sabato sera"

Carlo parcheggiò la moto sotto casa delle ragazze.  Quella mattina sarebbe volentieri rimasto a letto, ma doveva sbrigare delle commissioni importanti, incontrare fornitori, e addirittura incontrare due aspiranti chef che avrebbero dovuto sostituirlo al ristorante. Era riuscito a far tutto, ma il forte mal di testa che lo aveva accompagnato tutta la mattinata non accennava a calmarsi, anzi adesso la testa quasi gli scoppiava e anche il senso di nausea, fino a quel momento sopportabile iniziava ad acutizzarsi sempre più. 
Suonò al citofono, sperando davvero che Kira fosse di buone umore, e che l'aprisse senza fare troppe storie, non si sentiva per niente bene e l'unica cosa che voleva in quel momento era vederla e parlare con lei. Da quando era tornato a casa, Kira non aveva fatto altro che tenerlo sulle spine, negli ultimi giorni sembrava che le cose andassero meglio, almeno iniziava a rispondergli a telefono, ma dall'ultima volta ancora non si erano rivisti. 
"Mi fai salire?" le chiese. "che ci fai qui?" gli rispose lei di rimando.
"ho voglia di vederti…!" 
Kira rimase in silenzio qualche secondo "solo 5 minuti. Ho un sacco di cose da fare!" mormorò prima di aprire il portone. In fondo aveva anche lei voglia di vederlo, e forse era giunto il momento di chiarirsi.
Carlo salì a fatica i tre piani fino all'appartamento delle ragazze, quando Kira gli aprì la porta "Ciao tigre…" le disse col fiatone. Lei lo guardò attentamente, c'era qualcosa di strano, Carlo era un tipo allenato, sempre in forma, tre piani di scale non l'avevano mai spaventato, e mai l'avevano ridotto a quel modo. "stai bene?" gli domandò dubbiosa mentre lui si faceva strada nel piccolo salotto. "Benissimo…ho fatto solo troppo in fretta le scale, sai non vedevo l'ora di vederti!" le disse sorridendo, accarezzandole il volto. "che stupido che sei!!" le fece eco lei, passandogli una mano tra i capelli. 
"Ma tu scotti!" 
Carlo scosse la testa " sto benissimo…prendo solo un bicchiere d'acqua!" ma non fece in tempo a raggiungere la cucina, che all'improvviso la stanza iniziò a girare e la vista gli si offuscò completamente.  

"Carlo, carlo!!" si sentì chiamare e scuotere, riconobbe la voce di Kira, ma ancora non riusciva a mettere bene a fuoco "dai apri gli occhi…" lo incalzò ancora la ragazza. 
"cosa è successo??" balbettò Carlo, sorpreso di ritrovarsi disteso sul divano. 
"Hai la febbre altissima…hai avuto un capogiro!" 
"uhm…impossibile" si lamentò "io non mi ammalo mai!" Kira balzò in piedi mostrandogli il termometro che segnava 40.1. 
Carlo poggiò la testa sullo  schienale del divano, si sentiva uno straccio, era una vita che non aveva la febbre così alta. "l'ultima volta che sono stato male ero all'università!" disse cercando di alzarsi, ma non riusciva neppure a tenersi in piedi. 
Kira con non poche difficoltà lo trascinò nella sua stanza e lo mise a letto. Carlo si addormentò subito dopo aver preso l'antipiretico e trascorse tutto il pomeriggio lamentandosi in uno stato di dormiveglia. Kira invece continuò ad elaborare i dati per la sua tesi, sempre vigile e pronta a correre da lui per portagli dell'acqua o aggiustargli i cuscini dietro la testa. Verso ora di cena lo svegliò e lo costrinse a mangiare del brodo di pollo che lei stessa aveva preparato, ma che lui nonostante la buona volontà era riuscito solo ad assaggiare. "la febbre sale di nuovo" gli disse passandogli una mano sulla fronte e trovandolo nuovamente caldo. "mi sento come se un tir mi fosse passato addosso…" si lamentò rannicchiandosi sotto le coperte " perché non ti sdrai qui vicino a me?" le chiese implorante con gli occhi verde scuro, lucidissimi. "ho un sacco di cose da fare Carlo…e tu devi pensare solo a riposare!" gli disse dolcemente accarezzandogli il volto. "sono malato, ho bisogno di coccole!" si ribellò lui 
"sei malato e hai bisogno di riposare…e poi io ho un sacco di cose da fare, riordinare la cucina e portare Merlino a spasso…fai il bravo dai!" Carlo non insistette ulteriormente, si sentiva stanchissimo, chiuse gli occhi e presto si riaddormentò. Quando Kira ritornò dalla passeggiata serale con Merlino, Carlo  dormiva profondamente, la fronte finalmente fresca, la febbre era calata. Era stata anche per lei una giornata impegnativa, voleva solo distendersi e dormire, così indossò il pigiama, rapidamente si infilò sotto le coperte, accese la piccola abat-jour sul comodino e si dedicò alla lettura dell'ultima raccolta di racconti fantastici di Hoffmann ritrovata su di una bancarella a port'Alba pochi giorni prima. Rimase immersa in quell'atmosfera magica e tetra fintanto che il sonno non iniziò a prendere pian piano il sopravvento. Chiuse il libro, spense le luci e si distese sotto le coperte e si girò a guardare Carlo che dormiva sul fianco dandole le spalle. Kira esitò per qualche istante, ma poi si avvicinò a lui piano, accostò il suo corpo al suo, abbracciandolo teneramente. Lui  che era invece già sveglio da un po', percepì con sorpresa quell'abbraccio, il calore del suo respiro sul collo e quell'impercettibile sussurro "Mi manchi" che le era sfuggito dalle labbra senza neppure che lei stessa se ne rendesse conto. Carlo avrebbe voluto fermare nel tempo quel momento per sempre, Kira pensava che lui dormisse, per questo si era lasciata andare, era ancora arrabbiata con lui, ma ancora lo amava e adesso lui si chiedeva come avesse fatto a dimenticarlo. 
"Mi dispiace" mormorò a bassa voce, mentre le stringeva forte la mano, come a trattenerla, ad evitare che scappasse via. 
"da quanto sei sveglio?" chiese lei rimanendo rigida, ma sempre attaccata a lui. 
Carlo si girò  sulla schiena, voleva guardarla negli occhi, voleva chiederle scusa e spiegarle tutto, era stato un cretino, ma mai avrebbe fatto qualcosa per ferirla di proposito. 
Kira lo ascoltò in silenzio, non era arrabbiata, non più, o forse non lo era mai stata, ma ferita si…il ricordo di quella notte dopo il funerale ancora le bruciava dentro "non voglio mai più sentirmi così! Mai più voglio che tu mi faccia sentire così!" bisbigliò con gli occhi lucidi, ma decisi ben fissati in quelli di lui. Carlo si tirò su, erano entrambi seduti sul letto l'uno di fronte all'altra, le prese il volto tra le mani "Te lo prometto" disse. Avrebbe voluto baciarla, ma non lo fece, ripetè ancora una volta la sua promessa, e poi si ridistese, e porgendole la mano la invitò a fare altrettanto, accanto a lui. Kira esitò, quanti dubbi aveva! Carlo sembrava sincero, ma avrebbe potuto fidarsi? La morte del padre l'aveva indubbiamente turbato, ferito profondamente, avrebbe mai superato quel dolore e il senso di colpa per aver in qualche modo tradito le sue aspettative? e lei sarebbe stata in grado di aiutarlo ad alleviare le sue sofferenze? Quante ombre affollavano ancora i suoi pensieri, ma poi Carlo la prese per mano "anche tu mi sei mancata" le disse, attirandola a se, e proprio lì tra le sue braccia le fu chiaro cosa volesse in quel momento: essere lì abbracciata a lui e nulla di più.  

mercoledì 6 luglio 2016

Episodio CXXXVIII "Un triste ritorno"

Kira tirò giù la serranda, Gio era andato via prima e aveva lasciato a lei l'incarico di chiudere il bar. Era una tipica serata primaverile, il cielo era pieno di stelle, e una leggera brezza rendeva l'aria fresca; Kira amava la città di notte, semi deserta, silenziosa, quasi come fosse sotto un incantesimo, ma da soli non era prudente attardarsi alle tre del mattino per quei vicoletti. La ragazza stava rimettendo nella borsa il mazzo di chiavi , quando Carlo le si parò davanti facendole prendere un colpo. "Che ci fai tu qui?" gli chiese, mentre lui si abbassava ai suoi piedi per raccogliere le chiavi che le erano scivolate di mano per lo spavento. 
"Sono appena tornato da Firenze… volevo farti una sorpresa" 
"Mi hai spaventata a morte!! e poi io odio le sorprese, lo sai!" 
rispose lei inacidita, voltandogli le spalle e iniziando a camminare verso casa. Non si vedevano da un bel po', dal funerale del signor Filippo,  Carlo le prese la mano "Ho la macchina qui dietro…" 
"Preferisco fare una passeggiata…" rispose lei rimanendo sempre sulle sue.
"Ok, passeggiamo…" Camminarono fianco a fianco, in silenzio per qualche minuto, non che non avessero cose da dirsi, più che altro entrambi stavano cercando le parole giuste. Fu Carlo a rompere il silenzio "Come stai?" 
"Come mi vedi…" rispose lei freddamente, eludendo il suo sguardo, tenendo gli occhi fissi sulle proprie scarpe. 
Carlo sapeva di aver sbagliato enormemente con lei, e ora era perfettamente consapevole di essere  un pachiderma in un negozio di cristalli, una sola mossa azzardata e tutto sarebbe andato in frantumi; una sola parola fuori posto e Kira sarebbe scoppiata come una bomba ad orologeria. 
Kira invece sentiva nascere dentro di se una miriade di emozioni contrastanti; da un lato aveva voglia di abbracciarlo e stringerlo forte, perché le era mancato terribilmente, dall'altro l'avrebbe preso volentieri a schiaffi, perché per tutto quel tempo le era sembrato che lui si fosse dimenticato di lei. 
"Vuoi arrivare a casa a piedi?" chiese lui, ormai camminavano da più di dieci minuti. 
"Esattamente…non sei costretto a seguirmi!" 
"E dovrei lasciarti da sola?" Carlo si pentì di quello che aveva detto nello stesso momento in cui sentì le parole uscirgli di bocca. Gliel'aveva proprio servita su di un piatto d'argento e la risposta piccata di Kira non tardò ad arrivare "Perché no…d'altronde ti riesce così bene!" questa volta lo guardò negli occhi e nei suoi Carlo poté leggere la forte rabbia che lei aveva dentro e che con scarsi risultati cercava di nascondere, ma gli occhi si sa, non sanno mentire. 
"Dai Kira…non fare così" disse lui afferrandola per il braccio, costringendola a fermarsi. 
"Dai Kira, cosa?" sbottò  come una furia, divincolandosi dalla sua presa "Non fare così? perché cosa sto facendo? o meglio, cosa dovrei fare secondo te? gettarti le braccia al collo e dirti che mi sei mancato da morire e che sono troppo felice di rivederti? Sei sparito, Carlo…e davvero credi che un paio di telefonate e qualche messaggio colmassero la tua assenza, colmassero il mare di silenzio che hai frapposto tra noi? Che cavolo vuoi adesso tu da me?" 
Carlo si passò  nervosamente una mano tra i capelli, Daniel gli aveva accennato la situazione, gli aveva fatto notare che Kira aveva vissuto molto male la loro separazione, ma non pensava di trovarsi di fronte ad un problema di una così grossa portata. Non immaginava lontanamente di averla ferita fino a quel punto. 
"Voglio parlare con te, chiarire la situazione…mi dispiace, tigre, mi dispiace di averti fatto soffrire!" 
"Non chiamarmi così, per favore! sei sparito, che pretendi fa me?" 
"dai kira… non esageriamo…siamo sempre stati in contattato, non sono sparito! tu non hai idea di quello che ho passato io, non sai come mi sono sentito cadere tutto il mondo addosso!" 
Kira si morse il labbro e strinse i pugni, dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non prenderlo a schiaffi, sentiva il sangue pulsarle nelle tempie e i cuore batterle talmente forte che ebbe paura che potesse uscirle fuori dal petto da un momento all'altro. "Io non ho idea di quello che hai provato perché tu hai fatto di tutto per tenermi lontano da te. In realtà sei tu a non aver la minima idea di come io mi sia sentita in tutto questo tempo. Di come mi sia sentita la mattina dopo il funerale di tuo padre, mi avevi detto di avere bisogno di me…" disse con gli occhi lucidi, cercando di reprimere il pianto.
"io avevo bisogno di te…"
"no! per favore…non dire cazzate, non avevi bisogno di me, avevi bisogno di una scopata, e lo hai dimostrato il giorno seguente, lasciando che mi svegliassi da sola, non rivolgendomi la parola per tutto il tempo e mettendomi su quel treno, lasciando che io me ne tornassi a casa, non hai voluto tenermi con te…non era necessario che io rimanessi, perché ormai non avevi più bisogno di me!" Kira gli vomitò addosso tutto la rabbia, e Carlo ne fu completamente travolto, ancora una volta fu messo davanti alla gravità delle sue azioni, di cui però, fino ad allora, non aveva percepito l'entità. 
Ancora una volta Carlo cercò di abbracciarla, e ancora una volta Kira si ritrasse.
"Kira, mi dispiace…ma pensi davvero che io possa farti del male di proposito?" disse sfiorandole le spalle.
"Non toccarmi, Carlo"
"Ma perché?"
"Perché sono arrabbiata…sono arrabbiatissima con te, e non voglio che ti avvicini!" Kira sapeva benissimo che non avrebbe resistito al suo profumo, ai suoi occhioni verdi e il sorriso furbetto. Moriva  poi dalla voglia di abbracciarlo, ma non voleva cedere, non voleva che lui credesse che avere il suo perdono fosse così facile.
"Non è così semplice, pensi che basti un abbraccio? Sono stata da schifo. Ogni giorno ho cercato di capire che cosa ti passasse per la testa. Perché non sei tornato a casa, perché far passare tutto questo tempo?"
"ero sconvolto, avrei dovuto essere preparato, invece non ho mai voluto pensare al momento in cui sarebbe morto, e quando è arrivato…beh, lo sai…"
"Sei un coglione!" 
"ok…mi arrendo! cosa vuoi che faccia?" disse lui reprimendo una risata nervosa, volgendole le spalle " Cosa devo fare per rimediare…non ti bastano le mie scuse, non basta un abbraccio…cosa? cosa vuoi che faccia?" 
Kira si strinse nelle spalle, non sapeva neppure lei ciò che voleva " Torna a casa Carlo, ne parliamo un'altra volta…è tardi siamo entrambi stanchi e credo che una discussione del genere, fatta adesso non ci porterà a nulla di buono." detto questo prese le chiavi e aprì il portone di casa. 
"Mi stai punendo?" disse lui fermo sull'uscio.
"non lo so, può essere…mi sei mancato tanto, ma sono così arrabbiata con te, sono così confusa…non so che pensare. Ora voglio solo andare a casa, dormire…ne parliamo un' altra volta ok?"  gli disse sfiorandogli appena la guancia. Ancora una volta Carlo l'attirò a se, fu troppo veloce e lei non riuscì ad opporre resistenza. Si ritrovò stretta al suo petto, con le labbra di lui poggiate sulla fronte " ti prego, lasciami andare!" 
"ok…tigre, ti chiamo domani!" disse lasciandola andare, aspettò che lei salisse la prima rampa di scale, poi andò via, e si incamminò nella notte.