domenica 21 dicembre 2014

Episodio I "Un incontro inaspettato"


Erano le 18.30 di un freddo mercoledì pomeriggio di gennaio, era stata una giornata davvero intensa e Kira uscì di corsa dal reparto di chirurgia generale dove aveva iniziato da poco il tirocinio. Ovviamente, era in tremendo ritardo, infatti il telefono iniziò a squillare: "Si pronto…si Gio, lo so…lo so che il turno iniziava all'incirca mezz'ora fa…uhm si…certo, lo so che col pronto soccorso non ci pago né bollette, né affitto, mentre invece con una serata al locale…Cosa?? Se non sono lì tra 20 minuti mi licenzi? Ok, facciamo anche 15! Ok, ok nn ti sfido…sono in metro, ecco 20 minuti e arrivo!" Uff che stress! Gio era molto gentile, ma per lui la puntualità era una qualità troppo importante, con Kira non sarebbe mai andato d'accordo. La ragazza strisciò l'abbonamento e si fiondò giù per le scale mobili. Ormai era diventata bravissima a correrci su mentre erano in funzione e non sembrava neanche più tanto goffa come le prime volte; e pensare che da bambina aveva una paura folle, come se dovesse essere inghiottita da un momento all'altro da tutti quegli ingranaggi. Un caldo vento improvviso, un rumore assordante ed ecco il treno "questa è la volta buona che perdo il treno e poi anche il lavoro! oh, dannazione, chi sa quanto dovrò aspettare se perdo questa corsa!" Fece slalom tra le persone ed ecco preso! Le porte le si chiusero rumorosamente dietro le  spalle, mentre dall'ipod la voce trionfante di Freddy Mercury intonava " We are the champions, my friends, and we'll kepp on fighting till the end…"  Kira soddisfatta per aver compiuto una piccola impresa, sorrise tra se e se pensando a quanto una canzone potesse essere inerente alle situazioni che si vivono. Ad un tratto, dall'altra parte del vagone, notò un ragazzo che disperatamente pareva stesse cercando di attirare la sua attenzione. Ricorrendo a tutti i suoi sforzi per limitare al minimo i disagi che la miopia provoca a tutti coloro che pur soffrendone non usano mai o quasi mai gli occhiali, mise a fuoco il bell'imbusto e…oddio era lui…il prof di italiano dell'ultimo anno, il professor Daniel Rossini. Kira tolse le cuffiette, inseparabili compagne di viaggio in metro e accennò un sorriso, avvicinandosi a quell'uomo che con tanta veemenza la stava salutando da lontano. "Laerte, Laerte! Che piacere incontrarti, una delle mie migliori allieve…certo la mia carriera è agli inizi, ma ti assicuro che sei tra le migliori" Il giovane professore sfoggiava come sempre il suo sorriso più bello, e inoltre, pensò Kira, era inutile cercare di negare la sua innata verve e simpatia, ma di sicuro lei non si era mai sentita una delle sue preferite, nonostante lo stimasse molto, condividesse i metodi di insegnamento e avesse una piccola cotta per lui, come del resto anche tutte le sue compagne di classe. Anzi, il beneamato prof, con un 6-- e un giudizio a dir poco sprezzante al primo tema che assegnò alla classe, stroncò tutte le possibili velleità letterarie della povera Kira. 
Ma era passato un sacco di tempo e quello stesso tempo passato aveva reso il prof ancora più carismatico e interessante, quindi Kira decise di lasciarsi i rancori alla spalle e di essere simpatica sorridente e raccontargli come le andavano le cose. 
"Benissimo", le disse lui, "quindi sarai un futuro chirurgo. Sai, semmai dovessi averne bisogno sarei felice di essere nelle tue mani. Ma insomma diamoci del tu, puoi chiamarmi Daniel, la scuola è ormai finita e mi piace non sentirmi ancora così tanto vecchio, infondo ho solo 35 anni." 
Seppur un po' perplessa, Kira accettò la proposta dell'ex insegnante.
Piazza Dante, ecco l'ultima fermata, il treno si svuotò e i due si avviarono verso l'uscita. All'improvviso, quasi imbarazzato, Daniel le chiese che fine avesse fatto quella che sembrava fosse ai tempi del liceo la migliore amica di Kira. "Ma poi quella ragazza, la tua compagna di banco…Frida giusto? Beh, come sta, siete ancora in contatto? Sembravate davvero molto amiche" Frida! Caspita si ricordava anche il nome, allora, pensò Kira, non era un'impressione che la sua prediletta fosse proprio  lei. "Frida sta benissimo, sai, ora viviamo insieme, le porto i suo..i tuoi saluti, sarà felicissima di avere tue notizie"  
"Bene, allora facciamo così…hai un cellulare?" La ragazza le porse il suo telefono, lui le scrisse il suo contatto telefonico, visibilmente felice e speranzoso. "Allora chiamami, usciamo tutti insieme per un caffè…ci conto! Ora devo andare, un mio amico, un po' rompiscatole ma in gamba, mi aspetta, abbiamo in ballo un progetto, poi ti spiego. Teniamoci in contatto, aspetto una tua chiamata, ciao!" L'abbracciò affettuosamente e le diede un  bacio sulla guancia per poi sparire in lontananza, lasciandola un po' imbambolata e confusa. Lo squillo del telefono la riportò alla realtà. Caspita, il bar! 
L'indomani Kira raccontò il suo incontro con Daniel all'amica e le annunciò come prima cosa che non intendeva richiamarlo assolutamente. Frida come al solito non fu d'accordo e cercò di convincerla  in tutti i modi "Ma dai, ormai non è più il nostro professore…e ci ha invitate a prendere un caffè, mica in un albergo ad ore? Come fa un caffè ad essere immorale? Che bigotta che sei…la solita bigotta" 
"Non sono bigotta, la situazione è solo un po' strana…possiamo pensarci solo un attimo? Non buttiamoci a capofitto in questa cosa senza ponderare. Se lo facesse con tutte le sue ex alunne, o peggio con le sue alunne?" 
"Ma che hai da ponderare? Eh poi sono tutte scuse, lo sai meglio di me che tipo di insegnante è, anzi dovresti vergognarti, conoscendolo, di mettere in dubbio la sua integrità morale! E poi più che un tipo da alunne…l'ho sempre visto più un tipo... da mamme!" 
"Oddio Frida, ma sei tremenda…ahahah! 
"Dai su chiamiamolo, secondo me sarà l'inizio di una grande avventura con il principe azzurro che abbiamo sempre sognato!" 
"Ecco il numero, se vuoi lo chiami tu…non fare casini! Ricorda, io sabato lavoro in ospedale fino alle 17.00, poi inizio il turno al bar alle 20.00, quindi questo caffè lo dobbiamo prendere in questo lasso di tempo 17.00-20.00. Frida non fare casini, altrimenti appendo te e lui!"
"Mamma mia che acidità…sei sicura che tutto questo yogurt ti faccia bene?"  
Scuotendo la testa Kira salutò l'amica ed uscì di casa, quella mattina era stranamente puntuale. Una volta in reparto avrebbe scoperto di aver dimenticato a casa il camice. 
Frida, invece, finì la sua colazione in tranquillità e prima di uscire fece la fatidica chiamata : "Pronto?" 
"Ciao sono Frida! Ah per fortuna hai ottima memoria…ti chiamo per quel caffè! " 

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