martedì 26 luglio 2016

Episodio CXXXIX "La febbre del sabato sera"

Carlo parcheggiò la moto sotto casa delle ragazze.  Quella mattina sarebbe volentieri rimasto a letto, ma doveva sbrigare delle commissioni importanti, incontrare fornitori, e addirittura incontrare due aspiranti chef che avrebbero dovuto sostituirlo al ristorante. Era riuscito a far tutto, ma il forte mal di testa che lo aveva accompagnato tutta la mattinata non accennava a calmarsi, anzi adesso la testa quasi gli scoppiava e anche il senso di nausea, fino a quel momento sopportabile iniziava ad acutizzarsi sempre più. 
Suonò al citofono, sperando davvero che Kira fosse di buone umore, e che l'aprisse senza fare troppe storie, non si sentiva per niente bene e l'unica cosa che voleva in quel momento era vederla e parlare con lei. Da quando era tornato a casa, Kira non aveva fatto altro che tenerlo sulle spine, negli ultimi giorni sembrava che le cose andassero meglio, almeno iniziava a rispondergli a telefono, ma dall'ultima volta ancora non si erano rivisti. 
"Mi fai salire?" le chiese. "che ci fai qui?" gli rispose lei di rimando.
"ho voglia di vederti…!" 
Kira rimase in silenzio qualche secondo "solo 5 minuti. Ho un sacco di cose da fare!" mormorò prima di aprire il portone. In fondo aveva anche lei voglia di vederlo, e forse era giunto il momento di chiarirsi.
Carlo salì a fatica i tre piani fino all'appartamento delle ragazze, quando Kira gli aprì la porta "Ciao tigre…" le disse col fiatone. Lei lo guardò attentamente, c'era qualcosa di strano, Carlo era un tipo allenato, sempre in forma, tre piani di scale non l'avevano mai spaventato, e mai l'avevano ridotto a quel modo. "stai bene?" gli domandò dubbiosa mentre lui si faceva strada nel piccolo salotto. "Benissimo…ho fatto solo troppo in fretta le scale, sai non vedevo l'ora di vederti!" le disse sorridendo, accarezzandole il volto. "che stupido che sei!!" le fece eco lei, passandogli una mano tra i capelli. 
"Ma tu scotti!" 
Carlo scosse la testa " sto benissimo…prendo solo un bicchiere d'acqua!" ma non fece in tempo a raggiungere la cucina, che all'improvviso la stanza iniziò a girare e la vista gli si offuscò completamente.  

"Carlo, carlo!!" si sentì chiamare e scuotere, riconobbe la voce di Kira, ma ancora non riusciva a mettere bene a fuoco "dai apri gli occhi…" lo incalzò ancora la ragazza. 
"cosa è successo??" balbettò Carlo, sorpreso di ritrovarsi disteso sul divano. 
"Hai la febbre altissima…hai avuto un capogiro!" 
"uhm…impossibile" si lamentò "io non mi ammalo mai!" Kira balzò in piedi mostrandogli il termometro che segnava 40.1. 
Carlo poggiò la testa sullo  schienale del divano, si sentiva uno straccio, era una vita che non aveva la febbre così alta. "l'ultima volta che sono stato male ero all'università!" disse cercando di alzarsi, ma non riusciva neppure a tenersi in piedi. 
Kira con non poche difficoltà lo trascinò nella sua stanza e lo mise a letto. Carlo si addormentò subito dopo aver preso l'antipiretico e trascorse tutto il pomeriggio lamentandosi in uno stato di dormiveglia. Kira invece continuò ad elaborare i dati per la sua tesi, sempre vigile e pronta a correre da lui per portagli dell'acqua o aggiustargli i cuscini dietro la testa. Verso ora di cena lo svegliò e lo costrinse a mangiare del brodo di pollo che lei stessa aveva preparato, ma che lui nonostante la buona volontà era riuscito solo ad assaggiare. "la febbre sale di nuovo" gli disse passandogli una mano sulla fronte e trovandolo nuovamente caldo. "mi sento come se un tir mi fosse passato addosso…" si lamentò rannicchiandosi sotto le coperte " perché non ti sdrai qui vicino a me?" le chiese implorante con gli occhi verde scuro, lucidissimi. "ho un sacco di cose da fare Carlo…e tu devi pensare solo a riposare!" gli disse dolcemente accarezzandogli il volto. "sono malato, ho bisogno di coccole!" si ribellò lui 
"sei malato e hai bisogno di riposare…e poi io ho un sacco di cose da fare, riordinare la cucina e portare Merlino a spasso…fai il bravo dai!" Carlo non insistette ulteriormente, si sentiva stanchissimo, chiuse gli occhi e presto si riaddormentò. Quando Kira ritornò dalla passeggiata serale con Merlino, Carlo  dormiva profondamente, la fronte finalmente fresca, la febbre era calata. Era stata anche per lei una giornata impegnativa, voleva solo distendersi e dormire, così indossò il pigiama, rapidamente si infilò sotto le coperte, accese la piccola abat-jour sul comodino e si dedicò alla lettura dell'ultima raccolta di racconti fantastici di Hoffmann ritrovata su di una bancarella a port'Alba pochi giorni prima. Rimase immersa in quell'atmosfera magica e tetra fintanto che il sonno non iniziò a prendere pian piano il sopravvento. Chiuse il libro, spense le luci e si distese sotto le coperte e si girò a guardare Carlo che dormiva sul fianco dandole le spalle. Kira esitò per qualche istante, ma poi si avvicinò a lui piano, accostò il suo corpo al suo, abbracciandolo teneramente. Lui  che era invece già sveglio da un po', percepì con sorpresa quell'abbraccio, il calore del suo respiro sul collo e quell'impercettibile sussurro "Mi manchi" che le era sfuggito dalle labbra senza neppure che lei stessa se ne rendesse conto. Carlo avrebbe voluto fermare nel tempo quel momento per sempre, Kira pensava che lui dormisse, per questo si era lasciata andare, era ancora arrabbiata con lui, ma ancora lo amava e adesso lui si chiedeva come avesse fatto a dimenticarlo. 
"Mi dispiace" mormorò a bassa voce, mentre le stringeva forte la mano, come a trattenerla, ad evitare che scappasse via. 
"da quanto sei sveglio?" chiese lei rimanendo rigida, ma sempre attaccata a lui. 
Carlo si girò  sulla schiena, voleva guardarla negli occhi, voleva chiederle scusa e spiegarle tutto, era stato un cretino, ma mai avrebbe fatto qualcosa per ferirla di proposito. 
Kira lo ascoltò in silenzio, non era arrabbiata, non più, o forse non lo era mai stata, ma ferita si…il ricordo di quella notte dopo il funerale ancora le bruciava dentro "non voglio mai più sentirmi così! Mai più voglio che tu mi faccia sentire così!" bisbigliò con gli occhi lucidi, ma decisi ben fissati in quelli di lui. Carlo si tirò su, erano entrambi seduti sul letto l'uno di fronte all'altra, le prese il volto tra le mani "Te lo prometto" disse. Avrebbe voluto baciarla, ma non lo fece, ripetè ancora una volta la sua promessa, e poi si ridistese, e porgendole la mano la invitò a fare altrettanto, accanto a lui. Kira esitò, quanti dubbi aveva! Carlo sembrava sincero, ma avrebbe potuto fidarsi? La morte del padre l'aveva indubbiamente turbato, ferito profondamente, avrebbe mai superato quel dolore e il senso di colpa per aver in qualche modo tradito le sue aspettative? e lei sarebbe stata in grado di aiutarlo ad alleviare le sue sofferenze? Quante ombre affollavano ancora i suoi pensieri, ma poi Carlo la prese per mano "anche tu mi sei mancata" le disse, attirandola a se, e proprio lì tra le sue braccia le fu chiaro cosa volesse in quel momento: essere lì abbracciata a lui e nulla di più.  

Nessun commento:

Posta un commento