lunedì 8 agosto 2016

Episodio CXLIII "Una festa col botto!!"- I Parte


Frida si sentiva agitata, era completamente nel pallone mentre camminava avanti e indietro, su e giù di continuo da un lato all’altro del piccolo terrazzino, con la tesi in mano, guardando ogni due minuti l’orologio: erano le 10.30, mancavano 8 ore all’inizio della seduta di Laurea per il Dottorato. Provava a ripetere qualcosa, ma non le riusciva semplice dal momento che aveva altri mille pensieri in testa, così sbuffò sonoramente e si lasciò cadere sulla sedia, abbandonando la tesi sul tavolo come fosse una scocciatura. “Ok Frida, respira profondamente”, ripeteva tra se e se a voce bassa, “ti stai solo facendo prendere dal panico senza alcun motivo...” e detto questo cominciò a respirare lentamente per cercare di concentrarsi e tranquillizzarsi. Proprio in quel momento arrivò Kira, che fino a poco tempo prima era rintanata nella sua stanza a dormicchiare col ventilatore puntato addosso; le si piazzò davanti con aria interrogativa, coi suoi capelli arrufati e un pigiamino a fiorellini verde “ma che stai facendo, yoga?” le chiese con una punta di ironia. Frida sbuffò e l’amica notò che aveva assunto la tipica espressione demoralizzata che usava quando stava per lamentarsi inutilmente e infatti ci aveva visto bene, visto che per mezz’ora non fece altro che lagnarsi del fatto che non ricordava niente di ciò che aveva scritto nella tesi, che il professore la odiava e quindi l’avrebbe sicuramente trattata male, che 8 ore non le bastavano per ripetere tutto nei minimi dettagli e per riordinare le idee. Kira stette ad ascoltarla scettica per tutto il tempo, finchè non scoppiò a ridere quando Frida raggiunse l’apice della sua ridicola disperazione: “la cosa peggiore” disse quasi piangendo “è che non so cosa mettermi!!! Non ho niente, niente!!! E non ho il tempo di fare shopping! Sono rovinata....è tutto uno schifo....”. A quel punto Kira proprio non riuscì a trattenere le risate, quando Frida era in ansia si lagnava come una bambina e lei non poteva fare altro che consolarla e compatirla, perché era semplicemente quello che voleva, essere compatita. In tutto ciò il poverino che doveva assistere a tutte le sue crisi di nervi era Merlino, che stava spaparanzato davanti la ringhiera del terrazzo, con tanto di lingua da fuori, sconvolto per il caldo e forse anche un po’ per le lamentele della sua padrona. “Guarda, povero Merlino” disse allora Kira, “anche lui non ti sopporta più! Hahahah, ha proprio l’aria di chi si è arreso!”. “Smettila di fare la spiritosa! Piuttosto, Carlo è tornato da Firenze? Stasera ci sarà alla festa? Mi aveva promesso di sì....”. Kira a quel punto storse il naso “ah, io non ne so niente! Se ti ha promesso che sarebbe venuto, vuol dire che verrà! Non mi ha detto ancora nulla...so solo che ha parlato proprio ieri l’ amico proprietario di quel locale dove vuoi festeggiare e che per il tuo party in piscina è tutto ok, tutto prontissimo....”. Frida sgranò gli occhi, cioè Carlo non aveva ancora aggiornato Kira su quando sarebbe tornato? Non era proprio da lui, ma in ogni caso Kira voleva evitare l’argomento, così cambiò discorso, “piuttosto”, continuò accomodandosi accanto a lei, “è rimasto male del fatto che tu non abbia voluto festeggiare alla tenuta, sei proprio una testa dura!”. “Lo so, lo so”, rispose Frida sbuffando, “ma gliel’ho spiegato...se lui fosse stato qui e avesse seguito tutti i preparativi, l’avrei fatto volentieri...ma dato che ad occuparsi della tenuta ora è praticamente solo Daniel, non mi pareva il caso di chiederlo a lui...sta anche impegnatissimo per il matrimonio, mancano meno di dieci giorni...preferisco festeggiare al Blue Night, lui già mi ha dato una grande mano contattando il suo amico per assicurarmi un trattamento speciale e gliene sono grata...va bene così...”. 
Kira  fece spallucce, e proprio in quel momento bussarono alla porta “chi sarà a prima mattina?” chiese allora, per poi costringere Frida ad andare ad aprire, era troppo sgangherata con quel pigiama. Mentre aspettava con orecchio acuto di capire chi fosse alla porta, per un attimo sperò che fosse Carlo, ma poi si accorse che quella voce, seppur familiare, non era la sua, e sospirò ormai esasperata. “Guarda Rosario che bei fiori che mi ha portato!!!” esclamò Frida entusiasta mostrandole un enorme mazzo di enormi girasoli. “Oh Ros”, esclamò Kira vedendo il ragazzo, “meno male che sei arrivato tu!! Non la reggo più!!!! Vado a prepararti qualcosa per colazione, ti va?”, Rosario accettò volentieri, era già veglio da un paio d’ore e aveva bevuto a malapena un caffè, una bella spremuta con un cornetto gli avrebbero fatto più che bene. Non appena si fu accomodato sulla sedia a sdraio, Merlino gli corse incontro scodinzolando per poi saltargli praticamente sulle gambe, dove decise di accoccolarsi, godendosi le sue carezze. “Allora” esordì Rosario “come ti senti? Sei pronta per oggi pomeriggio? A giudicare dalla tua faccia, sembri un po’ in ansia!”. Frida sbuffò “sì, ammetto che mi tremano un po’ le gambe, ma ti ringrazio per il tuo pensiero sei stato molto carino...”. “Dai che andrai benissimo, saremo tutti lì a tifare per te!!!! A proposito, ci sarà anche Daniel?”,  “credo di sì, insomma, lui mi ha dato una mano per la tesi e quindi l’ho invitato insieme  a Clara, credo che al party verranno sicuramente, forse anche alla seduta, non so...ah ecco Carlo!!!!”. Finalmente Frida ricevette un messaggio del ragazzo, aveva appena preso l’aereo, sarebbe arrivato a Napoli in men che non si dica, gli rispose pregandolo di avvisare anche Kira, se non lo avesse ancora fatto, per fortuna ricevette da lui risposta affermativa ed infatti poco dopo anche Kira ricevette una sua telefonata, tutto era a posto, doveva solo arrivare suo fratello Roberto e i suoi genitori per essere al completo. 
Dopo aver fatto colazione Rosario la convinse finalmente a chiudere la tesi e smetterla di ripetere e si offrì per aiutarla a scegliere cosa indossare, ormai erano diventati grandi amici, Frida gli aveva anche fatto conoscere un paio di ragazze con cui era poi uscito, si trovava bene con lui, anche se sapeva che prima o poi avrebbe lasciato Napoli. Le aveva anche raccontato del fatto che Daniel lo aveva scartato dalla sua vita, dicendogli di non avere intenzione di trattarlo come un fratello e Frida aveva subito capito quanto c’era rimasto male, “è un tipo lunatico”, gli aveva detto cercando di minimizzare, “lo conosco bene e so che cambierà idea e capirà di aver sbagliato, fidati...a volte è solo un po’ troppo istintivo e precipitoso, ma ci penserà su e le cose si aggiusteranno, vedrai”, gli aveva detto. 

Rosario alleggerì la mattinata e finalmente a casa delle ragazze fu smorzato il clima di ansia e tensione che si stava creando prima del suo arrivo. A pranzo tutti e tre mangiarono il piatto forte di Rosario, frittata di patate in mezzo a due fette di pane, casareccio ma saporitissimo, altro che novel couisine! Il tutto ovviamente accompagnato da un’ottima birra ghiacciata. Kira e Rosario alla fine erano anche riusciti ad aiutarla a scegliere l’outifit: per la seduta un tailleur con pantalone palazzo e camicetta di seta, mentre per il party in piscina un vestitino rosso un po striminzito, ma mozzafiato, che Frida aveva comprato un mese prima ma non aveva mai indossato, aveva ancora l’etichetta. Negli ultimi giorni era stata talmente impegnata da non aver trovato un po’ di tempo libero per fare shopping, ma per fortuna il suo armadio strapieno nascondeva mille tesori!! 
Dopo pranzo Rosario tolse il disturbo, il suo ruolo da antistress era finito, doveva preparasi anche lui per la seduta, Frida lo salutò stringendolo forte “grazie, sei stato davvero prezioso” gli disse senza mollare la presa, “ah” aggiunse staccandosi e sorridendo vivacemente “se stasera vuoi portare la tua nuova fiamma, come si chiama...Raffaella....ovviamente anche lei è la benvenuta! Hehehe”; Rosario arrossì un po’, “non credo che verrà...e poi stasera avrò occhi solo per te, con quel vestitino”, disse con aria ironicamente ammiccante, che li fece scoppiare a ridere.
Alle 16.30 arrivarono i suoi genitori e Roberto. Sua madre Anna, come al solito, non nascondeva l’ansia, Frida la pregò di starsene un po più calma, aveva il potere di metterla in agitazione come nessun altro, e come previsto battibeccarono tutto il tempo , mentre suo padre manteneva il suo atteggiamento pacato e rilassato, si limitò ad abbracciarla per sussurrarle che era orgoglioso di lei, come del resto lo era sempre stato. Alle 17.30 in punto tutti erano pronti, e raggiunsero l’Università, anche  Kira era davvero glamour con una bellissima camicetta rossa abbinata un semplice pantalone nero e i capelli raccolti in una traccia e appena arrivarono Carlo la notò subito. Lui era lì da più di mezz’ora, era arrivato direttamente da Capodichino per paura di non fare in tempo e, come la vide, quasi sobbalzò, si era quasi dimenticato di quanto fosse bella, gli era mancata.
Kira subito lo scorse, ma non riuscì a perdere l’aria severa che oramai l’accompagnava sempre, ogni volta che incrociava il suo sguardo, si salutarono con un bacio tenue, quasi distratto, sulle labbra ed entrarono, parlando del più e del meno, di come fosse andato il suo piccolo viaggio da Firenze e Kira volutamente evitò di chiedergli per quale motivo non l’avesse avvisata prima del fatto che sarebbe venuto, decise  di sorvolare, voleva godersi quella giornata senza complicazioni. 
Presero posto l’uno accanto all’altra, la commissione esaminatrice non era ancora il completo e nell’aula c’era un gran trambusto e poco dopo videro entrare Rosario, che prese posto in piedi in un angolo con la sua inseparabile macchina fotografica, e poi Daniel e Clara che trovarono posto nella fila davanti a loro. Frida, posizionata in prima fila, vide arrivare tutti, non si aspettava che Daniel e Clara venissero, credeva fossero stati presenti solo al party, ma ne fu felice, e proprio Clara da lontano le fece un segno di OK con le dita, per darle coraggio.
Forse la più tesa di tutti, anche se non dava a vederlo, era proprio Kira, che sentiva lo stomaco contorcersi. Quel momento era finalmente arrivato, pensò, dopo tutta la strada travagliata che aveva dovuto affrontare accanto a Frida, la fine della storia con Giulio, la sua depressione, i litigi tra di loro, la paura di non riuscire a prendere questo dottorato. Era lei, da sola, che le era stata accanto ogni giorno, solo lei sapeva l’ansia e la tensione a quali livelli erano arrivati, ed era stata lei a tirarla su e a darle coraggio, quindi forse era emozionata soprattutto per questo, perché quella era una vittoria anche un po’ sua, aveva contribuito enormemente alla realizzazione di quell’obiettivo.  Comunque , guardando Frida da lontano, le sembrò un po’ più tranquilla, forse vederli tutti lì la faceva sentire al sicuro, a volte era un po’ come un cucciolo impaurito, aveva bisogno di sentirsi circondata dagli affetti più cari per appaciarsi.
Alle 18.00 in punto tutto era pronto, la commissione era al proprio posto, Frida sarebbe stata la terza ad essere esaminata. Kira e Carlo ascoltarono con attenzione i primi due dottorandi, e furono concordi sul fatto che Hegel, Kant, e tutti quei vecchiacci lì, fossero di una noia mortale. Certo, le ricerche e gli studi dei dottorandi avevano sicuramente un loro valore scientifico, ma erano particolarmente noiose. 
Soprattutto Carlo si sentiva annoiato, così nell’attesa che chiamassero il nome di Frida, iniziò a guardarsi un po’ intorno: proprio nella fila davanti a loro erano accomodati Clara e Daniel, i familiari di Frida erano seduti molto più avanti, mentre Rosario era in un angolo dell’aula con la sua super macchina fotografica, già intento a fare i suoi scatti. Poi si voltò a guardare Kira, lei era bellissima con i capelli raccolti sul lato, gli occhi truccati appena e un filo di lucidalabbra; gli sembrò che fosse un po’ tesa, così, istintivamente, le pose una mano sulla coscia e poi le accarezzò il ginocchio e con sua grande sorpresa dopo qualche attimo lei poggiò la mano sulla sua. Non si guardarono, i loro sguardi non si incrociarono, ognuno guardava davanti a sé, eppure quelle mani, l’una sull’altra, significavano che un contatto tra loro ancora era possibile nonostante tutte le incomprensioni degli ultimi tempi e Carlo ne fu felice, si sentì rasserenato e sorrise tra sé e sé. Kira gli strinse la mano più forte, così lui finalmente si voltò verso di lei e le accarezzò dolcemente la guancia, “cosa c’è? Sei emozionata per Frida?”; a questa domanda Kira si irrigidì, come usava fare, “perché dovrei?” disse allora cercando di mostrarsi distaccata “beh, mi era sembrato di sentirti un po tesa, tutto qua...”. Kira sorrise e finalmente anche lei lo guardò negli occhi, “una seduta di laurea è sempre una bella cosa...e poi non vedo l’ora di ascoltare Frida, lo ammetto...”. Quel breve dialogo a voce bassa, per non infastidire i laureandi, rasserenerò anche Kira, perché riuscì a sentire Carlo più vicino a lei, mentre ancora continuava a tenerle dolcemente la mano, forse erano mesi che non lo faceva, eppure era un gesto così semplice, così naturale.
“Cesari Frida!”. Quella chiamata fece sobbalzare Kira, che finalmente si risvegliò dai suoi pensieri e si mise sull’attenti. Vide Frida alzarsi dalla sua postazione e mentre si avviava alla cattedra, si girò verso di lei con aria un po’ impaurita, al che sia lei che Carlo le fecero il segno col pollice alzato, tutto sarebbe andato per il meglio, com’era stato per la triennale e per la specialistica.
Il relatore presentò la tesi di dottorato e la sua ricerca sulla filosofia russa e poi le domandò a quali conclusioni fossero arrivati i suoi studi, in particolare sulla concezione che Fedor Dostoevskij avesse su Dio e sulla spirituralità.
 Kira sorrise, sapeva che era l’argomento preferito della sua amica, quello su cui si era impegnata maggiormente e sui cui aveva concentrato di più le sue ricerche i suoi approfondimenti negli ultimi mesi. 
Da lontano vide Frida fare un gran respiro per poi iniziare a parlare e ad esporre la sua teoria come un fiume in piena. La sua testolina si muoveva a ritmo delle sue parole, come al solito, e sapeva bene lo sforzo immane che stava facendo per evitare di gesticolare, tenendo le mani bel poggiate sulle gambe e la schiena dritta, “gesticolare davanti a una commissione è così poco elegante!”, le ripeteva sempre.
Intanto, mentre lei cercava di seguire il discorso di Frida, già era passato un quarto d’ora e le domande indagatrici e curiose dei professori della commissione si facevano sempre più incalzanti e per Kira stava diventando un po difficile mantenere il filo del discorso e proprio mentre cercava di sforzarsi per capire fino in fondo di cosa stessero parlando, fu Daniel ad attirare la sua attenzione. 
Infatti, mentre fino ad un secondo prima era seduto proprio davanti a lei, improvvisamente, tutto d’un tratto, si era alzato di scatto e si era avviato velocemente verso la porta principale dell’aula. Lei lo seguì con lo sguardo incuriosita  e non fece nemmeno in tempo a capire dove andasse così di fretta che si voltò verso Carlo, tozzandogli insistentemente la spalla con il gomito. 
“Che c’è amore? Sto cercando di ascoltare Frida...” le disse allora un po’ infastidito, a voce bassissima, ma guardandola capì che doveva dirgli qualcosa di davvero importante. 
“Dobbiamo uscire subito! Alziamoci, su...” gli disse allora in un orecchio, al che Carlo la guardò con sguardo interrogativo, ma Kira non gli diede il tempo di chiederle spiegazioni, perché lo prese quasi con violenza per la mano e lo trascinò con lei verso l’uscita, cercando di non dare troppo nell’occhio e di non fare troppo chiasso.
“Mi dici che cavolo fai?” le sussurrò allora Carlo mentre lei lo trascinava fuori “dobbiamo recuperare Daniel prima che faccia una cazzata!” esclamò allora lei a voce bassissima, mentre Carlo non riusciva a capire a cosa si stesse riferendo. 
Appena uscirono dall’aula, in mezzo all’enorme corridoio della facoltà di lettere e filosofia, Carlo finalmente, in un attimo, capì cosa stava succedendo dalla scena che gli si presentò davanti: 
un mazzo di rose buttato per terra, calpestato, e Daniel che teneva Giulio per la camicia, contro il muro. A giudicare dalle ferite sul volto, doveva avergli  già sferrato un paio di cazzotti, e proprio nel momento in cui si stava avventando nuovamente su di lui, Carlo si precipitò come un razzo, e provò a tirarlo per la giacca, per cercare di staccarlo da Giulio. Ma la sua presa fu troppo debole, così Daniel riuscì a dargli un altro pugno dritto sul naso. Kira stava lì davanti con le mani sul viso, incredula “Carlo, fermalo, fa qualcosa!”, esclamò in preda al panico.
Così  Carlo fu costretto con tutta la sua forza a prendere Daniel da dietro, cingendogli il corpo con le sue braccia per allontanarlo il più possibile dal dottor Bassani, “Daniel basta, calmati! Ma che ti prende??”. 
Intanto Giulio era appoggiato con la schiena al muro accovacciato sulle ginocchia e si toccava il viso visibilmente dolorante e mezzo tramortito.
 Daniel, invece, stretto dalla presa di Carlo, sembrava un cavallo impazzito, continuava a dimenarsi per liberarsi dell’amico, blaterando parole sconnesse, “lasciami!” urlava, “Carlo lasciami! Maledetto verme schifoso! Vattene da qui, vattene!! Con che faccia ti presenti qui, eh??? Con che faccia? Io te la spacco quella faccia di culo!”, continuava ad urlare pronto a scagliarsi di nuovo contro Giulio, mentre Kira gli si avvicinò per soccorrerlo. 
Proprio in quel momento arrivò Clara che davanti a quella scena rimase impalata, come mummificata. Ci mise qualche istante per realizzare cosa stesse accadendo e appena capì che Daniel era fuori di sè, cercò anche lei di trattenerlo per farlo calmare. “Ora è meglio che tu te ne vada, Giulio!! Vorrei sapere veramente che ci sei venuto a fare...dopo tutto quello che hai combinato...” urlò Carlo ancora intento a trattenere la foga di Daniel, “Kira, lascialo uscire, altrimenti qui la situazione non si calma!”. Intanto, in poco tempo si era radunata una piccola folla intorno a quella scena pietosa, mentre dentro l’aula tutto stava procedendo bene, perché Kira aveva avuto la prontezza di chiudere la porta. 

Nel frattempo Frida aveva terminato la sua discussione e con un gran sorriso si voltò verso la platea, per cercare lo sguardo di Kira, ma notò con sorpresa che i suoi amici non c’erano più. Fu stupita di  vedere i loro posti vuoti, non c’erano Kira e Carlo e neppure Daniel e Clara, così rivolse lo sguardo verso Rosario che fece spallucce, lui li aveva solo visti uscire, ma aveva continuato a dedicarsi ai suoi scatti, non aveva nessuna idea di dove fossero andati, entrambi erano ignari del fatto che tutti e quattro fossero proprio lì fuori, dove Daniel si era calmato, si era messo seduto su uno scalino con la testa bassa e gli occhi rivolti a terra, Kira e Carlo erano una di fronte all’altro, rimasti senza più parole, ammutoliti, mentre Clara sembrava la più sconvolta, appoggiata al muro con le braccia conserte e il capo chino.
“Meglio che ce ne andiamo”, disse improvvisamente Clara con un filo di voce rivolgendosi a Daniel, “per oggi hai già fatto troppo...”. 
Daniel però non le diede alcuna risposta, così fu Carlo ad intervenire, “Dà, meglio che ora tu te ne vada a casa e ti schiarisca un po’ le idee...evitiamo a Frida questa scena, per cortesia....evitiamola a tutti...vai, su”. 
Daniel ascoltò l’amico e seguì Clara fuori dalla facoltà, mentre Kira e Carlo rientrarono in aula cercando di sembrare rilassati e sorridenti.

Durante tutto il tragitto fino a casa sua, Clara non aveva detto una parola, l’aria tra di loro era tesa, lei sembrava una bomba ad orologeria, mentre Daniel le era sembrato tutto il tempo immerso nei suoi pensieri mentre guidava nervosamente fino a casa, anche lui in silenzio.
“Che spettacolo che hai dato...non sai quanto mi sono sentita umiliata, complimenti!”. 
Queste furono le prime parole che Clara riuscì a dire appena rientrati in casa,
 con voce tremante, come se stesse per piangere, ma allo stesso tempo carica di rabbia di risentimento. 
Daniel si sedette sul divano con la testa tra le mani, senza rivolgerle uno sguardo, quasi come se la cosa non gli interessasse. Lei allora gli si piazzò davanti, cercando di attirare la sua attenzione, il suo silenzio la faceva innervosire ancora di più, avrebbe voluto spaccargli qualcosa in faccia o fare anche di peggio. 
“Daniel dì qualcosa, cazzo!!” urlò allora all’improvviso, con un grido isterico, ma Daniel ancora una volte rispose col silenzio. 
Clara sospirò e prese a camminare su e giù, nervosamente, sentiva di essere sull’orlo di una crisi di nervi, ma non voleva mollare, voleva che Daniel si confrontasse con lei, ne aveva il diritto e lui aveva il dovere di farlo, voleva parlare, voleva capire cosa gli passasse per la testa.
Così gli si piazzò di nuovo davanti “tu mi devi una spiegazione!” 
“Non ho nessuna spiegazione” rispose allora lui, uscendo finalmente dal suo mutismo e rivolgendo lo sguardo verso il soffitto. 
“Come sarebbe a dire che non hai nessuna spiegazione? Tu DEVI trovarmi una spiegazione. Tra meno di dieci giorni tu sarai mio marito e io devo sapere che cosa ti è passato per la testa!”
“Non lo so”.
“Non lo sai? Non lo sai? AH! E pensi di cavartela così? Il mio uomo, il mio futuro marito, prende a pugni l’ex di un’altra donna, e pensa di cavarsela così? E a me non ci pensi? Eh? Guardami in faccia!!”. 
Daniel ancora una volta non rispose e Clara in realtà non era nemmeno sicura che la stesse ascoltando, così sentì di nuovo i nervi cederle e riprese ad urlare in preda all’isteria, “almeno giustificati!!!!! Prova a giustificarti!!!”, ma davanti al suo mutismo insopportabile, iniziò a strattonarlo e a dargli dei piccoli pugni sul petto, continuando ad implorarlo di darle una spiegazione a tutto quello che era successo.
Ma Daniel la staccò da lui con un gesto di stizza “basta! Basta! Non lo so cosa mi è preso, ok? Non lo so, non lo so ,non lo so!!!!!”. 
“Dove vai adesso?” le chiese lei vedendolo alzarsi ed avviarsi verso la porta. 
“Torno a casa mia, ho bisogno di pensare”.  
“E mi lasci così? Come una stupida?” gli urlò lei dritto in faccia,  “non solo mi umili davanti a tutti, ma ti permetti anche il lusso di andartene senza parlami e senza discutere con me??? Non ti è bastato quello che hai fatto??” mentre urlava queste cose sembrava una furia, era palesemente arrivata al  limite, ma Daniel si mostrò freddo ed imperturbabile.
“Devo tornare a casa, devo pensare a tutta questa faccenda, da solo. Ne riparliamo domani a mente lucida...”, si limitò a dirle,  per poi uscire di casa richiudendosi la porta alle spalle.
Clara sentì crollarle il mondo addosso, tutta quella situazione le sembrò un incubo, non riusciva più a pensare, riusciva solo a piangere, sentiva le forze mancarle. Così rimase dietro quella porta da cui Daniel era uscito qualche minuto prima, si accovacciò per terra e si lasciò ad un pianto isterico, misto di rabbia, rancore ed incertezze.



1 commento:

  1. Ciao sono Theresa Williams Dopo essere stato in rapporto con Anderson per anni, ha rotto con me, ho fatto tutto il possibile per riportarlo indietro, ma tutto è stato vano, lo volevo tornare tanto per l'amore che ho per lui, lo pregai con tutto, ho fatto promesse, ma ha rifiutato. Ho spiegato il mio problema al mio amico e ha suggerito che dovrei piuttosto contattare un mago che potrebbe aiutare me un incantesimo per riportarlo indietro, ma io sono il tipo che non ha mai creduto in magia, non avevo altra scelta che tentare, io mail il mago, e mi ha detto che c'era un problema che tutto andrà bene prima di tre giorni, che il mio ex tornerà a me prima di tre giorni, ha gettato l'incantesimo e sorprendentemente nel secondo giorno, era intorno a 4:00. Il mio ex mi ha chiamato, ero così sorpreso, ho risposto alla chiamata e tutto quello che disse era che lui era così dispiaciuto per tutto quello che è successo che voleva me tornare a lui, che mi ama così tanto. Ero così felice e sono andato a lui che era così che abbiamo iniziato a vivere insieme felicemente di nuovo. Da allora, ho fatto promessa che qualcuno so che hanno un problema di rapporto, mi sarebbe di aiuto a tale persona da lui o lei si riferisce all'unico mago reale e potente che mi ha aiutato con il mio problema. La sua e-mail: drogunduspellcaster@gmail.com lo si può e-mail se avete bisogno la sua assistenza nel vostro rapporto o di altri casi.
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