giovedì 24 marzo 2016

Episodio XCVI "Abito da sposa cercasi..."

Clara osservò la sua immagine riflessa nell’alto specchio dell’atelier, gli occhi le brillavano come due zaffiri verdi, un brivido le attraversò la schiena, quasi le veniva da piangere e così non riuscì a proferire parola. Kira era seduta dietro di lei e quando l’amica si voltò le sorrise “Sei davvero splendida! Ma perché non dici niente, non ti piace? Hai cambiato idea?”. Effettivamente era passata qualche settimana dalla prima volta che aveva provato quell’abito, era la seconda volta che lo indossava, perché la prima lo aveva scelto da sola con sua madre e quindi aveva optato per una seconda prova, per avere anche il parere di Kira e della cugina, Camilla. “No , no ….mi piace tantissimo è che…sono emozionata”, disse allora con un filo di voce tremante. L’abito era davvero perfetto, sembrava essere stato disegnato appositamente per lei. Era un modello a sirena, il corpetto, che lasciava le spalle scoperte, era estremamente aderente, tempestato di microscopici cristalli swarovski; anche i fianchi stretti e la vita sottile erano fasciati in un misto di seta e organza, e all’altezza delle ginocchia la gonna scivolava giù larga e morbida, e sul retro lasciava spazio un’ampia e lunga coda.  “Credo che sia davvero perfetto…voi cosa ne dite?” chiese Clara senza distogliere lo sguardo dal suo meraviglioso vestito. “Penso che sei una sposa stupenda”, rispose la cugina, con gli occhi luccicanti, “è commovente…”. Kira sorrideva, lei in realtà non si sentiva commossa, piagnucolare per affari romantici non era nel suo stile, ma era davvero felice di vedere Clara così piena di gioia e così emozionata, e non poteva far altro che pensare a quanto fosse stupenda, a quanto le stesse bene quell’abito per il modo in cui accarezzava il suo fisico esile ma scolpito. Accanto a lei Luisa, la responsabile dell’atelier, una donna sulla cinquantina vestita di tutto punto con un elegantissimo tailleur beige, la osservava con aria soddisfatta, “Effettivamente non ci capita tutti i giorni di ricevere promesse spose che sembrano delle modelle da passerella…è sempre un immenso piacere vestire una così splendida donna, sinceramente le starebbe bene qualsiasi abito, ma questo la fa risplendere particolarmente…ma manca un piccolo tocco”, e detto questo le si avvicinò, le acconciò delicatamente i lunghi capelli rossi, raccogliendoli in uno chignon bello alto che appuntò con un prezioso fermacapelli, poi al di sotto della pettinatura le sistemò un lunghissimo velo, ora poteva dirsi realmente perfetta. Clara avrebbe ricordato per sempre quel momento, quell’attimo in cui Luisa l’aveva resa una sposa, chissà se a Daniel sarebbe piaciuta quando l’avrebbe vista attraversare la navata della chiesa fino all’altare, chissà cosa avrebbe pensato, anche se mancavano ancora un po’ di mesi,  lei era già proiettata anima e corpo a quel giorno che sognava da tutta una vita.
Frida era fuori lo studio del marito di Milly, Fabrizio, il suo turno era finito da un pezzo e stava aspettando Carlo che la passasse a prendere. Non amava chiedere passaggi per tornare a casa, ma quel giorno a Napoli c’era lo sciopero dei mezzi e proprio quella mattina aveva trovato la sua mountain bike con una gomma a terra, così era stata costretta a chiamare lui, che di solito, quando capitava, era sempre disponibile. Era già la seconda sigaretta che fumava, pensava tra sé e sé mentre guardava l’orologio, era lì ad aspettare da quasi quaranta minuti. Ad un tratto un’auto accostò al marciapiede di fronte e  suonò il clacson un paio di volte per attirare la sua attenzione, ma non era la macchina di Carlo, così dopo qualche attimo di esitazione si accorse che si trattava di Daniel con la sua Punto nera. Attraversò frettolosamente e lui le fece cenno di salire, “Mi ha mandato Carlo”, disse lui per giustificarsi appena Frida salì in macchina, “Lui era momentaneamente bloccato con un fornitore in ufficio, non poteva scaricarlo...”. Frida rispose freddamente a monosillabi, guardando fuori dal finestrino. “Sai, ero di strada, devo passare a prendere Clara e Kira all’atelier e poi vi riporto a casa...speriamo non ci sia troppo traffico...”. Frida continuava a guardare fuori dal finestrino, ma il silenzio si era fatto imbarazzante, così decise di dire qualcosa “Mi spiace di averti fatto venire fin qua...se Carlo mi avesse avvisata sarei tornata a piedi,una passeggiata non fa mai male”, ma Daniel le sorrise e le assicurò che in ogni caso sarebbe passato di lì per andare da Clara e Kira, quindi non era stato assolutamente un disturbo. Erano imbottigliati nel traffico ormai da più di dieci minuti così, Frida si sentiva profondamente a disagio immersa in quel silenzio, era un a vita che non metteva piede in quell’auto; tutto sembrava cristallizzato all’ultima volta che c’era entrata, era pulita minuziosamente come al solito, i cd erano al loro solito posto, il caricabatterie come sempre infilato nel 12V, e quel profumo, il profumo di Daniel, era sparso ovunque, era sempre stato così, quell’auto odorava di lui. Frida si sentì in imbarazzo soltanto a pensare quelle cose, così con un gesto istintivo, quasi nervoso, accese lo stereo, sintonizzandolo su Virgin Radio e Daniel si voltò di scatto verso di lei sorridendole “mi sembra un ottimo aiuto per questo traffico...e questo è uno dei tuoi preferiti, che fortuna”. Il loro silenzio perdurò, allora, sulle note di What’s Up delle Four non Blondes, era vero, Frida amava da morire quel pezzo e aveva una voglia maledetta di canticchiarlo, ma non le sembrò il caso, così, con la faccia rivolta verso il finestrino si limitò a doppiarla in silenzio, mimando le parole con le labbra, mentre l’unica cosa che sperava era di arrivare il più presto possibile a destinazione, ultimamente Daniel se lo ritrovava sempre davanti e il suo atteggiamento amichevole da una parte un po’ la infastidiva, insomma, che senso aveva, ormai? Il loro equilibrio lo avevano trovato, almeno fino a quel momento, le loro strade erano opposte e ormai si erano abituati a non rivolgersi più la parola, quindi proprio non capiva che senso avesse quella specie di riavvicinamento...
Appena Daniel accostò davanti all’Atelier, Frida come un lampo aprì la portiera dell’auto e quasi letteralmente saltò sul sedile posteriore, tirando un sospiro di sollievo.  Appena le tre ragazze salirono, si leggeva sui loro volti lo stupore per la presenza di Frida, così fu Kira la prima a chiederle cosa ci facesse lì, e fu Daniel a spiegare il motivo della sua presenza. Camilla per tutto il tragitto non fece altro che parlare della bellezza dell’abito, senza mai ovviamente accennare a descriverlo, voleva solo stimolare la curiosità di Daniel che seppe stare al gioco della cugina di Clara, facendo domande investigative e mostrando tutta la sua curiosità, mentre invece Clara, Kira e soprattutto Frida rimasero in silenzio finchè non arrivarono a casa delle ragazze, per la felicità di quest’ultima.


Clara e Camilla finalmente rientrarono in casa, mentre Daniel tornò di corsa al ristorante da Carlo, quella sera avevano un evento importante e doveva aiutarlo nei preparativi. Le due ragazze si accomodarono in cucina e decisero di preparare una tisana rilassante, erano state in giro dalle 16.00, si sentivano stremate. Camilla notò che la cugina era stata particolarmente silenziosa in auto e sembrava aver perso un po’ l’entusiasmo per la prova dell’abito, “cosa c’è che non va? Sei ancora emozionata per il vestito?”, Clara allora si sedette accanto a lei e sospirò sonoramente “no, è che sono rimasta un po’ basita quando ho visto Frida in macchina...”  “e perchè scusa?”. Camilla sembrò non capire il turbamento di Clara, insomma le aveva dato un passaggio su richiesta di Carlo, cosa c’era di male? “Ma infatti non c’è nulla di male, in teoria”, rispose allora Clara davanti alle obiezioni della cugina “è che...sono un po’ spiazzata, perché ultimamente il loro rapporto sembra cambiato...”  “in che senso, scusa?” le chiese allora Camilla con tono sospettoso, “Pensi che abbiano una relazione?”, “ma no, no!!! Figurati! Non è questo...è che, insomma, fino a qualche settimana fa non si rivolgevano la parola, comunque loro non si erano mollati serenamente, e quindi era rimasto molto rancore tra loro...e adesso, boh, sembra siano tornati amici...”. Camilla storse un po’ il naso, non riusciva a capire fino in fondo dove Clara volesse arrivare, ma era lampante che si sentiva ansiosa e infastidita, così provò a capirci qualcosa in più. “Beh, se sono tornati amici, forse è solo perché i loro dissapori sono oramai cosa passata...non credi? Non capisco cos’è che non ti torna...perchè è evidente che c’è qualcosa che non ti quadra...”. Clara sospirò, non voleva azzardarsi a dire cose affrettate, ma con la cugina sapeva di poter dire tutto ciò che pensava “Quello che non mi quadra, o per meglio dire che mi infastidisce, è che questo riavvicinamento è assolutamente unilaterale..”  “Cioè lei ha rimesso gli occhi addosso a Daniel????” esclamò Camilla, “No, no...è unilaterale nel senso che è Daniel che tenta continuamente di farsela amica...così, all’improvviso, si è svegliato una mattina e ha deciso di essere carino e gentile con lei, quando fino a poco tempo fa solo sentirla nominare lo faceva incupire ed era proprio lui ad evitare ogni contatto con lei, la salutava a stento e manco le rivolgeva la parola. Quindi ora perché questo improvviso cambiamento? Questa cosa mi dà da pensare e mi dà fastidio...Daniel è un uomo molto lunatico, questo lo devo ammettere, quindi la cosa non dovrebbe stupirmi...ma...capisci che ho dei dubbi? Non riesco a comprendere le motivazioni del suo atteggiamento...”. Camilla a questo punto riuscì a capire i dubbi della cugina “ho capito perfettamente, adesso...è lui che fa l’amico con lei...vabbe se fossi in te comunque non mi allarmerei, soprattutto se sai che Daniel è un tipo un pò volubile che cambia idea facilmente...magari ha capito che è inutile continuare a tenerle il muso, forse è un bene...sai, il fatto che le portava rancore stava a significare che lui ancora ci pensava alla fine della loro storia, invece ora è un capitolo chiuso e quindi non ha motivo di essere in contrasto con lei..”  “capisco cosa vuoi dire”, disse allora Clara, che però sembrava ancora molto dubbiosa, così Camilla tentò di rassicurarla “senti, io non mi farei troppi film...certo, state per sposarvi, ed è ovvio che tu sia ansiosa, quindi l’unico consiglio che posso darti è di aprire gli occhi e analizzare la cosa più da vicino, guardati bene le spalle, ma con la diplomazia che ti contraddistingue. Non perdere la lucidità, valuta la situazione in maniera oggettiva e con tranquillità e, se sarà il caso, parlane direttamente con lui”. Clara accolse positivamente il consiglio di Camilla, era pienamente d’accordo con quella strategia, allarmarsi e farsi delle idee strane non l’avrebbe aiutata e non l’avrebbe portata da nessuna parte, doveva mantenere la calma e il sangue freddo, come aveva sempre saputo fare.

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