martedì 17 maggio 2016

Episodio CXXV "Un giorno buio"

Il funerale del signor Filippo si era appena concluso. Una cerimonia sobria e elegante; in perfetto stile Carati, così avevano mormorato i partecipanti vestiti a lutto, mentre percorrevano la grande navata per esprimere il loro cordoglio agli eredi del povero architetto. Irma e Carlo, perfetti, impeccabili nel loro ruolo, strinsero mani e ringraziarono i presenti, non lasciando trasparire neppure per un momento lo scoramento, il dolore che pesava nei loro cuori. 
Kira aveva osservato Carlo per tutto il tempo
cercando in continuazione una connessione con lui, ma in vano; era come se lui cercasse in ogni modo di tenerla lontana. In macchina, di ritorno dal cimitero aveva cercato la sua mano, aveva intrecciato le sue dita a quelle di lui. Voleva fargli capire che era lì per lui. Ma poi varcato l'uscio di casa, Carlo si era velocemente liberato dalla sua presa e lei sembrò avere la conferma del fatto che lui volesse soltanto tenerla a distanza. Irma aveva assistito alla scena, e aveva percepito il disagio della ragazza "dagli tempo…" le disse sfiorandole la spalla, accennando un sorriso, come per rincuorarla.
Al contrario del fratello Irma si rivelò una perfetta padrona di casa, nonostante tutto, la stanchezza, il dolore e la tragicità del momento. Invitò i suoi ospiti a comportarsi come se fossero a casa loro e a rivolgersi per qualsiasi cosa a Lara, la loro governante. 
Qualche ora dopo, Lara servì la cena; era una cuoca perfetta e tutti apprezzarono la sua cucina, eccetto Carlo, che non uscì neppure per un attimo dalla sua stanza. 
Erano passate le 22.00 quando Kira decise di andare da lui. Non aveva idea di cosa avrebbe dovuto dirgli per farlo sentire meglio, anzi era perfettamente consapevole che qualsiasi parola in momenti del genere sarebbe risultata superflua.  Magari non avrebbe detto niente, si sarebbe accoccolata vicino a lui, e sarebbe rimasta lì fintanto che lui l'avrebbe voluta al suo fianco. 
Entrò nella stanza in penombra in punta di piedi, pensava che lui stesse dormendo, e non voleva svegliarlo, ma non appena gli si sedette accanto, sul fianco del letto, Carlo aprì gli occhi.
"Pensavo dormissi!" 
"c'ho provato tigre, ma in vano" rispose lui tirandosi su e mettendosi seduto affianco a lei. "E' stata una giornata dura…sono così stanco!" continuò appoggiando la testa sulla spalla di lei. "Lo so amore mio. Mi dispiace così tanto!" disse lei attirandolo ancora di più a se. 
"Menomale che ci sei!" disse poi baciandole il collo, mentre una mano scivolava sul suo ginocchio, e iniziava ad accarezzarle  audacemente la coscia, salendo sempre di più, fino a spingersi oltre l'orlo de vestito. "Carlo…" lo ammonì lei timidamente, bloccandogli la mano con la propria. Lui alzò la testa dalla sua spalla e la guardò con aria innocente "Cosa c'è che non va?" le chiese.  "beh…non credo sia il momento adatto!" mormorò Kira in imbarazzo. Le sorrise beffardo, le prese il viso tra le mani e riempendola di piccoli baci  disse "Non dirmi di no, non stasera…ti prego… ho così bisogno di te!" 
Quelle ultime parole arrivano a Kira come un grido di aiuto, come avrebbe potuto negarsi? Si lasciò andare così alle sue carezze e si lasciò travolgere dai suoi impetuosi baci, si concesse così a l'uomo che amava e che aveva così bisogno di lei.
Al mattino Kira si svegliò di soprassalto con la strana sensazione di trovarsi in un letto non proprio, in una stanza non sua. Carlo non era lì, lo aspettò per un bel po', poi stufa si vestì in fretta, raccolse le sue cose e filò via, nella stanza degli ospiti che Irma aveva riservato a lei e Frida. 
L'amica la salutò, allegra come al solito e notò in lei un certo malumore. "in effetti, non sono molto in forma…ho dormito da schifo" disse appoggiandosi sul suo letto. 
"come sta Carlo?" le chiese allora Frida.
"non ne ho idea!" rispose secca lei, sbuffando. Alla fine non avevano parlato molto, poi si erano addormentati, e al risveglio lui non era lì. Non l'aveva mai fatto prima, non aveva mai lasciato che si svegliasse da sola…che diavolo stava succedendo? Si chiese, senza riuscire a darsi una risposta. 
"Dai kira, il padre è morto neppure tre giorni fa…dagli tempo!" le suggerì l'amica, sedendosi affianco a lei "piuttosto, tra qualche abbiamo il treno, datti una mossa, e scendiamo a fare colazione, ho una fame da lupi!!" 
Kira si alzò in silenzio, e si chiuse in bagno. Una doccia era quello che voleva, per non pensare, anzi per lavare via i cattivi pensieri!
Daniel, Irma e suo marito Giorgio erano già lì a fare colazione, quando le ragazze arrivarono in cucina. "buongiorno!" le salutò Irma cordialmente "avete riposato bene?" Entrambe annuirono, anche se Kira si sentiva uno straccio, e le diede ancora più fastidio il fatto che Carlo non fosse neppure lì, a fare colazione con gli altri. 
Kira bevve in silenzio in suo caffè amaro, mentre gli altri attorno a lei parlavano del più e del meno, ad un certo punto si intromise nella discussione "Ma Carlo? l'avete visto?" 
"E' uscito presto…credo che sia andato a farsi una corsa…gli farà bene lo sai, lui sfoga le sue ansie con l'attività fisica." 
Parli del diavolo…pochi secondi dopo Carlo entrò dalla porta sul retro, diede il buongiorno a tutti educatamente, baciò Irma dolcemente sulla guancia, ma a Kira non rivolse neppure un occhiata. Ancora una volta il suo comportamento le confermò che qualcosa non andava, e forse non era solo legata alla morte del signor Filippo. Kira si sentì mancare l'aria, lui continuava ad ignorarla; beveva la sua spremuta tranquillamente, conversando con gli altri, ma non rivolse a lei neppure una parola, non la degnò neppure di uno sguardo, nonostante lei lo cercasse continuamente. La ragazza non riusciva a capire perché si comportasse in quel modo, se lo facesse apposta o se neppure se ne rendesse conto. A questo punto sperava che lui non ne fosse cosciente, perché le stava facendo male, si sentiva enormemente ferita. Non sopportava più quella assurda situazione, sentiva lo stomaco contorcersi e il magone salire su per la gola, balzò in piedi, e inventando di dover ancora preparare la borsa per la partenza si rifugiò nella camera degli ospiti appena in tempo, prima che le lacrime iniziassero a inondarle il volto. 
Frida la conosceva bene, conosceva bene entrambi, tanto da capire che Carlo non si stava comportando in modo normale e che questo ferisse Kira enormemente. Aspettò un po', poi salì anche lei in camera, per capire meglio la situazione. Kira era seduta sul suo letto, sembrava tranquilla, ma aveva gli occhi rossi, di chi aveva appena finito di piangere, ma Frida non glielo fece notare, le si sedette affianco "Stai bene? sei pronta? dobbiamo andare!" 
Kira annui, tirò su col naso, si alzò, andò in bagno, si sciacquò il viso e ritoccò l'eye-liner leggermente sbavato. "ottimo" si disse guardandosi allo specchio "non sembra neppure che io abbia pianto!" Poi raccolse le sue ultime cose e insieme a Frida scesero al piano di sotto, dove l'aspettavano Daniel e Carlo, che gli avrebbe accompagnati alla stazione. 

Qui prima che il treno partisse, mentre Daniel e Frida già erano saliti sul vagone e prendevano posto, Kira chiese Carlo se volesse che lei rimanesse con lui. "Non è necessario!" rispose lui freddo, guardandola negli occhi, in un modo che a lei sembrò tutto nuovo. Quelle parole furono un fulmine a ciel sereno, si sentiva offesa, usata, la sera prima l'aveva pregata di restare nel suo letto, aveva bisogno di lei…e adesso? cosa era cambiato? perché adesso non era più necessaria? Avrebbe voluto fargli tutte quelle domande, ma poi decise di tacere, doveva essere comprensiva, dargli tempo, forse lui era solo tremendamente sconvolto, era il suo modo di reagire alla perdita. "Dagli tempo!" si ripetè per l'ennesima volta, così mise da parte i suoi sentimenti "ok!" disse abbozzando un sorriso "ti chiamo appena arrivo a casa!" cercò di essere il più naturale possibile, ma quando lui per salutarla cercò le sue labbra, kira sfuggì a quel bacio, involontariamente si scansò e lo baciò sulla guancia, poi gli diede le spalle e salì sul treno.

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