venerdì 10 aprile 2015

Episodio XXVII "Uno strano autunno..."


Dal diario di Frida
3 settembre
Non ho avuto il tempo di scrivere molto ultimamente, prendere in mano la penna per buttar giù i miei pensieri mi è mancato, a dire il vero. L’estate è volata, Mallorca è stata un’esperienza magnifica, ho conosciuto meglio Carlo, siamo diventati davvero buoni amici! E Daniel, beh che dire, è l’uomo perfetto (l’unico difetto…forse è un po’ lunatico...e alquanto impulsivo…ma posso sopportarlo) Comunque per me zero abbronzatura, per via dell’intervento alla cicatrice! Finalmente ieri l’ho fatto e mi sono tolta questo terribile pensiero dalla testa. Il day hospital è stato alquanto noioso, le visite sono state brevi e limitate, per fortuna avevo con me Dostoevskij. Beh, se devo dire la verità, anche il dottor Bassani è stato dolce e carino come al solito. Dopo il mio intervento è stato un bel po’ impegnato, ma poi del tutto inaspettatamente è passato a trovarmi con un cappuccino gustosissimo e mi ha tenuto compagnia, non essendo orario di visite. Mi h fatto ridere moltissimo e il tempo è volato ad ascoltare tutti gli aneddoti sui suoi assurdi pazienti. Credo sia stato almeno un paio d’ore con me e come al solito mi sono sentita in imbarazzo per i modi confidenziali che usa, ma ho cercato di non darlo a vedere, non voglio più fare la parte della rimbecillita davanti a lui. Quando poi gli ho chiesto se non avesse lavoro da fare (visto che era con me da tanto tempo), mi ha risposto che lui i pazienti speciali li tratta così. Penso di aver arrossito quando lo ha detto, e penso di essere arrossita ancora di più quando mi ha chiesto della mia vita e se fossi impegnata con qualcuno., forse ho addirittura balbettato…mio dio che sciocca. Cosa gliene frega? Forse era solo curioso, forse era semplice conversazione. Sinceramente anche io sono curiosa di lui, ma ovviamente non gli ho chiesto nulla, insomma, intrigarmi della vita privata del mio chirurgo plastico…no, no, che cosa ridicola. Fatto sta che è stato carino con me, ma non voglio certo fraintendere il suo comportamento… Kira crede che io mi faccio dei gran film. Comunque riconfermo che il dottor Bassani (o Giulio, come vuole farsi chiamare, ma non mi riesce molto chiamarlo per nome…) è un tipo strano, molto strano. Ha detto che appena tornerò a lavoro passerà in negozio a salutarmi. Oddio ma perché sto scrivendo di lui? Nemmeno lo conosco! Meglio se torno a studiare.


Quel grigio venerdì Frida stava lavorando in negozio, mentre metteva in ordine la cassa diede uno sguardo al grande orologio da muro dietro di lei, erano le cinque e mezza, la giornata lavorativa per lei era quasi terminata, alle sei avrebbe smontato e Milly avrebbe retto le ultime due ore. Avevano deciso di comune accordo di dividersi le ore in maniera diversa, cosìcchè lei avrebbe avuto un po’ più di tempo per studiare e Milly sarebbe stata libera nelle ore in cui il bambino le dava più impegno, un ottimo compromesso insomma. Il negozio era momentaneamente vuoto, Frida prese la sua grande borsa nera da sotto il bancone e ne estrasse uno specchietto rosso, lo aveva dal primo anno di Liceo, ne era davvero affezionata e non se ne separava mai, nonostante avesse una vistosa scheggiatura rimediata dopo che le era violentemente scivolato dalle mani, molti anni addietro. Si osservò allo specchio, si sentiva uno straccio, quasi non si riconosceva, erano ormai quasi due settimane che si sentiva così, forse era a causa dello stress da esami, si ripeteva, ma sapeva benissimo che i suoi pensieri principalmente si concentravano su di lui, e anche se cercava a tutti i costi di non ammetterlo a se stessa, questo sforzo non riusciva a farla sentire meglio. Era da nove giorni esatti, da quel fatidico mercoledì, che non lo vedeva, o meglio, che evitava in tutti i modi di vederlo, d’altronde il suo studio era proprio di fronte al negozio e lei sapeva benissimo che ogni volta che entrava o usciva avrebbe rischiato di incontrarlo e durante le ore di lavoro cercava il più possibile di non guardare fuori dalle vetrine –cosa che amava fare tantissimo, di solito- per paura anche solo di intravederlo. Lo aveva conosciuto poco più di un anno fa, il Dottor Bassani, e il primo appuntamento nel suo studio lo ricordava benissimo: l’ansia della visita che aveva già dal giorno precedente si unì allo stupore di fronte ad un uomo così stravagante. Sin dal primo momento Frida sentì un forte senso di disagio di fronte a lui, di fronte ai suoi modi nervosi e impetuosi e alla sua logorroicità; ma sin da subito aveva trovato affascinante la sua aria distratta e allo stesso tempo brillante, il suo modo veloce di parlare e di passare da un discorso all’altro, era capace di passare da un tono formale a uno informale, le parlava di tutto e di niente senza mai annoiarla e per tutti questi motivi dal primo istante lei si sentì come sopraffatta dalla personalità avvincente di quell’uomo, le era sembrato un inarrestabile torrente in piena, e quei suoi atteggiamenti non le procuravano nessun fastidio, ma solo una strana curiosità. Gli appuntamenti prima del piccolo intervento confermarono le sue prime percezioni; il dottor Bassani forse sapeva semplicemente come essere cordiale con i suoi pazienti, pensò all’inizio, ma lei ebbe come la sensazione che lui ci provasse, non proprio apertamente, ma più andavano avanti con gli appuntamenti, più lui le si avvicinava, insomma, le faceva capire che la trovava interessante, nonostante non le desse molto la possibilità di parlare, la scena la teneva sempre tutta per lui e Frida glielo lasciava fare, perché quando ce l’aveva di fronte si sentiva disarmata dalla sua irruenza. Aveva da subito parlato anche a Kira del Dottor Bassani e dei suoi modi eccentrici, e loro usavano sempre riderci un po’ su, anzi, dopo ogni seduta Kira non vedeva l’ora di sentire le ultime stravaganze del medico e Frida non vedeva l’ora di raccontargliele. Effettivamente lo trovavano un tipo un po’ comico, da cartone animato amava definirlo Frida, un uomo di  quarantadue anni, anche se portati benissimo che parlava e si comportava come un ragazzino le dava tanto da parlare, anche se ciò non toglieva che lo considerasse un ottimo professionista. Kira l’aveva visto forse solo di sfuggita, Frida glielo daveva descritto come un uomo magrolino, molto giovanile, non bello ma neanche brutto, forse esteticamente era un po’ particolare, esattamente come tutto il resto in lui; i suoi occhi erano grandi e sempre luccicanti, sembravano gli occhi infiammati di un visionario, gli davano sempre l’aria di uno che fosse sul punto di avere un’idea, un’illuminazione, o chissà quale visione; le sue mani erano piccole e affusolate e aveva un bel sorriso, quasi perfetto. In poco tempo tra di loro nacque un rapporto cordiale, una sorta di simpatica amicizia, fatta di battute e di timidi cenni con la mano quando si intravedevano dal negozio e dal marciapiede di fronte, e qualche volta il dottor Bassani si era anche affacciato in negozio per salutarla, con i suoi soliti modi gentili ed eccentrici. Nonostante lo prendesse spesso in giro fuori dallo studio, Frida sapeva esattamente che il dottor Bassani aveva un qualche strano potere su di lei, aveva il potere di intimidirla, di farla rimanere senza parole, ed era qualcosa che chi la conosceva bene non avrebbe mai pensato fosse possibile…proprio lei, la Frida frizzante ed estroversa, ammutolita di fronte ad un chirurgo plastico mezzo pazzo. Lei sapeva che tra di loro in realtà c’era qualcosa, qualcosa di molto velato, una sorta di attrazione, un qualcosa di atipico, di particolare, ma non faceva altro che riderci su… insomma, pensava, non erano altro che un chirurgo e una paziente, non si erano mai frequentati al di fuori del loro rapporto professionale, e poi avevano una differenza d’età abissale, per cui era davvero lei che usava farsi troppi film. Di certo lui era sempre molto dolce e gentile con lei, anche il giorno dell’intervento era stato molto carino e premuoroso, aveva sempre qualche complimento pronto e sembrava che amasse stare lì a parlarle di tutto, ma si era limitato sempre a questo, non aveva mai osato andare oltre, dunque Frida arrivò alla conclusione che sì, aveva vagato troppo con la fantasia, forse aveva anche un po’ peccato di presunzione e di eccessiva vanità, e poi, si chiedeva sempre, cosa le fregavano tutte queste cose? Dopo molti mesi dall’intervento, i loro rapporti professionali erano terminati e continuavano solo ad intravedersi e a salutarsi dai cigli opposti di Via Carducci, fino a quel giorno in cui avevano fissato una visita di controllo, il dottor Bassani era un tipo alquanto meticoloso e voleva assicurarsi che non fosse rimasto nessun segno dopo l’operazione di quella grande cicatrice. Quel mercoledì passato, nel pomeriggio, terminato il turno a lavoro, Frida salutò frettolosamente Milly, attraversò la strada e raggiunse il vecchio portoncino del palazzo di fronte, in un batter d’occhi fu nello studio dove  l’accolse Ilaria, la giovane assistente con la quale si fermava spesso a chiacchierare nell’attesa del dottor Bassani. Era una ragazza carina, alta, molto gentile nei modi, le stava molto simpatica e anche lei pensava di piacerle. “Frida! Come va?”  Le disse con un gran sorriso   “Ciao Ila, tutto bene…non c’è nessuno in attesa?” considerato l’orario, evidentemente no, e la ragazza glielo confermò. Frida sentiva la stessa sensazione di ansia che aveva provato tutte le altre volte, quel posto la metteva a disagio e le dava fastidio che il dottore si facesse sempre attendere. Ilaria la fece gentilmente accomodare e mentre riordinava alcune scartoffie, forse notò la sua impazienza e la rassicurò “Giulio arriverà subito, è un attimo al telefono, forse con qualche paziente un po’ scocciante eheheheh”.  Appena sentì pronunciare il suo nome, sobbalzò, cosa le avrebbe riservato oggi? Con quali chiacchiere interminabili l’avrebbe frastornata? Mentre attendeva sperava solo di andarsene presto, aveva tantissime pagine da studiare e il sol pensiero dell’irruenza del dottor Bassani non la entusiasmava. Mentre si guardava intorno lo vide entrare come un lampo, aveva il solito sorriso stampato sul suo piccolo viso e quel giorno indossava uno strano camice colorato e una cuffietta a fiori che fecero subito sorridere Frida, era proprio un tipo strano, non c’erano dubbi. La salutò calorosamente e con fare nervoso le si sedette accanto, sembrava andasse quasi di fretta e le diede una controllata…. “pare sia tutto ok…ho fatto proprio un ottimo lavoro con te, niente da dire…bravo me”  e detto questo, le diede due buffetti sulla guancia. Frida stava per dirgli qualcosa quando lui la interruppe, come suo solito “ah, per la questione del mento…già ti dissi, non mi pare una cosa urgente, magari pensaci, se vuoi toglierti questo sfizio lo facciamo altrimenti, niente, non c’è nessuna necessità a mio avviso…stavi dicendo qualcosa?” A quel punto aveva dimenticato cosa volesse dirgli e rispose di no sorridendo. Il suo atteggiamento le dava enormemente fastidio, ma non poteva fare a meno di strapparle sempre un sorriso, le trasmetteva positività, energia, ottimismo, alla fine era solo un po’ matto, non era cattivo, pensava. Lei si alzò e seguì il dottore nel suo studio per saldare il suo debito, finalmente avrebbe finito di pagare,  e mentre si avviavano lui si girò di scatto verso Ilaria “Ila, puoi cambiarti, per oggi abbiamo finito, sono le sette…tutti a casa finalmente, anche oggi è andata, devo solo passare in clinica a controllare dei pazienti”  le disse soddisfatto. Si accomodarono uno di fronte all’altro, lui segnò il pagamento sul suo piccolo note book, le sue dita si muovevano velocemente ma erano delicate, come lui d’altronde; subito rivolse il suo sguardo attento a lei, ogni volta che la guardava sembrava sempre che stesse scrutando qualcosa, ogni volta Frida sentiva come se la stesse guardando dentro per cogliere qualcosa di lei e, quella volta, così fu davvero. “Sembri sempre un po’ tesa, ormai abbiamo finito, puoi anche rilassarti”  disse ridacchiando con la sua solita aria dolce e lei gli sorrise, poi stava per salutarlo, quando lui nuovamente la interruppe “stai davvero bene con i capelli raccolti, anche se, devo dirti la verità, esageri col trucco…ti ho notata al naturale un paio di volte, davanti al negozio…non che io stia lì a guardarti eh, per carità, ma l’avevo solo notato…e poi è tutta roba che fa male…ah, a proposito, poi hai smesso di fumare?”  Disse tutte queste cose con una velocità disarmante, Frida si sentì imbarazzatissima, odiava quando qualcuno le faceva notare qualcosa sul suo aspetto fisico, e soprattutto lui, riusciva sempre a farla rimanere lì impalata, una cosa che non le si addiceva proprio per niente; attese venti secondi prima di rispondergli, magari lui aveva altre cose da dire, non aveva nessuna voglia di essere ancora interrotta… “beh sì, fumo molto meno…e…”   “Frida!!! Ma già te l’ho detto, devi assolutamente smettere del tutto già che sei in tempo…Non mi deludere, fai questo piccolo sforzo, è un peccato!”.  L’aveva interrotta di nuovo, ora Frida ne aveva abbastanza e decise di armarsi della sfacciataggine che la contraddistingueva e che fino a quel momento non aveva mai osato smascherare davanti a lui, non voleva rimanere ancora una volta imbambolata, quell’uomo non poteva avere il potere di intimidirla in quel modo, così si fece coraggio e reagì  “oddio, ma quanto parli! Stai sempre a predicare…” esclamò, e  mentre disse questa cosa si sentì in fiamme dall’imbarazzo, forse aveva osato rispondere con troppa confidenza, ma riuscì a sembrare ironica e disinvolta, almeno così le pareva, dal momento che lui ridacchiò a sua volta, reclinando il capo a destra e sinistra…era una specie di tic che aveva ogni volta che rideva o sorrideva e che gli dava un’aria ancora più stramba.  Di fronte alla ribellione improvvisa di Frida, per la prima volta fu  lui a rimanere senza parole, infatti stranamente non le rispose subito. Ripose il suo pc nella borsa, così Frida fece per alzarsi “allora ci becchiamo qui fuori, ci vediamo” gli disse sorridendo, lui la guardò fissa negli occhi col suo bel sorriso radioso “sì, certo…aspetta dai, usciamo insieme, devo chiudere lo studio. Anzi, perché non ci prendiamo un bel caffè? Mi farebbe piacere chiacchierare ancora con te, prometto, niente prediche, sempre che per te io non parli troppo!”  Frida rimase di nuovo ammutolita e in trenta secondi le passarono mille cose per la testa: perché stava arrossendo? Cosa c’era di male in un caffè? Ci stava provando con lei? O era solo una richiesta gentile? Non riusciva a capacitarsi del fatto che non riusciva ad essere se stessa di fronte a lui, si sentiva annientata dalla sua voce, dai suoi gesti, dalla sua invadenza. Lui la guardò col suo solito sguardo e notò perfettamente che stava arrossendo “allora?” le chiese “che fai, vieni?”  Frida sperò con tutta se stessa che lui non avesse notato il suo disagio, perchè il sol pensiero la mandava ancora più nel pallone, e riuscì a rispondergli con un filo di voce, dopo essersi alzata dalla sedia “no…io…non mi sembra il caso, devo andar via, ci vediamo dai” e si avviò quasi correndo verso l’uscita dello studio, si sentiva come un topo in trappola, era consapevole del fatto che non c’era alcun motivo per sentirsi così avvilita, eppure non riusciva ad evitarlo. Il dottor Bassani non smise comunque di sorridere, capì che l’aveva messa in imbarazzo, anche se non era stata sua intenzione, così per rimediare prese velocemente le sue cose e in un lampo la seguì fino alla porta d’uscita, ancora col camice addosso “aspetta Frida, scusa, io non volevo metterti in imbarazzo, te l’ho chiesto così, giusto perché ci trovavamo ad uscire insieme…tutto qua.”  Alle parole di Giulio, Frida si sentì sprofondare, lui aveva notato tutto,  era esattamente quello che lei voleva evitare, e per questo si sentì ancora più impacciata, ma trovò il fiato per rispondergli ancora  “no, non ti preoccupare…è che, davvero vado di fretta e poi, cioè, io non ti conosco nemmeno…non…niente, non mi pareva il caso, non mi sono mica imbarazzata!  Vabbè scusa, io vado adesso davvero, mi aspettano” dopo ver balbettato queste parole, aprì la porta dello studio più velocemente che poteva, e finalmente si sentì libera da quella situazione ridicola, quando all’improvviso si sentì una mano delicata sul braccio e in una frazione di secondo si ritrovò le labbra del dottor Bassani sulle sue, la stava baciando, lo stava facendo davvero, poteva sentire il suo tocco delicato, quasi innocente, poteva sentire il suo odore fresco, la sua mano leggera sulla sua guancia…Frida realizzò dopo qualche istante e si staccò con uno scatto, lo fissò dritto negli occhi con uno sguardo tra stupore e disappunto e lui sembrava tranquillo “tu devi essere completamente pazzo!” gli disse con tono severo, per poi girare le spalle e fuggire via sbattendo forte la porta. Il dottor Bassani si ritrovò l’anta della porta quasi in faccia, non sapeva cosa gli fosse passato per la testa, effettivamente. Frida gli piaceva, gli piaceva la sua aria sognante, i suoi capelli, il suo sorriso timido e in quel momento gli era sembrata così indifesa e dolce che non riuscì a resistere all’istinto irrefrenabile di avvicinarsi a lei. Si sarebbero rivisti e sarebbe successo ancora, lo sentiva ed era quello che più voleva.

2 commenti: