giovedì 9 aprile 2015

Episodio XXVI "Il profumo del mosto selvatico...." [INIZIO SECONDO CAPITOLO]


La cosa che Kira amava fare di più appena dopo finito un esame era disfarsi di tutto il materiale di studio utilizzato: cancellava file dal computer, sistemava appunti e schemini in appositi raccoglitori colorati e riponeva i libri nella libreria ormai stracolma. Ogni volta ripeteva questo suo piccolo rituale e si sentiva appagata. "ciao ciao Malattie Infettive" pensò cliccando su svuota cestino, mentre Carlo le sfilava l'auricolare dall'orecchio destro, per attirare la sua attenzione "Che programmi hai per il weekend?" le chiese. Kira distolse gli occhi dal suo mac, lo guardò con aria trasognata, nella testa rimbombavano ancora i SOAD a tutto volume e stiracchiandosi rispose "Nulla, a parte godermi la beata nulla facenza post esame!" 
"bene! Allora domani partiamo, che dici?" 
"Partiamo? e dove andiamo?" il suo tono era sorpreso e curioso allo stesso tempo, che cosa aveva in mente? 
"E' una sorpresa tigre…saprai tutto a tempo debito!"
Kira lo guardò di sbieco, odiava le sorprese…preferiva avere il controllo delle situazioni, il non sapere le faceva salire l'ansia, senza contare il fatto che per natura era una gran curiosona. "Beh…" disse allora sospirando " Non è detto che io possa venire…sono pur sempre nel pieno della sessione autunnale…"
"Ma se hai appena detto che non hai niente da fare a parte il dolce far niente…allora, che fai sei con me o no?"
"Ma dove andiamo? non puoi non dirmi proprio nulla!! Dai Carlo, un indizio…"
Carlo la guardava divertito mentre lei si sedette accanto a lui sul divano con un'aria abbastanza contrariata, da bambina col broncio. "La curiosità uccise il gatto…lo sai vero??" disse lui ridendo, ma la risposta della ragazza arrivò quasi subito "Certo…ma la soddisfazione lo riportò in vita!" 
"Ok…tempo di vendemmia, a te basta sapere questo, partiamo domani mattina, ti assicuro che sarà un'esperienza divertente, interessante e formativa…credimi! Allora ti fidi??" 
"Che vuol dire tempo di vendemmia? certo che non mi fido, ma sono troppo curiosa, quindi si partirò con te…" disse in fine.
"bene..questo è l'atteggiamento giusto!" detto questo si alzò e si avvicinò alla porta, erano passate le sei del pomeriggio e la serata di lavoro alla tenuta sarebbe cominciata di li a poco. "Ora devo andare, ti passo a prendere alle 9…ah Kira, mi raccomando..un bagaglio leggero, tanto domenica sera siamo di nuovo a casa. Non avrai bisogno dell'intero guardaroba!" Kira annui, anche se non sembrava molto convinta sull'ultimo punto; preparare una valigia era sempre stata per lei un'impresa titanica, poi farlo in così poco tempo senza sapere neppure la meta del viaggio, sarebbe stato ancora più complicato, ma decise di assecondarlo, avrebbe portato solo il necessario. Così dopo qualche minuto si salutarono e lei volò in camera, tirò fuori da sotto il letto il vecchissimo trolley a cui però era tremendamente affezionata e aprì l'armadio in disordine. Bene…aveva poco tempo, ma avrebbe portato a termine la sua missione valigia! 
Carlo era lì ad aspettare sotto casa delle ragazze da quasi più di mezz'ora, quando Kira in perfetto ritardo uscì goffamente dal portone del vecchio palazzo, trascinando a fatica il suo trolley arancione, che a guardarlo sembrava potesse scoppiare da un momento all'altro. 
"Bagaglio leggero!" le fece notare Carlo ironico. 
"beh, amore mio…se tu mi avessi detto la meta del nostro viaggio avrei potuto essere più mirata nella scelta di cosa portare o no. Invece ho dovuto portare un po' di tutto…sai per non sbagliare!"
"eh si, hai ragione…non fa una piega, su sali in macchina…siamo leggermente in ritardo!" Kira si accomodò sul sedile del passeggero…per qualche minuto cercò di dissimulare la sua curiosità giocherellando con i tasti della radio, cosa che a Carlo aveva sempre dato un enorme fastidio. "Vuoi tenere apposto queste mani?" 
"e tu vuoi dirmi dove stiamo andando? Ti prego!!"
Carlo sospirò profondamente "Non ti facevo così impaziente…." ma cominciò a raccontarle i programmi per il weekend; avrebbero soggiornato a Montepulciano,in provincia di Siena, poi per il sabato pomeriggio li attendeva una vera e propria degustazione di vini. Carlo aveva intenzione di ampliare il menù  della Tenuta e quindi cercava nuovi gusti da proporre ai suoi clienti. "Ho pensato che ti saresti potuta divertire, senza contare il fatto che io e te non stiamo insieme tranquillamente da quanto?? Da quando siamo tornati da Mallorca" In effetti, pensò Kira,  un po' per gli esami, un po' per impegni di lavoro vari, si erano visti davvero poco "hai avuto una grande idea…non vedo l'ora! Non sono mai stata ad una degustazione!" disse tutta emozionata, così contenta per aver ottenuto le informazioni che voleva, sprofondò nel suo sediolino "Sai…" disse " a me piacciono un sacco i lunghi viaggi in auto!" Sergio, suo padre, amava viaggiare, guidare l'auto soprattutto di notte, così lei e suo fratello erano stati abituati sin da piccoli a percorrere le lunghe distanze. "Pensa siamo arrivati a Parigi, in auto! 1600 km…ancora me lo ricordo, avevo si e no 8 anni. Facemmo sosta una notte a Milano, da alcuni parenti di mia madre, poi il mattino dopo, alle 6 eravamo di nuovo in viaggio. Che nebbia che c'era, non si vedeva a un palmo dal naso! Ci perdemmo anche, più o meno all'altezza di Lione. Mio fratello era divertitissimo io invece…beh ho quasi avuto un attacco di panico!"
"ahaha…andiamo Kira…la solita fifona!" rise Carlo di gusto.
Kira si strinse nelle spalle, aveva 8 anni e una delle sue paure più grandi era perdersi e non riuscire più a tornare a casa…perdersi poi in un paese straniero…che incubo. Comunque il viaggio durò quasi quattro ore in più, e quando arrivarono a destinazione erano talmente distrutti, che lei e il fratello si addormentarono vestiti, senza neppure cenare. 
Il borgo medievale di Montepulciano iniziò a vedersi in lontananza, arroccato su una collina a 600 metri sul livello del mare; a quel punto Carlo svegliò Kira, che ormai dormiva da quasi due ore, da quando si erano rimessi in viaggio dopo la sosta in autogrill per il pranzo. La loro auto imboccò Via de Filosofi, che costeggiava esternamente il centro storico del paese, posteggiarono proprio lì, in un grande parcheggio recentemente inaugurato per poter ospitare al meglio le miriadi di turisti che in ogni periodo dell'anno affollavano le stradine del borgo. Carlo conosceva bene la cittadina, per un periodo anni addietro aveva vissuto lì, prima di trasferirsi a Napoli e iniziare l'avventura della tenuta.
Camminarono per un po' attraverso  quel dedalo di viottole, fino ad arrivare al loro albergo, in prossimità di Piazza Grande. L'albergo Duomo, a conduzione familiare era piccolo e accogliente situato all'interno di un antico palazzo rinascimentale. Kira si innamorò subito dell'atmosfera intima e rilassante e degli arredi in arte povera toscana. Dopo essersi riposati dal viaggio, degustarono un fantastico aperitivo sulla piccola terrazza dell'albergo e Carlo le spiegò i programmi della serata; avrebbero cenato nel ristorante di Gianni, un suo vecchio amico. "In realtà è molto più che un amico…" disse schiarendosi la voce " si può dire che è il mio mentore, senza di lui non avrei mai iniziato a cucinare…mi ha insegnato tutto…poi vabbè io l'ho superato!" 
Gianni era un uomo sulla cinquantina, capelli riccissimi, bassino e tracagnotto, una di quelle fisicità che subito ispirano simpatia. Il suo ristorante, era un piccolo locale, appena 40 posti nel cuore della città, l'aveva ereditato dal padre morto 30 anni prima e con un bel po' di sacrifici era diventato fiore all'occhiello dell'elite cittadina. Gianni era il tipico toscanaccio, un vero e proprio bischero, così amava definirsi, gli piacevano le donne e il buon vino, ma da quando aveva incontrato Jacinta aveva messo la testa a posto. Lei era una bellissima ragazza polacca di almeno 20 anni più giovane di lui. Arrivò in Italia appena diciottenne con una figlia piccola da crescere. Gianni si innamorò subito di lei, ma non ebbe vita facile; Jacinta era una donna forte, era molto più matura delle ragazzine che lui di solito frequentava, e per molto tempo lo tenne sulle spine, lo mise alla prova, lei aveva bisogno di un uomo vero, con la testa sulle spalle che si prendesse cura di lei e dalla sua bambina, Alice. 
"Gianni era un bambinone, un pazzo…per questo lui e Alice sono subito andati d'accordo!" disse la donna sorridendo guardando figlia e marito sedutile di fronte.
Dopo tutto quel tempo erano comunque ancora insieme, avevano avuto insieme altri due figli, due gemelli che adesso avevano 6 anni e si accingevano a festeggiare i loro dieci anni di matrimonio, nonostante lui fosse rimasto un eterno Peter Pan e lei avesse conservato la sua indole da signora Rottenmaier. 
Kira trascorse la serata serenamente, bevendo dell'ottimo vino e assaporando la cucina casereccia di Gianni. lo trovava un tipo molto simpatico, alla mano e in cucina sapeva davvero il fatto suo. Jacinta e Alice erano due persone squisite, erano entrambe bellissime,sembravano due top model, di una bellezza incontaminata, acqua e sapone. Gli unici a destarle un po' di perplessità furono i due gemellini, Gabriel e Alessandro. Erano due gocce d'acqua, entrambi con gli occhi azzurri e i capelli biondissimi, ciocciottissimi, le guance pienotte e eternamente arrossate, come se fossero perennemente avvinazzati. Per tutta la serata si tenne ben lontana da fare commenti su quei due, ma non appena i genitori si allontanarono da tavola lei non riuscì a non dire la sua, e mentre 
costringeva Carlo a dividersi la seconda fetta di tiramisù alle fragole, gli sussurrò sogghignando "Ma questi due…non sono uguali a Pinco Panco e Panco Pinco?"
"Kira!" l'ammonì Carlo contrariato, non stava bene sparlare di due bambini indifesi. Kira si strinse nelle spalle, non stava sparlando, la sua era semplicemente una constatazione, Carlo non aveva il suo stesso senso dell'umorismo. Solo Frida avrebbe potuto ridere di  quella situazione, e non vedeva l'ora di raccontarle la sua cena insieme ad  Alice nel paese delle meraviglie e Pinco Panco e Panco Pinco.
Anche Carlo le sembrava tranquillo e rilassato, in quel posto sembrava a proprio agio si sentiva a casa, come se Gianni e Jacinta fossero parte della sua famiglia. In realtà Carlo doveva molto a quella coppia strampalata, se non fosse stato per Gianni, non solo non avrebbe mai mollato la noiosa vita da architetto, ma non avrebbe mai pensato di mettersi in proprio , di aprire un ristorante tutto suo. "Sei un bravo architetto Carati…" gli ripeteva di continuo " Ma se volessi potresti essere molto di più…un grande chef!" 
Gianni l'aveva sempre sostenuto, spronato e bastonato all'occorrenza, se adesso la tenuta era quello che era, Carlo doveva ringraziare anche lui, che era sempre stato dalla sua parte.

L'indomani dopo un'abbondante colazione Carlo passò la mattinata con Gianni per incontrare alcuni fornitori, Kira invece decise di visitare il posto, adorava fare la turista. Zaino in spalla e itinerario alla mano se ne andò a zonzo per più di quattro ore, camminando tra le viuzze strette di origine medievale e ammirando  naso in su gli innumerevoli palazzi rinascimentali che sorgevano come funghi ad ogni angolo di strada. Attraversò così via Ricci, via del Poggiolo, fino ad arrivare a piazza delle Erbe, che ospitava in quel periodo un carinissimo mercatino dell'antiquariato, che Kira setacciò in lungo e in largo. Non era un' esperta né un'appassionata del genere, ma  non riuscì a resistere alla tentazione di acquistare un'abat jour del XIV secolo che sarebbe stata benissimo nella sua stanza, sul comodino accanto al letto. Era davvero perfetta!
Continuò il suo tour fino a piazza Savonarola per poi terminare il giro, dove era iniziato, a Piazza Grande. Qui si accodò ad una scolaresca in gita, e scroccò alla guida tutte le informazioni possibili riguardo al Pozzo dei Grifi e dei Leoni, il Palazzo Comunale e la famosissima Cattedrale. Decise di ritornare in albergo solo quando si accorse che erano quasi le 14.30, aveva completamente perso la cognizione del tempo.
Quando entrò in camera, Carlo era sotto la doccia, lei si sdraiò sul letto,  le facevano terribilmente male le gambe, si liberò  velocemente delle sue adidas; era stanchissima e in pochi minuti si assopì cullata dallo scrosciare dell'acqua proveniente dall'altra stanza.
Il casale che ospitava la degustazione di vini era arroccato su una piccola collinetta a qualche chilometro da Montepulciano; L'audi A 4 percorse veloce il viale che conduceva al villino, mentre Kira entusiasta ammirava il paesaggio e raccontava a Carlo la sua mattinata da turista. "Beh secondo me quella lampada ti è costata un po' troppo!" disse lui ridendo, ma lei subito ribattè che invece era stato un vero affare 75 euro invece di 80, forse Carlo non aveva ben capito il reale valore di quell'acquisto. "E comunque a me piace…quindi va bene così!" disse alla fine indispettita. Erano leggermente in ritardo, un' hostess in gessato blu, li accolse all'entrata, gli altri invitati erano già tutti riuniti nella sala principale, aspettavano solo loro per poter iniziare il giro della struttura. Gianni era lì tra gli ospiti,assieme ad Alice e appena li vide arrivare corse loro incontro,  come la sera precedente li salutò con affetto. "è una delle Cantine più rinomate della zona…il loro vino e qualcosa di eccelso…non te ne pentirai…ma venite andiamo a vedere le vigne!" disse emozionato. Carlo lo seguì a ruota trascinandosi dietro Kira tenendola per mano. La serata era fresca, il sole stava per tramontare all'orizzonte, e gli ultimi raggi infuocavano il paesaggio, rendendo particolarmente suggestiva l'enorme distesa di terra completamente coltivata a vite. Era tempo di vendemmia, nei campi c'era grande fermento, nonostante fosse già pomeriggio inoltrato i braccianti erano ancora a lavoro, l'odore dell'uva appena colta era pungente e prepotente  entrava nelle narici, inebriando chi aveva il piacere di trovarsi lì in quel momento. Tra le filare di piante, Kira poté scambiare quattro chiacchiere con Alice, mentre Carlo e Gianni erano troppo immersi nelle loro discussioni di affari. Alice aveva 16 anni e frequentava il terzo anno di istituto agrario. Lei amava stare in campagna, il contatto con la natura, le piante e gli animali. Il suo sogno era quello di lavorare in un azienda vinicola proprio come quella, di produrre il proprio vino e di esportarlo in tutto il mondo "Un giorno ce la farò…" disse mentre gli occhi azzurri si infiammavano di quella passione che arde solo nel cuore dei giovani. Kira sorrise, Alice a discapito del suo nome, non viveva affatto nel paese delle meraviglie, anzi aveva le idee ben chiare, e un caratterino niente male. "Vieni…" le disse la ragazzina " adesso "viene la parte migliore…le cantine!" 
La cantina principale, quella aperta al pubblico, era ampia e spaziosa e ospitava botti allineate ordinatamente di diversi tipi e dimensioni. Uno stuart, alto, di bell'aspetto, dai modi eleganti anch'egli in gessato blu, spiegò con trasporto l'intero processo di conservazione del vino in botte, il ruolo fondamentale del legno nel determinare ile caratteristiche organolettiche del vino. Kira ascoltò tutto con molto attenzione, anche se, se non ci fosse stata Alice a spiegarle molti concetti un po' troppo specifici, non ci avrebbe capito molto. Finalmente arrivò il momento degli assaggi. In esposizione c'erano più di 20 tipi di vini, sia rossi che bianchi, c'era davvero l'imbarazzo della scelta. Kira si lasciò ben presto trasportare dal profumo inebriante del mosto e dai sapori superbi di tutti quei vini, che assaggiò tutti, alcuni più di una volta. Dopo il terzo bicchiere di Brunello di Montalcino, l'unico di cui aveva colto il leggero retrogusto a ciliegia, cominciava a sentirsi la testa tra le nuvole, e non riusciva più a seguire i discorsi che Alice le faceva. "Ma cosa fai?" l'ammoni la ragazza allarmata "Non devi mica bere tutto il bicchiere? Rischi che ti dia alla testa" Kira le sorrise beffarda, versandosi incurante l'ennesimo bicchiere  " Macchè" borbottò "Io reggo benissimo! Sono la regina della tequila!" 
Mezz'ora dopo Carlo la sorreggeva per portarla alla macchina, rideva senza sosta, e parlava di nulla, sbiascicando parole senza senso. "Le avevo detto, di non mischiare i vini…" disse costernata Alice a Carlo, come a scusarsi. Carlo scosse la testa, l'assicurò che non era di certo colpa sua, era la prima volta che Kira partecipava ad una degustazione di vini,aveva sicuramente esagerato, le sarebbe servito di lezione, la prossima volta avrebbe fatto più attenzione. 
"mmm…sei arrabbiato??" gli disse Kira mentre erano in macchina, tenendo gli occhi chiusi, stranamente tutto intorno a lei girava vorticosamente. "No…" rispose ermetico Carlo, con lo sguardo fisso sulla strada "sei completamente ubriaca!"
"No no no…" disse lei agitando il dito "sono solo un po' brilla…ahahah" poi iniziò a frugare nella sua borsa. Dopo un bel po' di ricerche tirò fuori dalla grande sacca etnica un cd "mettiamo un po' di musica!" Ben presto dallo stereo si diffuse in tutto l'abitacolo la sigla dell'ispettore gadget, che Kira cantò a squarcia gola anche lei , coprendo la voce della inconsapevole Cristina d'avena. Fortuna volle, che arrivarono presto a destinazione, e Carlo non fu costretto a sorbirsi tutte  le sigle delle 5 serie di Sailor Moon. "Non è possibile che tu non conosca neppure una sigla…ma che infanzia hai avuto?" lo ammonì mentre si appoggiava a lui, chissà perché non si sentiva più gambe. Carlo dal canto suo, rispondeva poco, non era arrabbiato, né scocciato, era piuttosto divertito, e in quel momento gli dispiaceva soltanto di non poterla filmare col cellulare. 
"Perché non mi rispondi!" si lamentò lei, abbastanza ad alta voce. 
"Kira non gridare, è tardi vuoi svegliare tutto il vicinato?" Carlo si pentì immediatamente, non avrebbe mai dovuto pronunciare la parola "vicinato", Kira infatti iniziò a ridere a crepapelle, quasi caddè per terra, proprio a pochi metri dall'albergo "VICINAAATOO!" urlò a squarcia golaaaa "Allora li guardavi i cartoni animati!! ahaha sono come il vecchio zio Reginaldooo VIICINAAATOOO" 
"odio…Kira, ti prego non urlareee!" disse spingendola dentro la hall dell'albergo. 
"dimmi lo sai cucinare il Foie gras? perché non me l'hai mai preparato??" disse imbronciata. Carlo non rispose, sapeva di non essere in grado di sostenere una conversazione con un persona talmente ubriaca come era Kira in quel momento. "Ora andiamo a letto!" le disse dolcemente mentre chiamava l'ascensore, sorreggendola per la vita, mentre lei si guardava intorno come se  si fosse trovata in quel posto per la prima volta. Insieme a loro in ascensore entrò una coppia di anziani, marito e moglie, entrambi sulla settantina si tenevano a braccetto e li salutarono sorridenti.  Sembravano molto innamorati, Carlo se ne accorse da come gli occhi di lui brillavano guardando lei, e di istinto, senza pensarci troppo bacio teneramente kira sulla fronte, che nel frattempo si era accoccolata sulla sua spalla "adesso ti porto a letto…e tigre?" 
Gli occhi della ragazza si illuminarono magicamente, e con aria maliziosa gli disse ad alta voce "uuu…vuoi portarmi a letto!! vuoi approfittarti di me??" La donna, si girò allarmata verso Carlo, guardandolo con aria interrogativa. Ora era davvero imbarazzato, sorrise goffamente e balbettò qualcosa, per giustificarsi "siamo fidanzati…ha solo bevuto un po' troppo!"
Marito e moglie si lanciarono uno sguardo complice, e scesero al terzo piano, divertiti da quella coppia di giovani un po' stramba.
"Kira, per favore…ma ti pare che mi approfitto di te, in queste condizioni…" 
"uhm…speravo lo facessi…" disse entrando nella loro stanza barcollando.
"mah…sinceramente ti preferisco...capace di intendere e di volere…"
"io intendo…intendo e voglio benissimo!" rispose lei lasciandosi cadere sul letto. " e voglio che ti approfitti di me…ahahah!"
Carlo le tolse le scarpe, poi con non poche difficoltà i jeans "dov'è il tuo pigiama?" 
"non lo so…lasciami in pace…." rispose lei già mezza addormentata. Carlo trovò la canotta del pigiama sotto il suo cuscino e il pantaloncino in bagno, ma quando tornò da lei, già dormiva beatamente, al centro del letto, a pancia sotto, abbracciata al cuscino. Si stese accanto a lei, le accarezzò i capelli e la coprì col lenzuolo, era completamente sbronza, ma bellissima come sempre. Era davvero esausto, prima di sprofondare anche lui tra le braccia di Morfeo si sorprese a ripensare a quei due vecchietti in ascensore, ai loro sorrisi e agli sguardi complici, erano davvero innamorati. Forse un giorno lo stesso destino sarebbe toccato anche a loro due, a lui e a Kira. 

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