venerdì 6 novembre 2015

Episodio LXXIV "Cambio di rotta"



Da quando Alessandro l’aveva convinto a cambiare rotta alla sua vita, Giulio aveva cominciato a provarci e i primi giorni erano andati abbastanza bene, le operazioni chirurgiche erano riuscite perfettamente e le visite erano andate lisce come sempre, ma quel venerdì già dalla mattina si sentiva agitato e meno attivo del solito, con un senso di vuoto nello stomaco che non passava mai; a ora di pranzo aveva provato a mangiare qualcosa in più, ma anche quel tentativo non era servito a nulla. Gli era sembrato che quella giornata non passasse mai e arrivata finalmente la sera non riusciva a reggersi in piedi, si sentiva eccessivamente stanco e infatti, stranamente dal solito, non uscì con Frida, ma preferì mettersi a letto per provare a dormire, l’indomani si sarebbe sentito meglio, sperava, doveva solo crederci, non doveva lasciarsi schiacciare da quella situazione, doveva controllarla. Il mattino seguente si sentiva stremato, quasi dieci ore di sonno non avevano contribuito a fargli tornare le forze, ma si alzò dal letto ugualmente pimpante, fece colazione e le solite cose e prima di andare in studio passò al supermercato per comprare un paio di energy drink, doveva arginare il senso di spossatezza che non gli avrebbe altrimenti permesso di reggere la giornata lavorativa, che era particolarmente intensa: mezza giornata di visite specialistiche, quattro operazioni di rinoplastica e in più avrebbe dovuto trovare il tempo di passare controllare una paziente operata il giorno precedente, gli impegni erano davvero tanti e da medico sapeva perfettamente che avrebbe potuto non resistere, ma doveva tentare. Arrivato in studio, Ilaria lo salutò e gli ricordò in ordine tutti gli appuntamenti della mattinata elencandoli uno dopo l’altro con la velocità di una mitraglietta, come lui le aveva insegnato a fare perchè, in effetti, quel modo di ricapitolare gli impegni gli era sempre piaciuto. Ma quella mattina anche quel semplice gesto consueto lo irritò enormemente, si sentì oppresso da un pesante nervosismo, ed arrivò al punto di interrompere  Ilaria bruscamente, quasi in malo modo, come non aveva mai osato fare. La ragazza sobbalzò e lo guardò stupita, non le era davvero mai capitato di vederlo con i nervi così a fior di pelle, aveva considerato sempre il dottor Bassani un esempio di calma e regolatezza, si era sempre dimostrato diplomatico e soprattutto gentile, in particolar modo con lei, ma pensò che forse aveva avuto una serata storta o forse non aveva dormito bene, comunque non si diede troppe spiegazioni, sorvolò sull’accaduto, mentre lui sbattette la porta del suo ufficio con particolare foga, lasciandola di sasso. Le prime due visite durate più di trenta minuti l’una, passarono lisce, Ilaria conitnuò ad accogliere i pazienti con garbo e rispondeva alle centinaia di telefonate che arrivavano in studio solitamente, dopo essersi accertata tramite il dottore dell’importanza delle richieste gli passava le telefonate, e solitamente lui era sempre molto disponibile con tutti, anche per questioni poco importanti; ma quella mattina Ilaria notò, di nuovo con stupore, che il dottor Bassani non volle riceverne nessuna “smettila di passarmi le chiamate, non vedi quanto ho da fare?” le aveva urlato alla seconda richiesta di trasmettergli la telefonata di un collega. La ragazza era sinceramente stupefatta, lavorava da cinque anni con lui e non lo aveva mai visto così incazzato, cominciò a chiedersi addirittura se non ce l’avesse con lei, ma non poteva essere possibile, si disse. Erano quasi le undici e si sentiva frastornata dalle miriadi di telefonate insistenti per le quali  era stanca di dover trovare altre mille scuse, finchè non le si presentò ancora un altro problema che mai e poi mai si era presentato allo studio: la sala d’aspetto era piena, una situazione assurda dal momento che Giulio era sempre precisissimo con gli orari, era eternamente puntuale ed ogni visita non doveva durare più di 35-40 minuti, odiava far attendere i clienti. Ma, intanto, c’erano cinque pazienti che attendevano il dottore e lei sapeva perfettamente che non c’era nessuno all’interno a visitarsi, così si preoccupò e, armandosi di coraggio, bussò alla porta dell’ufficio e , non ottenendo risposta, entrò  delicatamente, quasi in punta di piedi. La scena che le si presentò la lasciò confusa, il dottr Bassani era seduto sulla sua poltrona con le braccia sulla scrivania e fissava il muro di fronte a sé, era molto sudato e respirava affannosavamente, non sembrava stare bene, così gli chiese se fosse tutto a posto, ma non ottenne risposta. “Dottore” gli disse ancora avvicinandosi lentamente “mi dica se c’è qualcosa che non va. Non ha l’aria di stare bene, si sente male per caso?” A quel punto Giulio si alzò di scatto, Ilaria arretrò istintivamente, e mentre lui cominciò a camminare nervosamente su e giù per l’ufficio, battendosi il pugno sulla coscia e asciugandosi il sudore dalla fronte, lei prese coraggio e avvicinandosi lo fermò per le braccia e guardandolo bene in viso, non sembrava lui, le sembrava trasformato “chiamo un’ambulanza? Lei sta male…” A quel punto il dottore si divincolò con uno scatto e le rispose ancora una volta urlandole contro “non ho bisogno di un’ambulanza, va tutto bene”   “ma ci sono cinque pazienti che aspettano fuori, e lei non è in grado di visitarli se non li ha ancora ricevuti!!” gli rispose prontamente. A quel punto Giulio si sedette di nuovo e tenendosi la testa tra le mani cominciò ancora  ad ansimare “hai ragione, manda tutti a casa, fisseremo un altro appuntamento” disse nervoso “e anche un’altra cosa” aggiunse lui “chiama subito Alessandro e fallo venire, digli che non sto bene, lui è l’unico medico di cui mi fido, muoviti, su, datti una mossa!” Ilaria lo guardò spaventata, che diamine stava succedendo? Dopo essere rimasta lì impalata per qualche attimo, incredula di fronte a tale rabbia,  uscì velocemente e fece ciò che le aveva chiesto. Alessandro fu lì in dieci minuti, entrò senza curarsi minimamente di lei e si precipitò nell’ufficio senza nemmeno chiederle cosa fosse successo, e prima di sbatterle la porta in faccia le disse che poteva tornare a casa, se ne sarebbe occupato lui. Ilaria raccolse le sue cose, era seriamente proccupata, non riusciva a comprendere cosa fosse accaduto, l’unica cosa che le fu chiara era che Alessandro, al contrario, sapeva perfettamente cosa stava succedendo, le pareva che fosse entrato già consapevole della situazione e già sicuro di poterla risolvere. La sera ricevette un SMS di Giulio che le chiedeva scusa, le scrisse che stava molto meglio ma che aveva bisogno di un paio di giorni di riposo, aveva accumulato troppo stress e si era sgofato con lei ingiustamente, quindi l’avvisò che per due giorni lo studio sarebbe rimasto chiuso e che lei poteva andare a ricevere le telefonate, come faceva di solito quando le visite erano rimandate. Ilaria tirò un sospiro di sollievo, ma non potè fare a meno di continuare a pensare a cosa gli fosse capitato ed era sicura che per lei sarebbe rimasto un mistero.
Finalmente la prima metà della giornata lavorativa era finita per Frida, che appena terminata la pausa pranzo, giocherellava con il cellulare aspettando Milly che le avrebbe dato il cambio nel pomeriggio. Era molto pensierosa, da dietro la vetrina aveva visto Alessandro e Giulio uscire di fretta dallo studio, ma non aveva avuto il tempo di uscire perché era impegnata con un paio di clienti. Non voleva sbagliarsi, ma era quasi sicura di non averli più visti ritornare e le era sembrato strano che durante la sua pausa Giulio non si fosse fatto vivo. Così, appena Milly arrivò, ne approfittò per andare a parlare con Ilaria, sperava soltanto che Giulio non fosse di nuovo sparito, non lo avrebbe sopportato. In dieci minuti fu di nuovo in negozio, Milly stava riordinando alcune cose nel magazzino con il suo solito tacco 12 e con uno dei suoi vestitini iper-fascianti “Milly, ti spiacerebbe se uscissi prima oggi?” La donna accovacciata, si rialzò in piedi, si spolverò le mani e se le mise sui fianchi “non c’è problema…a che ora devi andar via?”  “subito.” Alla sua risposta Milly sgranò gli occhi, capì che Frida era particolarmente agitata e le chiese cosa fosse successo, a quel punto Fridasi coprì gli occhi con le mani e con voce tremante le disse che Giulio si era sentito male e non sapeva come stesse e cosa gli fosse successo, era estremamente preoccupata, Ilaria le era sembrata agitata, doveva assolutamente uscire a cercarlo. “Calmati tesoro” le disse Milly abbracciandola teneramente “non è il caso che tu esca senza sapere nemmeno dove andare, su, siediti e cerchiamo prima di capire dove si trovi adesso”. Con estrema dolcezza Milly la fece sedere su una seggiola del magazzino e tirò fuori il suo smartphone, con calma cercò di farla ragionare e la invitò a telefonare Alessandro per capirci prima qualcosa, Frida fece un bel respiro e seguì il suo consiglio. Giulio era già a casa, Alessandro si era preso cura di lui e ora si sentiva meglio, nulla di preoccupante, le assicurò, e si scusò con lei per non averla chiamata prima, lo avrebbe fatto appena si fosse stabilizzata la situazione. Frida si sentì molto sollevata, così decise di rimanere a lavoro, anche se non desiderava altro che andare da lui e assicurarsi che andasse davvero tutto bene, non era del tutto tranquilla. Alle quattro finalmente uscì dal negozio e si precipitò a casa di Giulio. Quando le aprì la porta effettivamente notò che aveva il viso stanco, lo abbracciò fortissimo dicendogli che l’aveva fatta preoccupare e che avrebbe dovuto avvisarla. “Dai piccola, va tutto bene, non è successo nulla di grave, solo un calo di pressione”. Frida si sedette sul divano accanto a lui e si accoccolò tra le sue braccia “ma che significa un calo di pressione? Ilaria mi ha descritto scene apocalittiche, mi ha detto che è successo un casino, che hai rimandato tutti gli appuntamenti…dimmi la verità”. Giulio doveva ammettere che c’era stata un po di confusione, pensò che Ilaria avrebbe potuto evitare di raccontare tutto nei dettagli, così cercò di rassicurare Frida “Ilaria avrà sicuramente esagerato! Con i ritmi che ho può capitare un calo di energie, ed è per questo che Ale mi ha consigliato di rimandare gli appuntamenti, così magari mi riposo…vedi, sto già benissimo!” Frida lo scrutò, effettivamente le pareva stare bene, ma insistette dicendogli di farsi delle analisi, o comunque di approfondire la cosa, per capire se avesse qualche problema grave, sarebbe dovuto andare in ospedale, gli disse, invece di tornare semplicemente a casa. Alle sue parole Giulio rise sonoramente  e le accarezzò i capelli “ma scherzi? non ho bisogno di un medico, IO sono un medico e so badare a me stesso, da medico ti dico che sto una bomba”. Frida sospirò “non essere ridicolo, il fatto che sei un medico non significa che tu possa autocurarti! La tua sicurezza mi infastidisce, mi sento presa in giro, Ilaria mi ha detto tutt’altro, mi ha detto che eri fuori di te, che Alessandro è corso subito, e che sembrava anche molto preoccupato..” . Giulio fu colpito dal tono aggressivo di Frida, era evidente che non era riuscito a farla calmare, così si alzò e si sedette a cavalcioni su di lei e mettendole le mani sulle spalle cominciò a massaggiarla “dai, rilassati…sei tutta tesa…sei venuta qui per vedere come stavo e invece sono io che devo prendermi cura di te…aaaah! Povero me, il triste destino di un medico…avevo bisogno di un’infermiera e invece devo fare il crocerossino” le disse sorridendo maliziosamente, cominciando a baciarla dolcemente sul collo. “Dai Giù” l’ammonì Frida quasi infastidita “non mi sembra il caso adesso…” Nonostante lei provasse a respingerlo, Giulio non era intenzionato a smettere “devo dimostrarti o no che sto bene?” . Detto ciò la baciò appassionatamente sulle labbra, poi si alzò con uno scatto, si avvicinò alla piccola parete attrezzata e cominciò a maneggiare qualcosa. Frida lo guardava curiosa, non capì cosa stesse facendo finchè non accese lo stereo, facendo partire una strana canzone in francese. Davanti all’espressione basita della ragazza, Giulio cominciò a muoversi a ritmo di musica e a cantare “Qu’importe l’endroit, le contexte, on a toujours un bon prétexte pour tomber nos fruit of the loom, quand toi et moi on fait Boum Boum Boum!!!” La musica era incalzate e divertente, Frida cominciò a ridacchiare mentre lui continuava ad ondeggiare e a fare strane mosse. Saltò agilmente sulla sedia e cominciò lentamente a sbottonarsi la camicia bianca fino ad arrivare a togliersela, facendo scoppiare a ridere Frida “ma che fai?...ti prego…scendi da lì”. Giulio cercava chiaramente di essere sexy, ma in realtà il suo fare malizioso agli occhi di frida risultava quasi comico, e la ragazza non riusciva a smettere di sorridere imbarazzata. In poco tempo completò il suo spogliarello a ritmo, ma continò a ballare e cantare frasi che alle orecchie di Frida, che un po’ di francese lo masticava, parevano abbastanza spinte, se non quasi oscene. Giulio continuò a ballicchiare a piedi nudi con addosso solo il  boxer multicolore, finchè pronunciando la frase “Les étagères font BADABOUM quand toi et moi en fait boum boum boum!” le si lanciò addoss, le sussurrò all’orecchio l’ultima strofa della canzone e bloccò le sue risatelle con le dita. La musica era ormai finita, quando in pochi secondi la spogliò dei suoi abiti ingombranti e caddero insieme sul grande tappeto grigio del salotto.

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