martedì 10 novembre 2015

Episodio LXXV "Un improbabile duetto"


Erano le 20.00 e Frida si accorse di essere già in ritardo di dieci minuti, così tirò fuori dall’armadio il suo giubbino di pelle marrone, si avvolse velocemente al collo un foulard e si precipitò all’ingresso per cercare le chiavi della smart che gli aveva regalato Giulio, come al solito non le trovava. Proprio in quel momento rientrò in casa Kira “ehi! Dove vai così di fretta?” Frida le rispose senza darle troppa attenzione, essendo troppo impegnata nella sua ricerca “esco, ti avevo lasciato un messaggio, ma forse non lo hai letto…ah, nel forno ci sono le omlette se ti va, io mangio fuori”. Kira storse il naso “no, non l’ho letto mi sarà sfuggito…ma Giulio non è latitante ad un congresso a Bruxelles, scusa? E’ già tornato?” Frida si fermò per un istante, nel messaggio aveva cercato di rimanere vaga, ma ormai era con le spalle al muro, doveva dirglielo “sì” disse allora sospirando “è ancora lì, non lo sento da tre giorni come suo solito…in realtà mi ha chiamata… Carlo…vuole offrirmi la cena alla tenuta, penso voglia chiacchierare un po’, sai com’è, non ci vediamo da una vita…”. Kira sentì il cuore uscirle quasi fuori dal petto, sentire anche solo pronunciare il suo nome le procurava sempre quella strana reazione, Frida si accorse che l’amica aveva cambiato espressione, anche se cercava spudoratamente di nasconderlo e di mostrarsi indifferente “ah…ok…” , rispose infatti fingendosi disinteressata, pur sapendo che Frida non ci sarebbe minimamente cascata, così le augurò frettolosamente una buona serata e corse a farsi una doccia prima di cenare.

“Scusa il ritardo!” esclamò Frida quasi correndo verso Carlo che stava sistemando il tavolo per due, si salutarono con un caloroso abbraccio scambiandosi uno sguardo un po’ malinconico. “Dai, accomodiamoci” disse subito Carlo sfregandosi le mani “ho una fame da lupi!” I due si sedettero ad un piccolo tavolo nell’angolo, era giorno di chiusura del ristorante e quindi non c’era praticamente nessuno, si trattava di una semplice cena a casa di un amico. “Ti trovo in forma!” esclamò lui “girovagare per i mari ti ha fatto bene! Addirittura sembri ancora abbronzata!” Frida ridacchiò, era vero, aveva ancora il colorito un po’ dorato e la cosa non le dispiaceva, “non mi ero resa conto che non ci vedevamo dall’inizio dell’estate! Come vola il tempo…allora? A cosa devo questo graditissimo invito?”   “mah, sai, avevo voglia di cucinare per qualcuno, una volta ogni tanto…hhahahah”, Frida rise sonoramente alla battuta di Carlo, era il solito burlone, nonostante lui a differenza sua, invece, non sembrava essere molto in forma. “Bene” aggiunse lei versando un po’ di vino bianco ad entrambi “dimmi un po cosa mi hai preparato di buono, chef! Non vedo l’ora…”. Il menu preparato da Carlo era stato pensato appositamente per lei, aveva cercato di prepararle le cose che le piacevano di più. Per iniziare un antipasto a base di diversi assaggi: parmigiana bianca di zucchine, cous cous freddo con gamberetti e verdurine grigliate, straccetti di pizza con rucola e pomodorini; a seguire gnocchetti salsiccia e zucca fresca di stagione autunnale, trio di carni cotte su pietra lavica con insalata mista e come gran finale un babbà con crema di limone. Frida fu estasiata da quel menu un po’ casareccio ma che effettivamente era perfettamente in linea con i suoi gusti che Carlo conosceva bene, avevano sempre amato discutere di cibo insieme.  All’inizio della cena chiacchierarono di tutto, ma Frida notò che Carlo mostrava una sorta di impazienza e pensava di sapere quale fosse il motivo. “Allora”, le disse lui arrivati al secondo “in Kenya e a Zanzibar mangiavi cose così buone? Ahahahaha” Frida ridacchiò “seh figurati! Mangiavamo cose strane, ma erano particolari, non malaccio…”  “Ee il dottore? Come sta?” A quella domanda Frida sospirò “beh, in questo momento non ne ho idea…come al solito non lo sento da tre giorni, dovrebbe essere ad un congresso in Belgio…ormai ho perso le speranze con lui su questa cosa! Se ne va, scompare, riappare, nessuna cosa che tu non sappia già…”    “capisco” rispose Carlo versandole un po’ di vino “è un tipo strano, un po’ incostante, diciamo… ma il più strano di tutti è quel vostro ex compagno di classe,Saverio!!! L’ho conosciuto quando è andato via da casa vostra, Daniel mi ha chiesto di cercargli un lavoro”. Frida annuì, sapeva che Carlo si era messo a disposizione per trovare una sistemazione a Saverio che ormai non poteva più stare a casa loro e, dal momento che non aveva bisogno di personale alla tenuta, lo aveva spedito a Perugia nell’albergo di un suo caro amico e dai messaggi che le mandava aveva saputo che si stava trovando davvero bene, prima o poi sarebbe andata a trovarlo, disse. Nonostante tutti i discorsi che stavano facendo, a Frida pareva ancora che stessero soltanto girando in tondo, percepiva ancora una specie di ansia di Carlo, che, dopo qualche attimo di silenzio, finalmente si sciolse “come sta  lei?” le chiese infatti lui tutto d’un tratto. Frida gli sorrise dolcemente “finalmente me lo hai chiesto…da quando ti ho salutato stasera ho sentito che volevi farlo… comunque beh, sta bene, la vedo tranquilla, anche se, sai com’è su queste cose Kira, nasconde molto le sue vere sensazioni e non ne parla volentieri. Ma io la conosco come le mie tasche e so che ci tiene molto a te, se è questo che volevi sapere…”. Carlo le sorrise, ma il suo era un sorriso amaro, “è un modo carino per dirmi che sta vivendo la sua vita normalmente, senza di me?”   “no…è un modo per dirti che lei è un’orgogliosa e ha bisogno di tempo…”. Carlo bevve tutto d’un sorso il vino dal suo calice, poi si sbottonò un bottoncino della camicia blu e si sgranchì il collo “si vede con qualcuno?” le chiese improvvisamente, come se quelle parole fossero state liberate da un paio di catene; a quella domanda Frida spalancò gli occhi, l’aveva presa alla sprovvista, così disse esattamente la verità “beh, onestamente non lo so, ma non credo…perché mi stai facendo queste domande? Perché non la chiami e magari vi vedete e lo chiedi direttamente a lei guardandola negli occhi?” Carlo sospirò “non credo sia il momento giusto per farlo. Io sto male per quello che è successo, perché ci siamo allontanati per un cavolata e questa cosa non mi va giù per niente. Io vorrei recuperare quello che avevamo, perché non credo sia giusto il modo in cui sia finita, se è finita”. Frida capì al volo le sensazioni di Carlo, erano sempre stati mentalmente molto affini, lui era un ragazzo sensibile ed era sinceramente innamorato di Kira, così lei provò a dirgli le parole più giuste, “sul fatto che non sia il momento giusto per chiamarla forse ti do ragione…sai, è vero, vi siete allontanati per una cavolata, ma sai Kira com’è fatta, hai toccato un tasto dolente con la questione della convivenza, e all’improvviso lei si è sentita messa alle strette e, ti assicuro, è una cosa che odia. Certo, forse ha esagerato, poteva parlarne ancora con te in maniera più serena e provare a spiegarti meglio il suo punto di vista, ma lei è fatta così, quando si sente braccata, messa con le spalle al muro, reagisce male e poi si riempie d’orgoglio e si tiene tutto dentro a costo di farsi venire un’ulcera…quindi fai bene ad aspettare un po’, credo che tu debba trovare l’occasione giusta per riavvicinarti”    “sì”, rispose ancora Carlo “è esattamente quello che intendo fare…trovare il momento più giusto…ma ho paura che aspettando aspettando questo momento non mi si presenti mai e che magari lei già sarà di qualcun altro…”   “arriverà quel momento, Carlo. Questa situazione deve sbollire e sono sicura che avrete la possibilità di riparlarvi e di capirvi”. “Quindi tu credi che ho chance di recuperare con lei?”, Frida gli sorrise dolcemente “io penso di sì…ma devi andarci piano con lei, e soprattutto evita di metterla alle strette e di farla sentire costretta a fare cose che non vuole…io capisco che tu stavi soltando sognando una vita con lei, ma anche per questo ci sarà tempo…sai, Kira adesso è tutta presa dallo studio, dagli esami, dal lavoro, per lei non è il periodo giusto per parlare di convivenza, tutto qua…il suo rifiuto non era dovuto da mancanza di amore, di questo sono sicura. Quindi promettimi solo che la prossima volta ci andrai coi piedi di piombo con lei, sai, non è una tipetta facile!eheheh” Carlo ridacchiò senza però perdere lo sguardo malinconico, era felice di aver parlato con Frida, sapeva che lei sarebbe stata sincera e gli avrebbe detto quello che realmente pensava e sapeva che ai suoi occhi non avrebbe mai fatto la parte dello stupido, Frida era molto comprensiva ed era felice di aver trovato un’amica come lei. “E voi che ci fate qui?” disse una voce fuoricampo, i due i voltarono e videro Clara “che improbabile duetto!” aggiunse lei sorridendoli. Carlo e Frida si alzarono per salutarla, solo quattro chiacchiere tra amici, le dissero e poi videro entrare anche Daniel nella sala, che raggiunse Clara accanto al tavolo “sono venuto a portarti il catalogo di quel fornitore, quel mio amico, ricordi? Ti avevo detto che sarei passato” disse Daniel, che aveva tutta l’aria di andare di fretta, “sì, certo” rispose Carlo “ma dai, siete venuti giusto in tempo per il dolce, unitevi a noi prima di andare via”. “Un po’ di dolce lo mangio volentieri” esclamò Clara sorridendo maliziosamente in tutta la sua perfezione, ma Daniel era evidentemente di parere contrario “no tesoro, dai, torniamo a casa, ho tutti i compiti in classe da rimettere in ordine, sarà per un’altra volta”. Detto questo Daniel salutò Carlo ed andò via, promettendo a Clara che avrebbero comprato un fagottino al cioccolato prima di tornare a casa, così poteva avere il suo dolce.

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