venerdì 13 novembre 2015

Episodio LXXVI "Che confusione..."


Kira e Tommaso, dopo il loro primo incontro, uscirono insieme altre volte. Come la signora Gelsomina aveva pronosticato i due andarono subito d'accordo, tra loro un feeling naturale. Tommaso le raccontò del suo lavoro, della sua vita in Spagna e della sua famiglia. Trasferendosi aveva fatto un bel salto di qualità, anche se le era costato tantissimo allontanarsi dalla madre. Anche per lei fu molto difficile abituarsi alla sua assenza, ma fu sempre la sua prima sostenitrice; lui era la luce dei suoi occhi, ma aveva lavorato tanto, e adesso era il momento di raccogliere tutti i frutti seminati, era orgogliosa di lui, avrebbe sopportato di stargli lontana, e poi c'erano sempre gli aerei. Kira sorrise e fece un luogo sorso dalla sua tazza di cioccolata calda. Anche lei aveva fatto la sua piccola esperienza all'estero; un anno in Erasmus a Berlino, e per la sua famiglia il distacco era tutt'altro che facile. "Mia madre era come impazzita. Lei che prima di allora non aveva neppure il cellulare, mi si presenta con uno smartphone di ultima generazione, per poter skyppare, whatsappare in piena tranquillità. "E infatti ci ha preso gusto…" disse ridendo mostrando il suo iphone con un messaggio messenger della mamma appena arrivatole "Ma a parte gli scherzi, quell'anno e stato salvifico per me! sono cresciuta tanto, come medico e come persona…" 
"Hai mai pensato di trasferitri definitivamente, di andare via e non tornare più? " le chiese.
Kira scosse la testa "No, a volte questa città è esasperante, rientrata da Berlino è stato difficile anche riabituarmi alle attese interminabili in metro. Sai,forse per un po' ho pensato di fare i bagagli e andar via, ma non credo ci riuscirei mai…alla fine è la mia città, ne sono innamorata. Ci sono tante cose che non vanno, che mi fanno davvero girare le scatole, come per dirti aspettare quattro ore una visita al pronto soccorso. è assurdo lo so, ma a volte non è neppure colpa dei medici, a volte hanno le mani legate,ma tutto il sistema in cancrena impedisce loro di fare il proprio lavoro! 
Non biasimo chi fa i bagagli e va via, a volte si hanno talmente tante porte chiuse in faccia , che quella è l'unica soluzione. io sono propensa ad andare via, ad imparare, conoscere realtà nuove, ma poi sono anche per ritornare a casa, e  cercare di migliorare le cose mettendo in pratica quello che ho imparato stando via."
Tommaso aveva finito il suo cappuccino e la guardava interessato, come se avesse voluto scoprire a poco a poco tutto di lei, aveva una sguardo così profondo, che Kira spesso si sentiva in imbarazzo ed era costretta a distogliere il suo. "Quindi lo vuoi sradicare, dall'interno questo sistema al collasso!" rispose ridendo, accarezzandole  la guancia  arrossata con dorso della mano. 
Tommaso trascorse a Napoli circa 20 giorni, il tempo necessario per rimettere in ordine tutte le beghe legali relative alla morte della madre. Non aveva tanto da fare, a parte la giornaliera video conferenza con i colleghi di Madrid, quindi tutto il suo tempo lo trascorse con Kira. Spesso andava a prenderla all'università per un cinema, un aperitivo o una bella cenetta, e Kira dal canto suo non aveva mai rifiutato un suo invito. Tommaso era un tipo silenzioso, non parlava molto, preferiva osservare e dire la propria solo se strettamente necessario, ma io suoi occhi erano intensi e profondi, e trasparivano uno spirito arguto e curioso. 
Una domenica pomeriggio, erano andati in riva al mare. Kira aveva insistito perché andassero in spiaggia, adorava il mare d'inverno. se ne stavano così, seduti l'uno accanto all'altra guardando le onde infrangersi sul bagnasciuga, Tommaso la prese per mano,dolcemente le disse "Cos'hai oggi? sembri malinconica" Kira  non poté far altro che confermargli le sue impressioni, era passato quasi un mese dalla rottura con Carlo, e dall'ora aveva evitato ogni contatto con lui, ma la sua mancanza iniziava a farsi sentire. in realtà le era mancato sin da subito, ma aveva cercato di ingannare i suoi sentimenti in tutti i modi, col lavoro, lo studio, le uscite con le amiche e immergendosi nella loro amicizia. 
"Quindi, io sarei un piacevole diversivo?" disse lui guardandola negli occhi. Kira si rese conto di aver forse urtato i suoi sentimenti 
"oh no, Tommaso…" disse balbettando abbassando lo sguardo mordendosi le labbra mortificata "Non credere che io ti stia usando, come…come un chiodo schiaccia chiodo. Non è così, mi piace stare con te, dico sul serio!" 
"Dai Kira, stai tranquilla!" disse lui abbracciandola dolcemente " conosco benissimo la tua situazione, e forse sono proprio quello di cui tu hai bisogno. anche a me piace stadere con te, e per ora mi basta!" 
"Non vorrei che tu pensassi…" Tommaso la interruppe "Non penso proprio nulla…e neanche tu devi pensarci…godiamoci solo il momento" disse lui fiondandosi su di lei facendole il solletico. rimasero a ridere e scherzare rotolando sulla sabbia ancora per un po', finchè le prime gocce di pioggia non li costrinsero a venir via. 

Tommaso, puntuale come un orologio svizzero era sotto casa di Kira da ormai quasi dieci minuti, stava per accendersi la seconda Malboro light, quando si sentì chiamare. Kira correva verso di lui dall'altro lato della strada, arrossata in volto e con i capelli scompigliati. "Sono tremendamente in ritardo, perdonami…" disse stringendosi nelle spalle mortificata. Tommaso le sorrise, non doveva scusarsi, non era poi tanto tempo stava aspettando. "Devo salire un attimo, ho bisogno di cambiarmi…davvero solo di dieci minuti"
Salirono insieme, fino al quarto piano del vecchio palazzo. Entrati in casa, Frida  che era in cucina intenta a prepararsi un tè caldo, rimase al quanto sorpresa nel vedere l'accompagnatore della coinquilina. Kira come nel suo stile fece le presentazioni piuttosto frettolosamente, ordinò all'amica di preparare al loro ospite un caffè e si congedò, promettendo di fare il più fretta possibile. Frida seguì l'amica nella sua camera e neppure il tempo di chiudere la porta già era pronta a dire la sua "Ma quanto è carino questo Tommaso…birichina…che programmi avete per la serata?
"shhh…vuoi abbassare la voce…è solo un amico, andiamo a cena, una pizza niente di che!"  le rispose togliendosi jeans e stivali.
"Puff…sei sempre così ermetica nella tue cose…ti svolazza intorno da un po'…quando è così non è mai niente di che!"
" andiamo Fri, siamo solo amici, perché non mi lasci vestire in pace? vai a fare gli onori di casa…" 
" aaah, non cambierai mai…ma non azzardarti a metterti quel maglione, è orribile!" disse uscendo dalla stanza lasciandola sola davanti allo specchio. 
Uno spritz, qualche stuzzichino, e venti minuti dopo, Tommaso e Kira erano in macchina, direzione Pozzuoli. Quando arrivarono al locale, un ristorantino nel porto vecchio, Kira non si aspettava, la tavola apparecchiata per due, le candele, i fiori, era tutto così tremendamente romantico, lei non era preparata, lei si aspettava una pizza, o un panino nel solito pub.
"Sono un galante di natura…" le aveva risposto lui, spostandole la sedia per farla accomodare. Tommaso aveva degli occhi magnetici, penetranti, era un bel ragazzo, forse troppo bello, i tratti mediterranei lo rendevano simile ad un principe arabo. Era consapevole del suo fascino, dell'effetto che aveva sulle donne, ma con Kira non era spavaldo e sfacciato, sembrava si muovesse in punta di piedi, con la stessa accortezza che si riserva ad un vaso di antiquariato. 
"Domani torno a Madrid" le disse prendendole la mano, incrociando le sue dita alle sue "mi mancherai un sacco…per questo ho architettato tutto questo, volevo trascorrere una bella serata con te, una serata che potrai difficilmente dimenticare…ecco" continuò mentre le gote di lei arrossivano dall'imbarazzo, poi la fece alzare spingendola al centro della sala, cingendole la vita per ballare insieme sulle note di "Caruso" suonata al mandolino. "Sei bellissima…" le disse sorridendo, sfiorandole il collo con le dita affusolate. "g-grazie.." balbettò Kira incerta, abbozzando un sorriso imbarazzato "Non sei proprio al tuo agio con i complimenti, signorina…" le disse lui sorridendole, e tirandole il naso, mentre ancora la faceva ondeggiare tra le sue braccia "Un vero peccato…ma mi piaci ancora di più…timida e riservata…issi, mi piaci molto!!" 
"Tu sei un seduttore nato…" disse Kira ridendo, aggrappandosi a lui a causa di un inaspettato caschè "è vero, lo ammetto…" rispose lui con fare malizioso. 
La serata volò via, veloce e piacevole, Tommaso aveva la capacità di farla sentire una vera principessa, come se lei fosse il centro dell'universo, del suo universo, e a lei tutte queste attenzioni stranamente piacevano la facevano stare bene, nonostante abitualmente odiasse stare sotto i riflettori. doveva ammettere che con le donne Tommaso ci sapeva veramente fare.
A fine serata, sotto il portone di casa lui le si avvicinò, uno sguardo seducente e malizioso "Ora voglio darti il bacio della buona notte" le disse sorridendole e posò le sue labbra su quelle di lei, dolcemente, sfiorandole appena, lei non si tirò indietro e e lui divenne più deciso e impetuoso. Kira era inebriata dal suo profumo bulgari blu, e dolcemente avvinta alle sue labbra che ancora sapevano di vino rosso e dell'ultima Malboro light smezzata insieme poco prima in auto. Pensò che sapesse baciare davvero bene, d'altronde cosa aspettarsi da un tipo come lui, un vero latin lover. Affondò le dita nei suoi  folti capelli neri, in  balia degli eventi, in quel vortice di passione in cui si era trasformato quel bacio della buona notte.
Poi ad un tratto un rombo di motore , con la coda dell'occhio riuscì a vedere sfrecciare in lontananza una moto. In quel momento si ricordò di Carlo, le si gelò il sangue, d'istinto, quasi con violenza si sottrasse al tocco della bocca di Tommaso e al suo abbraccio, si portò  le dita alle labbra, gli occhi lucidi e le gote arrossate "Non posso…" gli disse con respiro spezzato, "Mi dispiace non posso…"
Tommaso era visibilmente confuso "ehi, scusami, tu piccola, forse ho esagerato…avrei dovuto, non so…avere più tatto…" le disse imbarazzato, quasi mortificato. 
Kira scosse la testa, lo sguardo basso " E' colpa mia, ho sbagliato…ho lanciato dei segnali, ma non posso, … è stata una serata stupenda…ma non posso, non posso andare oltre non sarebbe giù..." 
"Va bene così, piccola, non devi spiegarmi niente…" le disse interrompendo il fiume di parole che stavano per uscire dalla bocca di lei "Domani parto per Madrid, volevo solo che tu ricordassi quanto possiamo stare bene insieme, e fino a questo momento mi pare di essere riuscito nel mio intento, o no?"
" Sono stata benissimo davvero…" rispose  tirando su col naso. 
"ottimo allora…mi piaci Kira, non voglio forzare le cose in nessun modo tra noi. Hai bisogno di tempo, io so aspettare, e voglio aspettare, per averti tutta per me" le disse facendole l'occhiolino. 
"oh…Tommaso!" 
La zittì nuovamente portandole un dito sulle labbra " Va a dormire piccola, ti chiamo domani appena atterrato" continuò baciandole teneramente la fronte. 
Kira lo abbracciò a sua volta, "Grazie" mormorò mentre ancora era tra le sue braccia.
Il mattino seguente, Kira stava appena per appisolarsi, dopo una notte passata insonne, divorata dai dubbi e dai sensi di colpa, quando Frida, come suo solito irruppe  nella stanza urlando "Buon giorno, piccola meretrice! ho poco tempo, voglio sapere tutto, quindi saltiamo il solito rito in cui tu ti lamenti i ti faccio il solletico e poi dopo tu mi racconti tutto comunque. Allora? dove ti ha portata, che avete fatto?" 
"Possibile che tu sia curiosa  come una piccola scimmietta?" 
"si voglio sapere tutto, daiiiii" le disse saltando sul letto in ginocchio.
Kira si tirò su, in realtà anche lei non vedeva l'ora di poter parlare di quello che era accaduto ieri, era molto confusa infatti. "Niente" disse titubante " Ci siamo baciati!" 
Frida strabuzzò gli occhi, accennò un impercettibile sorrisetto  represse  l'istinto di fare una delle sue solite battutacce e si fece subito seria. "Come baciati?"
" non lo so Fri…è successo…sono stata bene, mi è piaciuto, ma poi ho pensato a Carlo e adesso ho la gastrite da sensi di colpa…" disse Kira piagnucolando.
"uhm…" disse Frida alzando gli occhi al cielo, come se stesse ponderando su cosa dire all'amica. 
"Andiamo Fri, di quello che pensi…mi sto comportando da zoccola? puoi dirlo, tanto non mi offendo" 
Questa volta la ragazza non riuscì a reprimere una grassa risata " ahahah, che tu sia una zoccola, lo sappiamo tutti, e che tu l'ammetta finalmente, beh…mi rende orgogliosa " poi si fece di nuovo seria "Ma a parte gli scherzi posso dirti cosa penso davvero?" 
" Certo" rispose Kira abbracciando il cuscino.
"Credo che tu abbia fatto una grande sciocchezza, con questo fatto della pausa tra te e Carlo…insomma sei confusa, ma infondo sai anche tu di essere perdutamente innamorata di lui. Quando ti ha chiesto di vivere insieme sei andata nel pallone, hai avuto paura, e ci sta. Ma adesso è passato del tempo e tu devi riprenderti il tuo uomo. Per quanto riguarda Tommaso, certo è piacente, conturbante, con la sua aria da principe arabo, ma credimi se non fosse tutto l'opposto di quello che Carlo è per te, non lo guarderesti neppure. Credo che sia solo piacevole diversivo. Ecco tutto, questo è il mio pensiero" disse alzandosi dal letto, lasciando Kira di stucco che  di sicuro non si aspettava che l'amica avesse una visione così razionale e limpida della sua situazione. "Beh potrebbe essere come dici tu…" disse con titubanza. 
"Non potrebbe, è così, e presto riuscirai a rendertene conto anche tu. Quel bacio, ti avrà sicuramente scombussolata, ma penso che sarà la chiave di svolta per uscire dal casino in qui ti sei ficcata. Detto  questo ti saluto, sono in ritardo Milly mi aspetta a negozio. Ti chiamo più tardi, fai la brava tigre" le disse facendogli l'occhiolino e chiudendo  la porta alle sue spalle. 

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