mercoledì 13 gennaio 2016

Episodio LXXXIX "La goccia che fa traboccare il vaso..."


Carlo non riusciva a stare al passo veloce di Kira, che attraversava le corsie dell’ipermercato come se andasse di fretta, scaraventando letteralmente gli articoli nel carrello, pareva quasi non fare molto caso alle cose che sceglieva dagli scaffali, le prendeva a casaccio con gesti nervosi. “Amore” le disse lui ad un tratto, trattenendola per una spalla “fermati un attimo, stai correndo, non stai nemmeno guardando cosa stai mettendo qui dentro, cosa c’è che non va? Sei nervosa…” Kira si fermò di fronte a lui e passandosi una mano tra i ricci ribelli sospirò sonoramente “lo so, scusa…è che non ci sto capendo più niente, sono troppo stressata, non riesco nemmeno più a ricordare cosa realmente mi serve in casa, quindi sto prendendo un po’ tutto alla rinfusa…Carlo, io questa situazione non la reggo più, davvero”. Carlo la guardò teneramente, e la strinse a sé; Kira inizialmente cercò di opporre un po’ di resistenza, avvinghiarsi a lui nel mezzo di un supermercato, non le sembrò proprio il luogo adatto, ma la sua reticenza non durò nemmeno dieci secondi, decise di abbandonarsi tra le sue braccia per trovare un po’ di conforto. Nell’ultimo mese la sua vita era diventata un inferno a causa di Frida, che da quando aveva chiuso con Giulio non era tornata più la stessa. Se ne stava chiusa nella sua stanza 24 ore su 24, usciva solo qualche volta vestita come una barbona per portare Merlino a fare i bisogni. Mangiava di rado, solitamente a letto, e non andava nemmeno più a lavoro. Kira aveva provato più volte a tirarla su ed aveva avuto molta pazienza, capiva che quello per Frida era stato un brutto colpo ed era stata comprensiva; ormai era lei da sola ad occuparsi di tutte le faccende di casa, della spesa, della cucina, delle bollette e dell’affitto da pagare. Non lavorando più, infatti, Frida aveva finito tutti i suoi risparmi, era riuscita solo a darle un quarto della sua metà dell’affitto, era tutto ciò che le rimaneva, le disse e non accennava minimamente a chiedere un aiuto ai genitori o a trovarsi un altro lavoro, era praticamente sprofondata in una sorta di vortice del male di vivere in cui nulla sembrava interessarle. Non le interessava che Kira provvedesse da sola a tutto l’occorrente per la casa, non le interessava che ogni giorno usciva distrutta dall’università e non poteva ritornare a casa perché aveva sempre altro a cui pensare, ma soprattutto non le interessava che quelle rare volte che riusciva a rientrare in casa ad un orario decente doveva pensare sempre da sola a fare la lavatrice, stendere i panni, pulire il bagno, buttare la spazzatura. Ormai era da sola in casa, non esisteva più una coinquilina che dividesse gli impegni con lei, ma aveva deciso di darle tempo, anche se in alcuni momenti, come quello in particolare, sentiva il mondo crollarle addosso. “Lo so che è stressante, tigre. Ma sono certo che Frida si riprenderà presto, magari pian piano prova a parlarle e a dirle quali problemi sei costretta ad affrontare, spiegale che non ce la fai più…” Kira annuì, “hai ragione, magari un giorno di questi le parlo con calma, capirà, esattamente come io ho capito le sue esigenze..”. Carlo le sorrise dolcemente, Kira era una ragazza straordinaria, e si vedeva dal suo viso che era  molto stanca, così provò a smorzare la tensione “detto questo” esclamò mettendo le mani del carrello “credo proprio che schiuma da barba e Polident non ti servano a niente! “; Kira esplose in una risata isterica “hahahahahahaha, oddio, non so proprio dove ho la testa…ho messo di tutto qui dentro…ma la cosa più importante c’è, ed è la mia cena di stasera!” disse prendendo orgogliosamente dalla spesa un risotto in busta già precotto, sarebbe stato pronto in dieci minuti. Carlo storse il naso contrariato, “direi che anche questa schifezza puoi riposarla…stasera cucino io, ceniamo insieme visto che non devi andare a lavoro al bar, ti va?”. Stavolta fu Kira e gettargli le braccia al collo, Carlo era la sua ancora di salvezza, e lui fu felice di averle strappato finalmente un sorriso. Arrivarono fuori casa di lei finalmente sorridenti, in particolare Kira era tornata pimpante, non vedeva l’ora di gustare le “cotolette speciali” di Carlo, le adorava. Così entrarono in casa ridacchiando nonostante la fatica per il peso delle buste della spesa si fosse fatta sentire salendo le scale. Ma non appena varcarono la soglia, Kira cambiò repentinamente espressione: era tutto in disordine, forse peggio del giorno precedente, e si sentiva un pessimo odore. Carlo sospirò “dai, tigre, ormai ci sei abituata…ti aiuterò io…”, ma non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che Kira, inoltratasi in esplorazione in cucina, urlò con tutta la rabbia che aveva “cristo santo!!!! Ora mi sente, adesso basta!”. Il ragazzo provò a fermarla mentre la vide avviarsi verso la stanza di Frida “Kira calmati, che è successo?” le chiese sconsolato. Kira indicò il pavimento in diversi punti, che era pieno di escrementi ed indicò il povero Merlino che se ne stava tremante sotto la tavola “devo sopportare anche questo schifo? Devo avere ancora pazienza? Smettetela tutti quanti di difenderla! Soprattutto tu! Adesso non ha più scuse, nemmeno questo povero cane ha più importanza per lei!” Detto questo come una furia raggiunse la camera dell’amica e spalancò la porta senza bussare “guardala, guardala! Sta ascoltando la musica stesa sul letto come se nulla fosse! Questa stanza è uno schifo, e quella tuta ce l’ha addosso da non so più quanto tempo!”. Frida, che non riuscì a sentire quelle parole, si tolse le cuffie dalle orecchie “bussare no?” le disse infastidita. A quel punto Carlo mise una mano sulla spalla di Kira, che con tono controllato invitò l’amica a seguirla in cucina. Frida svogliatamente si alzò dal letto sbuffando e li seguì “che cosa vuoi?” chiese allora con le braccia conserte. Carlo era assolutamente pietrificato di fronte all’atteggiamento disinteressato di Frida, non la vedeva da un po’ di tempo e non credeva fosse davvero peggiorata in quel modo. Kira, invece, sopportava ormai da tempo quei suoi modi di fare, ma in quel momento non ci vide più, “Fri , guarda qua! C’è merda dappertutto! Ti rendi conto? Da quanto tempo non porti a spasso Merlino??? Nemmeno lui ora è degno delle tue attenzioni? Gli hai dato almeno da mangiare? La scodella dell’acqua addirittura è vuota!”. Frida sbuffò passandosi una mano tra i capelli “che palle che sei! Mi sarò addormentata, può capitare, MAMMA! Smettila di fare la maestrina, non ho voglia di discutere”.  Carlo a quel punto decise di intervenire, non voleva che la situazione precipitasse “dai Ki, lascia perdere…”  “Lascia perdere un cazzo!!!” inveì lei “sono stanca di lasciar perdere! Non è una bambina, deve capire che ha delle responsabilità, ho sopportato abbastanza, questo è troppo! Dopo 8 ore di fatica e un’ora al supermercato, non può costringermi a pulire anche la merda del cane! Fri devi smetterla di fare la vittima!!!! Sono stufa di compatirti. Cos’hai risolto a startene chiusa nella tua stanza, fottendotene di tutto e di tutti per un mese? Eh? Non hai risolto niente, semplicemente perché non c’è niente da risolvere!”  “hai rotto le palle, non ho voglia di parlare” sbuffò ancora Frida voltando le spalle, ma Kira le si piazzò davanti, era evidente che non aveva intenzione di lasciare il discorso in sospeso “io ho provato a capirti, ho provato a parlarti, a farti riprendere. Ti ho dato tutto il tempo di cui avevi bisogno, ma questo è troppo! Da domani torna a lavorare e ad assolvere i tuoi impegni, non sono più disposta a difenderti, non hai bisogno di essere protetta!!”  Frida ridacchiò sarcastica “e chi te lo ha chiesto? Io non voglio essere protetta, voglio esattamente il contrario, voglio che mi lasciate in pace tutti quanti!”  I toni si erano alzati vertiginosamente, Kira non poteva credere ai suoi occhi e alle suo orecchie, quella che aveva davanti non era la Frida che conosceva, “io ti ho lasciata in pace, per rispetto! Ma ora anche io penso di meritarmi un po’ di rispetto, non penso che lasciarti in pace significhi farti da cameriera e accettare tutte le schifezze che combini! Tu mi hai stancata! E’ inutile che continui a fare la depressa, per cosa? Per Giulio! Giulio, Giulio, Giulio!!! Te la sei cercata tu! Ora voglio dirtelo chiaramente, voglio sfogarmi, te la sei cercata, tutti ti avevano detto che era uno psicopatico, e adesso cosa vuoi da noi? Oh povera Frida!!!! Povera Frida!!!” le gridò ancora avvicinandosi di più a lei. A Frida in quell’istante sentire nominare il nome di Giulio fece ribollire il sangue nella testa, sentirsi la verità sbattuta in faccia le fece scattare una molla e con un gesto di stizza  spinse Kira violentemente intimandole di togliersi davanti e l’amica, che per poco non aveva pericolosamente perso l’equilibrio, per tutta risposta istintivamente la tirò a sé tirandola per la felpa, e ne derivò una colluttazione violenta,  un caos in cui si riuscivano a distinguere schiaffi, manate, e ciocche di capelli tirate qua e là. Carlo inizialmente rimase pietrificato da quella scena, si sentiva uno spettatore impotente tra due fuochi, era uno spettacolo a cui non avrebbe mai voluto assistere, Frida aveva completamente perso la ragione. Così, dopo qualche istante in cui cercò inutilmente di fermarle chiedo loro di smettere, decise di prendere la situazione in mano ed afferrò Frida da dietro, che in quel momento gli sembrò la più accanita e violenta tra le due. Per bloccarla dovette stringerla a sé, “fermati Frida, basta! Ma che cazzo fai!” le urlò allora severamente, mentre Kira cercava di risistemarsi “hai perso completamente il senno, calmati” le urlò ancora scuotendola leggermente. A questa triste scena seguirono alcuni secondi di silenzio “è meglio che tu te ne vada adesso” disse ancora Carlo a Frida lasciando la presa e fissandola con autorità mista a disprezzo e davanti al silenzio della ragazza, Carlo incalzò “ho detto che devi uscire di qui. Porta Merlino a fare un giro e prova a schiarirti le idee…vai!!!!!” le urlò indicandole la porta. Lui e Kira rimasero soli in casa, Carlo provò a calmarla, la fece sedere e le preparò una tisana. Non poteva fare altro che darle ragione, Frida era diventata una mina vagante e loro non potevano fare più niente per aiutarla, anzi, forse difendendola e proteggendola avevano soltanto peggiorato le cose. Fino a quel momento non aveva realmente capito cosa aveva dovuto subìre la sua ragazza, così decise che Frida doveva cambiare rotta, non le avrebbe più permesso di fare il bello e il cattivo tempo, ora che si era reso conto anche lui della gravità della situazione era intenzionato a spalleggiare Kira, solo con un’azione dura avrebbero potuto far rinsavire la loro amica e farla tornare quella che era un tempo. 

Nessun commento:

Posta un commento