sabato 9 gennaio 2016

Episodio LXXXVIII "Una sorpresa per Fiamma??"


Fiamma lesse il risultato del test. Quelle due barrette rosse sullo stick non lasciavano spazio ad alcun dubbio. "Sono incita!" esclamò sottovoce, incredula, prima di lasciarsi cadere, distesa, sul proprio letto. Come era potuto accadere? Prendeva la pillola ormai da anni, e mai aveva avuto rapporti sessuali senza usare il preservativo. Mai…eccetto quell'unica volta. Roberto. Adesso, il solo pensare a lui le faceva male. Era stata una stupida; si era lasciata trasportare dagli eventi, dalla passione, con lui aveva abbassato la guardia, l'aveva fatto entrare nei meandri del suo cuore, si era innamorata, credendo, sbagliando, che per lui fosse lo stesso. Poi dopo quel weekend, lui era sparito; né una chiamata, un messaggio, una mail. Accettare di essere stata sedotta e abbandonata, proprio da lui, fu molto difficile. E come se non fosse abbastanza, il destino sembrava volesse accanirsi ancora di più su di lei; adesso era incinta, aspettava un bambino dall'uomo che l'aveva ferita come nessuno mai aveva fatto prima.
Si sentiva soffocare,aveva bisogno di una boccata d'aria, così velocemente indossò il suo cappottino rosso, si coprì bene con un grosso sciarpone di lana e usci di casa, dirigendosi veloce verso la metro.
Un quarto d'ora più tardi era fuori l'appartamento di Lukas e Vincenzo. Bussò al campanello, e quasi immediatamente Lukas, il suo amico di sempre le aprì la porta, e Fiamma non gli diede neppure il tempo di salutare,  si buttò tra le sue braccia ormai in lacrime.
"Piccolina, cosa succede?" le chiese lui teneramente e con un filo di apprensione; Fiamma era una tipa forte, e raramente l'aveva vista così sconvolta, doveva per forza essere successo qualcosa di grave. "Vieni, entra" le disse, chiudendosi la porta di casa, la prese per mano e la fece accomodare in soggiorno. 
Fiamma si rannicchiò in un angolino sul grande divano bianco,  continuava a piangere,  strofinando le mani sui jeans scoloriti, e non aveva ancora detto neppure una parola. 
"Insomma Fiamma, lo sai che sono un tipo ansioso…vuoi dirmi che ti prende?" la incalzò più deciso, ormai era tesissimo.
Fiamma lo guardò negli occhi, come un cucciolo indifeso, sospirò profondamente e poi disse "Sono incinta! E proprio non so che cazzo fare!"
Due ore dopo, quando Vincenzo tornò a casa, li trovò entrambi nel soggiorno, a chiacchierare amabilmente, come erano soliti fare davanti ad una tazza di tè, ma stranamente la casa non era invasa da una coltre di fumo  di sigaretta. Era una novità abbastanza strana, sia Fiamma che Lukas erano fumatori incalliti e mai a niente erano serviti i suoi tentativi di convincerli a smettere.  
Lukas appena lo vide sull'uscio del soggiorno, gli corse incontro, stranamente eccitato e gli gridò felice "Avremo un bambino!" 
Vincenzo lo guardò stranito, poi posò il suo sguardo su Fiamma, che guardandolo negli occhi, dopo aver tirato su col naso mestamente gli spiegò " Io…sono io che aspetto un bambino!"
"Certo cara, ma noi saremo degli zii presenti e premurosi, non è vero Vic?"
Vincenzo non diede peso alle parole del compagno, era troppo euforico, e in certe situazioni era meglio non dargli corda, così lo ignorò e  si avvicinò lentamente a lei,  sedendosi sul divano le prese la mano. "Fiamma…" disse teneramente, ma andando subito al sodo " Che hai intenzione di fare? Vuoi tenerlo?"
Ancora una volta fu Lukas a rispondere per lei  "Certo che lo terrà…perché non dovrebbe?"
Vincenzo sospirò nervoso, e lo ammonì severamente; La situazione di Fiamma era molto difficile, e loro da buoni amici, dovevano solo sostenerla, farle sentire di non essere sola e non dovevano farle pressioni di alcun tipo "Quello che pensiamo noi non conta!" disse accarezzandole il viso.
Ma Fiamma , fino a quel momento, non aveva minimamente pensato alle scelte che avrebbe dovuto prendere e che ad ogni modo le avrebbero cambiato la vita per sempre. Fino a quel momento il suo unico pensiero, non era andato al bambino annidato dentro di lei. Non aveva fatto altro che pensare al padre di quel bambino, a Roberto, che nel giro di un weekend le aveva riempito il cuore e subito dopo gliel'aveva ridotto in pezzi.
Si strinse nelle spalle, ma era sicura di cosa avrebbe fatto, del resto non aveva alcun motivo valido per non tenerlo: era adulta, indipendente, aveva un lavoro ben pagato e tante possibilità di far carriera. Quella gravidanza era sicuramente inaspettata, l'idea di diventare madre la spaventava, me sotto sotto ne era felice, non si poteva non essere felici per l'arrivo di un bambino, nonostante tutto.
"E poi ci sarete voi, con me? Mi aiuterete, giusto? A questo bambino non mancherà mai niente, amore, felicità, una vita tranquilla e serena!"
Entrambi le confermarono che sarebbero stati sempre al suo fianco, mai le avrebbero negato il loro affetto e il loro appoggio, ma Vincenzo rimase in silenzio per un po', sembrava volesse dirle qualcosa, ma cercasse un modo per dirle ciò che pensava senza che lei si sentisse offesa o ferita. Fiamma lo conosceva bene e lo incalzò a parlare, ad essere sincero.
"Secondo me…" iniziò lui, incerto "Beh…a questo bambino non mancherà mai niente…eccetto un padre!" A quelle parole Lukas si agitò tutto, sembrava sull'orlo di una crisi di nervi, e Fiamma si sentì come se qualcuno le avesse dato uno schiaffo in pieno volto, lasciandola senza parole. "Insomma, ragazzi siamo seri! Fiamma…sei una donna stupenda, in gamba, stai costruendo la tua vita e la tua carriera tutto da sola, questo ti fa onore…ma crescere un figlio, da sola? e una cosa del tutto diversa…" 
Lukas intervenne tutto inviperito, interrompendo il discorso del compagno "E quindi che vuoi dire, che una donna non può crescere un figlio da sola? Fiamma ha un sacco di risorse! Cosa dovrebbe fare? Andare da quel Roberto che l'ha ingravidata al primo colpo per sparire subito dopo dalla circolazione? Che gran bastardo! Scusa tesoro…" disse rivolgendosi a lei " ma quando ci vuole ci vuole!" 
"Lukas, per una volta mi fai finire il mio discorso, così forse riesco a spiegarmi" disse Vincenzo guardandolo in cagnesco. " Io credo che tu possa benissimo fronteggiare tutta questa situazione, ma credo che non sia giusto. Un bambino ha bisogno di una madre e di un padre. E dall'altro lato un uomo ha il diritto di sapere di avere un figlio. So quanto hai sofferto per tutta questa storia, e quando ancora ci soffri, e credi che tagliarlo fuori dalla tua vita e da quella di tuo figlio sia la scelta migliore. Beh io credo che tu con questo Roberto devi parlarci, devi raccontargli tutto, poi starà a lui scegliere se fare il bastardo fino in fondo e voltarti le spalle, oppure essere uomo e assumersi le sue responsabilità di padre." 
Fiamma sapeva che Vincenzo parlava solo nel suo interesse, e sapeva che le sue parole esprimevano una grande verità. Ma che avrebbe dovuto fare? presentarsi da lui a Tolosa e dirgli tutta la verità? Non era convinta che quella fosse la mossa più giusta, e poi era così terribilmente arrabbiata con lui, se se lo fosse trovato davanti non riusciva neppure ad immaginarsi una sua possibile reazione.
"Non devi decidere adesso…hai tutto il tempo! Ma io la penso così…e comunque ti appoggerò qualsiasi sarà la tua decisione!" le disse sorridendole, e lei si strinse a lui, nel suo abbraccio sapeva che avrebbe sempre trovato conforto e protezione.
"ok ok voi due, basta con le smancerie…" li interruppe Lukas " Vic, ho una fame da lupi, perché non ci prepari qualcosa di sano e gustoso?" 
"io non ho poi tanta fame" disse fiamma.
"e non signorina, così iniziamo proprio male…ti preparo un bel risotto alla zafferano e scaloppine ai funghi…non puoi dire di no! Dai vieni a darmi una mano, ho bisogno di un assistente esperta come te!"
Vincenzo la prese per mano e la portò con se in cucina, sapeva che fiamma era un po' come lui, non c'era modo migliore per scaricare l'ansia che cucinare, e preparare deliziosi manicaretti. 

Da quando aveva scoperto la sua gravidanza erano passate ormai due settimane, e Fiamma aveva avuto il tempo necessario per pensare a cosa fare, a come risolvere le cose con Roberto. Arrivò alla conclusione che Vincenzo aveva ragione. Il piano era quello : volare a Tolosa, parlare con Roberto, farsi spiegare il perché di quella sparizione improvvisa e poi informarlo che stavano aspettando un bambino. Per tutto il tempo su quell'aereo, si chiese che tipo di reazione potesse avere lui ad una notizia del genere, proprio non riusciva ad immaginare cosa avrebbe fatto, del resto Roberto non lo conosceva affatto, pensava di aver capito che tipo di persona fossa, ma dopo quello che era successo tra loro, non neera più sicura di nulla. Per tutta la durata del volo, non fece altro che guardare la fotografia della sua prima ecografia; lei guardando per la prima volta quell'immagine, non ci aveva capito proprio niente, curiosa aveva chiesto al suo medico "Ma dov'è…dov'è il bambino?" Il dottore le aveva mostrato un puntino al centro dello schermo, quello era il suo bambino, un feto di appena 13 settimane. Poi le aveva chiesto se volesse delle stampe di quell'immagine, lei rispose subito di si, ne fece stampare due, una per lei che subito incorniciò e appoggiò sul suo comodino, come una reliquia, un'altra l'avrebbe mostrata a Roberto, quando finalmente l'avrebbe rivisto e gli avrebbe potuto raccontare tutto quanto.
Per evitare che rimanesse turbato come era stato per lei di fronte a quell'immagine in chiaro scuro, che rappresentava tutto fuorché un bambino, prima che il volo atterrasse, estrasse dalla sua borsa il pennarello rosso che di solito utilizzava per correggere i manoscritti che le proponevano a lavoro, e cerchiò di rosso il puntino sul fondo dell'immagine scrivendogli accanto "Nostro figlio!" Nonostante le paure era innamorata di lui, e sotto sotto sperava che anche lui l'amasse e che avrebbe accettato felicemente quella inaspettata notizia, che avrebbe cambiato la vita ad entrambi.

Ormai era quasi un'ora che aspettava su quella panchina, nella piazzetta di fronte alla sede centrale dell'azienda dove Roberto lavorava. Non sapeva neppure se lui fosse all'interno dell'edificio, e non ricordava perché avesse scelto di aspettarlo lì piuttosto che contattarlo telefonicamente, come ogni persona normale. Ma il tempo passava, l'aria era incredibilmente fredda, e lei non riusciva a stare più seduta, così si alzò a camminare avanti e indietro un po' per riscaldarsi, un po' per scaricare la tensione, un po' per sgranchirsi le gambe.
Qualche istante dopo, quando ormai aveva quasi perso ogni speranza di incontrarlo, Roberto comparve dall'altro lato della strada. Fiamma impiegò qualche attimo a riconoscerlo, aveva i capelli più lunghi, e la folta barba gli copriva i tratti delicati del viso.  Pensò che quel nuovo look fintamente trasandato gli dava un non  so che di tenebroso, era bello e affascinate come sempre. Appena lo vide, Fiamma di istinto si ritrasse, nascondendosi dietro ad una grande quercia, le tremavano le gambe, il cuore le batteva a mille, tirò fuori il cellulare e fece per comporre il suo numero, quando il rumore di tacchi svelti che correvano sull'asfalto attrasse la sua attenzione.
Una ragazza, non molto alta, fosse qualche centimetro in più di lei, i fianchi larghi e le spalle piccole, dai capelli castani, lunghi e mossi, le passò accanto veloce, puntando dritta verso di lui. "Amore!!" gridò la sconosciuta prima di gettarsi tra le braccia di Roberto, che le sorrise baciandola dolcemente sulle labbra. 
Fiamma rimase pietrificata, come se il cuore avesse saltato un colpo, e se non fosse stato per quell'albero secolare che adesso le faceva da sostegno oltre che da scudo, sarebbe caduta a terra come una pera cotta. Rimase imbambolata di fronte a quella scena, per qualche istante, col cellulare tra le mani, da cui inavvertitamente partì la chiamata. "Cazzo Cazzo Cazzo!" esclamò mentre poteva sentire la suoneria del telefono di lui squillare a pochi metri di distanza. Pose fine alla chiamata, prima che Roberto potesse rispondere, e vide la sorpresa negli occhi di lui, mentre leggeva il suo numero sul display. Sorpresa che lasciò posto al turbamento e alla menzogna quando la sua ragazza prendendolo sotto braccio gli chiese chi fosse. "Nessuno" rispose lui secco "un numero sconosciuto" era una bugia, Roberto conosceva  il numero di Fiamma, ormai l'aveva imparato a memoria; quante volte in quei mesi l'aveva digitato e poi subito dopo cancellato, senza avere il coraggio di inoltrare la chiamata.
Col passare del tempo si convinse che forse quello che avevano vissuto a Berlino era stato per entrambi niente di più che che una dolce avventura. Si erano piaciuti, si erano divertiti, e adesso era finito tutto, ognuno doveva ritornare alla propria vita. 
Fiamma li guardò andare via insieme, sotto braccio, ormai le lacrime le scorrevano sulla guance, senza che riuscisse più a controllarle. Si sentiva svuotata, ancora una volta aveva voluto credere alla favole, e la dura realtà le era stata ancora una volta sbattuta violentemente in faccia. Si voltò e iniziò a camminare verso l'albergo dove aveva preso una camera. Pianse ancora, mentre camminava tra la gente, poi tirò fuori dalla tasca del cappotto la stampa della sua ecografia. "Nostro figlio" lesse la scritta rossa, prima di accartocciare quella fotografia che gettò via in un moto di stizza. Si asciugò le lacrime, ormai non poteva più piangersi addosso e pensare al suo cuore spezzato, presto sarebbe diventata madre, l'unica cosa a cui doveva pensare era il suo bambino, suo, solo suo. Sarebbe tornata in albergo, si sarebbe riposata per la notte e l'indomani un aereo per Napoli l'avrebbe riportata a casa, dove tutti, era sicura, avrebbero accolto con entusiasmo la novità che cresceva nella sua pancia. 

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