martedì 10 febbraio 2015

Episodio XIV "La signora Gelsomina" (parte I)


Dei grossi nuvoloni coprivano il cielo e non lasciavano neppure una misera speranza di intravedere qualche raggio di sole; ormai pioveva da quasi 24 ore e il vento soffiava impetuoso trascinando vertiginosamente giù le temperature. Quella mattina, quando Kira tutta incappucciata uscì di casa si trovò di fronte ad uno scenario tipicamente invernale, altro che primavera, la bella stagione sembrava lontana anni luce.
Ovviamente la città era completamente allagata, e i disagi per chi si spostava con i mezzi non tardarono ad arrivare: la metro si bloccò proprio a due fermate dal Cardarelli, e Kira dovette continuare a piedi, sotto la pioggia, per di più su una strada allagata e tutta in salita. Odiava questi tipi di imprevisti, anzi pensava che una giornata iniziata male, si sarebbe sicuramente conclusa anche peggio. 
Finalmente arrivò in pronto soccorso, erano le 9.30, quasi un'ora di ritardo. All'ingresso trovò il capo infermiere Gennaro, e il dottor X, lo specializzando che la seguiva durante il tirocinio, intenti a fumare una sigaretta. X vedendola arrivare, tutta infreddolita e trafelata, le disse ridendo " Ti aspettavo un'ora fa! Perso tempo a fare il bagno stamattina? Tutto questo ritardo e non ti sei neppure asciugata i capelli? ahhaah !" Kira lo guardò scocciata, ma si trattenne da qualsiasi commento, si limitò a sbuffare esasperata; del resto nonostante X fosse un tipo simpatico e alla mano era pur sempre un suo superiore. Per fortuna Gennaro corse in suo aiuto "A dottò, voi state fresco! Sta povera ragazza  è zuppa dalla testa ai piedi, sembra un pulcino! lasciatela stare, non infierite pure voi! Vieni Kira, ti devi cambiare, ti do una di quelle divise verdi che ti piacciono tanto, così ti asciughi per bene e accuminciamm sta jurnat!" 
La ragazza lo ringraziò e  mentre lo seguiva in silenzio verso gli spogliatoi, si guardò curiosamente intorno, per capire che tipo di giornata l'attendeva. Di certo in un pronto soccorso, non si poteva mai parlare di giornate tranquille. La prima volta che entrò in quel reparto quasi fu impaurita dalla confusione, dalle urla, il disordine, dal viavai di persone che incessantemente entravano e uscivano di lì. Adesso, erano circa sei mesi che viveva tra quelle corsie e diciamo che a quel caos si era abituata, anzi quando la situazione si faceva più tranquilla, andava in agitazione: troppa calma in un pronto soccorso era sinonimo di sciagura, così gli infermieri le avevano insegnato, Gennaro in primis. 
Si cambiò velocemente e indossò la sua bella divisa, legò in una coda i capelli ancora bagnati e andò al triage. X stava sfogliando attentamente le cartelle cliniche e vedendola arrivare le disse "Bene, signorina, oggi vedremo se sei o meno un animale da pronto soccorso…Farai tutto da sola, anamnesi, primo esame esplorativo del paziente, poi mi presenterai il caso con tanto di ipotesi diagnostica e trattamento terapeutico da adottare. E' un po' che bazzichi per il reparto, è ora di passare dalla teoria alla pratica". 
Kira strabuzzò gli occhi incredula, questa era una novità che la sorprendeva non poco. Fino ad allora non aveva mai avuto tante responsabilità tutte insieme. Qualche volta sotto la supervisione di di qualche infermiere aveva fatto prelievi, misurato pressioni, fatto ECG e compilato cartelle. Inoltre grazie a qualche chirurgo più compiacente era riuscita a dare qualche punto di sutura. 
"Su Laerte, non fare quella faccia spaventata…questo non è un esame, e io starò sempre al tuo franco, per consigliarti e in caso di necessità pararti il didietro…ahahah, pronta?"
Dopo un primo attimo di incertezza, l'eccitazione prese il sopravvento, e Kira si convisse di essere pronta, poteva farcela e accolse la sfida di buon grado "Ook, ci sto! Da cosa cominciamo?"
X le porse una cartella clinica, che Kira impaziente lesse con attenzione: donna 80 anni, lamentava una febbricola serale ormai da più di due settimane, negli ultimi giorni era insorto uno strano rigonfiamento addominale, accompagnato da leggeri problemi respiratori. "Congratulazioni" le disse X soddisfatto "Ti sei guadagnata il tuo primo codice giallo…sai cosa fare…io ti raggiungo tra dieci minuti!"
Kira era delusa, non si aspettava che il suo primo vero paziente fosse una vecchietta. Non ne era affatto felice, di solito cercava sempre di tenersi lontana dalla persone anziane. Con gli over settantacinque non sapeva proprio come comportarsi: alcuni le risvegliavano istinti omicidi, perché troppo arroganti, le sembravano quasi maleducati, altri invece erano così remissivi che le infondevano un'immensa tenerezza. In un modo o nell'altro questi anziani minavano il rapporto oggettivo e distaccato che doveva esserci tra medico e paziente, così  lei faceva di tutto per impedire al minimo le interazioni con questa categoria di pazienti. Così un po' scocciata uscì nella sala d'attesa affollata e chiamò a gran voce "Corradini Gelsomina!"




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