martedì 24 febbraio 2015

Episodio XVII "How I met your sister..."


Kira si sentiva, agitata; per tutto il tragitto fino alla tenuta fu così immersa nei suoi pensieri che non si accorse di essere arrivati a destinazione, finchè Carlo non spense il motore dell'auto. Come al solito la sua ansia si stava trasformando in  gastrite. Sospirò profondamente, doveva smetterla, smetterla subito, e ritrovare la calma il prima possibile. D'altronde non stava mica andando in guerra? presto avrebbe conosciuto la fantomatica Irma, la sorella maggiore di Carlo. Non aveva niente da temere, anche se questa Irma fosse stata una vera stronza, lei era pur sempre la regina delle sorelle maggiori e conosceva alla perfezione i trucchetti per mettere in difficoltà le fidanzate di turno dei fratelli più piccoli e quindi sicuramente avrebbe saputo difendersi dai colpi bassi che lei avrebbe potuto scagliarle contro. 
"Allora, sei pronta?" la dolce voce di Carlo, la riportò alla realtà. Cercò di mostrarsi il più tranquilla possibile "Certo…!" disse accennando anche un piccolo sorriso. In realtà appena lui suonò il campanello, l'istinto fu quello di correre via, il più lontano possibile, e l'avrebbe fatto se solo lui non le avesse tenuto dolcemente la mano. Non ebbe neppure il tempo di pensare "Ormai è fatta" che la porta si aprì e avanti a loro fece capolino lei…Irma. 

La cena era finita da un po', e Carlo sapeva che presto avrebbe dovuto affrontare Kira che lo stava aspettando di sopra e la loro  conversazione  non sarebbe stata sicuramente facile. Così tagliò una grossa fetta di caprese, che accompagnò ad una montagna di panna montata; di solito, pensò, con un po' di zucchero la pillola va giù. Non aveva per niente voglia di litigare, e quella torta  rappresentava il suo ramoscello d'ulivo portato in segno di pace.
"Kira, cosa stai facendo?" le domandò  entrando in camera da letto e chiudendosi la porta alle spalle. 
Lei non si degnò neppure di alzare lo sguardo, continuando a riporre le proprie cose nella borsa, sospirò, poi gli disse "Prendo le mie cose…voglio tornare a casa mia, non mi va di dormire qui, stanotte!" e non gli diede neppure il tempo di controbattere, si infilò velocemente  il tranch verde limone, lo chiuse in vita  e usci dalla stanza "Mi dai tu un passaggio o devo chiamare un taxi?" 
Possibile che non ci fosse un altro modo per affrontare la situazione? pensò Carlo preoccupato, ma sapeva  che cercando un confronto diretto con lei in quel momento, non avrebbe cavato un ragno dal buco, anzi avrebbe pure rischiato di peggiorare le cose, così in silenzio prese le chiavi della macchina e la seguì verso l'uscita.
In auto verso casa, non osarono rivolgersi la parola, se ne stavano ognuno sulle sue, accigliati e pensierosi. Solo lui cercò in vano di instaurare un qualche contatto, ma il suo timido e poco convinto tentativo di fare conversazione, fu immediatamente stroncato da Kira che alzò prepotentemente il volume della radio.
Non voleva ascoltarlo, non aveva niente da dirgli e si barricò così dietro al suo solito broncio ed a un muro di silenzio. Era stata una serata da dimenticare; ci stava che Irma sin dal primo momento l'avesse fatta sentire sotto esame, che avesse fatto di tutto per marcare il territorio…d'altronde lei  aveva fatto decisamente di peggio con tutte le malcapitate che il fratello, Gianluigi portava a casa. Kira era pronta per questo alla vendetta del karma, ma mai si sarebbe aspettata tanta invadenza e indelicatezza da parte di quella donna, che, doveva ammettere, avevano lasciato anche il povero Carlo abbastanza sconcertato.
Arrivati sotto casa, lo salutò senza guardarlo negli occhi e fece per scendere dalla macchina, ma prima che potesse aprire la portiera lui la bloccò afferrandole il braccio. "Non mi sembra il caso di lasciare le cose come stanno…credi che sia possibile parlarne da persone adulte e civili?" le disse particolarmente esasperato.
"E' stata una serata terribile…e no Carlo, adesso non ho voglia di essere né adulta, né civile" 
"oh andiamo Kira…" 
"Andiamo Kira, un corno! cinque anni Carlo? Tu e quella Barbie siete stati insieme cinque anni! E non dirmi che non è significato niente, perché cinque anni non possono essere stati niente, sei un bugiardo!" disse urlando con gli occhi pieni di rabbia e dispiacere. Poi continuò "Per giunta da chi ho dovuto scoprire questa cosa..ovviamente da quel simpaticona di  tua sorella, che per tutta la serata non ha fatto altro che farmi sentire fuori luogo e giudicata! E nonostante il colpo basso ho anche dovuto far finta di niente, come se già sapessi! Ma ti rendi conto?"
Rimasero per qualche istante in silenzio, Carlo era nervoso, si passò una mano tra i capelli "Ok.." disse sospirando "Hai ragione…" 
"La ragione è per gli stupidi, e a me non interessa!" disse lei indisponente.
"E allora cosa ti interessa Kira? Cosa potrei dirti, per mettere fine a tutto questo…"
Kira si girò verso di lui, e guardandolo fisso negli occhi "Voglio la verità…voglio sapere cosa c'è stato tra te e Barbara, voglio saper ogni cosa, così magari riuscirò a capire perché me lo hai tenuto nascosto."
Carlo la guardò sfinito, incrociando le braccia. "Allora?'" lo incalzò lei tamburellando nervosamente con le dita sul cruscotto.
"Ok…" disse arrendendosi alla sue richieste "Ti racconterò tutto" le disse, scendendo dall'auto e facendole segno di fare lo stesso.
Camminarono un bel po', vicini l'uno all'altro, attraverso la città addormentata e Kira scoprì finalmente la verità. Una verità secondo Carlo banale e noiosa; lui e Barbara si conoscevano dai tempi del liceo, e si misero insieme quando ormai erano all'università. All'inizio come accade in ogni storia, c'era passione, insieme si divertivano, sembravano la coppia perfetta, bellissimi, ricchi, simpatici e ben voluti da tutti.
Ma i due avevano una visione completamente diversa del rapporto che stavano vivendo; per Barbara era una cosa seria, credeva che Carlo fosse l'uomo della sua vita e con lui voleva mettere su famiglia. Il ragazzo invece aveva uno spirito decisamente più libertino e spensierato, e non aveva la minima intenzione di fare sul serio, né con lei e né con nessun' altra.
Barbara col tempo divenne sempre più invadente e asfissiante, mentre invece Carlo reclamava  sempre di più la sua indipendenza. Alla fine finirono per allontanarsi, e decisero di mettere fine a quella relazione, non prima di essersi ovviamente feriti a vicenda. 
"Per un po' abbiamo perso i contatti, poi qualche anno fa abbiamo cominciato a rivederci…da amici si intende! E la nostra amicizia è stata sicuramente più fortunata del nostro amore…a discapito di quello che può sembrare, Barbara è una gran bella persona, simpatica, intelligente, ambiziosa nel lavoro. Ma la nostra storia è finita più di quattro anni fa, non c'è più niente tra di noi, e non c'era niente neppure quando ti ho conosciuta, Kira". 
" eh allora perché non mi hai detto nulla, nonostante io ti abbia chiesto esplicitamente chi fosse lei per te?" disse lei ancora scettica.
Carlo sospirò "Volevo evitare che il mio passato potesse interferire in qualche modo con quello che stava nascendo tra noi…" 
A quelle parole Kira balzò sugli attenti "Cosa significa? In che modo avrebbe potuto influenzare la nostra storia?" 
Ormai erano di nuovo sotto casa delle ragazze, fermi davanti al portone, Carlo le si avvicinò dolcemente e le accarezzo il viso "Hai avuto un comportamento così assurdo, quella sera al bar, un secondo prima flirtavi con me e il secondo dopo era come se io non fossi mai esistito…"
"Beh perché ti eri portato dietro quell'oca giuliva!" 
"Ma tra me e Barbara era tutto finito da un pezzo...!" 
"E io come facevo a saperlo!!" 
"Ecco vedi e per questo che non te l'ho detto. Non ne ero sicuro, ma tra me e te stava nascendo qualcosa, e ho avuto la sensazione che se avessi scoperto la verità, ti avrei persa ancor prima di averti!" disse tutto questo guardandola negli occhi e lasciandola senza fiato. Kira non sapeva bene cosa dire, e non riusciva a credere al fatto che lui potesse avere ragione, ma era proprio così se avesse saputo del legame che c'era tra i due, di sicuro si sarebbe allontanata, avrebbe innalzato il solito muro. Se sfuggi al confronto, non puoi perdere.
" Per questo.." continuò Carlo " ho chiesto a Daniel di non dirvi nulla, avevo l'impressione che se avessi saputo, non saresti venuta neppure all'inaugurazione…e io volevo proprio che tu ci fossi quella sera!". Kira arrossì e abbassò lo sguardo, quando lui l'attirò a se, cingendole la vita "Non so che dirti…" borbottò imbarazzata. 
"Non devi dire niente…devi solo lasciarti tutta questa storia alle spalle" le disse sorridendole in quel modo a cui lei non riusciva proprio a resistere, così gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò forte "Grazie…!" gli mormorò all'orecchio, "Grazie, per aver creduto in noi ancor prima che un noi ci fosse!" 

"Kiraaa? Dai Kira svegliati!!" disse Carlo a bassa voce, sedendosi sul letto accanto a lei, con in mano una tazzina di caffè. La ragazza non dava segni di vita, rimase lì immobile, completamente avvolta nelle lenzuola da cui svettava prorompente solo un ciuffo di riccioli scuri. "Ehi…" continuò accarezzandole i capelli "Dai sveglia!" 
"No, dai papà..è domenica mattina, lasciami dormire…non li voglio i pancakes"  borbottò la ragazza, ancora addormentata, rigirandosi sul fianco, dandogli le spalle!" 
"ahahah ma cosa dici?" rise lui divertito. Un secondo dopo Kira si rigirò, lo guardò aprendo appena appena gli occhi, arrossati dal sonno e si lamentò "Mmm…tu non sei il mio papà…uffa!" 
"Hh no, bella addormentata…ahahah, non ho preparato i pancakes, ma ti ho portato il caffè, dai senti che profumino?" 
Kira arricciò il naso e si tirò su, si stropicciò gli occhi e "Buongiorno!" mormorò stiracchiandosi e sbadigliando, poi prese a bere il suo caffè, senza dire una parola, perché  appena sveglia, non aveva voglia di parlare con nessuno. Carlo rimase anche lui in silenzio, assecondava sempre questo suo atteggiamento mattutino, anche se lui era un chiacchierone, anche di prima mattina. La guardava divertito sorseggiare il suo caffè lo sguardo stralunato e i capelli arruffati. 
"Perché ridi?" gli disse lei poggiando la tazzina arancione sulla cassapanca accanto al letto. "Niente…i capelli sconvolti, gli occhi arrossati, ti rendono come posso dire…più selvaggia…più leonessa…mi piace!" disse lui  ridacchiando avvicinandosi a lei per baciarle il collo, poi le guance e poi le labbra. 
"Ma quanto sei cretino…ahahha" si lamentò lei ridacchiando a sua volta, poi accorgendosi che era già vestito di tutto punto si fece seria e gli chiese "Dov'è che devi andare? Non sono neppure le 8.00 e già sei pronto per uscire?" 
Carlo si passò nervosamente una mano tra i capelli: doveva ritornare alle tenuta, Irma sarebbe partita per Firenze quella mattina stessa, il treno partiva alle 11.00 e lui doveva accompagnarla alla stazione. "Se ti va, perché non vieni anche tu? Le farebbe piacere salutarti!" 
Kira corrugò la fronte "Non mi sembra una buona idea, insomma sono gli ultimi momenti che passa con te, io che c'entro? mandale i miei saluti…ci saranno altre occasioni per rivederci". 
Carlo non insistette più del dovuto, la baciò teneramente e  facendole l'occhiolino le disse "Allora ci vediamo dopo…mi aspetti a letto, no??"
Kira, arrossì "Ma che sfacciato!" ebbe appena il tempo di gridargli mentre  lui era già fuori dalla sua stanza e l'istante dopo già si richiudeva la porta d'ingresso alle spalle.
Lei sprofondò di nuovo sotto le coperte…ma si, l'avrebbe aspettato a letto, d'altronde era domenica mattina, e non c'era nulla di meglio che crogiolarsi a letto la domenica mattina!
L' Audi A 4 di Carlo correva veloce lungo le strade deserte, lui era particolarmente nervoso, il modo in cui Irma aveva trattato Kira la sera precedente l'aveva infastidito non poco,  e non poteva e non voleva restarsene zitto e buono davanti ad un simile atteggiamento arrogante e irrispettoso. 
Carlo irruppe in cucina, lei era lì, elegantissima nel suo talleur pantalone blu e i capelli racconti in una treccia attorcigliata sulla nuca. Beveva, come ogni mattina il suo tè nero, e sfogliava svogliatamente un vecchio giornale. "Buongiorno Charlie" gli sorrise teneramente. 
"ciao Nenè" le rispose lui, prendendo posto di fronte a lei dopo essersi versato un bicchiere di succo d'arancia.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, ognuno assorto nei suoi pensieri, ma Irma percepì subito che Carlo aveva qualcosa da dirle, non era da lui starsene così zitto e buono in un cantuccio. "Allora, Charlie…cosa c'è che non va?" lo interrogò lei con tranquillità
"Dobbiamo parlare Nenè" Esordì così, tutto serio e impettito e le disse che non gli era piaciuto per niente come la sera precedente lei si fosse comportata con Kira. L'aveva fatta sentire un'estranea, e quasi non aveva lasciato che la ragazza proferisse parola, e non riusciva a spiegarsi il perché di questo comportamento così sgarbato.
Irma lo guardò sbalordita, e al tempo stesso infastidita, il suo tenero fratellino aveva preso le difese della fidanzata di turno e l'aveva per giunta accusata di essere stata maleducata. "Ah, quindi la tua principessina…." disse indispettita "Si è sentita offesa ed è venuta a lamentarsi da te…se qualcosa non le era andato giù poteva benissimo parlarne direttamente con me, non la mangio mica?" 
Carlo si lasciò scappare un piccolo sorrisetto "Non dire stupidaggini…Kira sa benissimo badare a se stessa, ed è sicuramente troppo orgogliosa per correre da me e chiedermi di difendere il suo onore… ieri sera l'ho vista seriamente in difficoltà, credo che avrebbe voluto risponderti a tono più di una volta, ma si è trattenuta. Insomma sa benissimo quanto io sia legato a te, e sapeva benissimo quanto ci tenessi alla riuscita della nostra serata. A te invece è sembrato non importasse nulla. Non riesco a capire che diavolo ti sia saltato in mente; perché trattarla in quel modo? E poi quando te ne sei uscita con quella storia di Barbara! L'hai dipinta come la fidanzata perfetta, sembrava che foste delle grandi amiche. Ma lo sappiamo bene entrambi che ti è sempre stata sulle scatole! Cazzo Nenè, non sai il casino che mi hai combinato! In piena notte o dovuto riaccompagnare Kira a casa, non aveva intenzione di restare qui, alla tenuta…del resto come darle torto…"
A quelle ultime parole Irma aguzzò le orecchie e un sorrisetto beffardo si fece strada sul suo volto "Che sarà mai?Non sarò stata simpaticissima, ma addirittura andarsene via. Reazione esagerata, secondo me…a meno che…odio Charlie, non dirmi che non le avevi detto di Barbara!"
Carlo arrossì  si alzò dalla sedia su cui era seduto e si strinse nelle spalle, quasi in imbarazzo come un bambino beccato con le mani nella marmellata. 
"Ahahah…" ridacchiò lei "Che errore grossolano fratellino mio! Ci credo che fosse incazzata…ma perché non le hai parlato? Tu e Barbara lavorate insieme…povera Kira…mi dispiace!"
Carlo strabuzzò gli occhi, non riusciva a crederci, adesso il cattivo era lui? "Nenè! Ma come povera Kira? Ieri sera la guardavi come se volessi disintegrarla!" 
"Che esagerato! Comunque solidarietà femminile, insomma se Giorgio lavorasse con una sua ex io lo vorrei sapere, e darei sicuramente di matto…che Dio me ne scampi! Ma mi spieghi perché non gliel'hai detto??" 
Carlo sembrava in difficoltà, sbuffò sonoramente poi più come se stesse parlando con se stesso che con lei, disse "Beh…Kira è un tipo particolare…non so perché ma non si fida molto…ma…" continuò quasi come se fosse rinsavito "Questo non penso ti riguardi…alla fine quello che dovevo dire te l'ho detto!"
"Ok ok…ma da quando sei diventato così suscettibile? Vabbè questa dottoressina ti piace proprio…."
"Si Irma, mi piace…e vediamo di comportarci bene la prossima volta!" tuonò esasperato.
Irma si avvicinò a lui, teneramente gli scompigliò i capelli "Il mio piccolo Charlie innamorato…Va bene, ti chiedo scusa…del resto la capisco, anche io da giovane ero un po' suscettibile!"
"E certo, perché adesso sei una persona accomodante! Chissà cosa ne pensa tuo marito!" 
" Uuuh, colpo basso! Chi ti ha insegnato ha giocare così sporco?" disse lei ridendo "Dai stupidone, fatti abbracciare!" lo abbracciò fortissimo, quasi lo soffocò, poi gli stampò un bacio sulla guancia lasciandoli un bel timbro col rossetto. "Vado a prendere le mie cose, sono già le dieci e un quarto, non vorrai mica farmi perdere il treno? ah pulisciti quella guancia, non vorrei essere causa di un altro incidente diplomatico con la tua bella dottoressina….ahahah!"
Carlo non replicò, alla fine sarebbe stato inutile, Irma avrebbe sempre avuto l'ultima parola. Era sempre stato così, e così sarebbe continuato ad essere, e a lui andava più che bene. 
Dieci minuti dopo erano in macchina verso piazza Garibaldi, un messaggio di Kira su whatsapp gli strappò un eloquentissimo sorriso, Irma se ne accorse "ah l'Amour!" pensò tra se, ma a lui non disse nulla. 
"Dove sei? Io ti aspetto a letto, ma non tornare senza quella gustosissima caprese, che per colpa tua ieri sera non ho neppure assaggiato!"



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