martedì 3 febbraio 2015

...continua...

Alle sette meno dieci, puntuale come un orologio svizzero, il clacson della moto avvertì Kira dell'arrivo di Carlo. Lei era stranamente già pronta da 5 minuti e lo stava aspettando affacciata alla finestra, cercando di ripetere in mente i punti salienti del suo intervento. Quando lo vide arrivare da lontano, prese le sue cose di corsa e fece per uscire, ma Frida le si paro davanti  "fai la brava, mi raccomando, stendili tutti e trattami  bene Carlo!” Le disse, per poi salutarla a suo modo “Ciao stronza! Ah, e Fammi sapere!!"   "si si” rispose Kira sbuffando “ti faccio sapere, a dopo ciao!"
Uscì dal portone, Carlo si stava guardando nello specchietto retrovisore, aveva tolto il casco per passarsi le mani tra i capelli, era un gesto che faceva sempre quando era nervoso. Gli si avvicinò sorridente "buongiorno narciso! Ma non pensi di stare un po esagerando?" gli disse. " Mi faccio bello per te, dovresti essere felice!" le rispose, dandole un bacio sulla guancia; poi salì in moto, si rimise il casco e, ponendole il suo,  mentre glielo sistemava le disse ridendo "ma scusa Kira, dobbiamo andare sulla neve per caso? Perché quegli stivali e questo piumino così pesante?"
"Ho sempre freddo in moto, quindi prevenire è meglio che curare..mi sono organizzata questa volta!" Disse lei, alludendo al freddo gelido che aveva provato le prime volte sulle due ruote con lui.
"Testona!” la sgridò Carlo, “potevo benissimo prendere la macchina, mi hai chiesto tu la moto...guarda che è lunga la strada fino a Salerno! "
"Infatti l’ho chiesto io, quindi va  bene, prometto di non lamentarmi" disse lei ridacchiando, poi salì in sella e cinse da dietro i fianchi di Carlo, appoggiando la testa sulle sue spalle, in realtà era per questo che aveva voluto quel giro in moto. Lei odiava le due ruote,  aveva una paura folle, pensava che fossero pericolose, per non parlare di quel rombo assordante del motore, proprio la infastidiva. L’unica cosa positiva però, era poterlo abbracciare, poter stare stretta a lui così, senza un motivo apparente, a volte riusciva a sentire il  suo cuore battere e se aveva paura, quel battito così regolare e tranquillo faceva in modo di stabilizzare anche il suo. Per questo quella mattina volle fare quel giro in moto, per poterlo stringere senza dare troppe spiegazioni. nè a lui, nè tanto meno a se stessa.

 
 
La sera l'autostrada era semivuota, così Carlo poteva correre veloce, senza alcun ostacolo oltre il vento e Kira si stringeva si suoi fianchi, mentre sentiva la moto sfrecciare sotto di sé. Era molto stanca, il convegno era stato piuttosto lungo e impegnativo, ma il suo intervento era andato davvero bene ed era soddisfatta, inoltre la presenza di Carlo l'aveva fatta sentire ancora più emozionata, anche se aveva cercato per tutto il giorno di non darlo a vedere. Erano quasi a casa, Kira era infreddolita, ma sentiva che non sarebbe voluta mai arrivare, avrebbe voluto che quel viaggio di ritorno non finisse mai, ma purtroppo Carlo doveva tornare alla tenuta per darsi da fare al ristorante, dopotutto lo aveva trascurato tutto il giorno per stare con lei. Arrivati, si salutarono con il dispiacere stampato in faccia, ma nessuno dei due lo mostrò apertamente, come loro solito. Kira salì velocemente le scale ed entrò in casa, dove ad attenderla c'era come sempre Frida che le andò incontro saltellando con addosso solo l'accappatoio e a piedi scalzi. "Allora? Com'è stato il convegno? Hai sfoggiato tutto il tuo sex appeal??"  "Ma dai Frida, fammi almeno entrare dalla porta prima di sparare le solite scemenze!" Rispose Kira con aria stremata, si sentiva veramente stanchissima, infatti poggiò frettolosamente la grande borsa sul tavolino e si lasciò cadere sul divano, stava pensando che le sarebbe piaciuto rimanere ancora lì con Carlo, insomma, quel giorno non avevano avuto molto tempo per stare insieme perché lei era stata completamente assorbita dal convengo, così in quel momento si sentiva sì stanca, ma anche un po' giù di morale. Frida raggiunse l'amica nell'angolo soggiorno, la guardava sgranocchiando una barretta ai cereali ed immediatamente notò che era particolarmente pensierosa, così assunse l'espressione di chi stava per avere un'idea geniale. "Ma mangi sempre? E' quasi ora di cena!" l'ammonì Kira. Frida, non badando troppo alla sua bacchettata, le disse entusiasta "a proposito d cibo, perché non andiamo a mangiare da qualche parte?" Sentite quelle parole, Kira con un solo sguardo smorzò tutto il suo entusiasmo, era sfinita, non aveva nessuna voglia di prepararsi e uscire, voleva solo rilassarsi. "E dai!!" la pregò ancora Frida, "non ho preso impegni con Daniel appositamente per te, solo per te...tu sei il mio primo amore, lo sai!" Kira le lanciò un'altra occhiataccia contrariata, ma non rispose, il suo silenzio sarebbe sicuramente valso più di mille parole, ma l'amica insistette ancora e le si sedette accanto come se avesse voluto farle sentire più pressione "allora, ascoltami" le disse ancora "sono quasi le 21.00, muoio di fame, sicuramente anche tu sarai affamata, ma io non ho cucinato un cazzo e non ho intenzione di farlo adesso...quindi: o ti alzi e prepari la cena, o esci con me, non hai altre alternative, a parte il digiuno. Dai, su, un bel panino gigante, un bella birra...daiii!!" Detto questo, Frida l'abbracciò forte per prenderla in giro, sapeva benissimo che Kira non sopportava certe dimostrazioni d'affetto, e le odiava ancora di più quando era stanca, così finalmente le rispose col suo tipico broncio "sei una ricattatrice! Non ce la faccio nemmeno ad alzarmi da qui, figuriamoci se mi metto a cucinare! E poi perché mi abbracci? Staccati su..." Frida sapeva come convincerla, anche se non sempre ci riusciva, Kira era un vero osso duro, ma nonostante ciò, mezz'ora più tardi erano giù sedute al tavolo di un piccolo pub vicino casa. Era un locale semplice e carino dall'atmosfera irlandese, ci andavano spesso e volentieri perché lì si potevano gustare, a loro parere, i migliori panini della città e inoltre c'era una vasta gamma di birre tra cui poter scegliere, tutto ad un prezzo a misura di studentesse squattrinate come loro. Frida sfoggiava il suo solito entusiasmo, era affamatissima e da quando aveva staccato dal lavoro non vedeva l'ora di uscire con Kira che, nonostante fosse ancora giù di tono un po' per lo stress, un po' per Carlo, si sentì subito più rilassata quando si accorse che la musica di sottofondo che riecheggiava delicatamente nel piccolo pub, era una delle sue canzoni preferite, a wolf at the door dei Radiohead; aveva sempre cercato di trascinare Frida ad uno dei loro concerti, ma non ci era mai riuscita e alla fine si era ritrovata ad andarci con vecchi amici che condividevano i suoi stessi gusti musicali. Ordinarono due enormi panini e due pinte di Gordon Red e poco dopo cominciarono a sorseggiare le loro birre nell'attesa che la cena fosse servita. "Dove lo hai lasciato Daniel?" A quella domanda Frida sbuffò leggermente "è a casa, aveva una marea di compiti da correggere per domani...non sei contenta che sono tutta per te, mon amour?" Kira ridacchiò "ma dai, smettila una buona volta!" Frida rispose con una smorfia di disappunto, poi le chiese come fosse andato il convegno, voleva sapere tutto nei minimi dettagli perché, anche se non ne capiva nulla, le interessava davvero sentir parlare di tutte quelle questioni scientifiche, poteva imparare qualcosa di utile e sapeva che a Kira piaceva parlarne ed infatti subito si addentrò nella spiegazione di vita, morte e miracoli dell'endoscopia gastrica, passando da un argomento all'altro, dai trapianti, alle tecniche di fecondazione, fino ad arrivare a parlare del tanto discusso metodo Stamina, parlava e parlava come un fiume in piena e sembrò essersi magicamente risvegliata dal torpore di pochi minuti prima. Frida ascoltava tutto con grande interesse, perché nonostante amasse prenderla in giro,  provava una sincera ammirazione per Kira; dell'amica aveva sempre ammirato, in realtà, tutte le cose che a lei mancavano, la tenacia, la testardaggine, tutte quelle cose che la facevano sembrare sempre un gradino più su e che la rendevano quasi autoritaria ai suoi occhi. Pensava che Kira non fosse una persona che piaceva a tutti, ma la cosa più bella di lei era che non le interessava minimamente piacere alla gente o essere come gli altri l'avrebbero voluta, aveva un suo stile di vita e di pensiero, ma non pretendeva che tutti lo capissero o lo condividessero e non lo avrebbe cambiato per nessuno e per nessuna ragione. L'ascoltava, la osservava e pensò che era una tipa strana, ma le era sempre piaciuta, anche se non gliel'aveva mai detto , d'altronde a Kira non importava essere elogiata, era troppo intelligente per cedere a dei semplici complimenti, fini a sé stessi. Certo, aveva le sue debolezze, ma per Frida lei era la dimostrazione che ognuno, al di là delle proprie fragilità, ha forza e grinta a sufficienza per poter combattere e per poter ottenere qualsiasi cosa, così cercava di prenderla come esempio. In quanto a lei, Frida si sentiva completamente diversa, non era tenace, non era testarda, non aveva particolari ambizioni e cercava sempre l'approvazione delle persone che aveva accanto; da quando era bambina aveva dapprima disperatamente cercato l'approvazione dei suoi genitori e crescendo, si rese conto che forse non l'aveva mai ottenuta veramente. Questa insicurezza la portava a sentirsi sempre troppo piccola e a temere il giudizio degli altri, forse era per questo che cercava sempre di andare d'accordo con tutti e di adattarsi a ciò che gli altri si aspettavano da lei e forse era sempre per questo che non era abituata a mostrare la vera Frida, si apriva solo con chi le faceva poche domande. Le uniche persone che sapevano chi fosse davvero erano Kira in primis e Daniel, perché da loro non si era mai sentita giudicata, non le avevano mai chiesto troppo, le volevano bene e basta, senza se e senza ma e sentiva che a loro non doveva dimostrare nulla. Kira sapeva che dietro l'aria frivola e superficiale dell'amica c'era dell'altro e lo aveva scoperto lentamente, effettivamente il bello del loro rapporto era che non si erano mai domandate niente l'una dell'altra, eppure erano sempre riuscite man mano ad attraversarsi. Daniel invece era tutta un'altra storia, era come se l'avesse sempre conosciuta e l'avesse sempre amata per com'era. D'improvviso Frida ritornò con i piedi per terra e si rese conto di aver totalmente perso il filo del discorso di Kira, che alla fine parlò fiera del proprio intervento al convegno e le raccontò di aver ricevuto tantissimi complimenti e il tutto, ovviamente, era stato addolcito dalla presenza di Carlo. Anche se questo piccolo particolare Kira lo aggiunse con tono ironico, Frida sapeva perfettamente che lo pensava sul serio, ma la sua amica non era mai stata il tipo da sfoggiare i propri sentimenti, anzi, solitamente li teneva chiusi, a volte li nascondeva anche a sé stessa. Dunque della sua giornata Frida aveva capito ben poco, e finalmente arrivarono i grassi panini che le ragazze non vedevano l'ora di divorare. Finirono dopo poco a parlare di Carlo e di Barbie ed arrivarono a parlare di qualsiasi argomento, dall'Oscar de La grande bellezza di Sorrentino, discussero dei loro romanzi preferiti, delle prossime elezioni politiche, fino ad arrivare a rimembrare gli anni liceali...parlarono di tutto e di niente, poi tornarono a casa, fumarono una sigaretta sul terrazzino al cospetto della notte e, ai fiumi di parole di pochi istanti prima, sostituirono un profondo e rilassante silenzio. Loro erano così, passavano dalla frenesia di interminabili discorsi, alla sonnolenta pace di una notte di primavera. Erano tremendamente diverse, ma condividevano la stessa visione della vita.

 
 
 

 

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