mercoledì 25 febbraio 2015

Episodio XVIII "Ci vorrebbe un amico..."


Carlo correva veloce per le vie del parco ormai da quasi un’ora, ma nonostante ciò non si sentiva stanco, aveva ancora tanta energia e stranamente non percepiva pesantezza alle gambe, né il fiatone. Ma appena si accorse che per Daniel evidentemente non era lo stesso, rallentò un attimo e si voltò per cercare di capire dove l’avesse perso e poi fu costretto a fermarsi e a tornare indietro, l’amico era almeno a 200 metri da lui. Quando gli si avvicinò si fermarono entrambi, Daniel era visibilmente stanco “Carlo, penso che dovrò abbandonare quest’insana abitudine di seguirti al parco quando ho voglia di farmi una corsetta…sei troppo ben allenato rispetto a me, cerco di starti dietro ma alla fine penso che rischio ogni volta la vita…fiuh…non ho più l’età!”  Carlo rise sonoramente e gli diede una pacca sulla spalla “ah, andiamo Daniel, come sei drammatico certe volte! Invece di pensare ad abbandonare questa <<insana abitudine>> come la chiami tu, deciditi ad allenarti un po’ meglio…caro mio, io mi alleno tutte le mattine, tu vieni con me si e no una volta alla settimana, è ovvio che non ce la fai!”  “io sono un uomo molto impegnato caro big gym…dai, sedimoci un attimo, siamo qui già da un’ora” gli disse dando un’occhiata all’orologio digitale che aveva al polso, per poi sedersi sul prato insieme a Carlo che ne approfittò per fare un po di stretching, come faceva di solito dopo la corsa “mangiare bene e tenersi in forma è il segreto per una lunga vita, bello mio, dovresti seguirlo un po più spesso anche tu, hai messo su un po di pancetta ultimamente” gli disse sorridendogli beffardamente e toccandogli l’addome, guadagnandosi lo sguardo offeso ma divertito dell’amico che immediatamente gli scostò la mano infastidito “ma che dici, quale pancetta? E’ che ho preso l’abitudine di mettere la doppia maglia, perciò sembro ingrassato, ma è solo un’illusione ottica…” gli disse provando ad afferrarsi il grassetto sulla pancia. Effettivamente aveva messo su un paio di kili negli ultimi mesi, ma niente che non si potesse risolvere, stava solo facendo una vita un po’ più sedentaria,  prima dell’estate si sarebbe rimesso in forma e i suoi addominali scolpiti sarebbero riemersi in un batter d’occhi, pensò. “Dimmi un po’, com’è andato l’incontro con Irma? Le è piaciuta Kira?“ Carlo a quella domanda storse un po’ il naso, non sapeva di preciso se le fosse piaciuta o meno, gli disse. “Mmmmm ho capito…beh, conoscendola scommetto che le avrà riservato un trattamento…particolare…hahahaha ho fatto centro?”  “sì, è ovvio, come sempre” rispose Carlo infastidito mentre faceva i suoi esercizi “diciamo che l’ho dovuta bacchettare il giorno dopo…per fortuna Kira è una tipa forte, penso che saprà tenerle testa dalle prossime volte ora che l’ha conosciuta…”   “addirittura hai dovuto bacchettarla? Non ti ci vedo a fare la predica alla generalessa Nenè! Hahahahah” Daniel continuò a ridere di gusto, effettivamente non era proprio da Carlo prendersela con la sorella, di solito pendeva letteralmente dalle sue labbra; da quando lo conosceva che era solo un bambino, già era enormemente legato a lei, e ancor di più da quando aveva cominciato a fargli da madre, così pensò che Kira più che una cognata avesse a che fare con una vera e propria suocera rompiscatole. Ricordava perfettamente che quando da adolescenti cominciarono ad avere le prime cotte, Daniel lo prendeva spesso in giro per il fatto che Irma fosse onnipresente e pretendesse di sapere ogni particolare delle sue storielle e delle sue ragazze, e la cosa più divertente era che Carlo le confidava sempre tutto e seguiva ogni suo consiglio, se una ragazza non andava bene ad Irma, probabilmente prima o poi anche a Carlo non sarebbe più andata giù…quanti cuori aveva spezzato! E tutte le volte che  aveva corso il rischio di presentare una fidanzatina ad Irma, lei non aveva reso mai vita facile alla mal capitata di turno, per questo Daniel l’aveva soprannominata la <<generalessa>> Nenè, usando ironicamente il nomignolo con cui Carlo la chiamava da quando era piccolo. “E insomma, si può sapere cos’ha fatto per meritarsi la tua bacchettata? Hahaha”   “ma smettila, non è divertente…l’ha fatta sentire come un’estranea tutta la sera, l’ha riempita di domande inopportune, e la cosa che mi ha ferito maggiormente è che, cavolo, lei è una donna adulta, Kira è una ragazzina rispetto a lei, mi sarei aspettato un atteggiamento più accomodante…non cambierà mai…per non parlare della reazione di Kira a quella sua uscita del cazzo, mi ha fatto fare la figura dell’idiota, ho dovuto fare una fatica enorme per cercare di non mandare la nostra storia a puttane.” Daniel sobbalzò e sgranò gli occhi “addirittura? Che ha detto di tanto grave?” “ha tirato fuori la storia di Barbara…” rispose Carlo mettendosi le mani nei capelli e Daniel a quel punto si rese conto della gravità della situazione “sapevo che sarebbe uscita fuori questa storia...ancora non capisco perché hai tenuto nascosto a Kira che Barbara, la donna che lavora con te fianco a fianco dalla mattina alla sera, è stata con te e anche per molto…dovevi prevedere che la cosa sarebbe saltata fuori!” Carlo sospirò, sapeva bene di aver omesso un particolare importante della sua vita, ma lo aveva fatto in totale buona fede, Kira gli era sempre apparsa una ragazza piuttosto diffidente, non voleva compromettere la nascita del loro rapporto per colpa della storia che aveva avuto con la sua direttrice di sala, l’avrebbe messa ancora più sull’attenti. “Beh, comunque” continuò Carlo “adesso è tutto a posto, Kira ha capito perché non gliel’avevo detto…però…non so, con lei è tutto un po strano. Io non riesco a capirla fino in fondo, non riesco a capire se si fida di me o no. Ci ho messo tanto per dare una certa stabilità alla nostra storia, perché lei è sempre sulla difensiva, è diffidente, non si lascia andare facilmente…e quando ero finalmente riuscito a farmi dare fiducia, sbam! Arriva Irma e rovina tutto…ed è sempre così, io faccio un passo verso Kira e basta un nulla per farle fare due passi indietro…Adesso non so se Kira accetterà ancora che io lavori a stretto contatto con Barbara, ovviamente lei ha detto che lo farà, ma dopo la scenata che mi fece al bar quella volta che ci vide… è una tipetta gelosa, non c’è dubbio…ho la sensazione che non filerà tutto liscio…”  “aspetta, aspetta…quale scenata? Ahahhaha oddio, ti ha fatto una scenata di gelosia?” Carlo sorrise dolcemente “sì, beh, quando cominciammo ad uscire insieme mi vide con lei al bar dove lavora e la prese a male…è anche per questo che poi ho deciso di non parlarle della nostra storia passata…” Daniel continuò a ridere a crepapelle “beh, comunque io ti avvisai che Kira non è una ragazza facile. Ha mille sfaccettature, tutte da conoscere e da comprendere…devi prenderla nel modo giusto e mettere in ordine ogni pezzettino per capirla davvero nel profondo, è una specie di cubo di  rubik, capisci cosa intendo?” Carlo lo guardò con aria pensierosa, sì, sapeva che Kira non era la ragazza della porta accanto, che ti prepara i biscotti o si commuove quando la porti sotto le stelle, non era come le solite donne con cui era stato, e il fatto che fosse per certi aspetti enigmatica gli piaceva, forse era la cosa che di lei l’attirava di più, ma d’altra parte voleva trovare il modo di guadagnarsi la sua totale fiducia, altrimenti non sarebbe riuscito a portare avanti serenamente la loro relazione, pensò, doveva riuscirci.

 

Quella stessa mattina Kira si svegliò alle 8.00  e  si sentiva abbastanza tranquilla, quello che era successo ormai più di ventiquattr’ore prima si era per fortuna risolto, lei e Carlo avevano fatto pace, ma tuttavia c’era ancora qualcosa che la turbava, e la sua gastrite nervosa era lì a ricordarglielo ogni secondo. Infatti, anche se aveva assicurato a Carlo che non le desse fastidio che lavorasse spalla a spalla con Barbara, in realtà questa cosa la riempiva di dubbi, insomma, loro stavano insieme da pochi mesi, la loro relazione era ancora molto instabile e sapere che la sua direttrice di sala, invece, lo conosceva da dieci anni ed era stata la sua ragazza per tantissimo tempo, beh, la faceva sentire insicura. Ma ovviamente tutte queste cose non gliele aveva dette, aveva preferito risolvere la questione da persona adulta e ragionevole, non voleva fare la parte della ragazzina gelosa della ex, sarebbe risultata una bisbetica patetica, quindi si era chiusa nel guscio delle sue incertezze, e ancor di più la tormentava lo sforzo di non darlo a vedere. Fece un bel respiro e si alzò dal letto, fu sorpresa di vedere Frida già sveglia in cucina che sembrava molto indaffarata e che appena la vide l’accolse con un gran sorriso “ti ho preparato una spremuta d’arancia...senza zucchero ovviamente…”  “caffè” rispose Kira col viso assonnato dopo aver preso la moka “ho un disperato bisogno di caffè, dopo berrò la tua spremuta”. Frida ridacchiò, l’amica non le sembrava proprio in gran forma, da quando era andata a quella cena due sere prima le pareva pensierosa, eppure le aveva assicurato che tutto era andato bene, una cena normalissima, aveva detto. Si sedettero l’una davanti all’altra, come al solito molto silenziose, finchè Kira non alzò lo sguardo dalla sua tazzina e guardando Frida negli occhi ruppe il silenzio “posso chiederti una cosa?” le chiese, Frida annuì interessata. “Se venissi a sapere che una collega di Daniel abbia avuto in passato una storia con lui..una storia importante…ma lo venissi a sapere da altri…come reagiresti?”  Frida sgranò gli occhi “ma che domande fai? Perché, sai qualcosa che io non so su qualche collega di Daniel????” Kira sospirò “madò Frida, no! E’ solo una domanda, così, un esempio!” le disse quasi in malo modo. “Oddio, forse meglio se te la zucchero la spremuta, il caffè era amaro per caso? Sei un po’ acidella stamattina…”  Kira si alzò di scatto dalla sedia, non capiva perché Frida di prima mattina era sempre in vena di scherzare, secondo lei era il momento della giornata meno adatto per fare delle battute “vabbè Fri, lascia stare, vado a vestirmi che è meglio”. Frida ridacchiò “Ma dai! Sarò seria…siediti…” e dopo che Kira si convinse a sedersi di nuovo, l’amica assunse un’espressione più seria “beh, mi incazzerei se mi avesse nascosto una cosa così importante…però magari proverei a capire perché lo ha fatto…magari solo per non farmi preoccupare, visto che si tratta di una collega. Non trovo sia una cosa imperdonabile...”  “certo” intervenne prontamente Kira “ma resta il fatto che una ex importante del tuo ragazzo, lavora con lui tutti i giorni…non ti darebbe un po fastidio?”  “sì…mi darebbe molto fastidio…credo che in quel caso, coglierei ogni occasione per marcare il territorio…il mio territorio…dovrei avere la certezza che lei sappia di non dover oltrepassare i confini della mia proprietà…mi intendi?” Kira scoppiò in una grassa risata “oddio Frida, ma che sei un cane?”  “no, non è questione di essere cani…è una legge naturale, è il diritto di proprietà, anche noi uomini ci teniamo a difenderlo con le unghie e con i denti.” Kira la guardò con un po di scetticismo “quindi tu consideri Daniel una tua proprietà? Interessante…quindi dovrei marcare il territorio eh?”  Frida sobbalzò “ah! Ti sei fatta scoprire! Allora c’entra Carlo…che è successo? Dai, spara, me n’ero accorta che in questi giorni eri particolarmente nervosa…” Kira sbuffò, effettivamente si era fatta scoprire clamorosamente, ma non era un problema, comunque sarebbe arrivata prima o poi a raccontare questa storia a Frida, così svuotò il sacco e le disse tutto quello che era successo alla cena con Irma e quello che aveva scoperto. “Hai capito lo chef bonton????” fu il primo commento di Frida, dal tono chiaramente ironico “anche lui allora ha qualche scheletro nell’armadio…vabbè, l’importante è che abbiate chiarito, l’altro ieri sera ha dormito qua, e non mi pare avervi sentito discutere, anzi, la mattina l’ho visto andare via sorridente e soddisfatto..heheheh…comunque, il tuo Carlo era troppo perfetto per i miei gusti, un piccolo difetto doveva pur avercelo no? Altrimenti che gusto c’è? eheheh” Kira le lanciò un’occhiataccia “dai, sii seria…cosa ne pensi?” Frida ci pensò un attimo su, e dopo essersi versata del caffè ed essersi accesa una sigaretta, le rispose con tono sicuro “è ovvio che ti dia fastidio sta storia che la bionda lavori con lui e secondo me fai bene a non farglielo notare, si sentirebbe braccato, col fiato sul collo..e un uomo che si sente in catene solitamente poi crea solo problemi. Più che altro devi marcare il territorio, cioè mi spigo meglio, devi vederci  chiaro in questa faccenda, devi prendere in mano la situazione e tenerla sotto controllo. Quando sei alla tenuta cerca di tenere gli occhi ben aperti, approcciati a sta Barbara, facci amicizia, e cerca di capire che tipo di rapporto è realmente rimasto tra loro. Ma non darlo a vedere, Carlo deve sentire che ti fidi di lui. Quando avrai capito bene come stanno le cose allora potrai agire di conseguenza: se quello che ti ha raccontato Carlo è vero e tra loro non c’è nient’altro che un rapporto cordiale di lavoro, allora tutto ok. Se invece credi che ci sia dell’altro, passi all’attacco.” Kira rimase imbambolata per un attimo “certo, non ti facevo cosi diabolica…mi fai quasi paura…ma credo che la tua tattica possa funzionare.  Quella Barbie deve tenere gli occhi lontani da Carlo, questo è poco ma sicuro! Devo capire meglio come stanno le cose, con calma e serenità” disse allora, piena di sicurezza, sorseggiando fiera la sua spremuta.

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