mercoledì 11 marzo 2015

Episodio XXI "Un centauro dagli occhi smeraldo per nonna Elsa"


Kira non si sarebbe persa per niente al mondo la festosa reunion dei Laerte per l'ottantesimo compleanno di nonna Elsa. 
I suoi genitori si erano trasferiti nella tranquilla Caserta Vecchia dopo il diploma della ragazza, l'anno dopo la morte del nonno. Ormai nonna Elsa era troppo anziana per vivere da sola in una casa così grande e il loro appartamento nel centro di Napoli era troppo piccolo ed angusto per poterla ospitare.
Trasferirsi in un contesto di periferia fu per Sergio, il padre di Kira, una vera manna dal cielo. Andato da poco in pensione  non vedeva l'ora di potersi dedicare ad una sua grande passione: l'orto. Per la mamma di Kira, Lucrezia, invece fu molto più dura abituarsi a vivere in un piccolo centro, ma accettò il trasferimento molto volentieri quando la nonna le lasciò carta bianca per ristrutturare l'intero villino, e finalmente la donna poté regalarsi quello che aveva sempre sognato: una cucina all'americana col frigorifero "sputa acqua e ghiaccio" e la penisola al centro. 
La sessione estiva era ormai alla porte e  Kira decise così di passare il suo ultimo weekend libero a casa dei suoi genitori, nella tranquillità di quell'incantevole borghetto medievale, prima di immergersi nello studio più matto e disperato.
Carlo il giovedì precedente l'aveva accompagnata in stazione, e mentre erano sulla banchina del regionale diretto a Caserta lei si era stretta e a lui e l'aveva baciato con grande trasporto, gesto che lo lasciò piacevolmente sorpreso. "Non è da te…tutto questo…affetto in pubblico!" le disse ridendo. Kira fece spallucce "Le stazioni mi fanno uno strano effetto. Le trovo terribilmente romantiche." 
"Hai uno strano concetto di romanticismo. Insomma, le stazioni sono tristi, malinconiche…le persone vanno via, si salutano, si dicono addio, forse non si vedranno per giorni, mesi, anni…"
"Beh appunto…tutto questo è molto romantico secondo me. E poi ci sono anche persone che tornano!"
Poi lei era salita sul treno e lui era rimasto su quel binario finchè il convoglio non ebbe lasciato la stazione sparendo all'orizzonte.
"Kira, Kira…oh benedetta ragazza, ma perché sei sempre nel paese delle meraviglie?" 
La pioggia le aveva sempre fatto quell'effetto, sin da piccola poteva restarsene a guardare l'acqua venir giù per ore, un effetto rilassante, quasi ipnotizzante. Ovviamente pensava a Carlo, possibile che già le mancasse? "Non fare la stupida Kira…non sono neppure due giorni e non è dall'altra parte del mondo, ma a solo un'oretta di treno! Smettila, lunedì tornerai  a Napoli e lui starà lì! Non c'è bisogno di farne un dramma!" si disse cercando di convincere se stessa. 
Kira distolse lo sguardo posandolo sull'anziana donna che sferruzzava velocemente da grande esperta. "Uh…scusa nonna…è che…pensavo che sarebbe bello festeggiare in giardino. Se solo smettesse di piovere…"
L'anziana donna la guardò da sotto i grandi occhiali facendole l'occhiolino "Bella della nonna, ma non preoccuparti! Al mio compleanno non ha mai piovuto, e non succederà neppure quest'anno!" 
"Speriamo nonna…" Concluse la ragazza, ritornando a guardare la pioggia.
Domenica sera. In casa Laerte fremevano gli ultimi preparativi: Kira entrò nella cucina in fibrillazione; Lucrezia aveva infornato l'ultima teglia di parmigiana e la nonna stava ultimando  in veranda la sua composizione di orchidee che avrebbe utilizzato come centro tavola, stupendo tutti i suoi commensali.
Mancava un'ora all'arrivo di tutti i parenti e Kira come al solito non era ancora pronta, era appena uscita dalla doccia, i capelli ancora bagnati e ancora in pigiama!
"Insomma Kira…ma sempre la stessa storia? Perché non sei ancora vestita?" l'ammonì Lucrezia. 
"Perché è ancora presto, c'è tempo…e poi neppure tu sei pronta…" rispose lei indisponente, mentre addentava una fetta di rustico appena sfornato.
"Ma non iniziare a mangiare…! Fuori dalla mia cucina!!" tuonò la madre esasperata. 
Sergio fece ritorno dall'orto proprio in quel momento "Ma perché voi due dovete sempre urlare? Calmine!" poi continuò mostrando loro la cesta piena di pomodorini appena colti, pronti per essere mangiati. "Guardate cosa vi ho portato…i primi pomodorini della stagione…Kira, i datterini, i tuoi preferiti!"  La ragazza si avvicinò e ne mangiò uno "Papà sono squisiti…ottimo lavoro!" gli disse riempiendolo di soddisfazione. In realtà per Kira quelli non erano i primi pomodorini della stagione; qualche giorno prima Carlo era tornato dal suo orto con lo stesso entusiasmo che aveva suo padre in quel momento, entrambi le avevano porto quelle deliziose primizie come un grandissimo dono d'amore e lei non poté far altro che accettare e mangiare con gusto.
Kira si avvicinò alla madre "Come posso aiutarti?" le disse con un tono remissivo che poco le apparteneva.
"Sei una gran ruffiana…lo sai, vero?" rispose prontamente Lucrezia, e risero entrambe di gusto. "Comunque…potresti tagliare quelle patat…" ma si bloccò " No meglio di no, ci metteresti un sacco di tempo e poi non sei affidabile con i coltelli…" continuò alludendo all'ultima volta che Kira si era offerta di tagliare qualcosa in cucina ed era finita dritta al pronto soccorso: cinque punti sul palmo della mano. 
"Oh andiamo mamma, posso farcela. Tagliare due patate, e che sarà mai? Come ti servono? Taglio lungo, quadrato, squadrato? Il tondo so farlo se hai quel cosino a palla, tipo quello che serve per i gelati…"
 "Lo scavino, dici?"
" Si esatto mamma, quello…ma se devi friggerle, non è il caso di fare le palline…"
Lucrezia rimase a bocca aperta, più sconcertata che sorpresa. Sua figlia, che non si avvicinava ad una cucina neppure per cuocere un uovo sodo, adesso le stava elencando tutti i vari modi per tagliare le patate, e per giunta sapeva anche come cuocere al meglio i vari tagli. Qualcosa non andava.
"Come fai a sapere tutte queste cose? Dove hai imparato? Esci dal corpo di mia figlia…chiunque tu sia!" le disse puntandole contro il frullino ad immersione.
Kira rimase un attimo in silenzio, non sapeva bene cosa rispondere. Aveva imparato quelle cose da Carlo, tagliare la verdura era l'unica attività che lui le permetteva di svolgere nella sua cucina, quelle rare volte in cui lei decideva di fare altro oltre al controllo qualità!
 Ma a casa non aveva detto niente della sua relazione con lui;  ancora non era pronta a condividere questa cosa con la sua famiglia. Era stata una vera stupida, avrebbe dovuto immaginare che un suo approccio così improvviso all'arte culinaria avrebbe destato i sospetti di Lucrezia, sempre pronta come un segugio a fiutare le novità. Dopo un attimo di incertezza  "chi vuoi me l'abbia insegnato? Un amico, lavora in un ristorante" disse rimanendo vaga, e subito pensò a cosa avesse pensato Carlo sentendosi definire "un amico" e si sentì un po' in colpa, ma cercò di dissimulare il più possibile, ma un lieve rossore sulle guance la tradì. 
"Un amico" replicò scettica Lucrezia, e nel frattempo, poiché la conversazione si stava facendo interessante, era anche accorsa nonna Elsa. "E tu per  un amico impari a cucinare e arrossisci in quel modo? Signorina, ti conosco come le mie tasche…qui gatta ci cova!"
Nonna Elsa si intromise, sfoggiando con orgoglio tutta la sua modernità " Vabbè Lucrè lo sai oggi com'è! Mica ci si fidanza più, oggi sono tutti amici!"
"Ma di cosa state parlando? Voi due state farneticando…ho imparato a tagliare due verdure, e allora? Che male c'è?" rispose Kira cercando invano di giustificarsi e difendere il suo segreto.
"Nulla di male, ma è strano, molto strano! Secondo me hai un ragazzo, e non vuoi dircelo…come al solito, sei sempre così ermetica! Perché mi tieni fuori dalla tua vita?" le disse in tono lamentoso.
"E poi non è solo il fatto della verdura…da quando sei tornata sei sempre attaccata al cellulare, ridacchi, canticchi e poi talvolta ti estranei proprio, hai un'aria tutta malinconica…addirittura sospiri! Secondo me sei innamorata…ma guarda amore di mamma, non è mica peccato? E' una cosa bellissima"
"La mamma ha ragione bella di nonna… sei più svampita del solito…ma è bellissimo essere innamorati!" incalzò nonna Elsa, con gli occhi sognanti di chi ricorda gli amori di un tempo. Le sembrava ieri, quando di ritorno dalla guerra suo fratello Ettore si presentò alla porta di casa accompagnato da un suo commilitone, un ragazzone alto quasi un metro e novanta, i capelli neri come la pece e lo sguardo dolce che la fece innamorare sin da subito. Lei allora era una ragazzina, aveva poco più di sedici anni, ma gli aveva dato filo da torcere, mica come le ragazze di oggi che si danno al primo che incontrano e che saltano di uomo in uomo come le api saltano di fiore in fiore.
Kira le guardò entrambe,  aspettavano che lei dicesse qualcosa, ormai avevano capito tutto, tanto valeva vuotare il sacco e limitare i danni; una confessione spontanea è sempre il minor male.
"Si chiama Carlo" quelle poche parole bastarono per scatenare la curiosità delle due donne, erano eccitatissime " Dai continua, continua!" le disse la nonna, grande appassionata di gossip e storie d'amore.
"Niente…cosa dovrei dirvi…" disse arrossendo "è uno chef, ha un ristorante appena fuori città. E' molto carino, mi piace molto!" 
" E questo è tutto? Insomma quanti anni ha? Dove vi siete conosciuti…"
"Oddio mamma!" 
"Eh scusa Kira...per me è importante, visti i precedenti potrebbe avere 60 anni!" 
Kira la guardò di sbieco, possibile che dovesse mettere in mezzo sempre la storia di Francesco? Per un attimo fu tentata di raccontarle di averlo rincontrato qualche tempo prima, al supermercato, ma per fortuna desistette dal suo intento; sua madre dopo tutto quel tempo era ancora suscettibile riguardo quella storia, e le sue reazione all'argomento erano imprevedibili, meglio non rischiare un piccolo incidente diplomatico e lasciar perdere. "Ha 35 anni, compiuti da poco…soddisfatta?" 
Lucrezia tirò un sospiro di sollievo, dieci anni di differenza poteva ancora accettarli.
"E dimmi, ti ha portata a ballare?" intervenne la nonna.
Kira la guardò perplessa. La nonna aspettava ansiosa che lei rispondesse, sembrava fosse una cosa importante, e anche se la ragazza non capì fino in fondo il senso di quella domanda rispose "Si nonna, qualche volta! E' anche bravo…io invece sono un pezzo di legno" 
Gli occhi della donna si illuminarono "Anche tuo nonno era un ballerino provetto! Mi portava sempre alla balera… quanto amava ballare il tango…un ballo passionale, proprio come era lui! Ma tu te lo ricordi, Kira?" 
La ragazza annuì, adorava guardarli danzare. L'ultima volta che si erano cimentati in un tango fu durante la festa per le loro nozze d'oro, erano già anziani, ma vollero lo stesso ballare insieme, innamorati come il primo giorno, come se quei 50 anni non fossero mai passati.
"Va bene" si intromise Lucrezia "Ma ancora non mi hai detto come vi siete conosciuti, tu e il tuo bel Fred Astaire!"
Kira le lanciò un'occhiataccia, quando ci si metteva sua madre era una vera impicciona. In realtà temeva un po' quella domanda, non sapeva se fosse giusto o meno raccontare che Carlo era il miglior amico del suo ex prof di lettere, che aveva rincontrato per caso, e che adesso era anche il fidanzato di Frida. Kira sapeva che se solo avesse accennato a quella storia e a quell'intreccio di relazioni, Lucrezia avrebbe finito per estorcerle tutta la verità.
Rimanere sul vago era sicuramente la mossa migliore  "Un amico in comune dei tempi della scuola ci ha presentati durante l'inaugurazione di un locale!" disse tutto d'un fiato cercando di celare  il suo turbamento. Nonna Elsa però la conosceva bene, capì il suo imbarazzo e come spesso faceva, le venne in aiuto " Beh allora a nonna…ti piace, ti ci trovi bene, ti tratta bene, è un gentiluomo?" 
"Certo nonna, certo che si!" 
"Bene!" rispose l'anziana " Questo è l'importante, a noi non serve sapere altro…Lucrezia lascia stare tua figlia e vieni ad aiutarmi a mettere la tavola….tra un po' saranno tutti qui e siamo ancora in alto mare."

Era proprio una tipica domenica  primaverile, i caldi raggi riscaldavano e illuminavano l'atmosfera, Kira e Carlo non si vedevano da prima che lei tornasse a casa dei suoi per la festa della nonna, e quella era la giornata giusta per un giro in centro e un aperitivo sul lungomare. 
Così se ne stavano comodamente seduti in un chioschetto su via Caracciolo, sorseggiando i loro cocktails e godendosi l'uno la compagnia dell'altra.
"Allora, non mi hai più raccontato del compleanno di tua nonna…sono molto curioso!"
Era stato un vero e proprio evento mondano. Nonna  Elsa aveva invitato tutti i parenti, anche quelli più lontani e gli amici, sia quelli del bridge sia quelli del gruppo di catechesi. In tutto erano più di cinquanta persone, metà delle quali avevano più di 80 anni. Sua madre aveva cucinato per quasi tre giorni, e alla fine aveva preparato tanta di quella roba da poter sfamare un intero esercito.
Sua zia invece si era occupata della pasticceria: una torta mimosa bellissima, che Kira però non aveva mangiato perché a lei l'ananas proprio non piaceva. Lei si era accontentata dei profitterol panna e cioccolato e della caprese.
 La nonna era entusiasta, aveva persino ballato il tango col dottor Colangelo e aveva costretto Kira e la cugina a cantarle davanti a tutti "Reginella", la sua canzone preferita, e si era talmente emozionata che alla fine dell'esibizione aveva le lacrime agli occhi. Aveva anche alzato un po' il gomito la nonnina, tanto che quando iniziò a fare battute sconce davanti a tutti, sua madre e sua zia furono costrette a far sparire le bottiglie di vino dalla grande tavolata. 
Era andato tutto per il meglio fin quando sua cugina Rosa non aveva messo in mezzo il tema del suo matrimonio, che si sarebbe tenuto da lì a qualche mese.
"Cos'hai contro il matrimonio?" le chiese allora Carlo ridendo.
"Ma nulla, figurati…" Lei non aveva proprio nulla contro il matrimonio, ma dalle imminenti nozze della cugina Rosa, si era passati, come non riusciva ancora a spiegarselo, al nuovo fidanzato della piccola Kira.
"Ad un certo punto della serata, tu…" disse indicandolo con l'indice laccato di nero "sei diventato il centro della loro attenzione…" 
"ahahaha…metti giù questo dito inquisitorio!" le disse prendendole  la mano "spero che tu mi abbia fatto una buona pubblicità! Ci tengo alla mia reputazione!" 
"Dai, non scherzare! Mi hanno riempito di domande. Fino a quel pomeriggio neppure i miei sapevano della nostra relazione, e poi mi sono ritrovata davanti a tutti i miei parenti a parlare di te, di noi…Però ti dirò, mia nonna è la tua più grande fan!"
L'anziana donna infatti aveva costretto la nipote a mostrarle una foto del suo bello chef, e Kira ne aveva scelta una in cui c'erano entrambi abbracciati accanto alla moto di lui. "Ma quanto siete belli" squittì la nonna, dopo aver indossato gli occhiali da lettura, poi la sua attenzione fu rivolta alla moto di Carlo e eccitata come una bambina il giorno di Natale "Ma quella è sua? Quando me lo farai conoscere, dovrà assolutamente portami a fare giro…sai che figurone al circolo del bridge? Sai che facce quando mi vedranno arrivare in sella ad un bolide del genere, in compagnia di un minotauro con gli occhi di smeraldo!" 
Kira rise di gusto " Nonna vorrai dire centauro!!!"
"Vabbe è lo stesso, so sempre mostri dell'antica Grecia, o no?" 
"Si nonna hai ragione…" ridacchiò lei sotto i baffi.
"Tua nonna ha buon gusto!" disse lui dopo aver ascoltato il divertente aneddoto "e se è carina come sua nipote, non avrò nessun problema a portarla al circolo del bridge qualche volta…sempre che tu poi non mi diventi gelosa….sai, riscontro un certo successo tra le over 80!"
Kira strabuzzò gli occhi "Non farò mai salire mia nonna sulla tua moto! ahhaah siete due pazzi…sono convita del fatto che andreste molto d'accordo!"
"Ho lo stesso presentimento anche io…ahahah!"
Rimasero ancora un po' a guardare il mare e a prendere il sole, parlando di tutto e di niente. Il tempo volò in un attimo, quando Kira guardò l'orologio erano già le 13.15, Daniel e Frida li aspettavano a casa di lui per il pranzo. 
Pagarono velocemente il loro conto, poi tenendosi per mano si avviarono verso la moto, parcheggiata poco lontano.
Prima di accendere il motore, Kira era già salita dietro di lui, Carlo si voltò dicendole "Posso chiederti una cosa?" 
"Certo" rispose lei, mentre litigava con la cinghia del casco, che non riusciva mai a regolare correttamente
"Perché non hai parlato, ai tuoi di noi? Capisco il non volerne parlare davanti a tutta la famiglia, ma perché evitare di dirlo a tua madre e tuo padre?" 
Kira si strinse nelle spalle " Cosa vuoi che ti dica? Mi piace che la mia vita privata rimanga tale…sono semplicemente molto riservata…credo sia per questo!"
"Uhm…quindi non è che non hai detto nulla ai tuoi della nostra relazione, perché credi che in fondo non sia una cosa importante?"
Kira sentendo quelle parole, scese dalla moto, gli si parò davanti e si tolse il casco, che nel frattempo dopo non poche fatiche era riuscita ad indossare correttamente.
"Perché pensi queste cose? La nostra relazione è importante, è molto importante per me…diciamo solo che non sono ancora pronta per condividerti con tutto il clan dei Laerte." disse arrossendo, baciandogli le labbra teneramente.
Carlo le sorrise " beh allora è semplicemente perché vuoi avermi tutto per te?" 
Kira gli fece una linguaccia " si certo! ma non è il caso di pavoneggiarsi così tanto!" disse salendo nuovamente sulla moto e dandogli o un colpo dietro la schiena.
"ahahahahah ok tigre…tieniti pronta allora, tuo centauro dagli occhi smeraldo ti porta a pranzo!" disse accendendo velocemente il motore. Kira ebbe appena il tempo di stringersi più forte a lui, che partì veloce come un razzo, al galoppo per le strade del centro. 



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