domenica 18 ottobre 2015

Episodio LXIX " Giusto o sbagliato?"


"Ciao, scusa il ritardo…ma in reparto non si finisce mai" 
Kira alzò lo sguardo dal suo iphone e sorrise mestamente, mentre Vera togliendosi la giacca di pelle, prendeva posto accanto a lei. Era ora di pranzo, la mensa del policlinico era completamente invasa da un esercito di camici bianchi, che pigramente affollavano la grande sala adibita a refettorio. "Ma cos'è tutta questa gente?" chiese Vera stupita, guardandosi intorno. Kira brontolò qualcosa sul presunto cambio di gestione e ad un miglioramento del rapporto qualità prezzo. " si sono riversati tutti qui" concluse sospirando sonoramente. Vera l'osservò con attenzione, qualcosa non andava, ne era sicura, ma decise che era meglio aspettare, Kira avrebbe parlato, non appena ne avrebbe sentito il bisogno. "Allora…oggi in reparto…" così iniziò con entusiasmo a raccontarle la sua giornata, tra le visite ambulatoriali e gli ultimi ritocchi alla tesi; ormai mancavano poche settimana alla laurea, e lei non stava nella pelle. Ma Kira non sembrava darle ascolto, la sua testa era totalmente da un'altra parte; la settimana prima era distesa al sole tra le braccia dell'uomo più speciale che avesse mai incontrato, e adesso…
"Allora…cosa c'è che non va? questa apatia…non è da te!" la incalzò dolcemente, visto che l'amica non si decideva a parlare spontaneamente. 
"beh…io…" Kira non riuscì ad dire altro… 
"Finalmente vi ho trovate!" la voce squillante di Miriana, anzi Miriansia, la interruppe. La ragazza si era guadagnata quel nomignolo grazie alla sua più grande dote, farsi salire l'ansia a livelli esponenziali e trasmetterla agli altri. Il suo motto era "mai una gioia!" e Kira era convinta che con quell'atteggiamento di certo non avrebbe attirato a se, quelle già rare botte di fortuna che la vita riserva col contagocce ad ognuno di noi.
 Miriansia si avvicinò a loro, e si lasciò cadere sulla sedia affianco a Vera, invadendo il piccolo tavolo con le sue cose: il casco, le chiavi del motorino, la borsa col computer e il cestino del pranzo. In pochi secondi informò le amiche della sua orribile mattinata; un tizio l'aveva quasi messa sotto (e non era la prima volta; già l'anno prima si era fratturata il malleolo, cadendo dal motorino, mentre correva in facoltà per sostenere un esame),  poi aveva dimenticato le chiavi di casa, e  il professore per l'ennesima volta le aveva cambiato l'argomento della tesi, senza contare che erano in ritardo sulla tabella di marcia per la ripetizione del programma di Neuro. "Ma…" disse infine rivolgendosi a Kira "raccontami cose belle…come era la Spagna?" 
"Ecco appunto!!" mormorò Kira abbassando lo sguardo. 
Anche Miriansia, allora guardandola meglio, si accorse che aveva qualcosa di strano, e lanciò un'occhiata interrogativa a Vera che si strinse nelle spalle, ne sapeva quanto lei. 
"Cos'hai?" le chiese allora " Hai delle occhiaie spaventose, non hai dormito, e questo non è da te!" 
Kira rimase ancora in silenzio per qualche istante. In realtà non vedeva l'ora di confidarsi con le sue amiche, ma nello stesso tempo un po' temeva sapere la loro opinione, temeva che pensassero che aveva fatto davvero un'enorme sciocchezza a mollare Carlo in quel modo. "Allora??" la incalzarono all'unisono, ormai entrambe impazienti.
"Io e Carlo…non stiamo più insieme…ecco l'ho detto!" 
"Cosa ti ha fatto?" sbottò Miriansia "Non ti avrà mica tradita? Tutti uguali, sono tutti uguali…credi a me, Kira, meglio perderlo che trovarlo!" borbottò tutta infervorata. 
Vera l'ammonì prontamente "Ma se non sai neppure come sono andate le cose…" 
Miriansia fece spallucce "Resta il fatto che gli uomini sono tutti uguali, tutti bugiardi! 
Kira alzò gli occhi al cielo, Miriansia alcune volte ce l'aveva troppo col genere maschile ed anche se proprio come lei Kira era la diffidenza fatta persona, questa volta, per fortuna o purtroppo,l'amica  si sbagliava, si sbagliava alla grande. Carlo non le aveva fatto niente di male, questa volta era tutta colpa sua. 
"Sono stata io…" 
"Tu l'hai tradito? E con chi?" 
"Miri, ti prego…non ho tradito nessuno, non è che due si lasciano, solo perché uno mette le corna all'altro…" rispose Kira quasi esasperata. 
"Perché, vi siete  lasciati allora?" si intromise Vera "Si, allora perché?" la incalzò Miriansia con curiosità.
"Mi ha chiesto di andare a vivere insieme…" a quelle parole Vera e Miriansia trasalirono, rimanendo senza parole. Kira continuò, la voce piena di sconcerto "non sapevo che fare…all'inizio ho creduto si trattasse di uno scherzo…insomma, andare a vivere insieme, voi che avreste pensato?? Mi sono fatta una risata, non l'ha presa bene! Ho capito che era serio, allora ho detto di no!" 
"Ecco Qua!" tuonò Miriana, soddisfatta "Sono tutti uguali, tu hai rifiutato la sua proposta è lui si è sentito ferito nell'orgoglio. Per questo ti ha lasciata! è così, giusto?? Cose da pazzi…insomma quante donne sono costrette a correre dietro per anni a scapoloni incalliti, indomabili peter pan, allergici al prendersi qualsiasi responsabilità? Prendi mio cugino Mario. E' stato fidanzato per 15 anni con la povera Elisa, ha dovuto fare carte false per trascinarlo all'altare! e mica lei lo ha lasciato? E credetemi, la loro situazione era esasperante, ma lei è sempre stata con lui, fedele, tranquilla, ha aspetto il suo momento…tenace e temeraria, per 15 anni!  Poi se una di noi gli dice di no, ecco che entrano in crisi, che si sentono feriti…dico, ma scherziamo? Ecco a voi il sesso forte! Ridicoli!!" 
Kira e Vera ascoltarono il suo aneddoto con attenzione, poi Kira sussurrò "Non è andata così…sono stata io…io ho lasciato lui!" 
Entrambe le ragazze erano sconcertate, adesso le cose erano davvero confuse, perché l'aveva mollato? 
"Sentite, non guardatemi così…io mi sono sentita braccata, gli ho detto di no, ho spiegato le mie ragioni, e lui è cambiato, proprio come hai detto tu Miriana. Per tutto il viaggio di ritorno è stato freddo, distante, come se gli avessi fatto chissà quale torto. Non posso fare un passo del genere se non mi sento ancora pronta. Ero arrabbiata, irritata da suo comportamento, poi quando ha iniziato a dirmi che era assurdo che io non avessi nessuna prospettiva di vita insieme, beh lì sono stata d'accordo…beh forse, ho pensato, che avevamo visioni della vita, dell'amore, troppo diverse, e che forse un po' di tempo lontani ci avrebbe fatto bene! ma…ma adesso, non ne sono più tanto sicura…" 
Dopo qualche secondo di silenzio, Vera finalmente disse la sua; Kira aveva sicuramente le sue buone ragioni, e forse Carlo era stato un po' avventato con la sua proposta, ma avrebbe capito, presto avrebbe superato la delusione, e tutto sarebbe tornato alla normalità " Dovresti chiamarlo…anche perché tu vuoi chiamarlo, non è così?" 
Kira si passò le mani tra i capelli, esasperata; certo che aveva voglia di chiamarlo " Ma…non posso…" si lamentò " non posso dire ad una persona, ho bisogno di tempo e poi chiamarlo, per dirgli cosa, poi? mi Manchi ma resto comunque del parere che vivere insieme sarebbe una grande cazzata? E' vero forse vogliamo cose troppo diverse, e non siamo fatti per stare insieme…forse è così devo solo farmene una ragione…" 
"O forse, tra qualche giorno avrai le idee più chiare, e tornerai da lui, che ti accoglierà a braccia aperte, ne sono sicura!" Era il primo pensiero positivo che Miriansia esprimeva da tutta la mattinata, quasi se ne stupì lei stessa. Di solito era una tipa un po' troppo pessimista, sempre orientata a vedere il bicchiere mezzo vuoto, ma Kira era troppo giù di morale, e quindi Miriansia cercò di controllarsi, di tenere a bada il suo pessimismo cosmico, che avrebbe fatto impallidire lo stesso Leopardi. 
Anche Vera cercò di rincuorarla il più possibile "Kira, hai soltanto avuto paura…ma non sentirti troppo incolpa…voglio dire è normale che ti manchi, e non pensare troppo a cosa gli hai detto. In quel momento entrambi eravate poco lucidi, se ti senti di chiamarlo, di parlargli, fallo pure, non frenarti, fai ciò che ti senti. Usa l'istinto, a volte ci azzecca…" 
"e altre volte di fotte!" rispose di getto Miriansia. Ecco involontariamente il Leopardi che era in lei, aveva preso di nuovo il sopravvento. Vera la guardò di sbieco "Tu sempre ottimista, vero?" 
Miriansia fece spallucce, lei era una realista, si limitava soltanto a guardare in faccia la realtà così com'era. "Comunque…" continuò poi Vera "fa quello che ti senti, il resto verrà da se…" 
" E se poi non mi volesse più?" chiese Kira con gli occhi lucidi " Io sono piena di dubbi, ho bisogno di un po' di tempo per riflettere, ma se poi io tornassi da lui e lui non mi volesse più? Se lui conoscesse un'altra, che non aspetta altro che accasarsi, vivere con lui e sfornare una miriade di bambini e così lui  si innamorasse di lei? L'avrei perso, perso per sempre!" 
"Oh per favore…adesso non frignare come una dodicenne!" intervenne severamente Miriana "Scegli cosa fare e fallo, accetterai e affronterai le conseguenze così come verranno…con i se e con i ma…non si va da nessuna parte!" 
Vera la guardò con soddisfazione "Sono d'accordo con Miriansia…" 
anche Kira annui. Le ragazze avevano ragione, doveva comportarsi da persona matura, doveva essere razionale e non farsi prendere dal panico, in un modo o nell'altro tutto si sarebbe aggiustato, o almeno era quello che più sperava. 

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