lunedì 12 ottobre 2015

Episodio LXVIII "Andata senza ritorno..."


Erano già passati tre giorni, Kira era distesa sul suo letto, lo sguardo rivolto al soffitto sopraffatta da un senso di vuoto. Non ricordava neppure da quanto tempo era in quella posizione, il sole stava quasi tramontando, e l'unica cosa a cui riusciva a pensare erano gli ultimi giorni trascorsi con Carlo, in giro per la Spagna. Era stata la vacanza più bella della sua vita. Alla fine optarono per un tour dell'Andalusia in auto, che presero a noleggio appena arrivati a Valencia, città che visitarono in due giorni. Tappa obbligata fu la Ciutat de les arts e i le ciencies, una vera città nella città, opera dell'architetto Santiago Calatrava. Carlo da addetto ai lavori fu estasiato di fronte alla maestosità e imponenza del complesso architettonico, mentre invece Kira rimase molto più colpita dall'acquario, uno dei più grandi d'Europa ospitato in uno degli edifici della struttura. Poi fu la volta di Granada, del suo quartiere arabo e,  lungo quel dedalo di viuzze pieno di negozi  sembrò loro di trovarsi proprio in Marocco; quella tipica bevanda limone e menta, entrambi non l'avrebbero dimenticata facilmente. Il quinto giorno di nuovo in macchina, 200 km alla volta di Cordoba, famosa per il bellissimi Patios ricchi di piante e fiori, un vero spettacolo. La tappa successiva fu Siviglia, capitale andalusa, città incantevole. Qui per un colpo di fortuna riuscirono a trovare i biglietti gettonatissimi per uno spettacolo di Flamenco nella Casa del la Memoria de Andalus, un'esperienza davvero memorabile.  Da Siviglia a Malaga,  fecero varie soste per così dire "balneari" :  Candice, la città più antica d'europa, che si affaccia sull'oceano atlantico; Gibilterra, dominio inglese in terra spagnola, famosa per le sue scimmie, divenute attrattiva irresistibile per i turisti; poi ancora Marbella, con le spiagge più belle di tutta l'Andalusia, a Kira veniva ancora da ridere pensando alla faccia di Carlo quella volta in cui capitarono in una spiaggia di nudisti. Poi finalmente Malaga, il museo di Picasso e le tapas più buone che a Kira sembrò di aver mai mangiato, innaffiate da una gustosissima sangria, ottima come solo in Spagna sanno fare. 
La loro avventura  si concluse a Granada, da dove ripresero un volo diretto per Napoli.  Per tutto il tempo Carlo non le rivolse la parola, del resto neppure lei aveva tanta voglia di parargli. Ripensando a quel viaggio di ritorno orribile, un brivido le percosse la schiena  a fatica mandò giù il magone che iniziava a salirle lungo la gola e si rannicchiò triste sotto la sua  coperta, non potendo ancora credere come nel giro di qualche ora tutto potesse andare in frantumi. 
Mentre l'ultimo raggio di sole scompariva all'orizzonte , Carlo correva lungo i viali alberati del parco di Capodimonte.  Daniel cercava di stargli dietro, ma come al solito, il ritmo dell'amico era troppo sostenuto, lui non era più abituato a correre in quel modo, del resto non si allenava tutti i giorni, e comunque mai per più di 10 km. Così si fermò di colpo "ehi.." disse piegandosi sulle ginocchia e respirando profondamente per prendere fiato "Mi dici che cavolo ti prende? Pensavo  mi avresti parlato della tua super vacanza andalusa, invece non hai spicciato una parola e stai correndo come un matto! quando fai così vuol dire che c'è un problema…allora che cosa c'è che non va?" 
Carlo che era qualche metro più avanti tornò sui suoi passi e raggiunse Daniel rimasto indietro. Si sedettero entrambi nell'erba alta "Ci siamo lasciati…per ora…" disse Carlo esasperato, suscitando l'incredulità dell'amico "Che vuol dire lasciati per ora?" 
"Vuole una pausa…" 
" E perché?" lo incalzò daniel.
" A Granada, l'ultima sera prima di rientrare in Italia, le ho chiesto di venire a vivere con me. Oh…Daniel non guardarmi così! Sapevo benissimo che non avrebbe fatto le valige e si sarebbe trasferita alla tenuta all'istante, ma confidavo in un brandello di considerazione in più. Ha liquidato la questione come se il mio fosse il delirio di un visionario. Come mi era venuta un'idea così assurda? Assurda un corno, in pratica già viviamo insieme in due case diverse, si semplificherebbe tutto se abitassimo sotto la stesso tetto, senza tener conto del fatto che l'amo…beh…sai che mi ha detto? Che l'amore non basta! Ho una visione troppo romantica della vita di coppia. Non abbiamo ancora i requisiti giusti per poter convivere, l'amore non basta! avrei voluto strozzarla. " La discussione finì lì, Carlo non aveva più voglia di parlarne, ancora una volta aveva sondato il terreno e aveva capito che Kira era proiettata verso una vita completamente diversa da quella che lui immaginava per il sui, il loro futuro.  Nonostante per lui quel rifiuto non fosse un dramma, perché un po' si era preparato a quell'eventualità, ne rimase ferito, forse di più di quanto egli stesso si aspettasse.Il viaggio di ritorno fu orribile, lui non le rivolse la parola, rimase tutto il tempo a rimuginare su quello che si erano detti la sera precedente, e anche lei sembrava alquanto assorta nei suoi pensieri, sembrava preoccupata, ma lui non andava ne di sapere a cosa pensasse, ne tanto meno di tranquillizzarla. Quando arrivarono a casa delle ragazze, lui l'aiuto a scaricare e bagagli e declinò l'invito di lei di restare a dormire. Quel rifiuto la fece scoppiare " Cosa vuoi da me, Carlo? Sei arrabbiato per cosa? perché non voglio venire a vivere con te?"  disse incrociando le braccia e mordendosi le labbra nervosamente.  Fosse stato quello il problema, Carlo era arrabbiato non perché lei non volesse convivere con lui, ma perché lei non aveva nessuna prospettiva di vita insieme. La sola idea, non  di creare una famiglia insieme, ma di pensare insieme ad un progetto del genere le sembrava surreale, qualcosa così lontano di cui era inutile anche parlare. "Questo è assurdo, Kira! Non io che mi immagino un futuro,seppur remoto, insieme alla donna che amo. L'amore potrà non bastare, ma è un inizio, non ti ho chiesto di sposarmi, ti ho chiesto di iniziare ad immaginare come sarebbe, ma per te è solo fantascienza, giusto?" Il tono di Carlo fu sprezzante e disperato, poche volte Kira l'aveva visto tanto adirato. Non riuscì a sorreggere il suo sguardo per molto tempo, poi dopo qualche istante ruppe  il suo silenzio e con un filo di voce disse che forse era il caso di prendersi una pausa, per capire dove stessero andando. Volevano cose troppo diverse, e si doveva capire se un punto di incontro fosse possibile, oppure no. 
Carlo guardò Daniel ormai disteso nell'erba alta che ascoltava attentamente le sue parole  e gli disse " Io non ho niente a cui pensare, conosco la natura dei miei sentimenti e so benissimo ciò che voglio. Sono arrabbiato, deluso, ma non confuso. L'ho detto anche a lei, e poi me ne sono andato. Vuole del tempo e tempo avrà…" 
"Ma cosa ti aspettavi?" gli chiese l'amico sorridendo "Insomma, Kira ha 26 anni…tu dov'eri dieci anni fa Carlo? se non erro stavi in giro per il sud'America a fare non so che, ci sei stato quasi un anno, e sicuramente non eri  lì a sognare una vita insieme alla tua ragazza di allora. Tra l'altro Barbara era perdutamente innamorata, avrebbe fatto di tutto per te, l'hai appesa per un anno…andiamo su!" 
Carlo non rispose, avrebbe voluto dire che le due situazioni erano completamente diverse, ma in fondo sapeva che Daniel forse un po' di ragione l'aveva. Daniel continuò "Voglio dire, lei è così giovane, è normale che non abbia progetti a così lungo termine, è normale che il suo obiettivo sia laurearsi, affermarsi come persona e come professionista. Lo sai anche tu che è così, e sai anche che questo non toglie niente a quello che lei prova nei tuoi confronti. Di solito sei sempre una persona  così oggettiva, riesci a trovare sempre una chiave di lettura nella situazioni, con Kira non ci riesci proprio eh? Perdi tutta la tua lucidità…questo è assurdo! Ma non preoccuparti, tornerà da te, ne sono sicuro" gli disse dandogli una pacca sulla spalla. 
" e se… " chiese Carlo con tono incerto. "Se non torna, te la vai a riprendere, o meglio torni tu da lei. Insomma non si può far altro che tornare da donne che ti fanno perdere la testa come lei la fa perdere a te…mi dispiace amico, ma  non hai proprio  scampo!" 

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