giovedì 1 ottobre 2015

Episodio LXVI "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare di agosto"


Frida era seduta su un piccolo scoglio ad osservare l’immenso orizzonte che le si presentava davanti, il mare era di un verde acqua cristallino, intorno a lei non c’era nulla, si sentiva solo il richiamo degli uccelli marini e il lieve rumore dell’acqua. Lei e Giulio erano in mezzo all’Oceano Indiano ormai già da dieci giorni. Erano partiti all’inizio del mese di agosto, Giulio non le aveva voluto svelare nulla del viaggio che aveva organizzato per loro, si era limitato a dirle di farsi un bagaglio leggero, non le sarebbero servite scarpe particolari, abiti eleganti o gioielli, e la trascinò su un aereo con lui, Frida non si fece nemmeno troppe domande, ormai era abituata ai colpi di testa del suo strano ragazzo. Dopo molte ore di aereo, non sapeva precisamente quante perché aveva dormito quasi per tutta la tratta, scesero a Mogadisho, in Somalia, ad Est del continente africano. Cosa ci facevano lì? Giulio ora doveva darle delle spiegazioni. Ma lui, col suo solito sorriso ammaliante, continuò a tenere il segreto, finchè a bordo di una malridotta Jeep guidata da un somalo piuttosto allegro nonostante la temperatura asfissiante, arrivarono al porto. “Ecco la nostra vacanza!” esclamò Giulio indicando una grande barca bianca, era davvero bellissima, massiccia ma dalle linee eleganti e affusolate, “signorina, salga a bordo” le disse ancora tendendole la mano “e si prepari alla più grande avventura che lei abbia mai vissuto!” Frida era visibilmente agitata, ma era un’agitazione mista ad eccitazione, e quindi accolse quella richiesta con entusiasmo, anche perché ormai non poteva certo tirarsi indietro, erano arrivati fino a lì, non voleva assolutamente tornare indietro, la curiosità aveva preso velocemente il sopravvento. Appena saliti a bordo Giulio le fece fare un giro della barca, “Attraverseremo l’Oceano Indiano e ti mostrerò i posti più belli del mondo” le disse, per poi mostrarle quale sarebbe stato l’itinerario. Erano partiti dal porto di Mogadisho quasi subito, Frida si fidava ciecamente di Giulio, non aveva avuto paura nemmeno per un attimo in mezzo a quel mare immenso in cui sembravano esserci solo loro, la natura pazzesca che li circondava bastava a farla sentire in uno profondo stato di quiete. Avevano proseguito verso Sud, ed erano arrivati a Watamu, a pochi chilometri da Malindi, sulle coste del Kenya ed erano rimasti lì molti giorni, quelli necessari per fare tutte le escursioni che Giulio aveva programmato: visitarono il parco marino, dove avevano potuto ammirare la favolosa fauna marina e il parco nazionale di Arabuko-Sokoke, situato all’interno della più vasta foresta pluviale dell’Africa dell’est. Giulio teneva molto a quest’ultima escursione, voleva portare Frida in mezzo agli animali della foresta, sapeva che ne sarebbe stata felice. Ed infatti, quando si ritrovò davanti elefanti, gazzelle, babbuini, uccelli di ogni tipo, e tantissime altre specie animali che non aveva nemmeno mai visto in tv, Frida esplose di gioia, quel safari fu davvero emozionante, non avrebbe mai nemmeno sognato di fare un’esperienza del genere. Oltre alle tante escursioni, si erano riservati anche un po’ di relax su quelle magnifiche spiagge tropicali, avevano conosciuto i pescatori Mayungu e avevano mangiato insieme a loro riso di cocco e pesce grigliato e Giulio aveva portato Frida con sé in un paio di immersioni, esplorare i fondali marini le era piaciuto tantissimo e il fatto che lui fosse sempre lì ad insegnarle e ad aiutarla la faceva sentire al sicuro. Giulio era sempre pieno di energia, di voglia di fare, si buttava in ogni tipo di rischio e Frida era terribilmente attratta dal suo carisma e dalla sua capacità di attirare le persone, per questo lo seguiva in ogni sua pazzia. Dal Kenya, poi, erano ripartiti, scendendo ancora più a Sud, avevano fatto una breve sosta in Tanzania, un luogo selvaggio e incontaminato, e da lì cominciò il viaggio più lungo, dovevano raggiungere l’isola di Mdagascar, che si trovava molto più ad est. Ormai erano giunti a destinazione già da 24 ore, appena arrivati si erano dedicati a un po’ di riposo, erano stremati dal viaggio, soprattutto Giulio, che era stato al timone quasi per tutto il tempo, senza dormire né mangiare. Ma dopo un giorno di risposo, già aveva ritrovato le energie, ed ora Frida lo stava aspettando, seduta su quello scoglio, si era immerso con la sua tuta da sub alla ricerca di stelle marine, lì ce n’erano di bellissime, disse. Effettivamente lui le dava l’impressione di essere costantemente alla ricerca di qualcosa, sembrava un vulcano in esplosione, ma quella volta Frida non l’aveva seguito, voleva starsene un po’ lì ad ammirare il paesaggio, il Madagascar sembrava davvero il paradiso in terra, non sembrava un luogo per umani. Mentre era assorta tra i suoi pensieri, Giulio riemerse dall’acqua, non sapeva precisamente quanto fosse stato lìggiù, Frida aveva completamente perso la cognizione del tempo, stavano vivendo in un mondo parallelo, ormai avevano abbandonato anche i telefoni cellulari, erano distaccati dal resto del mondo. “Guarda qui!” le disse Giulio arrampicandosi sullo scoglietto, tirando fuori da una retina due enormi stelle marine, una rossa e una arancione, “sono gigantesche!”. Frida gli sorrise dolcemente, sembrava un bambino, si entusiasmava davvero per tutto e il suo atteggiamento era contagioso. Poco dopo risalirono in barca, il sole stava per tramontare e non volevano perdersi i colori fantastici del cielo, così Frida preparò due mojito cercando di ricordare i segreti di Kira e si andò a sedere sul divanetto accanto a Giulio, sulla prua della barca. Lui la vide arrivare e le rivolse uno sguardo carico di tenerezza, era bellissima, pensò, con quei capelli mossi e disordinati e quel vestitino di lino bianco trasparente, gli sembrava una sirena; la sua pelle aveva già acquistato un colorito più che dorato e, come sempre, odorava di vaniglia, o qualcos’altro di esotico. Frida poggiò i bicchieri sul tavolino e si mise accanto a lui, si guardarono negli occhi per qualche istante “Che c’è piccola?”  “Pensavo…ma da quanto tempo siamo in viaggio? Ho perso davvero la concezione dello spazio e del tempo…” Giulio scoppiò a ridere, era vero, stare in barca per tanto tempo provocava esattamente quest’effetto, lui ci era abbastanza abituato “Siamo almeno da dieci giorni…perché? Hai voglia di ritornare a casa?” Frida sorrise maliziosa “se fosse per me rimarrei qui tutta la vita…cazzo, ma Kira??”  “Kira cosa?” chiese Giulio, stupito dal cambiamento repentino dell’espressione di Frida, che da rilassata ora sembrava quasi preoccupata ed infatti la ragazza tirò un forte sospiro “Quanto manca ancora per finire il nostro giro? Dopo ferragosto avevamo programmato un viaggetto insieme, una cosa semplice…” Giulio rise di nuovo “Amore, resteremo almeno altri sei giorni qui, l’isola di Madagascar è grande, poi dobbiamo spostarci ancora più ad est per perlustrare le isole Mauritius e poi dritti verso nord, alle magnifiche Seychelles; infine, prima di ritornare in Somalia per il nostro aereo, vuoi perderti una visita a Zanzibar? Non penso che torneremo prima della fine del mese, se non più tardi…” Frida a quel punto si passò una mano tra i capelli, non aveva pensato a quanto tempo potesse effettivamente durare quella traversata, doveva assolutamente avvisare Kira, che non l’avrebbe presa bene di certo “Cazzarola, abbiamo solo la radio qui per comunicare…se provassimo ad accendere il telefonino, pensi che potremmo trovare rete?”  “Oh, piccola, ti stai preoccupando troppo…al massimo riusciamo a  mandarle un SMS, le spieghi che la vacanza si è prolungata…” Frida sbuffò “Mi dispiace, odio quando non sono di parola!”  Giulio l’abbracciò teneramente “Non devi preoccuparti, Kira capirà…e poi, avete fatto tante vacanze insieme e ne farete ancora, non è la fine del mondo se per una volta pensi solo a me e a noi… ormai sei mio ostaggio almeno per un altro pochino, e non ti lascio andare via…” le disse baciandole il collo, “Dai, Giulio, smettila! Ahahhahahah…Kira ti odierà ancora di più…ora diventerai il re dell’arroganza!” disse lei ridacchiando, spesso si divertiva a scherzare sul rapporto tra quei due, soprattutto si era rassegnata al fatto di non poter fare nulla per cambiare le cose, non le rimaneva che scherzarci su. Giulio fece un’espressione di ironico terrore “Come osi?! Kira non mi odia affatto! Forse non sono esattamente il suo tipo, ma lei a me piace, è una ragazza tosta e molto ingamba, certo se fosse meno acida…ma quella parte del suo carattere mi diverte, dopotutto! Secondo me potrebbe amarmi, sai tutta la storia del chi-disprezza-vuol-comprare?” . Giulio disse queste cose con aria fiera, e fece letteralmente piegare Frida in due dalle risate “Quanto sei narciso!”

Il mattino dopo si svegliarono alle 9, come ogni giorno Giulio svegliò Frida, quella mattina le portò un mango profumatissimo; di solito, ogni giorno al risveglio le portava sempre un frutto esotico,  una conchiglia, un fiore particolare o una stella marina trovata lì intorno, lui infatti usava svegliarsi poco dopo l’alba per andare in giro a cercare qualcosa che lo attirasse. “Buongiorno amore, ti stendi ancora un po qui vicino a me?” gli disse Frida stiracchiandosi, lui l’accontentò e rimase a letto con lei, iniziando a raccontarle tutte le cose magnifiche che aveva visto quella mattina. Poco dopo uscirono per fare  una nuotata, nuotarono fino alla spiaggetta, poi si rituffarono dal molo per ritornare indietro, si asciugarono come due lucertole al sole e poi prepararono un pranzo a base di chapati e wali wa nazi, pian piano esplorando il posto stavano imparando a preparare nel modo giusto tutti i cibi tipici. Pranzarono davanti al mare, sul loro tavolino di legno, in silenzio, scambiandosi sguardi complici e sorrisi carichi di serentà. Ad un tratto Giulio distolse lo sguardo da lei, le sembrò distratto da qualcosa in particolare, in un attimo si alzò di scatto “Dove vai?” esclamò Frida senza ottenere risposta, le sembrò agitato, così lo seguì come un’ombra, “corri, vieni con me, liggiù è successo qualcosa, stanno chiedendo aiuto!” Frida non ebbe il tempo di capire la situazione, così scese la lunga scala della barca, si precipitò con lui sulla barchetta a remi e velocemente raggiunsero il molo che si trovava a circa 500 metri. Giulio sembrava impaziente di arrivare, aveva sentito gridare aiuto dalla. Appena la barchetta toccò il fondale, Giulio scese di corsa, e vide immediatamente un gruppetto di persone sulla spiaggia visibilmente agitate e su un piccolo complesso di rocce scoscese sul mare, due uomini che tentavano di tirare su qualcuno dall’acqua. Giulio capì immediatamente che la situazione era critica, forse qualcuno stava annegando, così corse ad arrampicarsi, nonostante avesse i piedi nudi cercò di non sentire il dolore “What’s up?” (cosa succede?) chiese ad un ragazzo africano prima di riuscire ad arrivare in cima; agitando le mani lui rispose in un inglese stentato “My brother…falling into the sea…he’s not able to swim …my dad is here..help them!!” (mio fratello, caduto nel mare, non sa nuotare. Mio padre è lì, aiutali!). Appena arrivato in cima Giulio si tuffò, in mare c’era un uomo che tentava di riportare a riva un ragazzino, ma con scarsi risultati poiché il ragazzo aveva perso i sensi, così lo aiutò e insieme riuscirono in poco tempo a riportarlo sulla spiaggia, lo distesero sulla banchina, e nonostante avesse una profonda ferita sul fianco, Giulio dovette prima di tutto pensare a rianimarlo. Frida era impalata davanti a loro, era terrorizzata, non aveva mai assistito ad una scena simile,  e se non ce l’avesse fatta? Se fosse morto? Ma dopo poco il ragazzo sembrò riprendersi “Dobbiamo portarlo sulla barca, devo rimettergli a posto questo taglio, sta perdendo abbastanza sangue” disse Giulio rivolgendosi a Frida, poi velocemente tentò di spiegare al padre e al fratello che era un medico e si sarebbe preso cura di lui, ma sulla sua barca, dove aveva gli strumenti adatti, l’ospedale era molto lontano, avrebbero risparmiato un po’ di tempo. “Frida, aiutami a caricarlo sulla barca, non c’entriamo tutti”, Frida lo guardò impietrita “Fai venire uno di loro, sono più robusti per poterlo tirare su”; “Fai quello che ti dico, Fri! Devi aiutarmi, loro non capiscono bene l’inglese, ho bisogno di qualcuno che mi aiuti…e smettila di piangere! Andrà tutto bene, fidati…è solo un taglio…” Lo sguardo di Giulio era talmente severo che Frida si fece forza, il sangue le faceva troppa impressione, sentiva di stare per svenire, ma lo aiutò ugualmente. Lo caricarono sulla barchetta e remarono fino alla barca; appena arrivati, Giulio se lo caricò sulla schiena chiedendogli di provare a reggersi e sopportare il dolore e lo portarono su. Giulio le disse di andargli a prendere la valigetta di pronto soccorso, sapeva che era molto nervosa, la conosceva bene, ma in quel momento non gli interessava, voleva solo fare il suo lavoro. Gli chiese il suo nome, si chiamava Toure, e gli disse di stare tranquillo, sarebbe stato bene, doveva solo essere forte.  Frida ritornò correndo, sentiva il cuore batterle all’impazzata, “Cosa farai?” gli chiese, e Giulio, che già aveva tirato fuori un paio di garze per tamponare la ferita le rispose quasi senza prestarle attenzione “Devo suturare, è troppo profonda la ferita… mettigli questo in bocca”, le disse porgendole un fazzoletto di stoffa, “Digli di stringere i denti e tienilo fermo”; Frida tentennò “Giulio, io…non so se riesco a guardare…si farà male, io non…”, ma mentre diceva queste parole Giulio la fulminò con lo sguardo “Fa quello che ti dico, fidati di me…vedi come sono tranquillo? Sta calma, non è niente, è solo una ferita, non è grave…esistono cose peggiori di un po’ di sangue e qualche punto”;  Frida  capì che non doveva pensare a se stessa e alle sue paure, ora la priorità era aiutarlo, così fece ciò che le aveva chiesto. Gli passò gli strumenti che le indicava, lo guardò disinfettare la ferita e suturarla con estrema attenzione, non sembrava essere toccato dai lamenti gravi e incessanti del ragazzino, anzi, sembrava davvero tranquillo come aveva detto, era concentrato ma aveva lo sguardo sereno, lo stesso semplice sguardo che aveva al mattino mentre le preparava la colazione; provò grande ammirazione per lui, era davvero il migliore, pensò. Alla fine, col sorriso sulle labbra, Giulio gli fasciò la ferita ormai chiusa e gli diede degli antibiotici da prendere regolarmente, così sarebbe stato alla grande, lo riportò da suo padre con la promessa di rivedersi il giorno successivo. Remando energicamente fino alla barca, Giulio si sentì soddisfatto, amava il suo lavoro, e anche mettere solo qualche punto di sutura gli faceva salire la passione. Risalito sulla barca scorse Frida affacciata alla ringhiera, sapeva di averle chiesto tanto, non erano cose a cui amava assistere, lo sapeva bene, così le si avvicinò, ma lei non gli disse una parola, era visibilmente sovrappensiero, ma forse lui sapeva cosa le stesse passando per la testa, pensava di aver fatto brutta figura con lui. Giulio era consapevole del fatto che Frida voleva apparire sempre perfetta ai suoi occhi, aveva paura di fallire, era ansiosa di dimostrargli quanto valesse, e quel piccolo crollo emotivo le pesava, era un’orgogliosa. Le accarezzò dolcemente il viso, e lei senza distogliere lo sguardo dal mare ruppe il ghiaccio, “Mi dispiace di essermi comportata come una bambina impaurita,  stavi solo facendo il tuo lavoro e hai dovuto pensare a tranquillizzarmi…scusa”.  “Mi hai deluso molto…” rispose lui con tono serio ed impostato, per poi scoppiare in una sonora risata. “Mi prendi anche in giro?” inveì Frida offesa, “Ma no”, le disse allora Giulio prendendole il viso tra le mani “è che, sapevo che stavi pensando qualche sciocchezza del genere. Invece sei stata coraggiosa, sono fiero di te”. Frida gli sorrise, i loro occhi finivano quasi gli uni dentro di gli altri tanto erano vicini. Davanti a quel sorriso caldo, Giulio si sentì pervaso da una carica indefinibile di amore, Frida era la donna più bella e più straordinaria che avesse mai potuto desiderare, più la guardava nei suoi occhi profondi, più si innamorava di lei e più si sentiva fortunato. “Sono onorato di avere una ragazza come te al mio fianco”, poi con una presa improvvisa la strinse forte a sé, “Io sarò tuo per sempre…te lo prometto qui, davanti a quest’oceano, che ti amerò per sempre…”. Frida gli sorrise ancora si arrampicò sulla ringhiera gli porse la mano e si tuffò con lui, con un gran salto. 

1 commento:

  1. Giulio è davvero innamorato di Frida...è bello, ma non esiste che lei è cosi succube di lui!!! é proprio in balia degli eventi!

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