mercoledì 28 ottobre 2015

Episodio LXXII "La scelta di Giulio"


Giulio si stava rilassando nel suo salotto, seduto sulla sua amatissima poltrona bianca; stava lì, con le gambe finemente accavallate, controllando la sua agenda. La sera prima era rientrato da un magnifico week end  con Frida in montagna e nemmeno il tempo di riprendersi dal passaggio alla vita di tutti i giorni, che quel pomeriggio già sarebbe dovuto tornare a lavoro, aveva un’operazione da fare e un paio di visite specialistiche…dunque, se tutto fosse andato secondo la sua agenda, per le ventuno avrebbe dovuto finire, pensò, salvo qualche chiamata di qualche collega per emergenze all’ultimo minuto che puntualmente gli facevano salire l’adrenalina, adorava sentirsi un padre eterno sceso dal cielo per rimettere a posto una mano trucidata  o un viso deturpato da un incidente. Pensando a queste cose sorrise soddisfatto e richiuse l’agenda per avviarsi a stendere la biancheria. Stese il tutto perfettamente, asciugamani, lenzuola, boxer, canottiere, le dispose metodicamente in ordine di grandezza e si assicurò che il bianco degli indumenti fosse splendente, spesso gli era capitato di non essere soddisfatto e di dover rilavare tutto il bucato. Inviò un messaggio di buongiorno a Frida,  già sentiva la sua mancanza, aveva insistito per farla rimanere da lui, ma lei aveva bisogno di fare una spesa di provviste per la casa, era mancata tre giorni doveva pensare alle sue responsabilità da coinquilina. Finalmente sentì bussare alla porta, si precipitò ad aprire, stava aspettando Alessandro, che come al solito era in ritardo di più di mezz’ora, non si vedevano da prima dell’estate. <<Chi non muore si rivede!>> gli disse l’amico varcando la porta, dopodichè si salutarono con uno stretto abbraccio, attraversarono il grande ingresso e si accomodarono in salone, dove Giulio servì la sua speciale spremuta di arancia e pompelmo rosa che aveva preparato appositamente. <<Allora, hai finito di fare il giramondo, finalmente?>> gli chiese Alessandro, alludendo alla sua lunghissima vacanza <<si, certo>> gli rispose con un sorriso smagliante che sembrava esprimere grande soddisfazione <<io e Frida siamo stati benissimo, anche lei ama il mare come me, quindi non è stato complicato convincerla a salpare e si è adattata molto bene…>>. Dopo averlo ascoltato attentamente Alessandro assaggiò la spremuta e dovette ammettere che era davvero deliziosa, un equilibrio perfetto di sapori, Giulio riusciva ad essere preciso rasentando la perfezione in ogni cosa; sorseggiandola, lo fissò con sguardo inquisitorio da sopra il grande bicchiere e l’amico subito capì che voleva chiedergli qualcosa, conosceva perfettamente quel suo modo di fare, così gli chiese con insistenza di sputare il rospo, cosa voleva da lui? <<Giulio tu stamattina mi hai chiamato perché avevi bisogno di me e io mi sono precipitato…ma, fammi capire, avete trascorso un mese H24 insieme, avete condiviso ogni minuto della giornata…quindi lei, lo sa?>> A quella domanda Giulio sospirò sonoramente, irritato <<Ale, sembri mia madre! Che ti devo dire? Ovviamente no! Non voglio che lei venga a conoscenza dei miei punti deboli, è una cosa mia e non penso che le farebbe piacere saperlo…mi ama, mi considera il suo uomo ideale.Io la amo davvero, era da tanto che non mi capitava e non voglio rovinare quello che c’è tra di noi, capisci?>> Alessandro sentì la spremuta andargli di traverso, tossì pesantemente un paio di volte e appena si riprese tornò all’attacco con tono severo <<Non vuoi rovinare le cose tra di voi? Ma ti senti? Se proprio lo vuoi sapere, le stai già rovinando! Cioè un mese intero insieme e sei stato capace di nasconderle una cosa del genere? O sei davvero subdolo o lei è troppo accecata d’amore! Non voglio farti la predica, ma se la ami seriamente, come dici, stai attento a come ti comporti, rischi di perderla.>> Giulio sorrise beffardamente <<ma figurati…lei mi ama, non mi lascerebbe mai…sì, forse è accecata d’amore, hai ragione, e mi sta bene così, voglio vivermi la mia vita e prendermi tutte le libertà di cui ho bisogno senza dover rendere conto per forza a lei, io sono fatto così!>> Alessandro lo guardò esterrefatto, lo conosceva da più di vent’anni e conosceva benissimo la sua presunzione e il suo senso di onnipotenza, che crescevano inesorabilmente soprattutto quando una donna lo faceva sentire amato. Non era la prima volta che assisteva a situazioni del genere, Giulio pensava sempre di poter uscire pulito da ogni situazione ed effettivamente riusciva a cadere sempre in piedi, ma quella volta c’era qualcosa di diverso, Frida lo amava moltissimo ed era lampante, ma anche lui gli sembrava seriamente coinvolto, come non lo vedeva da almeno dieci anni, così decise che non poteva lasciar perdere, doveva aiutarlo per evitare di fargli scappare l’occasione di essere veramente felice; così dopo aver riflettuto per qualche attimo, tornò alla carica, ma sta volta decise di non essere tenero ed usò un tono estremamente serio <<Giulio adesso basta! Non ti reggo più! Tu non sei un super uomo, non hai il controllo pieno della tua vita e soprattutto non hai il pieno controllo della vita degli altri! In venticinque anni ti ho sentito fare questo discorso centinaia di volte e puntualmente hai rovinato tutto! Adesso se la ami, e io penso che sia così, fai un passo indietro, porca miseria!Ti rendi conto che la stai prendendo in giro? Che amore è il tuo? Amore per lei o amore per te stesso? Deciditi! Non puoi pensare a costruirti il futuro con una donna, ma, parallelamente ostinarti a viverti la tua libertà come se fosse una cosa a parte, una  cosa solo tua. Sei un uomo adulto, non sei capace di fare delle scelte? Non sei l’onnipotente, tu non puoi tutto. Un giorno se avrai dei figli, che padre sarai? Mentirai anche a loro? Pensi di poter mentire tutta la vita a tutti, credi davvero ti poterci riuscire? Scusami, ma io penso che sia umanamente impossibile e anche tu sei umano, se te lo fossi scordato…>> Giulio rimase impossibile davanti alle parole durissime dell’amico, Alessandro non si era mai espresso in questi termini prima d’ora, ma lui riuscì comunque a restare calmo, con le gambe accavallate, accarezzandosi il mento con le dita, come se il discorso non gli interessasse in modo particolare e, infatti, non rispose. Alessandro non accettò quel silenzio strafottente a cui troppe volte aveva assistito, così calcò ancora un po’ la mano, e per l’ultima volta provò a farlo ragionare, giocando sui suoi sentimenti, se realmente ne aveva <<Scusa se sono stato così schietto. Ma un’ultima cosa voglio dirti e spero che ci penserai: Frida ti ama, si vede tantissimo e soprattutto ti stima, vede in te un uomo capace, intelligente, spigliato, quale sei. Fermati un secondo solo a pensare a tutto quello che hai, sei un grande professionista, ami il tuo lavoro che ti dà infinite soddisfazioni, sei ammirato da tutti, hai tantissimi soldi e due genitori che ti hanno sempre spalleggiato. Ora finalmente ti sei innamorato, e conoscendoti so che è vero, si vede…hai una ragazza bellissima, lasciatelo dire, intelligente, in gamba, che per te farebbe di tutto. Basta che tu cambi solo una briciola della tua vita, quella nota stonata che rovina e rovinerà sempre tutto. Per amore si può fare, chiediti se ami più lei o te stesso e scegli. Ti sta parlando uno che di amore non capisce un cazzo, ma ti ho visto distruggere troppe cose belle a causa solo di te stesso, e Frida non se lo merita. Se non ce la fai, allora lasciala piuttosto che esporla a una sofferenza che prima o poi, ti assicuro, le procurerai>>. Giulio sgranò gli occhi <<non voglio farla soffrire>> esclamò, e Alessandro sapeva che era sincero in quel momento. Giulio fece un paio di respiri profondi <<hai ragione>> gli disse, <<con lei ho sbagliato…è la donna migliore che abbia mai incontrato e non voglio perderla, per me lei è tutto, ho intenzione di sposarla e di costruire qualcosa di importante. L’unica soluzione per poter fare queste cose è cambiare, quindi lo farò>>. Alessandro fu felice delle sue parole, era la prima volta da quando si conoscevano, che Giulio ammetteva un proprio errore, non era solito farlo, era sempre convinto di fare le cose nel modo giusto e sapeva perfettamente che anche se gli fosse crollato tutto il mondo addosso, non avrebbe mai e poi mai ammesso di aver fatto qualche errore. Quel giorno finalmente si era vestito di un po’ di umiltà e gli promise che avrebbe seguito il suo consiglio. Con questa promessa si salutarono e quando Alessandro andò via, Giulio si sentì preso da una sensazione di leggerezza, si sentiva quasi svuotato ed era disorientato all’idea di dover rinunciare a quella che lui chiamava impropriamente “la sua libertà”, ce l’avrebbe fatta, si chiedeva? Non lo sapeva. Nella sua vita era sempre stato convinto di poter ottenere qualsiasi cosa e ci era sempre riuscito, ma quella volta non sapeva se la sua ambizione e la sua tenacia sarebbero servite, si trattava di qualcosa più grande di lui, qualcosa da cui si sentiva schiacciato, l’unica cosa su cui non aveva alcun controllo.

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