Frida irruppe in casa come una
furia, non fece nemmeno caso a chi ci fosse seduto nel piccolo salotto, infatti
non salutò nessuno ma si limitò ad entrare nella sua stanza sbattendo
violentemente la porta. Aveva avuto una giornata decisamente pesante e l’email
ricevuta dal professor Lucchi fu la goccia che fece traboccare il vaso. Daniel,
Clara, Carlo e Kira incrociarono gli sguardi esterrefatti e quasi subito Kira
si alzò da tavola, ci avrebbe pensato lei, qualcosa era sicuramente successo,
doveva subito correre ai ripari, non voleva rischiare che Frida cascasse di
nuovo in un buco nero, proprio ora che si era ripresa in mano la sua vita. Così
si scusò con gli altri e la raggiunse in stanza, evitando di bussare. La trovò
seduta sul letto con la testa tra le mani, aveva gli occhi gonfi e lucidi di
chi aveva pianto parecchio, così le si sedette accanto con aria autoritaria
“Fri, che hai passato?” Davanti al silenzio dell’amica che non smetteva di
guardare il pavimento, le venne un atroce dubbio “non mi dire che c’entra
quello lì?” disse ancora riferendosi chiaramente a Giulio “se è così lo andiamo
a beccare dove sta sta!” “no, no…Giulio
non c’entra” rispose Frida con un filo di voce, così Kira fece un gran sospiro
liberatorio “e allora si può sapere? Non è normale entrare in casa in quel modo
e pretendere che nessuno ti chieda niente…” Frida le raccontò della giornata
terribile che aveva avuto a lavoro, Giulio un po’ c’entrava effettivamente, dal
momento che Milly le aveva raccontato l’ennesimo tentativo dell’uomo di avere
informazioni su di lei, molto spesso passava al negozio per fare domande, ma
comunque non rappresentava un problema per lei, Milly sapeva benissimo come
tenerlo lontano. “Sono disperata perché finalmente ho finito di scrivere la
tesi e tu sai quant’è stata dura per me questi mesi…e quel farabutto del prof
mi ha scritto che sono una delusione, che si aspettava di più da me e che quasi
metà della tesi è interamente da riscrivere! Ti rendi conto???” Kira proprio
capiva la frustrazione dell’amica, ma non riusciva a comprendere tutta quella
disperazione “e allora? La riscrivi, qual è il problema? Ti metti sotto e la
modifichi…” “la vuole per domani a
pranzo… è un pazzo! Ha detto che già ha avuto troppa pazienza con me e che se
non faccio questo lavoro entro domani me lo posso scordare il dottorato tra due
mesi!” Kira a questo punto strabuzzò gli
occhi, aveva poco più di 12 ore per riscrivere tutto, ora tutto era chiaro. “Eh
Fri, hai esasperato un po’ anche lui, dovevi prenderti sto dottorato già un po’
di tempo fa…ma devi essere forte, ce la puoi fare! Dai, vieni di là a mangiare
un paio di frittelle di Carlo, hai lavorato tutto il giorno…mandi giù qualcosa
e poi ti metti a lavoro! Il massimo che posso fare è prepararti caffè in
abbondanza per tutta la nottata eheheheh”. Frida seguì il consiglio dell’amica,
Carlo subito le chiese cosa fosse successo e lei non fece altro che ripetere
per tutto il tempo che non ce l’avrebbe fatta e che il dottorato, che era già
saltato a febbraio per colpa della storia con Giulio, sarebbe saltato di nuovo.
Era visibilmente avvilita, aveva il viso stanco e provato, e tutti si accorsero
che si stava buttando giù in modo eccessivo, in preda all’ansia e
all’insicurezza. Anche Clara cercò di consolarla, avrebbe portato a termine il
lavoro, le disse con dolcezza. Ad un
certo punto del piagnisteo incessante di Frida, inaspettatamente Daniel si alzò
in piedi e guardandola con estrema
severità le si rivolse con tono canzonatorio “adesso basta, Frida! Smettila di
piangerti addosso! Non capisco come tu possa credere di non potercela fare! Sei
stata una delle migliori allieve che io abbia mai avuto, anzi forse la migliore.
Sei sempre stata ottimista e propositiva, non capisco come abbia fatto a
ridurti in questo stato, non lo accetto! Non lo accetto perché ti conosco,
conosco bene le tue potenzialità e le tue capacità, quindi questa benedetta
tesi la riscrivi e la riscrivi pure come si deve! Non voglio vederti così…anzi,
ti aiuterò io!” Disse queste cose con foga, con lo stesso tono che usava per
spronare i suoi alunni e Clara quasi sobbalzò dalla sedia, lanciò uno sguardo
di fuoco al suo quasi marito, che però sembrò non notare la cosa, anzi sembrò
non notare nemmeno il generale sgomento di tutti gli altri. Frida divenne
paonazza in volto “Daniel, potrei metterci tutta la notte, devo correggere
tutti i capitoli e alcuni sono interamente da riscrivere, grazie comunque per
la disponibilità…” “Ho capito
perfettamente qual è il lavoro da fare…ma in due ci metteremo molto di meno. Io
prenderò il portatile di Kira, mi indichi cosa c’è da correggere ed esattamente
cosa ti ha chiesto il professore e ci divideremo il lavoro, sarà più semplice,
vedrai. Non accetterò un rifiuto, quindi direi di iniziare già da adesso”.
Frida stava nuovamente per intervenire, ma fu preceduta da Clara “se ha detto
che non accetta un rifiuto, ti conviene accettare…”. Carlo e Kira rimasero in
un silenzio imbarazzato, cosa era preso a Daniel, si era completamente
ammattito? Frida guardò Clara negli occhi, voleva cercare di capire se il suo
incoraggiamento fosse sincero o se stesse spalleggiando il fidanzato solo per
apparenza, ma le sembrò sincera, così accettò, anche se con molto imbarazzo.
Non riusciva proprio a capire il motivo del cambiamento di Daniel nei suoi
confronti: prima l’aveva aiutata mettendola in contatto col professore
dell’Università di Salerno e le aveva dato tutti i suoi testi, adesso si stava
mettendo a disposizione per aiutarla a correggere tutta la tesi, quando per un
anno intero non le aveva mai rivolto la parola, cosa era cambiato per lui?
Forse gli faceva solo tenerezza e il suo periodo di depressione gli aveva fatto
abbassare la guardia nei suoi confronti, doveva essere proprio così. Comunque
smise di farsi troppe domande su di lui, era il momento di pensare solo a se
stessa, per questo decise di accettare il suo aiuto, un po’ di sfacciataggine
ogni tanto non poteva farle male, era l’unica cosa buona che Giulio le aveva
insegnato in mezzo a tutte le sue lezioncine inutili. Daniel sorrise
soddisfatto, nei usoi occhi di ghiaccio si poteva leggere una grande
determinazione, poi si rivolse dolcemente a Clara che gli stava seduta accanto
“tesoro, ti accompagno”. Kira insistette molto con Clara, poteva dormire lì da
loro, ma lei decise comunque di tornare a casa, era stanchissima, Daniel
sarebbe tornato in tempo per andare con lei a scuola il mattino seguente. In
meno di mezz’ora Daniel aveva già riaccompagnato Clara, Frida accese i due
computer portatili e in un batter d’occhi gli spiegò come avrebbero ripartito
il lavoro: lei si sarebbe occupata dei tre capitoli da riscrivere totalmente,
lui invece, seguendo le sue indicazioni, avrebbe corretto gli altri quattro
capitoli. Alla fine insieme avrebbero riguardato l’impaginazione, l’indice e
tutte le questioni grafiche. Alle 21.30, mentre Carlo e Kira rimasero in
salotto davanti ad un film, Frida e Daniel si misero a lavoro, lei col pc
seduta sul suo letto e Daniel alla scrivania. Lavorarono in silenzio, Kira gli
aveva prortato un enorme termos pieno di caffè e un paio di pacchi di biscotti,
di tanto in tanto Daniel si girava a guardarla sorridendole e ogni volta che
apportava le correzioni chieste dal prof gliele faceva controllare. Lui
scriveva con una velocità impressionante, Frida fu davvero felice di vederlo
così impegnato, e stava facendo un ottimo lavoro, doveva ammetterlo, ma allo
stesso tempo si sentiva anche molto in colpa, d’altronde lui la mattina
seguente sarebbe dovuto andare a lavoro e il tempo stava scorrendo
inesorabilmente, in un batter d’occhi l’orologio damuro segnò già l’una e
mezza. “Daniel, si è fatto tardi,” gli disse Frida avvicinandosi, “siamo
arrivati ad un buon punto,vai pure, posso farcela a finire…” Daniel la guardò
accigliato “a me mancano ancora un po’ di cosette, finirò quello che ho
iniziato, tu pensa ai tuoi capitoli!”. Frida rimase a fissarlo impietrita,
restò in silenzio per qualche attimo, ma poi una domanda le venne spontanea
“perché lo stai facendo? Insomma, perché mi stai aiutando?” “perché sei in difficoltà”, rispose lui con estrema
naturalezza “il fatto che ci fosse del racore tra noi, non signifca che io
abbia smesso di volerti bene. Ti vedo piccola, indifesa, lo sto facendo per te
come lo farei per qualsiasi mia studentessa. Tu sei sempre stata brava e
capace, quindi devi farcela e se posso, ti aiuto. E poi io ho una carriera da
scrittore di tesi!” “ahhahaa, ma
davvero?” gli chiese Frida ridacchiando “certo! Come pensi che mi mantenessi
prima di diventare professore? Facevo ripetizioni e scrivevo tesi di ogni tipo
ai laureandi…sono un veterano! E mi facevo pure pagare profumatamente…quindi
ritieniti fortunata!”. Questo scambio di battute tranquillizzò Frida, fino a
quel momento aveva provato imbarazzo, anzi, quasi una sorta di paura per
Daniel, ma adesso si sentiva più rilassata, così tornò sul letto a scrivere e
ogni volta che fissava l’orologio si accorgeva di quanto velocemente
trascorresero le ore, una, due, tre e quanto velocemente crescessero il sonno e
la stanchezza, infatti non stava facendo altro che sbadigliare, la sua era una
corsa contro il tempo, ma doveva farcela. “Io ho finito!” esclamò ad un tratto
Daniel, dopo aver dato un’occhiata all’orologio, si erano fatte le 6 e mezza
del mattino. “Tu sei ancora a scrivere, vuoi una mano?” le chiese, ma non
ottenendo risposta voltò la sedia verso di lei, e la trovò rannicchiata sul cuscino,
addormentata; non sapeva esattamente da quanto tempo si fosse addormentata, per
tutta la notte le aveva dato le spalle, così cercando di non fare rumore prese
il portatile della ragazza e se lo mise sulla scrivania, provando a capire a
che punto fosse. Pareva mancasse ancora un po’ dell’ultimo capitolo, così prese
tutto il materiale in mano, si rilesse tutto il capitolo non corretto e provò a
cambiarlo di mano sua, non se la sentì di svegliarla. Dopo poco più di un’ora
finalmente aveva finito, era stremato e non era rimasta nemmeno una goccia di
caffè, non sapeva se avesse fatto un buon lavoro, ma quando Frida si sarebbe
svegliata avrebbe controllato lei stessa, l’incontro col prof era a
mezzogiorno, aveva tutto il tempo per riguardare le cose. Daniel salvò l’ultimo
file, e poi si voltò nuovamente verso Frida, le si avvicinò per svegliarla ed
istintivamente le accerezzò il viso. Aveva i capelli arruffati raccolti in un
mollettone colorato, il trucco colato intorno agli occhi, sulle palpebre, e
aveva il tipico broncio pensoso che assumeva ogni volta quando dormiva. Le
sfiorò la guancia, poi le sfiorò il naso con delicatezza, gli sembrava così
fragile che aveva paura di romperla e infatti lei non si svegliò, non si mosse
di un millimetro. Istintivamente Daniel si avvicinò di più, come per osservarla
meglio e non resistette alla tentazione di accarezzarle di nuovo il viso. Dopo
nemmeno un istante si ritrasse, per fortuna non si era svegliata. Che diavolo
gli era preso? Come gli era saltato in mente di fare una cosa del genere? Sentì
il cuore battergli all’impazzata, poi guardò di nuovo l’orologio, si erano
fatte le 8.00, tra venti minuti doveva essere a scuola, era nella merda più
totale, pensò, così scappò letteralmente via, cercando di fare più infretta possibile.
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