lunedì 18 aprile 2016

Episodio CXXI " Un finto riavvicinamento?"

Frida stava ripensando alla faccia del professore quando gli consegnò la tesi pronta e corretta in tempo, non si sarebbe aspettato che lei potesse riuscire a riscrivere tutto in così poco tempo, così l’aveva salutata con aria scettica e dubbiosa quando lei aveva lasciato il suo ufficio. Tutto questo era successo 24 ore prima, e del prof ancora nemmeno l’ombra. Frida si sentiva terribilmente in ansia mentre seduta sul divano con il pc portatile sulle gambe non faceva altro che riaggiornare nervosamente la pagina della posta elettronica ogni 60 secondi, nella speranza di una sua e-mail. “Brucerai il computer di questo passo!” l’ammonì improvvisamente Kira che intanto si stava cimentando nella preparazione del suo dolce forte, il panettone allo yogurt, “invece di stare lì ad aspettare come un’adolescente aspetta il messaggio del fidanzatino, vieni a darmi una mano!”. Frida si volò e la guardò sporgendo le pupille al di sopra dei grandi occhiali da vista “fammi capire, vuoi una mano per mescolare tutti insieme quattro ingredienti?”. Kira le scimmiottò una smorfia, “era solo per farti scollare da lì! Questo dolce è la mia specialità! Sembra semplice, ma ci vogliono anni e anni di esercitazione per farlo uscire perfetto, che ti credi?” Frida si voltò di nuovo, riaggiornò per l’ennesima volta la pagina e finalmente era arrivata l’e-mail che tanto stava aspettando, alle 19.15, dopo ore e ore di estenuante attesa. Lesse velocemente il messaggio, col cuore che le batteva a mille, in quell’istante stava per scoprire se a luglio avrebbe conseguito o meno il dottorato e dopo aver trattenuto il respiro balzò letteralmente in aria e corse da Kira “domani mattina vuole vedermi!!!!!!”. Kira si rallegrò “hai visto? Vedrai che andrà bene, non stare in ansia! Sono certa che tu e Daniel avrete fatto un ottimo lavoro…”. Frida era piena di ansia, non sapeva cosa aspettarsi, aveva sperato in una e-mail più esaustiva, invece le parole scritte nel messaggio dal prof non lasciavano trasparire nulla, le aveva soltanto scritto che l’avrebbe aspettata in ufficio la mattina seguente. Intanto Kira aveva infornato il suo panettone e si era buttata sotto la doccia, il timer avrebbe fatto il resto e Frida finalmente si acquietò sul suo letto, si distese con aria serena con le mani incrociate dietro la testa. Pensava che finalmente aveva un nuovo lavoro e che per buttarsi definitivamente alle spalle il periodaccio appena passato mancava solo la fine del dottorato. Per tutta la durata della cena Kira continuò a rassicurarla, anche se un po’ spazientita dal momento che Frida faceva crescere l’ansia anche a lei, che intanto per tutta la notte non riuscì a chiudere occhio ed infatti si era fatto giorno in un attimo, pensò, quando sentì suonare la sveglia sul comodino, era arrivato il momento della verità.

Due ore dopo Frida uscì quasi saltellando dallo studio del professore. «Signorina Cesari, devo ammettere che mi ha stupito. È riuscita a fare un ottimo lavoro, non ho nulla da dire…a luglio potrà conseguire il dottorato». Queste erano state le sue parole, che ora rimbombavano nella sua testa. Sentiva gli occhi che le brillavano, le mani che le tremavano, avrebbe voluto abbracciare ogni passante presente sul marciapiede, e anzi, pensò che probabilmente aveva un sorriso da ebete stampato in faccia dal momento che gli sguardi di molte persone erano su di lei. Saltando in sella alla sua bici le sembrò di non sentire il freddo pungente, sentiva solo i raggi del sole sul viso e cominciò a pedalare più forte e mentre pedalava impetuosamente lungo la pista ciclabile si tolse il cappellino di lana e se lo infilò nella tasca del giubbino, voleva sentire il vento scompigliarle i capelli e assaporare quella sensazione di libertà e liberazione fino in fondo. Dopo un paio di chilometri iniziò finalmente a rallentare, come se il ritmo delle pedalate seguisse il ritmo dei suoi pensieri, più veloci nel momento dell’euforia, più lenti quando iniziava a riflettere e pensò che era stato anche merito di Daniel, o forse soprattutto merito suo. La mattina precedente non aveva nemmeno potuto ringraziarlo, lui era corso via per arrivare in tempo a scuola mentre lei ancora stava dormendo, e le finì anche i capitoli che aveva lasciato in sospeso presa dal sonno. Si rimproverò di non avergli nemmeno inviato un misero SMS per ringraziarlo, insomma, si era offerto di aiutarla nonostante tutto il rancore che c’era stato tra loro fino a quel momento, aveva fatto più di un passo verso di lei, forse per ristabilire la pace e un rapporto civile, dal momento che le loro vite ormai avevano preso due direzioni completamente diverse non aveva più senso tenersi troppo il muso. Così quasi istintivamente cambiò direzione e in men che non si dica giunse al Borgo degli Orefici, sotto casa di Daniel, almeno un “grazie” glielo doveva. Con un gesto frettoloso appoggiò la mountain bike al muro, il portone era aperto come al solito e salì velocemente le scale, cercando di infilarsi di nuovo il cappellino nero, finchè col fiatone a mille bussò alla sua porta. In meno di un attimo Daniel le aprì e dalla sua espressione Frida capì che era molto sorpreso di vederla; effettivamente non aveva nemmeno dato uno sguardo dallo spioncino prima di aprire. Dopo qualche istante di silenzio in cui Frida non capì se quello stampato sul suo volto fosse stupore, fastidio o soltanto imbarazzo, fu lei a rompere il ghiaccio “volevo solo ringraziarti” gli disse sorridendogli, “di cosa?” le chiese Daniel grattandosi la testa con aria interrogativa. “Per la tesi…l’altra mattina te ne sei andato e nonti ho nemmeno ringraziato… sai, era solo che te lo dovevo…un ringraziamento intendo…solo questo e..scusa se sono passata così, è che ho appena visto il prof, al ritorno passavo di qui e…è andata bene, e quindi dovevo dirti grazie e mi trovavo nei dintorni e quindi ho pensato…”, Daniel a quel punto fermò il suo monologo sconnesso con un gesto della mano “non c’è bisogno che ti giustifichi, davvero. Sono molto felice che il nostro lavoro sia servito!” Per qualche istante rimasero zitti l’uno di fronte all’altra, Frida era ancora fuori la porta, mentre Daniel sembrava un po’ irritato dalla sua presenza, ma proprio mentre lei decise che forse era il momento di andarsene, sentì una voce familiare spuntare dietro di lui “ehi bambolina!”. Era la signora Ester, che spuntò alle spalle di Daniel sorridendole amorevolmente. Frida non sapeva che sua madre fosse in città, le sembrò raggiante e solare come l’ultima volta che l’aveva vista, nel suo lungo abito orientale e coi boccoli color ebano raccolti in un foulard. “Cosa ci fai qui?” le chiese ancora, “e tu perché la stai lasciando sulla porta? Falla entrare!!! Tesoro entra, ti prego, ho appena sfornato i miei biscotti alla crusca, devi assolutamenti assaggiarli!!”. Disse queste cose veloce come un fiume in piena, ma Daniel la guardò quasi severamente “non l’ho fatta entrare perché stava andando via, mamma”. Frida fu colpita da quelle parole. Certo, non si aspettava che tra loro due fosse tutto rosa e fiori o che fossero diventati amici dall’oggi al domani, ma tutti i passi che Daniel aveva fatto verso di lei, da quando l’aveva messa in contatto con il suo collega per i libri fino ad offrirsi per aiutarla nella correzione della tesi, le avevano fatto credere che tra loro potesse tornare ad esserci almeno un rapporto civile, di semplice stima e rispetto, ma in quel momento le fu chiaro che non era così. “Sì, stavo andando via” rispose allora dolcemente. “Ma se hai cinque minuti mi fa piacere se entri ad assaggiare un biscotto della mamma”, disse improvvisamente Daniel sorridendole, quasi come se si fosse pentito delle parole pronunciate poco prima. Lei rifiutò, ma Ester continuò ad insistere decisa, così l’afferrò per un mano, la trascinò letteralmente dentro casa e la portò in cucina, dove c’era Clara intenta a riempire delle tazze di the, che appena alzò lo sguardo la vide entrare insieme ad Ester. Frida notò immediatamente l’occhiata di fuoco che lanciò a Daniel nello stesso istante in cui erano entrate, “ah, eri tu? Ancora problemi con la tesi?” le chiese allora, con tono apparentemente gentile. “No, in realtà ero solo passata per ringraziarlo, visto che il nostro lavoro di correzione è andato a buon fine”, “ah, bene, almeno la vostra nottata è servita a qualcosa…vuoi del the, accanto ai biscotti, cara?”, le chiese ancora. Frida in quel momento si sentiva tremendamentre a disagio, percepiva che il tono di Clara era piuttosto sarcastico ed infastidito, forse piombare lì non era stata una buona idea, era pur sempre la ex di Daniel, era del tutto comprensibile che Clara non facesse i salti di gioia per la sua visita inaspettata. Ester sembrò capire al volo il turbamento di Clara e l’imbarazzo di Frida, ma soprattutto notò l’ammutolimento di Daniel, che aveva decisamente cambiato umore da quando la ragazza si era presentata alla sua porta, l’avrebbero percepita anche i muri l’aria tesa che si era creata tra quelle quattro mura. Frida decise di non accomodarsi, assaggiò un biscotto di Ester, era davvero buono, doveva ammetterlo, “ma ora devo andare”, disse dopo aver dato solo un piccolo morso “sono molto in ritardo, volevo giusto ringraziare, il the con te lo prenderò un’altra volta, Ester, grazie per i biscotti…”. Detto questo sgattaiolò fuori di casa accompagnata dalla donna, che prima di salutarla le prese il viso tra le mani dolcemente “spero di rivederti presto, è stato un enorme piacere, piccolina”.

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