mercoledì 27 aprile 2016

Episodio CXXII "Uniti più che mai!!"

Clara era in classe e guardava fuori dalla finestra i raggi del sole che attraversavano i vetri e che riscaldavano l’aula alle 9.00 del mattino. Si sentiva felice, infatti quella prima ora in I C aveva deciso di non interrogare nessuno e di non spiegare nemmeno, aveva solo chiesto ai ragazzi di leggere in silenzio il capitolo su Caravaggio, che sarebbe stato oggetto di una minuziosa spiegazione la prossima lezione. Non sapeva se in realtà i suoi allievi stessero davvero leggendo e non le importava, aveva solo voglia di rilassarsi e aveva usato un modo professionale per dire ai ragazzi che quella mattina non aveva voglia di far nulla, cosa che non le era quasi mai capitata, ed infatti al suo annuncio si erano levati sguardi stupiti da ogni banco di ogni fila. Mentre in classe si percepiva un leggero bisbigliare che, a tratti, sembrava vero e proprio chiacchierare, lei se ne stava lì ad arrotolarsi ciocche di capelli, fingendo di sfogliare il libro di testo. In realtà ciò che sentiva erano solo farfalle nello stomaco mentre ripensava alla magnifica domenica che aveva trascorso il giorno prima insieme a Daniel, un giorno perfetto.
“Ho una sorpresa per te” le disse Daniel svegliandola con un tenero bacio. Clara aprì lentamente gli occhi, rivolgendo lo sguardo verso la sveglia sul comodino “amore, sono le 7 del mattino ed è domenica...perchè non torni a letto a goderti il nostro giorno di riposo?” e detto questo si rigirò tuffando il viso nel cuscino. Daniel sospirò sorridendo, lei aveva ragione, dopotutto quella notte erano tornati tardissimo da una serata con dei colleghi, avevano dormito appena quattro ore, ma era comunque costretto a svegliarla, la sua sorpresa era più importante. Così decise di stendersi accanto a lei e di disturbarla un po’, riuscì a farla cedere dopo appena una decina di minuti, come aveva previsto. “Dai su” le disse ancora “di là ti ho preparato la colazione...”. Clara sorrise stiracchiandosi “per avermi preparato addirittura la colazione, deve valerne davvero la pena...ora sono davvero curiosa!” e detto questo si alzò, si cinse in una corta vestaglia di seta blu e come ogni mattina raccolse i suoi lunghi capelli in uno chignon. Quando vide sul tavolo la spremuta di pompelmo rosa e la macedonia ricoperta di yogurt greco sbarrò gli occhi stupita e si voltò verso Daniel, che se ne stava appoggiato alla porta a braccia conserte con un sorrisino soddisfatto sulla faccia “che c’è? Non ci credevi?”  “Ti sei alzato prima di me...e già questo è un evento...in più mi hai preparato la mia colazione preferita...cosa stai tramando begli occhioni??” gli chiese abbracciandolo maliziosamente “sta attento che potrei abituarmi a tutto questo...lo sai, maritino?”  “ehi ehi, vacci piano gattina...diciamo che voglio farti pregustare un po’ del marito perfetto che stai per sposare...però dovrai fare presto e vestirti in un batter d’occhi, ci aspetta una lunga giornata!! Io intanto vado a farmi la barba!”
Durante il tragitto in auto Daniel fu irremovibile, non svelò dove fossero diretti e non disse nulla su cosa avrebbero fatto quella giornata. Clara provò più volte a lanciargli qualche frecciatina, per cercare di fargli spifferare qualcosa, ma niente, e la sua curiosità così continuava a crescere, sentiva solo che avrebbero trascorso una domenica fantastica. “Che bel sole che c’è”, disse Daniel mentre guidava con lo sguardo fisso sull’autostrada che scorreva veloce davanti a loro, “è proprio primavera, e tu sei bellissima”; Clara sorrise dolcemente e arrossì un po, mentre lui ogni tanto si voltava a guardarla mentre i raggi del sole che attraversavano il finestrino le illuminavano il volto, mettendo in luce qualche piccola lentiggine qua e là,  facendo risaltare il verde smeraldo dei suoi occhi e il rosso delicato dei suoi capelli di cui riusciva a sentire l’odore anche a metri di distanza, era il profumo più bello che avesse mai sentito. “Cosa metti nei capelli per farli profumare così?”  “così come, scusa?” ribattè lei storcendo il naso, “questo profumo che emanano da sempre, è così inebriante...lo so che hai un segreto di seduzione! Non tentare di nasconderlo!”. Clara a quel punto ridacchiò “è solo uno spray al burro di karitè...ha un odore molto forte che resta per molto tempo...non è un’arma di seduzione, sciocchino! E’ solo per nutrirli...”  “mmmh...sarà, ma a me fa girare la testa...o forse sei tu che mi fai girare la testa...ti amo così tanto”. Clara pose dolcemente una mano sulla sua gamba, sorridendogli e per l’ennesima  volta gli chiese dove fossero diretti precisamente, ma Daniel non disse nulla. Dopo quasi un’ora in auto, l’unica cosa che sapeva era che avevano ormai raggiunto la Costiera Amalfitana e che erano entrati nel cancello di un’enorme villa. “Ma cosa ci facciamo qui?” gli chiese ancora Clara mentre salivano una larga scalinata centrale, in pietra, che portava in cima ad un portone di legno massiccio. Si guardò intorno, c’era un grande giardino con un gazebo in pietra, si sentiva un profumo soave provenire dai numerosi cespugli di rose e quasi alle spalle della villa si scorgeva un agrumeto, forse c’erano solo alberi di limone, non ne era certa. “Non dirmi che hai fatto una vincita milionaria e hai comprato questa villa per noi hahahahha....daiiii di’ qualcosa!”. Giunti davanti al portone un ragazzo molto giovane  e gentile, vestito di tutto punto, aprì loro la porta e li invitò a seguirlo; all’interno la struttura si presentava come una tipica villa della Costiera, i pavimenti di ceramica, i mobili chiari, un enorme salone luminoso con le tende bianche, vasi di ceramica di Vietri finemente dipinti a mano ovunque, fiori, piante, l’odore del mare,tutto in perfetto stile amalfitano. Clara osservò tutto con molta attenzione, notò subito la finissima arte delle ceramiche vietresi, da appassionata quale era, le saltarono subito all’occhio tutte quelle preziose manifatture locali. In ogni caso, continuava a non capire, così guardava Daniel con aria interrogativa, mentre lui fingeva di non rivolgerle alcuno sguardo. Dopo aver attraversato l’enorme luminosissimo salone, salirono una ripida scala con i corrimano e le ringhiere di fine ferro battuto lavorato a mano, salirono ad un piano superiore, dove alcune porte davano l’accesso a diverse stanze, ma non si soffermarono, perché il ragazzo continuò a salire e, dopo aver superato un altro piano salirono per una piccola e ripidissima scala a chiocciola che terminava davanti a una porticina; il giovanotto la spalancò lentamente e gli aprì la strada, facendoli passare avanti, “signori” disse allora “siamo arrivati...la terrazza è tutta per voi”. Clara rimase a bocca aperta. Erano saliti su un terrazzo enorme, anche questo piastrellato con ceramiche dipinte a mano. Il panorama era a dir poco mozzafiato, da lassù si vedeva tutta la costiera scoscesa sul mare verde, le ringhiere erano tempestate di edera e fiori e il profumo del mare si mischiava con quello delle rose, delle violette e dei limoni, sembrava di essere nel mezzo di un magnifico dipinto incorniciato, ma la sorpresa più grande fu il grande gazebo bianco posto al centro della terrazza, sotto cui era sistemata una tavola apparecchiata finemente, due poltroncine e un divanetto verde acqua. “Ti piace quassù? Non è fantastico?” le chiese Daniel portandola per mano davanti alla ringhiera. Clara era stupita, ma allo stesso tempo si sentiva frastornata, proprio non riusciva a capire cosa ci facessero in quella villa, a chi appartenesse e per quale motivo il giovane ragazzo era andato via senza dire una parola. “Sì..sì...è stupendo...ma, non capisco, perché mi hai portata qui?” gli disse lei quasi timidamente, mentre lui le cingeva dolcemente i fianchi. “Questa domenica la passeremo qui...ho fittato questo posto solo per noi...è qui che ci sposeremo”. A quelle parole Clara sussultò, “non...non capisco...hai cambiato idea? Il ricevimento non eravamo d’accordo di farlo nel giardino della tenuta? Carlo la prenderà malissimo se non festeggeremo nel vostro ristorante...”. Daniel le sorrise dolcemente “ma che hai capito, amore? Io voglio sposarti davanti al mare...qui faremo la cerimonia religiosa...qua sopra...sotto questo gazebo...ho già organizzato tutto, sempre che tu sia d’accordo ovviamente, volevo farti una sorpresa”. A Clara in un istante le si illuminarono gli occhi, era emozionata, non sapeva veramente cosa dire “hai fatto tutto questo per me?”  “sì”, le rispose ponendole una mano dietro l’orecchio “se fosse per me ti sposerei adesso, in questo preciso istante” le disse poi attirando le labbra di lei sulle sue. 
Dopo aver assaggiato un delizioso aperitivo rigorosamente vegetariano preparato dai cuochi del catering, Daniel iniziò a mostrarle come sarebbe stata la loro cerimonia, o almeno come lui l’aveva immaginata e progettata. Un arco di fiori affacciato sulla ringhiera avrebbe fatto da copertura all’altare; alla destra e alla sinistra della terrazza ci sarebbero stati i posti per gli invitati, tutti appositamente adornati, e al centro un lungo tappeto di petali rossi avrebbe fatto da strada alla sposa dalla porticina fino all’altare, dopo la cerimonia avrebbero servito champagne e tartine e poi sarebbero partiti alla volta della tenuta. Ad ascoltare tutte quelle cose Clara si sentiva come sulle nuvole, tutto le sembrava un sogno, “e tu hai organizzato tutto questo per me? Sembra il matrimonio dei sogni, proprio come nei film...” gli chiese, quasi ancora incredula, “la sposa più bella dell’universo deve avere una location all’altezza della sua bellezza...anche se non sono certo che esista paesaggio o panorama che possano renderti giustizia...”. “Anche tu sei bellissimo...” gli disse allora lei mentre si perdeva nell’azzurro profondo dei suoi occhi “cosa ho fatto per meritarti?”. A quella domanda Daniel ridacchiò, rompendo per un attimo l’aria cristallizzata di romanticismo che li aveva ipnotizzati fino a quel momento, “andiamo, tu meriti molto di più di me e di tutto questo...e io proverò a dartelo questo di più, te lo giuro. La mia promessa voglio fartela adesso, in questo istante, te la ripeterò il giorno delle nostre nozze e la rinnoverò ogni giorno, perché sei una donna speciale”, “dai Daniel, ti prego..non ricominciare ad adularmi ancora, potrei abituarmici...”. In quell’istante Daniel assunse un’espressione seria, quasi severa “non ti sto adulando, le mie non sono belle parole dette così, a caso, per fare del romanticismo spicciolo”  “non intendevo dire questo...”  “lo so”, la interruppe ancora lui “ma io voglio che tu capisca a pieno quello che provo per te, tu devi saperlo, devi arrivare su questa terrazza consapevole dell’uomo che  starai per sposare. Dovrai dirmi quel «sì» con convizione, con la consapevolezza di sposare una persona che ti ama da impazzire, non dovrai avere un briciolo di dubbio...”   “non avrò alcun dubbio, non ce l’ho nemmeno adesso”,   interruppe lei, ma Daniel le pose delicatamente un dito sulle labbra “sssssh...ti prego, lasciami parlare...solo un attimo...accorgermi di te è stata la cosa migliore che mi sia capitata, ringrazio la vita ogni giorni per avermi dato questa possibilità, per avermi fatto aprire gli occhi, tu mi hai fatto capire cosa siano l’amore, la dedizione, la serietà e l’impegno, mi hai fatto capire che la vita condivisa in due è più semplice, mi hai fatto capire che l’amore è più di un mare davanti a una terrazza, di un mazzo di rose, di una cena al ristorante. Io non l’avevo mai capito prima di conoscerti, ed era per questo che non mi ero mai impegnato, per questo il pensiero di dividere la mia vita con una donna e l’idea del matrimonio non mi avevano mai nemmeno lontanamente sfiorato...ma poi sei arrivata tu, con questi tuoi modi così eleganti, così delicati, così unici, e hai ribaltato completamente la visione che avevo del mondo. Voglio sposarti perché ti voglio tutta per me, perché non voglio farmi scappare questa chance, questa enorme, magnifica occasione di essere felice. Forse queste parole te le avrò già dette un milione di volte, ma non sarà mai abbastanza per me...”. Clara aveva gli occhi lucidi, non aveva mai avuto alcun dubbio sui sentimenti di Daniel, qualche attimo di cedimento e qualche piccola gelosia non avevano mai intaccato la convinzione che lei aveva, era certa del suo amore. “Daniel, non servono tutte queste parole...io sono sicura di te, sicura di noi, di quello che ci lega e nessuna parola d’amore potrà mai dirmi quello che i tuoi occhi mi dicono, mi basta guardare loro...” e detto questo gli gettò le braccia al collo e lo baciò appassionatamente, come quel primo bacio che si erano scambiati tempo fa, fu un bacio lento ma impetuoso che sembrava dire loro che si appartenevano e che si sarebbero appartenuti per sempre. Quell’intera giornata per Clara fu completamente surreale, si sentì calata in una favola, tra le braccia di Daniel e in mezzo ai suoi sorrisi.  Mangiarono insieme uno squisito menù vegetariano, del sushi, una favolosa delizia al limone e bevvero tanto champagne, per poi finire a fare l’amore su quel divanetto, quando il sole ormai stava calando e il cielo si era tinto di rosso. 
Il suono della campanella risvegliò Clara dai suoi pensieri, l’ora di lezione in I C era finita senza che lei se ne accorgesse. Così frettolosamente mise in ordine il registro e la sua enorme agenda vintage nella borsa tra gli sguardi interdetti degli alunni, che si guardavano tra di loro. “Professoressa”, esordì allora timidamente Marianna Lodi, “quindi per la prossima lezione, cosa dobbiamo portare? Quello che portavamo oggi?”. Clara sospirò rumorosamente, non aveva minimamente pensato a cosa assegnare ai ragazzi, sembrava confusa e disinteressata e tutti se ne accorsero “sì...sì...” rispose allora lei, “ripetete, se volete...avevo detto che avrei spiegato Caravaggio la prossima volta, giusto? Quindi ripetete, sì..sì...ripetete bene...che interrogo!”. I ragazzi si guardarono ancora tra di loro, questa volta erano loro a sembrare confusi. In quell’istante entrò in aula il professor Martino Iannone, di filosofia, la campanella era suonata già da più di cinque minuti, doveva iniziare la sua lezione, così Clara si scusò per il ritardo e scappò in aula professori, la sua testa era ancora dolcemente altrove, e non aveva alcuna voglia di concentrarsi, pensò sorridendo a sé stessa.

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