sabato 9 aprile 2016

Episodio CXX "I dubbi di Clara"


Daniel arrivò a scuola con un quarto d’ora di ritardo, aveva cercato di percorrere il tragitto il più velocemente possibile, ma il traffico mattutino della città non perdonava. Entrò in classe con aria sconvolta, si notava benissimo che non aveva chiuso occhio, aveva i capelli piuttosto disordinati, e la camicia sotto la giacca a vento era un bel po’ sgualcita. Appena entrato si scusò per il ritardo, anche se i ragazzi non sembravano affatto dispiaciuti e prima di fare l’appello chiese gentilmente a Marianna Levi di andargli a prendere un caffè alla macchinetta, non aveva nemmeno fatto colazione, aveva bisogno di zuccheri. Nel frattempo inviò un messaggio a Clara, che doveva trovarsi al piano superiore, in II D: “ho fatto tardissimo, scusa se non sono riuscito a passare in tempo a casa. Finalmente sono il classe, ci vediamo in pausa”, ma in pausa di Clara nemmeno l’ombra, era tornata a casa, gli disse Teresa, la segretaria, aveva lamentato un gran mal di testa e quindi si era fatta sostituire. Dunque non solo non gli aveva risposto all’sms, pensò Daniel, ma lo aveva addirittura ignorato, sicuramente era arrabbiata, Clara non chiedeva mai di essere sostituita. Comunque non si preoccupò più di tanto, avrebbe rimediato portandole un po di sushi per pranzo. Alle 14.00 in punto fu a casa sua col miglior sushi di Napoli, Clara gli aprì la porta e dal suo sguardo gelido capì che ci sarebbe stato molto da discutere. Lui entrò in casa cercando di apparire disinvolto, “sei andata via così stamattina…scusa se non sono riuscito a tornare a casa, il lavoro della tesi è stato più complicato del previsto, ma ho voluto portarlo a termine…”. Clara, senza rivolgergli un minimo sguardo, rimase seduta al tavolo con le gambe finemente accavallate  sbucciando una mela “non devi chiedermi scusa per non essere tornato in tempo”, gli disse con tono pacato, continuando a tenere gli occhi fissi sulla mela, “piuttosto devi spiegarmi che cosa ti prende all’improvviso, e me lo devi spiegare adesso”. Il torno di Clara era severo, quasi autoritario, così Daniel si sedette di fronte a lei, non riusciva a capire fino in fondo a cosa lei si riferisse, “ma cosa intendi dire? Non mi prende proprio niente…cosa c’è che non va?”. A quel punto lei alzò lo sguardo e il verde degli occhi era talmente scintillante da sembrare infuocato “cosa c’è che non va?? Daniel, ascolta, io sono una donna adulta e matura, e sai meglio di me che cerco di essere sempre diplomatica e ragionevole, per questo all’inizio ho accettato che tu dessi una mano a Frida per i testi e per metterla in contatto con quel tuo amico, ma adesso questa storia dell’aiuto ha preso una piega che non mi piace…” il tono di Clara era abbastanza pacato, così Daniel sentì di poter intervenire “ma di cosa stai parlando? Tu…”   “fammi parlare!” interruppe lei bruscamente, sbattendo una mano sul tavolo e lasciando andare la mela “io voglio capire questo spirito da crocerossino da dove ti è spuntato tutto d’un tratto! Davvero non riesco a capire…spiegamelo!” Daniel a quel punto la guardò dritto negli occhi, quasi con tenerezza e poi le sorrise “ma dai, sei gelosa di Frida?”, ma il tono gentile quasi beffardo del ragazzo non piacque per niente a Clara “Ma no!! perché dovrei?”, gli urlò allora in faccia, “è solo la tua ex ragazza, con cui hai rotto in malo modo e alla quale non hai rivolto la parola per un anno! E così, magicamente, di punto in bianco, lei si lascia col suo ragazzo cattivo che l’ha fatta soffrire e tu corri in suo aiuto. Cos’è? Pena? Senso di colpa? Senso di protezione? Che cosa significa questo tuo cambiamento nei suoi confronti? Questo voglio capire, ti è più chiaro adesso?”. Daniel rimase paralizzato, forse non aveva mai visto Clara così arrabbiata da quando la conosceva, sembrava un’altra ed era forse la prima volta che alzava la voce in quel modo con lui; gli parve sconvolta, si era agitata così tanto che poteva vedere il suo cuore pulsarle sul collo sottile e le vene sulla fronte più pronunciate. Così lui le si sedette di fronte e provò a prenderle la mano, ma lei la ritrasse immediatamente con un gesto di stizza. “Amore”, le disse sospirando, “il fatto che tra me e Frida ci fosse del rancore non vuol dire che io non provi affetto per lei. E’ chiaro che non avrei potuto odiarla per il resto della vita, soprattutto considerato il fatto che volente o nolente siamo costretti a frequentarci. Ma questo non significa niente, niente di niente. Ho deciso di aiutarla come avrei fatto per Kira e per qualsiasi altra mia alunna, visto che era un tipo di aiuto che potevo dare, tutto qua, niente di più”. Clara aveva ascoltato impaziente, ma non aveva perso il suo sguardo furibondo “Frida, Frida, Frida. Ultimamente me la ritrovo ovunque! Il fatto che io sia una persona razionale con molto autocontrollo, non significa che ad ogni tuo comportamento io trovi una spiegazione ragionevole! Anche io sono una donna, Daniel… e poi, cazzo Daniel, in che modo idiota ti stai comportando…dovresti pensare ad altro, stiamo per sposarci!!”   “Appunto!” esclamò Daniel balzando in piedi e piazzandosi davanti a lei “io sto per sposarti…tu sei la donna a cui ho chiesto di diventare mia moglie e sai cosa significa per me, che non ho mai creduto al matrimonio”, poi si avvicinò di più e, abbassandosi un po, le prese il viso tra le mani, tenendolo in una presa strettissima “io ti ho scelta e ti sceglierei altre mille volte, perché ti amo e sei la donna della mia vita. Hai ragione, a volte dimentico che anche questi occhioni forti hanno bisogno di essere rassicurati e mi dispiace se non l’ho fatto…ma ti giuro che non c’è nessun’altra spiegazione oltre a quella che ti ho dato prima…puoi credermi?” Clara lo guardò severamente e mentre lo fissava le scese una lacrima grossa e veloce lungo la guancia che Daniel prontamente asciugò con un dito. “Ti credo”, rispose allora lei con un filo di voce, per poi tirare su col naso “è solo che il tuo atteggiamento non mi è sembrato rispettoso, ho provato a tenermi questa cosa dentro, ma poi dopo ieri sera non ce l’ho fatta più. Credo alle parole che mi hai detto, ma a queste parole devono seguire i fatti. Ovviamente non intendo dire che non devi rivolgere la parola a Frida, lei non c’entra niente, non ha fatto niente di male. Ma voglio che tronchi questa situazione di assistenza umanitaria, mi infastidisce e penso di avere ragioni sufficienti. Tutto qua.” Daniel le sorrise dolcemente, finalmente era tornata la Clara di sempre, la sua guerriera dai modi gentili. “Hai ragione” le disse lui baciandola dolcemente, “e ora che ne dici di un po di sushi?”. Clara si alzò, ancora un po’ scossa, per preparare la tavola, mangiarono senza più dirsi una parola, era ovvio che la tensione tra loro non era del tutto sparita, ma con qualche sguardo riuscirono a ritrovare l’intesa e la serenità. La cena fu contornata da un lungo silenzio, tra di loro spesso i silenzi funzionavano più di mille discorsi, entrambi lo sapevano bene e solo dopo che ebbero rimesso tutto a posto, Daniel si sedette accanto a lei sul divano e decise di rompere il ghiaccio: “Allora, sposina, domani che ne dici di accompagnarmi a provare qualche abito, dopo la scuola?”  “ma sei matto!” gli rispose lei sconcertata, “non posso vedere il vestito dello sposo, è fuori discussione!” Daniel la guardò con occhi pietosi “ti prego Clara, ho bisogno del tuo parere…Carlo verrà con me ma non penso che insieme potremmo scegliere qualcosa di credibile, sai cosa succede quando uniamo le nostre menti…e se ti ritrovassi al matrimonio un marito con un abito di cattivo gusto? Non me lo perdoneresti mai…magari poi cambi idea, non posso correre questo rischio!” Clara gli sorrise dolcemente, decise che lo avrebbe accompagnato, ma soltanto per un parere.

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