venerdì 23 gennaio 2015

Episodio X "Il piano di Kira"


"Allora, non vuoi proprio dirmi dove hai imparato a fare i tuoi ottimi cocktails?!?"
Le chiese Carlo, mentre assaggiava il sughetto mare e monti che stava preparando per la cena.  Kira che gli stava intorno e allungava forchette in tutte le pentole per fare, come le piaceva dire, il controllo qualità, lo guardò divertita, prese posto sull'alto sgabello del piccolo break della cucina  e mordicchiando un crostino spalmato di ricotta e menta piperita spiegò : " E' una storia lunga e noiosa…c'è da dire che il mio talento da barista è innato, Josè mi ha aiutato a scoprirlo e coltivarlo!" 
" Josè…nome esotico…ero sicuro che ci fosse lo zampino di un uomo!" La guardò sorridendo mentre  lei lo  ammoniva, affermando che l'atteggiamento da finto geloso gli si addiceva poco e male. 
"Ecco prova questo" le disse porgendole un pezzo di pane con una strana salsina viola "Non essere titubante, assaggia, è per la carne. Sai che la gelosia non mi appartiene, sono solo curioso di sapere cosa c'è stato con questo barista".
" Ho  conosciuto  Josè in erasmus a Berlino, era il proprietario dell'appartamento che condividevo con mia cugina,
siamo stati insieme per un po'…giusto il tempo di rubargli i segreti del mestiere. Poi sono tornata a Napoli ed è finita! Tutto qui nessuna eclatante storia d'amore. Ma a proposito di vecchie fiamme, che mi dici invece della Barbie che era con te quella sera al bar? Certo  più che una fiamma la definirei una scintilla, ma questo lo penso io eh…comunque cosa c'era tra voi?" 
Carlo la guardò sorpreso e divertito " Kira ora fai tu la gelosa? Cosa vuoi che ti dica, una cosa di poco conto, ci siamo divertiti, anche parecchio, ma davvero con lei niente di serio! " 
"Da come ti stava accollata addosso, sembrava ci fosse molta intimità tra voi!"
Carlo rimase per qualche istante in silenzio, come se stesse pensando bene a cosa rispondere, poi disse "Siamo solo amici, tra noi non c'è niente…non hai alcun motivo per essere gelosa!"
Kira balzò dallo sgabello, gelosa lei? Assolutamente la gelosia era lontana anni luce dal suo modo di essere.  "Anche la mia  è semplice curiosità…Comunque sicuro, quello che ci ha guadagnato sei stato tu"  gli disse facendo una piroetta e indicandosi dalla testa ai piedi. "Guarda che bell'acchiappo, chi altra indossa una felpa sformata con tanta classe e disinvoltura!ahahah" Carlo rise di buon gusto, Kira era un insieme infinito di emozioni. La sua personalità era caratterizzata da una sorta di sdoppiamento, anzi il suo carattere era davvero poliedrico : sapeva essere allegra e allo stesso tempo composta, buffa ed elegante allo stesso tempo, bisbetica ma dolce. Si frequentavano non da molto, sapevano ancora poco l'uno dell'altra, ma di una cosa era sicuro, più il tempo passava e più voleva saperne di più. 
Kira nel frattempo aveva cambiato discorso, adesso sembrava pensierosa "Ma  secondo te, questa cosa funzionerà? Col piano che abbiamo preparato riusciremo a farli riappacificare?" 
"Col piano che tu hai architettato…io ti do solo una mano. Sai non ho ben capito perchè ti sta così a cuore che si formi questa coppia"
In realtà quello che interessava a Kira non era trovare un fidanzato a Frida o una compagna a Daniel. Lei pensava piuttosto che Frida stesse trascurando la vita reale per seguire quelle che erano le sue fantasie su quel chirurgo, che aveva visto solo un paio di volte e che molto probabilmente non sapeva neppur e della sua esistenza. Frida era una sognatrice, questo lo sapeva benissimo, ma stava esagerando. Temeva che correndo dietro a tutte quelle fantasticherie perdesse l'opportunità di viversi una storia reale. Daniel era la sua occasione, poteva riportarla alla realtà…farle passare quella cotta così adolescenziale. 
Carlo ascoltò le parole della ragazza, ma non sembrava molto d'accordo: a differenza di Kira pensava non ci fosse nulla di male a vagare un po' con la fantasia, anzi qualche volta evadere dalla realtà e rifugiarsi in un sogno potesse fare bene essere propedeutico. Kira lo guardò con tenerezza, pensò che fosse uno di quei sognatori sfegatati, nonostante fosse così diverso da lei, questo, anche questo aspetto di lui le piaceva e pensando a queste cose quasi arrossi.  "E comunque" disse lui " Anche io ho una piccola cotta per te…ma non mi pare  ti dia tanto fastidio".
Kira arrossi, forse un po' in imbarazzo, ma cercò di non darlo a vedere, mormorò che la loro era una situazione completamente diversa e senza dargli adito di rispondere sgattaiolò veloce dalla cucina e iniziò ad apparecchiare. Tra le due tovaglie da tavola che aveva comprato per l'occasione scelse quella più classica, di cotone bianco con i quattro  angoli leggermente merlettati . Per dare colore e vivacità aveva scelto dei piatti dalla forma strana, blu elettrico con i bordi dorati. Aveva comprato tutto all'Ikea qualche giorno prima: per una cenetta erano perfetti e poi c'era bisogno di rinnovare le stoviglie di casa. Ora era la volta del centrotavola. Aveva passato l'intero pomeriggio ad assemblare quel portacandele. Cercando di ricordare i pomeriggi passati al ristorante della zia , una vera esperta di addobbi, compose un piccolo capolavoro, o almeno questo era quello che pensava lei di quel piatto trasparente che aveva riempito con foglie di pino, orchidee e roselline bianche,  il tutto legato da un nastro dorato che dal centro, dove era posta una candela, si irradiava,in fasci, verso l'esterno. Alla fine realizzò che come cuoca era  pessima, ma come organizzatrice di eventi e addobbatrice, davvero avrebbe potuto avere un gran successo. 
Ormai erano quasi le 20.00, Frida sarebbe tornata da lì a qualche minuto, la cena era pronta. Carlo, andato via da una ventina di minuti era passato a prendere Daniel, che inconsapevole della trappola in cui stava cadendo, pensava di passare una serata in compagnia del miglior amico e della sua nuova fiamma. Ovviamente sapeva che ci sarebbe stata Frida ed era contento, avrebbe finalmente potuto chiarire la situazione con lei, magari scusarsi per come erano andate le cose durante e soprattutto dopo la festa. 
Frida arrivò a casa, un po' in ritardo perché Milly l'aveva trattenuta con del gossip, di cui non le importava nulla, su una vecchia cliente che nei giorni precedenti era stata al negozio. Come al suo solito entrò in casa, saltellando  desiderosa di raccontare la sua giornata alla coinquilina. Tutta la casa era invasa da un odorino davvero invitante, la cena era pronta e in caldo. Frida si fiondò in cucina rovistando tra le pentole. "Cazzo Kira te lo sei scelto proprio bene, spero che oltre la cucina abbia anche altre doti il ragazzo, altrimenti qui senza un bel po' di attività fisica come si deve, rischi di ingrassare di brutto" Kira, la guardò con il suo solito sguardo scocciato  le fece una smorfia e le indicò l'ora facendole capire di essere in ritardo. "Si lo so" rispose Frida "Ora vado, il tempo di cambiarmi d'abito e ti lascio il campo libero. Così potrai goderti in pace la tua cenetta con il tuo bel chef…ma con chi stai messaggiando in continuazione? Neppure mi ascolti! Questo Carlo ti sta facendo perdere i lumi della ragione, capisco che per te sesso e cibo in un solo uomo sia il top, ma controllo mia cara, il troppo storpia!!" 
"Ma la smetti di dire stupidaggini, va a prepararti piuttosto, poi io sarei la ritardataria, meno male" Frida  fece il verso alla compagna e si ritirò in camera sua. Aveva in programma una serata con degli amici dell'università, di solito non usciva spesso con quella comitiva, molti li reputava snob e egocentrici, ma per una sera avrebbe potuto sopportarli, soprattuto per far piacere all'amica, lasciandole casa libera. Non si aspettava di certo cosa sarebbe successo, la sorpresa che proprio Kira  le aveva riservato! Mentre stava scegliendo le scarpe da indossare sotto il suo bel tubino nero, senti urlare "Cazzo ho dimenticato il vino!" e poi il tonfo della porta sbattuta alle spalle. Frida rise di gusto, davvero nella sua vita non aveva incontrato mai nessuno più sbadato di Kira che se non avesse avuto la testa attaccata al collo di sicuro l'avrebbe dimenticata in giro, un giorno si e l'altro pure.
Kira in realtà non sarebbe tornata su con in vino. Carlo l'aveva avvertita che erano  quasi arrivati , faceva meglio a scendere e  nascondersi dietro l'angolo, lui avrebbe lasciato Daniel ,sotto casa delle ragazze , e con la scusa di trovare un parcheggio l'avrebbe lasciato lì. Nel messaggio si raccomandava di lasciare il portone del palazzo aperto; se avesse bussato al citofono, Frida di sicuro non avrebbe fatto salire, e tutti i loro sforzi sarebbero stati vani. 
Daniel aspettò qualche minuto il ritorno di Carlo, poi decise di iniziare a salire da solo. Saliva le scale a grandi falcate, era un po' emozionato, non vedeva l'ora di rivedere Frida, ma allo stesso tempo non sapeva a cosa avrebbe portato il loro incontro , ma un chiarimento doveva avvenire.  "O la va o la spacca" questo pensava quando bussò al campanello e alla porta comparve Frida urlante " Cazzo Kira,ma le chia…". Il cuore le si fermò per un istante, proprio non si aspettava di vedere lui fuori la sua porta; ferma sull'uscio, lo guardava impietrita e quando lui la salutò col suo fare spavaldo, d’istinto fece per sbattergli la porta in faccia, ma lui oppose resistenza prontamente "Non posso entrare?Qual è il problema?" Frida non era pronta a vederlo, non sapeva se aveva voglia o meno di parlargli, forse semplicemente non sapeva cosa dirgli. Perché era sparita, non aveva risposto alle sue chiamate, non lo aveva più contattato? Come spiegargli un tale comportamento? Non riuscì a parlare perché era presa da milioni di emozioni che nemmeno lei riusciva a comprendere. Daniel la guardò con i suoi occhi di ghiaccio, che sicuramente non miglioravano la situazione, e disse "Che hai da fissare? Perché non parli? Non mi sono mica autoinvitato, è stata Kira ad invitarmi, ceniamo tutti insieme stasera, no?"  Delle mille emozioni che Frida stava provando in quel momento, l’unica a prendere il sopravvento fu una grandissima rabbia non nei confronti di Daniel, ma nei confronti di Kira, se l’avesse avuta tra le mani l’avrebbe disintegrata. "No, io devo uscire, già sono pronta. Non sapevo della vostra cena, ti sarai sbagliato, Kira ha apparecchiato solo per due". Lo lasciò ancora fuori la porta, e mentre lo fissava stralunata, le arrivò un sms dell’amica “Allora, piaciuta la sorpresa? Godetevi la vostra cena!” . Frida rimase imbambolata per qualche secondo prima di capire quale fosse la reale situazione, poi si rivolse stizzita a Daniel "Ci hanno presi in giro. La cena sarebbe per noi, loro non verranno…era solo una stupida trappola" e rientrando in casa borbottò "che stronzi…questa me la paga".
 Daniel, stanco di aspettare, si fece coraggio entrò in casa richiudendosi la porta alle spalle e con tono rilassato disse "Vabbè non sarà mica la fine del mondo! Carlo cucina benissimo, mi godrei la cena senza tanti drammi!" Il tono pacato ed ironico di Daniel innervosì ancora di più la ragazza, che rispose prontamente "Fa come se fossi a casa tua e goditi la cena, ma da solo, perché io ho altri impegni" e prendendo la borsa dall’attaccapanni all’ingresso, uscì di casa come una furia senza neppure chiudere la porta. Daniel sorrise allargando le braccia sconsolato, gli toccava riscendere tutte le scale per riportarla sopra, non poteva perdere quest’occasione, forse sarebbe stata l’unica; così corse velocemente giù e riuscì a bloccare il portone prima che lei uscisse, sbattendolo talmente forte che il rumore riecheggiò violentemente per tutto il palazzo. Frida evitando di guardarlo negli occhi, urlò "ma sei impazzito? Potrei denunciarti per stalking per tutte le chiamate che mi hai fatto e ora ti presenti qui e cerchi di sequestrarmi? Stalking e sequestro di persona, ora mi metto ad urlare, lasciami!" Daniel non resistette, la lasciò andare e si piegò in due dalle risate "Oddio Frida, ma dici davvero? E io sarei impazzito? Possiamo parlare come due persone adulte e civili? Dai tuoi temi sapevo della tua fervida fantasia, ma non sapevo arrivassi a certi livelli da manicomio, dai saliamo sopra, ti verso un bicchiere di vino….anzi no, forse è meglio dell’acqua" Tutto ciò ridendo sonoramente, prendendosi gioco di lei. Frida era sempre più irritata dal suo atteggiamento e dalla sua strafottenza e non sapendo proprio cosa dire, cominciò a tirargli dei leggerissimi pugni sul petto, gridandogli di smetterla di ridere "Perché mi stai prendendo in giro in questo modo? Se pensi di potermi trattare ancora come un’adolescente, come una delle tue alunne, beh ti stai sbagliando, io adesso sono una donna adulta e non puoi mancarmi di rispetto in questo modo! Potrei dire che non mi conosci nemmeno! Anzi, è proprio così, tu non mi conosci e né io conosco te!!!! " la risposta di Daniel, che colse la palla al balzo, non si lasciò attendere "Bene, allora conosciamoci! Non aspetto altro…quale modo migliore di conoscersi se non davanti ad un’ottima cena e a lume di candela magari?!"  Frida non riuscì a non sorridere, del resto era proprio quell’atteggiamento impertinente e sicuro che le era sempre piaciuto tanto di lui. In quel momento le sue difese crollarono come un castello di carta, finalmente per un secondo lo guardò negli occhi e si diresse su per le scale "Dai saliamo, ma solo perché sprecare quel ben di dio mi sembra un peccato…ma non farti troppe illusioni, stasera cercherò di rimanere lucida…" Daniel cambiò espressione, l’affondo di Frida forse era un po’ troppo basso "Beh, allora saremo in due stavolta!" Salirono le scale in silenzio, l’atmosfera forse era un po’ tesa, e Frida si rese conto di avere esagerato, anche se a causa del suo orgoglio,mai si sarebbe sognata di ammettere il suo passo falso. Entrarono in casa, Daniel si chiuse la porta alla spalle ed emise un sospiro di sollievo, da lì in poi le cose sarebbero state più semplici…almeno sperava. 
Frida doveva ammetterlo, quei due erano stati davvero bravi, tutto era curato nei minimi dettagli, dalla tavola, alle decorazioni, per non parlare dell’ottimo profumo di cibo. Frida prese posto e Daniel notò che aveva un’aria triste, incerta, sembrava mortificata, chissà, forse si stava pentendo della sua reazione precedente. Delle mille parole che si erano detti poco prima davanti al portone, non rimase che un silenzio fastidioso, forse quelle parole erano uscite fuori troppo impetuosamente ed ora non restava che la quiete dopo la tempesta. Daniel si impose di stare in silenzio, temeva che se avesse detto qualcosa avrebbe riacceso nuovamente la rabbia di Frida, preferì attendere per avere la certezza che le acque si fossero davvero calmate e quindi perse un po’ di tempo a stappare una bottiglia di vino. La ragazza rimase a guardarlo, con gli occhi ancora lucidi, mentre versava il Greco di Tufo del 2005 nei bicchieri; osservava la sua bellezza e pensò che sei anni prima, quando era ancora una studentessa, mai si sarebbe immaginata una situazione del genere con il suo professore di lettere e cominciò a ripensare a quegli anni. Lei lo ammirava, come tutte le sue compagne di classe d’altronde; di lui non ammirava solo l’aspetto fisico, anche se le piaceva scherzarci su, ma soprattutto il suo modo di insegnare, la sua sensibilità, la sua capacità di entrare nell’anima di una persona solo guardandola, almeno per quanto riguardava lei, era sempre stato bravissimo a leggerla dentro. Pensava a queste cose e continuava a guardarlo intento a preparare i piatti, maneggiando mestoli e coperchi, concentrato, teso come una corda di violino. I suoi occhi azzurri molto di rado trasmettevano le sue emozioni, ma in quel momento Frida riuscì a capire che stava pensando a cosa dirle, a cosa fare, a quale fosse il modo giusto per prenderla; dopo averle servito un piatto di risotto ai funghi, si sedette di fronte a lei, le sorrise in maniera un pò incerta “Allora” le disse “Cosa ho fatto di così terribile per meritarmi la tua totale indifferenza e tutta questa rabbia?”. Frida notò che Daniel aveva momentaneamente perso la sua aria dura e spavalda, ora sembrava addirittura dolce, ma comunque lei non riuscì a rispondere con lo stesso tono, era ancora irrigidita. “Non lo so…io…le cose non sono andate come volevo, come immaginavo”  “Perché, come le immaginavi?” Rispose prontamente lui. La ragazza davvero non sapeva cosa dire, si sentiva una stupida, le sembrava di essere tornata a quella volta in cui lui la interrogò su Alessandro Manzoni e lei non seppe dire una parola, le sembrava di ritrovarsi davanti il professore e non l’uomo. Non rispose. Daniel sospirò e sorrise di nuovo “Non fare la stupida, sei una donna, lo hai detto anche tu, comportati da persona matura e non fare la bambina”. Frida assunse un’espressione ancora più rigida, non sopportava che qualcuno le desse dell’infantile, soprattutto lui, ma cercò di non aggredirlo perché sapeva di non avere argomenti sufficientemente validi per poter prendere posizione. “Daniel io non ho risposto alle tue chiamate semplicemente perché non sapevo cosa dirti, come non lo so adesso. Davvero, non so cosa dire, non lo so e basta”. Lui la guardò con aria interrogativa, aveva sempre saputo che dietro quell’aria semplice e apparentemente frivola, si nascondeva un carattere complicato e contrastante. “Frida, ti prego, cosa avresti dovuto dirmi? Avremmo dovuto vederci, parlare ancora, ridere, uscire insieme, cosa c’era di così complicato? E’ chiaro che c’è dell’altro”. Di fronte al silenzio di Frida, Daniel continuò il suo monologo “Siamo stati così bene insieme l’ultima volta che ci siamo visti, ci siamo divertiti, non capisco cosa c’è che ti ha dato fastidio. Se non vuoi avere niente a che fare con me basta che tu mi dia una spiegazione. Sono adulto, me ne farò una ragione, ma sii seria”. Frida capì che non poteva più fare scena muta, doveva dire qualcosa, doveva cercare di spiegarsi. Per lei era difficile aprirsi agli altri ed esprimere le sue vere emozioni, preferiva nascondere tutto dietro la sua aria allegra e stralunata, ma in quel momento non riuscì a liquidare le sue sensazioni con una battuta o con un sorriso, quindi si decise a parlare. “Tu hai travisato i miei comportamenti. Ti sei divertito, lo hai detto tu no? Ci siamo divertiti, questo era importante per te e magari volevi continuare a farlo. Ok, forse sono stata io a sbagliare, forse ti ho dato un’idea sbagliata di me, ma non sono quel tipo di ragazza. Io non sono la ragazzina di dieci anni di meno che ti puoi portare a letto quando vuoi solo perché vuoi divertirti. Io pensavo fossi diverso, ma evidentemente da insegnante dai un’immagine che non rispecchia l’uomo che sei davvero, avevo solo uno stupido, sbagliatissimo ideale di te. Ho detto tutto”. Frida gli vomitò addosso tutte queste cose con un rancore che nemmeno lei immaginava di provare e tra i due calò il silenzio. Perché Daniel non rispondeva? Un secondo dopo aver parlato maledì sé stessa perché non era in grado di usare la diplomazia quando si trattava di sentimenti, non era capace di far buon viso a cattivo gioco quando si trattava di emozioni vere. Così non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi, abbassò lo sguardo e finì di bere il vino che aveva nel bicchiere, temeva di avere di nuovo esagerato, forse lui non si meritava quelle parole, ma ormai il danno era fatto. La reazione di Daniel fu totalmente inaspettata per Frida, le rise in faccia, sembrava divertito, insomma era tornato lo spavaldo di sempre. “Ma tu pensi di sapere davvero cosa ci sia nella mia testa? Beh, se pensi di saperlo, sei proprio fuori strada. Come ti vengono in mente queste cose? Quando le hai meditate, soprattutto? Sei stata una mia allieva per tre anni, ti ho sempre ammirata, e lo sapevano tutti, ma non ho mai, nemmeno lontanamente, pensato di portarti a letto. Io ti ammiravo per la tua spigliatezza, per il tuo modo di gesticolare mentre parlavi alle interrogazioni, per le tue idee, il tuo entusiasmo e soprattutto per il modo in cui mettevi a nudo la tua anima nei tuoi temi. Di te ammiravo il fatto che sapevi rendere speciale anche un compito sull’effetto serra. Il fatto che io adesso non ti consideri più un’alunna, ma una donna bellissima ed interessante, non ha niente a che fare con il sesso”. Disse tutte queste cose sorridendo, i suoi occhi erano così splendenti che Frida non potè avere dubbi sulla sua sincerità. Il respiro le si bloccò per un istante, nessuno le aveva mai detto niente del genere e in quel momento capì che aveva tratto conclusioni affrettate. Daniel era perfetto, era davvero l’uomo che lei aveva sempre pensato e pensò a cosa si stesse facendo sfuggire dalle mani solo per una stupida questione di orgoglio. “Mi dispiace…io non so cosa mi sia preso, forse sono solo entrata in confusione, ho tratto conclusioni affrettate…io non lo so.”  “Non importa, io non voglio che ti giustifichi…a me basta che tu mi abbia spiegato cosa c’era che non andasse. Mi importa che tu capisca che per me non sei una bella ragazza con cui divertirmi, ma sei una persona stupenda con cui amo stare”. Frida finalmente lo guardò dritto negli occhi, non credeva che Daniel potesse arrivare a dire certe cose di lei, certo, le aveva sempre detto di considerarla un’ottima studentessa, ma lei non avrebbe mai immaginato che pensasse tutte quelle cose di lei. Da quell’istante tutto cambiò, l’aria divenne più rilassata, Daniel non aggiunse altre sdolcinatezze, il senso di rabbia e incertezza abbandonarono Frida e i due cominciarono a gustarsi la cena e parlarono a lungo, guardandosi sempre negli occhi. Parlarono di romanzi, di Università, di cinema, del Liceo, del lavoro, di politica, di Carlo, di Kira, parlarono di tutto e di tutti per due ore intere. Si fece l’1:00 quando suonarono al citofono, era Carlo. Daniel salutò Frida sfiorandole le labbra che sapevano di vino e quello fu il primo ed unico contatto fisico che ebbero quella sera, perchè erano stati tutto il tempo troppo impegnati ad attraversarsi le anime l’un l’altro. Frida lo vide scendere le scale e poi rientrò in casa, si sedette sul divano e mentre ripensava a tutto quello che era successo, entrò Kira con un’aria trionfante ed orgogliosa, “Allora”, le disse piazzandosi davanti al divano, “Com’è andata?”. Frida alzò gli occhi, non aveva dimenticato che era stata lei a mettere su tutto quel teatrino e le rispose con tono ironico “è andata esattamente come volevi che andasse, sta cretina!” Si alzò velocemente dal divano dicendole che le serviva un bagno rilassante per scaricare la tensione e che comunque gliel’avrebbe fatta pagare stavolta. Il tempo di un paio di sigarette consumate tra la schiuma della vasca, uscì dal bagno, si sentiva molto più rilassata e aveva voglia di raccontare tutto a Kira, così, ancora avvolta nel suo accappatoio arancione, corse velocemente in cucina e trovò l’amica addormentata sul divano, ancora vestita. La guardò per un attimo ma decise di non svegliarla, anche se la tentazione di tuffarsi su di lei, come usava fare di solito, era fortissima. Mentre la osservava pensò che aveva fatto davvero un ottimo lavoro e si meritava  un po’ di riposo; doveva ammetterlo, quando Kira si metteva qualcosa in testa, doveva ottenerlo, e anche quella volta ci era riuscita.

5 commenti:

  1. Frida è tutta da scoprire! In ogni puntata si scopre un nuovo tassello di lei. Bellissimo!!

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  2. E brava kira!! Grande ✌️✌️La storia si fa sempre più intrigante .... E frida deve ancora svelare qualcosa mi sa

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  3. wau!!!il personaggio di Frida in qst episodio m piace tanto e mi ricorda molto una persona che conosco! la scena sul portone sembrava vera!cmq complimenti alle autrici!!e alla prox puntata!!!

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  4. wau!!!il personaggio di Frida in qst episodio m piace tanto e mi ricorda molto una persona che conosco! la scena sul portone sembrava vera!cmq complimenti alle autrici!!e alla prox puntata!!!

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  5. wau!!!il personaggio di Frida in qst episodio m piace tanto e mi ricorda molto una persona che conosco! la scena sul portone sembrava vera!cmq complimenti alle autrici!!e alla prox puntata!!!

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