sabato 24 gennaio 2015

Episodio XI "Mi ritorni in mente"


Kira salì di corsa le scale e aprì velocemente la porta del piccolo appartamento, desiderosa di raccontare a Frida chi aveva incontrato poco prima al supermercato. Rimase alquanto delusa, quando capì che la coinquilina non era in casa. "Uff…" bisbigliò seccata, "possibile che non ci sia mai, quando serve?" continuò, mentre nella piccola cucina iniziava a mettere svogliatamente in ordine la spesa. Quando ebbe finito aprì il frigo, si versò un bel bicchiere di vino rosso, prese l'ipod dalla borsa e si chiuse in camera. 
Scelse una playlist  rockettara che ormai non ascoltava più da anni, e con la musica a palla che già le rimbombava nelle orecchie aprì l'ultimo tiretto del grande cassettone antico e iniziò a frugarci dentro con ansia. "Eccolo!" affermò soddisfatta dopo una ricerca tra vecchie scartoffie, agende mai usate e articoli di cancelleria ormai inutilizzabili, ma che si rifiutava di gettar via. Il diario dell'ultimo anno di scuola 2008/09, lo prese e lo accarezzò come se fosse una reliquia, poi si distese sul letto e iniziò a sfogliarlo.
Pensieri e parole di ricordi passati erano stampati su quei fogli a colori vivaci, con una calligrafia che quasi aveva difficoltà a riconoscere. Tra una pagina e l'altra fotografie scattate  con la vecchia polaroid di suo fratello. Erano foto rubate tra i banchi di scuola, lei, Frida, i compagni di un tempo. 27 dicembre 2008 weekend in montagna; un primo piano di lei e Frida sulla neve, tutte incappucciate, con dei coloratissimi cappelli di lana, sorridenti e felici. Anche allora si facevano i selfie, ma nessuno ancora li aveva soprannominati così.
Continuò a sfogliare il diario e  finalmente trovò cosa stava cercando: una pagina, più consumata delle altre, costellata di cuori fiorellini e stelle multicolor, scritto al centro con un pennarello scarlatto "Oggi mi sono innamorata!" Più in basso a penna e in piccolo: "Ma devo sempre farmi riconoscere, che grande figura di m****!" Rise di gusto, immergendosi nel mare dei ricordi, cullata da Californication dei Red Hot. 
Metà febbraio, tempo di interrogazioni, compiti in classe e scrutini. Era una mattinata abbastanza fredda, Kira tutta incappucciata ascoltava distrattamente la ramanzina di sua madre, Lucrezia, mentre erano imbottigliate nel traffico ormai da 10 minuti "Se ti fossi svegliata prima a quest'ora tu saresti già a scuola, io a lavoro!" concluse arrabbiata. "Io non sono ritardo" ribattè Kira con un tono un po' troppo strafottente "Rossini è il primo ritardatario, prima delle nove meno venti è irreperibile, quindi…possiamo fare con calma." Lucrezia, spazientita, accostò la macchina fuori al bar Luna "Non puoi pensare di essere nel giusto perché qualcuno sbaglia più di te, e soprattutto non puoi pensare solo a te stessa come se il resto del mondo non esistesse. Tu sarai anche in orario, ma io no ,ed è tutta colpa tua! Dai scendi…" le disse perentoriamente "Mamma ma non siamo arrivati?!?" 
"Eh no signorina, tu sei arrivata, la scuola è a duecento metri, farai sicuramente prima a piedi, e io se giro adesso in questa traversina mi tolgo da questo traffico infernale! Vai su…camminare un po' di sicuro non ti farà male." Le disse sorridendo, scompigliandole i capelli. Kira sbruffò sonoramente, si avvolse nel grosso sciarpone nero e scese dalla macchina. "Ciao mà!" borbottò prima di chiudere la portiera della vecchia Seat Ibiza bordeaux. La signora Lucrezia mise in moto e con una manovra a dir poco azzardata imboccò la piccola stradina secondaria, che l'avrebbe portata lontano da quell' ingorgo. 
Kira guardò l'orologio, le 8.20, il profumino di cornetto e caffè era troppo invitante per poter resistere, così confidando nel fatto che il prof Rossini non fosse proprio il massimo della puntualità, entrò nel piccolo bar. Avrebbe fatto un piccolo strappo alla dieta, del resto il pomeriggio sarebbe andata in palestra e a cena avrebbe mangiato solo un passatino di verdure. 
Kira si accodò alla lunga fila per la cassa, e quando arrivò il suo turno ordinò due cornetti alla nutella ( uno era per frida, era sempre meglio condividere un piccolo peccato con un'amica) e un cappuccino, con molta schiuma, tutto da portare.
Si spostò al bancone, il ragazzo che  preparava i caffè era tracagnotto e aveva due guanciotte piene e rubiconde, ispirava simpatia, era indaffaratissimo, il bar era pieno, con un sorriso timido le disse "Due minuti e ti porto il cappuccino." Kira sorrise, poteva fare con comodo, tanto non aveva fretta. 
Mentre aspettava il suo turno, canticchiando in inglese maccheronico la canzone di Nelly Furtado che passava per radio, le arrivò un sms, era Frida.
"Che fine hai fatto? Non avrai intenzione di appendermi proprio oggi? Ho l'interrogazione di fisica alla quinta ora!" 
"Stai tranquilla, sono in fila al bar per il mio cappuccino" rispose lei, le dita velocissime sulla tastiera qwerty.
Frida fu altrettanto veloce a risponderle "Ma sei matta? Sono le 8.27, la prima campanella è suonata da un pezzo e Rossini e già qui! Datti una mossa!"
Kira trasalì, perché proprio quella mattina, il professore più ritardatario del mondo si era presentato a lezione addirittura in anticipo? Dannazione, era proprio una sfigata! Fortunatamente proprio in quel momento il barista poggiò sul bancone la sua ordinazione, Kira fece un cenno col capo di gratitudine, prese le sue cose e si voltò frettolosamente verso l'uscita. Fu un attimo, Kira non capì neppure come fosse successo; il suo cappuccino era completamente riverso a terra, sul suo cappotto e sulla divisa del carabiniere appena entrato nel bar, colpevole solo di aver desiderato quella mattina un caffè prima di iniziare il turno.
"Cazzo!" esclamarono entrambi all'unisono, lei perchè si era ustionata le mani col latte bollente e lui guardando le sue scarpe di pelle nuove di zecca, inesorabilmente rovinate. 
"Mi…mi dispiace" balbettò Kira, rossa in volto, mortificata, lo sguardo basso mentre lui la guardava dall'alto del suo metro e 90 con aria scocciata e severa.
"Posso rimediare…" disse cercando di pulire quel disastro dalla divisa nera, con dei cleenex che aveva cacciato prontamente dalla borsa. Era terribilmente imbarazzata , non solo aveva fatto il bagno col cappuccino ad un carabiniere, per giunta quest'ultimo era un figo da paura e lei come al solito aveva fatto la figura dell'imbranata. 
"Credo che tu abbia già fatto abbastanza"  le rispose lui con una vena di ilarità nel tono della voce "E' solo una giacca, la farò ripulire!" continuò con molta tranquillità. Oltre che bello era anche gentile, Kira non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, probabilmente rimase imbambolata per qualche secondo perché lui premurosamente la prese per mano e le chiese "Stai bene? Mi sembri un po' sfasata…" lei sobbalzò, risvegliatasi dall'incantesimo di quegli occhi color nocciola "No…cioè si…si signore" disse quasi urlando, scattando sugli attenti.
" Non siamo in caserma, signorina!" le disse il maresciallo, trattenendo a stento una risata. 
"Ah…lo so…" ammise Kira avvampando, poi il suo sguardo cadde sull'orologio appeso alla parete 8.35. Adesso si che era davvero in ritardo! Prese un post it dalla borsa, ci scrisse su qualcosa  "Per la sua giacca…più di questo non posso fare. Mi mandi il conto della lavanderia!" disse, così velocemente che lui quasi non capì cosa lei avesse detto. Poi sgattaiolò via, fuori dal bar, lasciandolo da solo, in una pozza di latte e caffè con in mano un bigliettino arancione su cui lei aveva appuntato nome e indirizzo e in uno slancio di eccessiva audacia, anche il suo numero di cellulare. 
Kira fuori dall'aula poteva ascoltare nitidamente la voce del prof Rossini che leggeva con enfasi un passo della divina commedia. Si avvicinò piano alla porta, e bussò delicatamente 
"Avanti…" 
La ragazza aprì la porta e si fermò sull'uscio, scusandosi per il ritardo chiese se potesse entrare o dovesse aspettare l'ora successiva. Il prof, il giovanissimo Daniel Rossini, croce e delizia di tutte le sue alunne e non, era seduto, come al solito, sulla cattedra, una camicia blu con le maniche arrotolate fino ai gomiti e un jeans scuro attillassimo. Estremamente affascinante!
" Laerte" disse il prof " Problemi con la sveglia stamattina? Hai fatto più tardi di me…" 
" Ho avuto un contrattempo" disse lei sbuffando e indicando il cappottino macchiato. 
"Un contrattempo con la colazione, a quanto pare…" rispose lui sorridendo e suscitando le risa di tutta la classe "Prego entra…non negherei mai a nessuno la possibilità di ascoltarmi mentre decanto la storia di Paolo e Francesca…ma che non accada più!"
Kira acconsentì col capo e andò a sedersi al suo posto, Daniel riprese la lettura da dove era stato interrotto.
"Si può sapere che ti è successo? E poi dov'è il mio cornetto?" bisbigliò Frida non appena Kira si sistemò accanto a lei nel banco, quarta fila a destra.
"L'ho lasciato al bar…non guardarmi così, non hai idea di quello che mi è successo…Credo di essermi innamorata!"
Frida strabuzzò gli occhi e aguzzò le orecchie, ormai non prestava più la minima attenzione a quello che il prof stava spiegando con trasporto. "Si…tu ti innamori una settimana si e l'altra pure..poi però non fai niente per concludere…comunque sono curiosa…racconta, chi è il fortunato?"
"Sfortunato, vorrai dire …gli ho versato addosso tutto il mio cappuccino bollente…" 
"Kira…sei sempre la solita..ma come si fa!" 
"Eh non lo so, mi sono girata…e baaaam…il guaio era fatto! Ooh è stato davvero imbarazzante. Lui è un carabiniere, è bellissimo…davvero, che ridi?"
" Aaaah il fascino della divisa! Ma è vecchio??" 
"No…insomma non eccessivamente…uhm tra i 35 e i 40" 
" Kira, è un nonno!" le disse quasi rimproverandola. 
"Ma quanto sei stupida…più uno zio ahahah!" 
"ahahah vabbè, allora come si chiama? Quando vi rivedete?" 
" Eh io che ne so…non ho avuto tempo di presentarmi per bene. E' stato gentile, ma sembrava anche un po' infastidito."
"Sei sempre la solita, come non ti sei presentata? Tutto fumo e niente arrosto…ecco la verità!" 
" No dai! Gli ho lasciato un bigliettino col numero di telefono" disse Kira con un lampo di orgoglio negli occhi. 
"Uhm quindi non lo rivedrai più…" 
"Ma chi te lo dice! Dai domani  io e te ci anticipiamo e facciamo insieme colazione al bar luna, magari è un abituè e lo incontriamo di nuovo!" 
"Non trascinarmi in questi tuoi pedinamenti…sei una stalker, lo sai?" 
I loro discorsi e risatelle furono interrotte da un furioso Daniel che le sgridò esasperato "Cesari e Laerte, ma è mai possibile? Cosa avete da farfugliare in continuazione? Non costringetemi a dividervi…è frustrante, a volte mi fate sentire un maestro di scuola elementare!" 
" Ci dispiace…non accadrà più" ripeterono in coro, cercando di mostrarsi il più pentite possibile. 
"Lo spero tanto…lo spero per voi…." disse lui socchiudendo gli occhi blu, minaccioso " Bene, dove eravamo rimasti… ah…" ravvivò velocemente i capelli castani chiaro che forse ,diventati un po' troppo lunghi, gli cadevano disordinati sulla fronte e riprese la sua appassionata spiegazione. 
"Quando si arrabbia è ancora più sexy…" sibilò Frida a bassa voce, raccogliendo il consenso di Kira e delle due ragazze che occupavano il banco accanto al loro. 
La terza ora di lezione era in pieno svolgimento, Daniel in piedi alla lavagna stava traducendo una frase dal latino cercando di esemplificare il più possibile il concetto dell'ablativo assoluto " Oriente sole, ex urbe cessit…guardate qui ragazzi è più semplice di quanto possa sembrare…sorgendo il sole, si allontanò dalla città!" disse soddisfatto sottolinenando il costrutto sintattico. 
" Terra chiama Kira…" disse Frida spingendo la compagna di banco col gomito "Hai capito quello che sta dicendo il prof?" 
"Uhm…non ho ascoltato neppure una parola in realtà…che mi sono persa?"
" Tu, Kira…tu hai perso la testa! Non starai ancora pensando al tuo uomo in divisa?"
Kira la guardò con due occhi a cuoricino " E che posso farci? Avresti dovuto vederlo, impossibile rimanere insensibili al suo fascino. Sembrava un attore d'altri tempi" 
" Sei ridicola, renditene conto!" 
All'improvviso la vibrazione del telefono annunciò l'arrivo di un sms, un numero sconosciuto, cosa che destò la curiosità di entrambe.
" Oh cazzo è lui!" disse Kira incredula tutta emozionata.
" Dai leggi, leggi ad alta voce " rispose Frida impaziente. 
" Signorina Laerte, la mia giacca è salva! Per festeggiare ti aspetto domani, stesso posto stessa ora, ti offro la colazione e magari questa volta, il cappuccino riesci anche a berlo! Francesco."
Kira lesse il messaggio tutto d'un fiato "Cosa gli rispondo? Dai aiutami Fri, tu sei più brava di me in queste cose" 
"Cosa vuoi rispondere? Dii che ci sarai…però aspetta, devi formulare bene, devi essere originale e brillante…"
Ancora una volta il loro parlottare fu interrotto da un Daniel davvero incazzato. 
"Ok…adesso basta voi due! Laerte, il cellulare" le ordinò da dietro la cattedra porgendole la mano.
Kira di riflesso nascose il telefono sotto il banco e lo guardò con un'aria così innocente ,come se volesse dirgli "Prof, ma io non ho mai posseduto un cellulare in vita mia". Il tono di Daniel si fece ancora più duro e esasperato "Laerte, non solo oggi sei arrivata in ritardo e sei stata su un altro pianeta per tutto il tempo, adesso inizi anche a messaggiare? C'è un limite a tutto! Portami il cellulare!" Kira si alzò a malincuore e poggiò il suo nokia sulla cattedra, sembrava davvero rammaricata per quello che era successo, per essere stata così imprudente, tanto che il prof le sorrise dolcemente "Non preoccuparti lo riavrai a fine ora." In realtà a lei non importava niente di aver fatto alterare il prof, era semplicemente dispiaciuta per non essere riuscita a rispondere subito a Francesco, mai come allora desiderò avere il suo cellulare, guardò il suo orologio, mancavano solo 20 minuti alla fine dell'ora, 20 minuti che le sembrarono eterni. 
Kira riemerse dall'oceano dei ricordi in cui era sprofondata solo quando vide  Frida seduta sul letto accanto a lei che la guardava con perplessità. A cosa stava pensando? Sembrava più sulle nuvole del solito e comunque la cena era pronta: pollo arrosto e patatine al forno, una vera leccornia. Kira si alzò dal letto, stiracchiandosi e sbadigliando e con il diario ancora tra le mani seguì l'amica in cucina dove la tavola era già apparecchiata. 
"Non crederai mai chi ho incontrato oggi" disse entusiasta, porgendo all'amica la vecchia agenda, indicandole una foto che la ritraeva abbracciata a Francesco e  a fare da sfondo la torre Eifell. Il viaggio a Parigi fu un regalo che lui fece a lei per festeggiare la maturità. Dopo il colloquio orale, lui l'aspettò fuori scuola, era bellissimo senza divisa, in t-shirt e jeans, l'abbracciò affettuosamente e si congratulò con lei per il traguardo raggiunto, poi le porse il suo regalo "Questo è per te…se ti va, partiamo stasera stesso, il volo è tra…" guardò dubbioso l'orologio " tra cinque ore, giusto il tempo di fare i bagagli!" Kira rimase senza parole, tirò fuori i biglietti "Parigi?" Esclamò incredula "Fra…ma è una pazzia…io non so se è possibile…io…" lui non si scompose, le si avvicinò con tranquillità, la baciò dolcemente, accarezzandole le guance, la nuca e i capelli e le disse "A me piacerebbe un sacco, fuggire con te a Parigi, stasera…" e lo disse in un modo così sensuale e persuasivo che lei non riuscì ad opporsi, e come avrebbe potuto dire di no? Del resto cosa aveva da perdere? Era una pazzia, ma che lei non vedeva l'ora di compiere. 
"Tua madre allora si incazzò parecchio!" Disse Frida guardando la foto, ridacchiando "Tu te la spassavi a Parigi e lei era infuriata come una belva!" 
Kira rise a sua volta, in realtà la madre in quel periodo sembrava incazzata col mondo. Lucrezia non aveva mai accettato la relazione della figlia con quel ragazzo, molto più grande di lei. Quando il giorno degli orali Kira tornò a casa, sprizzando felicità da tutti i pori e sventolando al vento i biglietti aerei per Parigi, lei proprio non ci aveva visto più "Se vai via adesso con quel tipo, puoi anche restartene a Parigi…" le disse stizzita, e altrettanto alterata Kira aveva risposto di essere adulta e vaccinata e che le sue minacce non la spaventavano, sarebbe partita con lui per quella vacanza e al suo ritorno, se non poteva tornare a casa, sarebbero andati a vivere insieme. A quelle parole, il cuore di Lucrezia ebbe un sussulto, per la prima volta dovette ammettere che il marito aveva ragione, con il suo atteggiamento ostruzionista non aveva fatto altro che spingerla tra le braccia di quell'uomo, che a lei proprio non andava giù. Tra loro la differenza d'età era troppa, lui aveva un grande ascendnte sulla "piccola" Kira, poteva farle fare ogni cosa volesse, e questo a Lucrezia non piaceva, non l'avrebbe mai accettato "Un uomo di quell'età se la rigira come vuole una ragazzina come nostra figlia" questo ripeteva in continuazione al povero Sergio, il padre di Kira, che invece da buon diplomatico, cercava sempre di mediare i rapporti tra le due leonesse di casa. Lui sicuramente adottò una linea più morbida " è inutile alzare un muro con nostra figlia, sai come vanno certe cose…come sono i ragazzi di oggi…presto si stancheranno l'uno dell'altra, e tutto tornerà alla normalità…fidati!" 
Lucrezia accoglieva le opinioni del marito con molto scetticismo, ma il tempo e di conseguenza anche lei gli avrebbero dato ragione. 
"Allora?" la incalzò Frida "Raccontami di questo incontro al supermercato!" 
"Niente, ero in fila alla cassa e lui era proprio lì, davanti a me" disse sorridente "E' stato un piccolo shock! L'ultima persona sulla faccia della terra che avrei mai pensato di riincotrare nella mia vita".
"E tu l'hai riconosciuto subito? Insomma, sarà cambiato, è passato un sacco di tempo!" 
Kira scosse la testa, non era per niente invecchiato, forse solo qualche ruga qui e li, ma niente aveva scalfito la sua bellezza da uomo d'altri tempi, anzi il capello brizzolato, doveva ammettere, lo rendeva ancora più affascinate. "D'altronde, si sa, gli uomini invecchiano molto meglio rispetto alle donne!" disse addentando una fettina di pane integrale. 
"E cosa ha fatto lui…ti ha vista, no?? Ci avrai parlato? Non dirmi che te la sei data  gambe, eh cuor di leone!"
"No, certo che ci ho parlato! Sembrava sorpreso…credo  che anche lui non si aspettasse  di vedermi lì!"
"E ci credo…ahahah…ricordi come lo hai mollato…sei stata, come dire…abbastanza stronza con lui!"
Kira tossicchiò imbarazzata, in effetti non si era comportata proprio da gentildonna ,ma dopo qualche mese di relazione i diciotto anni che c'erano tra loro divennero per lei insopportabili. Lei all'epoca era una giovane universitaria, aveva voglia di divertirsi, di conoscere gente nuova, fare nuove esperienze e di crogiolarsi nell'incertezza del futuro. Lui era invece un uomo di 37 anni che voleva viversi in quiete e tranquillità la propria storia d'amore. Entrambi per qualche tempo avevano cercato di conciliare le proprie vite, di venirsi incontro nonostante le differenze, "L'amore non ha età" era questo quello che Kira si ripeteva in continuazione, cercando di aggrapparsi ad ogni scusa.
"Non credere che non abbia sofferto!" Disse diventando seria tutto d'un tratto " Io ero davvero innamorata! E' stato il mio primo amore…ho sopportato tanto! Hai idea di quante cene con gli amici tardoni ho dovuto sorbirmi? Una sera  siamo usciti addirittura con una coppia con figli…guarda, a pensarci ho ancora la pelle d'oca." Disse mostrando il braccio all'amica "Ma ho sopportato, lo amavo, ero stracotta! Però  quando si è rifiutato di accompagnarmi al concerto dei Radiohead, solo perché il prato sarebbe stata un'esperienza troppo estenuante e lui non aveva più l'età per certe cose, beh non c'ho visto più…ero fidanzata con un tardone, e in quel momento ho avuto chiara la realtà" 
Frida scoppiò a ridere, è vero Francesco era proprio un gran tardone; il tipico over 30, fighetto, che ignorava il passare del tempo e  si ostinava a fare cose e frequentare luoghi tipici dei ventenni, inoltre il fatto che uscisse con una liceale, non faceva che aggravare la sua situazione. 
"Lo so…" continuò Kira sbuffando " Forse avrei dovuto dirgli la verità, e non fargli credere di essere innamorata di un altro..ma lo sai, a volte sono un po' codarda!"
"Giusto un po?'" le fece eco Frida ridendo, e versando il vino ad entrambe. 
"Alla fine, a me piaceva veramente un altro…Riccardo  era un tipo molto interessante!"
"Ma non cercare di giustificarti, due settimane dopo l'hai appeso…"
"Uhm…no…diciamo che dopo due settimane ho capito che eravamo incompatibili, che non era il mio tipo! Sai, cambiare idea è sintomo d'intelligenza…non lo dici sempre anche tu??"
"Sei stata pessima, Kira, ammettilo! Una grande stronza con tutti e due…ahahah"
Kira fece spallucce "Comunque è stato contento di avermi incontrata, abbiamo parlato per un bel po', ci siamo raccontati delle nostre vite; lui si è sposato, ma ora è separato e ha una bambina di 2 anni, vive a Milano; resterà a Napoli per un po'…qualche settimana…mi ha chiesto di incontrarci di nuovo", disse tranquilla. Frida strabuzzò gli occhi "Come incontrarvi? Un appuntamento? Non ci sarà mica un ritorno  di fiamma?"
Kira rise di gusto "Ma quale ritorno di fiamma? Lo sai che odio le minestre riscaldate! E poi io sono impegnata…" disse sfoggiando un sorrisino serafico. 
" Giusto…il tuo chef super sexy! Come ho potuto dimenticare che ormai il tuo cuore squacquarea solo per lui?"
"Esatto…ma non fare tanto la sborona, guarda che tu non sei da meno, vai in giro per la casa con gli occhi a cuore e la testa tra le nuvole da quando hai fatto pace col prof. Rossini." Risero entrambe, poi Kira si fece seria e continuò "Insomma mi ha fatto davvero piacere vederlo, parlare con lui; siamo stati bene ci siamo raccontati delle nostre vite, abbiamo ricordato il passato, tranquillamente senza rancori. Cazzo, lui è stato il mio primo amore, è normale che rivederlo mi abbia lasciato felice e
emozionata, ma non ho alcuna intenzione di riallacciare i rapporti con lui. E poi c'è Carlo adesso…e qualsiasi cosa ci sia tra noi, voglio godermela fino infondo!" disse arrossendo, un po' imbarazzata.
"Ma quanto sei bellina, ti sei fatta tutta rossa! ahahah…comunque hai ragione, sono d'accordo, ed è vero anche che mi sento un po' rincitrullita anche io, per colpa di Daniel, ma propongo un brindisi…" disse allegra alzando il bicchiere di vino "Ai primi amori, quelli che nonostante tutto non si dimenticano mai!" Kira annui e alzò a sua volta il bicchiere, poi aggiunse con voce carica di speranza "E a quelli nuovi, ancora tutti da vivere!" 

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